ROMA /LIVERPOOL 0-2
ARTICOLI VARI
Autoblindo in azione all’uscita dello stadio

 ROMA - Dopo quello che era capitato nel pomeriggio e in serata prima dell’inizio della sfida tra Roma e Liverpool, le autorità hanno deciso di presidiare l’uscita dello stadio con delle autoblindo per evitare incidenti tra le tifoserie che lasciavano lo stadio. Il risultato negativo ha dato una mano, perché molti romanisti delusi se ne sono andati ben prima del fischio finale. Il deflusso dei tifosi giallorossi è cominciato un quarto d'ora prima del fischio finale: in parte a causa della sconfitta, ma soprattutto per gli eventuali rischi, in molti hanno lasciato lo stadio intorno alle 22,30.
Pochi minuti prima della fine della partita le autoblindo delle forze dell'ordine si sono messe in posizione per controllare che alle uscite non avvenissero incidenti come era invece capitato prima del fischio d’inizio quando alle intemperanze degli inglesi si erano aggiunte quelle romaniste. Intorno allo stadio numerose sono le macchie di sangue sull'asfalto e sul mosaico del viale, tracce degli incidenti avvenuti prima della partita.

Il Corriere della Sera
16/2/2001


LA VIGILIA
Brindisi a tutta birra, alla faccia del divieto
Decine e decine di tifosi hanno affollato i bar del Centro
e della zona dello stadio Olimpico

 di LUCA BRUGNARA

«Please, a glass of beer». Ieri pomeriggio, la risposta a questa domanda era quasi ovunque affermativa, nonostante il divieto di vendere alcoolici in Centro e nella zona vicino lo stadio dopo mezzogiorno.
Così, decine e decine di tifosi del Liverpool erano seduti davanti a bar e birrerie, accompagnati dall’immancabile pinta di birra. E alle persone che passeggiavano in Centro, non è rimasto che ascoltare gli stonatissimi cori dei tifosi già ubriachi. Tra i più gettonati dagli hooligans, ovviamente, i locali che ricordano l’atmosfera di casa, come le birrerie. Flynn O’Brien, in via Nazionale, intorno alle 14, era piena di sostenitori del Liverpool, alcuni dentro, moltissimi fuori a sorseggiare la bevanda preferita. Scelta polemica per la birreria Albert di via del Traforo. Il locale ha mantenuto chiuso il locale, dal momento che il prodotto più richiesto non poteva essere venduto.
Divieto rispettato, inoltre, alla birreria Cowboy in via Crispi.
Tra i bar, il rispetto della norma era immediatamente visibile. I locali che vendevano la birra erano affollati da giovani e meno giovani rigorosamente in maglietta rossa, gli altri quasi vuoti. I tavolini all’aperto del bar San Silvestro erano occupati da inglesi, che bevevano tranquillamente, gustandosi fino in fondo il clima primaverile di ieri. Divieto sconosciuto in altri locali del Centro, dal Pepy’s bar di via del tritone, alla Caffetteria Nazionale di via Nazionale al bar Crispi nella via omonima. E non sono mancati i tifosi dei reds che hanno preferito fare scorta di lattine di birra per poi visitare la città e berla, magari, sulla scalinata di piazza di Spagna. Tra i locali che hanno rispettato il divieto, l’enoteca Costantini di via della Croce, il caffè Accademia di via del Tritone e il Barocco in via Napoli. «E’ giusto rispettare il divieto – dicono in quest’ultimo locale. – E’ meglio sacrificare parte del guadagno per un giorno e evitare che gli hooligans distruggano tutto ciò che trovano come successe nell’ottobre 1997, in occasione di Italia – Inghilterra». E non è mancato chi ha accostato la giornata di ieri a quella del 30 maggio 1984, giorno della finale di Coppa Campioni tra Roma e Liverpool. Anche allora, il pomeriggio fu caratterizzato da centinaia di tifosi inglesi che giravano per il Centro dopo un sostanzioso rifornimento di birra. «Sono passati diciassette anni – ricorda Marco, proprietario di un negozio d’abbigliamento in via del Corso – ma l’arrivo di tifosi inglesi è sempre pericoloso. Anche i sostenitori tedeschi o spagnoli seguono in massa la loro squadra in trasferta, ma è un altro tifo, colorato e allegro. Questo è violento».
Anche vicino lo stadio, sono stati in molti a non rispettare il divieto di vendita di aloolici. E’ il caso, tra gli altri, del bar Rubino in via del Vignola, del Punto bar a piazza Mancini. Qui i tifosi inglesi sono cominciati ad arrivare verso le 15, con l’inseparabile lattina. Birra vietata, invece, al caffè Ponte Milvio. «Gli hooligans – spiegano nel locale – arrivano qui già ubriachi. E’ meglio non peggiorare la situazione». E c’è anche chi ha fatto una scelta di compromesso. «Fino alle 15 – spiegano al bar di largo maresciallo Diaz – non ci sono tifosi inglesi. Fino a quel momento è inutile rinunciare a vendere birra agli italiani. Dal tardo pomeriggio, comunque, non serviremo alcun alcoolico».

Il Messaggero
16/2/2001


C’è il Liverpool, niente alcol
Dal centro a Ciampino, scatta per tre giorni il divieto del prefetto
Proibita la vendita di vini e liquori per l’arrivo dei tifosi inglesi in vista del match di oggi. Gli esercenti: faremo causa alla Roma

 ROMANA LIUZZO

Vini e liquori vietati per tre giorni. E i commercianti vanno alla guerra. Un’ordinanza del Prefetto di Roma Giuseppe Romano con data 14 febbraio 2001, arrivata sui tavoli delle associazione di categoria ieri in mattinata, recitava testuale: «E’ vietata la vendita e la somministrazione in forma fissa ed ambulante di bevande alcoliche e superalcoliche dalle ore 12 del giorno 14 febbraio 2001 alle ore 16 del 16 febbraio 2001, nelle seguenti località: Aeroporto di Ciampino, Prima circoscrizione e nelle zone adiacenti allo Stadio. I contravventori saranno perseguiti ai sensi dell’articolo 650 del codice penale». Il motivo? Stasera alle 21 nella capitale si svolgerà la partita RomaLiverpool. Solo in serata il Prefetto faceva sapere di aver ritoccato lievemente il provvedimento. Che dunque non riguarderà più trattorie e ristoranti.
Il divieto resta comunque per bar, alimentari e ambulanti che per tre giorni non potranno più vendere un goccio d’alcol pena salatissime multe. La reazione dei commercianti è stata immediata. «Innanzi tutto faremo causa alla Roma spiega il presidente della Confesercenti Antonio Nori per 4500 persone che vengono a Roma non si possono penalizzare tutti i pubblici esercizi del centro storico». Parole dure quelle di Nori, confortate dai suoi associati. «Faremo proteste clamorose, chiuderemo tutti i locali di via Veneto se il Prefetto persevera nelle sue idee», aveva detto Severino Lepore, presidente della strada della Dolce Vita, prima di sapere che i ristoranti sarebbero stati esentati dal regolamento. E subito dopo: «Occorre fare una protesta esemplare, perché follie di questo tipo non si ripetano mai più». «Ma vogliamo scherzare? Cosa gli diciamo ai turisti che vengono ai bar di piazza Navona? si domanda il presidente dell’associazione piazza Navona e dintorni, Salvatore Monteforte come glielo spieghiamo agli americani che devono pasteggiare senza vino? Per una manciata di tifosi penalizziamo un’intera città». Una sollevazione anche da Campo de’ Fiori. Il leader della piazza Liborio Pepi minaccia iniziative clamorose per contrastare l’ordinanza del Prefetto. «Non fare vendere ai locali né vino né alcolici spiega Pepi equivale a far perdere una fetta consistente dei guadagni. Questo è un danno economico enorme per la città. Ed è un danno anche per il turismo. Non sono mica tutti tifosi ubriaconi». Dal canto suo il neo Prefetto, vista la situazione, ha aggiustato il tiro sull’ordinanza. E ha poi spiegato: «Quel che mi preme è che gli inglesi non si ubriachino devastando la città. Anche se sono il primo ad avere cari gli interessi dei commercianti».

La Repubblica
15/2/01



 


il testimone
"Erano sei, ubriachi
m’hanno aggredito a calci e pugni"
Parla il fotografo Angelo Franceschi: ho reagito

 MASSIMO LUGLI

«Mi sono saltati addosso come belve, erano completamente ubriachi. Volevano scaraventarmi nella fontana e poi mi hanno preso a pugni e calci, non so come ho fatto a salvarmi…».
Angelo Franceschi, 44 anni, è il fotografo professionista che ieri è stato assalito a piazza Fontana di Trevi da un gruppo di hooligans. Veterano della cronaca nera, Franceschi non è un tipo che si spaventa facilmente ma stavolta se l’è vista brutta ed è ancora pallidissimo.
Com’è andata?
«I tifosi inglesi avevano invaso la piazza. Erano tutti sbronzi nonostante il divieto di vendere alcolici. A terra era un tappeto di bottiglie. Per divertirsi hanno buttato in acqua tre turisti giapponesi e due ragazzi del Bangladesh. Io, naturalmente, ho scattato le foto. Ero lì per quello, è il mio mestiere».
E poi?
«Si sono avventati contro di me. Erano cinque o sei, hanno cercato di sollevarmi e gettarmi nella fontana ma mi sono difeso, ho fatto resistenza con tutte le forze. Non avevo alcuna voglia di fare un bagno anche perché, tra l’altro, l’attrezzatura costa parecchi milioni. Mi sono aggrappato alle gambe di un tizio piuttosto anziano che menava come un ossesso e a un altro ho rifilato un morso sulla spalla. Allora, visto che non riuscivano a buttarmi in acqua, mi hanno preso a calci e a pugni. Nella colluttazione hanno anche tentato di sfilarmi il portafogli. Non so come sono riuscito a divincolarmi».
E la polizia?
«Non ha avuto il tempo di intervenire. Mi sono rifugiato a pochi metri di distanza, dove stanno girando un film e un vigile urbano mi ha soccorso assieme a una signora della produzione. La scena è stata fotografata da alcuni ragazzi che io ho rintracciato. Naturalmente voglio sporgere denuncia. E’ impensabile che queste cose possano continuare ad accadere, in pieno Centro, sotto gli occhi di tutti».

La Repubblica ed. Roma
16/2/2001



 


Furia ultrà, un giorno da incubo
Scontri e sei inglesi accoltellati
Grande tensione nella Capitale:
prima gli hooligans ubriachi, poi i romanisti contro la polizia

 FERRUCCIO SANSA AMBRA SOMASCHINI

ROMA Auto bruciate. Cariche. Sassaiole. E soprattutto undici accoltellati: nove inglesi e due italiani. Uno dei tifosi inglesi è grave. Prima che una partita di calcio, RomaLiverpool è stata una guerriglia che ha messo sottosopra una città di tre milioni di abitanti. E i disordini, almeno quelli più violenti, sono stati provocati dai tifosi giallorossi. Obiettivo: la tifoseria avversaria, certo, ma soprattutto le forze dell’ordine, colpevoli, secondo i romanisti, di aver provocato il grave ferimento di uno di loro domenica scorsa a Bologna.
Che qualcosa di brutto si stesse preparando si era capito subito. Alle otto di sera gli ultrà giallorossi hanno tentato di stringere la polizia tra due muri di tifosi. I cancelli della Curva Sud dello stadio sono stati subito chiusi. Ed ecco allora partire lanci di bottiglie, di sassi, mentre i tifosi si sono armati di bastoni e rami, di qualsiasi arma a portata di mano. La polizia ha reagito, prima con i lacrimogeni poi caricando a sua volta. L’Olimpico in un attimo è stato avvolto da una nuvola di fumo. Per dieci minuti sono volati colpi, urla, sassi. Un taxi, colpito da una molotov, è ridotto in cenere. Una volante è distrutta. Danneggiati i pullman della polizia. La situazione per un attimo sembra sfuggire di mano, qualcuno addirittura parla di fermare la partita, ma poi bene o male l’ordine viene ristabilito. I contusi, tra le forze dell’ordine e i tifosi, sono decine. Oltre a quei nove feriti, tifosi del Liverpool (tre sono supporter venuti dalla Norvegia), oggetto di spedizioni punitive di gruppi di romanisti. E ai due italiani: uno di questi, stando alle prime notizie, sarebbe stato colpito da ultrà giallorossi che l’avevano scambiato per un tifoso inglese.
Ma se la serata ha visto i giallorossi protagonisti delle violenze, gli hooligans inglesi aveva già fatto la loro parte durante il giorno: arresti, saccheggi, perfino una partita di calcetto improvvisata intorno alla Fontana di Trevi con tanto di turisti e ambulanti spintonati nell’acqua. I cinquemila tifosi del Liverpool hanno stretto il centro di Roma in una morsa da mercoledì notte fino a ieri sera. Ore e ore di disordini con poliziotti e carabinieri smistati nei vicoli, nelle piazze, nelle strade. E molti commercianti hanno chiuso per protesta. La tensione, mai interrotta, scatta che è ancora mercoledì sera. Sono le undici quando un trentenne visibilmente ubriaco si avvicina a un pub nella zona di Campo de Fiori, afferra una mazza e spacca la vetrata. Denunciato per danneggiamenti. Altri due hooligans, dopo essersi ubriacati con un fiume di birra, decidono di pagare il conto a modo loro: prendendo a cinghiate il gestore del bar e i carabinieri corsi a difenderlo. Dice una giovane commerciante in Piazza Navona: «Noi l’alcol abbiamo smesso di venderlo ai tifosi quando ce lo hanno ordinato. Ma è stato tutto inutile, perché li abbiamo visti cantare a squarciagola completamente ubriachi prima dell’ora di pranzo. Le birre se le sono andate a comprare nei supermercati».
La sequenza della fontana di Trevi è di ieri pomeriggio. Tutt’intorno alla cornice della Dolce Vita prima si consuma una partita, subito dopo volano pugni e schiaffoni. Il pallone finisce in acqua circondato dalle lattine di birra. Qualcuno protesta e loro, una trentina in tutto, spingono nella fontana tre venditori ambulanti bengalesi e un turista giapponese. Cercano di buttare giù anche Angelo Franceschi, un fotoreporter, che per difendere la macchina fotografica si prende calci e pugni dai tifosi. Succede tutto davanti a una decina di agenti. Davanti agli stessi poliziotti e carabinieri che da oltre venti ore fanno scattare misure imponenti di sicurezza. La piazza torna alla normalità intorno alle cinque mentre i gruppi di violenti raggiungono il concentramento nel parco, nel cuore di Villa Borghese. Restano imprigionati nei pullman senza poter scendere nemmeno per un attimo per due ore e mezzo. Poi il caos si sposta all’Olimpico.

La Repubblica
16/2/2001


I tifosi giallorossi caricano la polizia
Giornata di violenza
scontri e feriti

 ROMA - Tre tifosi inglesi feriti ieri, sei prima del match, di cui uno ricoverato in ospedale sotto osservazione, e altri cinque (due italiani) durante e dopo. Scontri violenti fuori dall'Olimpico tra gli ultras della Roma e la polizia. E poi ancora il centro della città preso in ostaggio per tutto il giorno, con tanto di passanti gettati nella fontana di Trevi. E una notte con il fiato sospeso, sperando che la bufera passi senza sfasciare tutto. E' il primo bilancio della trasferta romana del Liverpool. Non è andata bene, ma poteva andare peggio se non fosse scattato l'imponente piano di controllo che ha cercato di contenere i quattromila ultras dei Reds calati sulla Capitale e di limitare gli agguati dei romanisti.

Già da ieri sera e durante la notte i britannici avevano cominciato a esprimere la propria euforia cantando e scolando birra nonostante l'ordinanza del Prefetto che vieta in centro e vicino allo stadio Olimpico la vendita di alcol fino alle 16 di domani.

E l'ebbrezza ha indotto un 29enne inglese a rompere la vetrata di un pub, mentre altri due tifosi del Liverpool, uno di 31 anni e uno di 50, sono stati arrestati perchè sono scappati da un bar rifiutandosi di pagare il conto, che ritenevano eccessivo, di bevande alcoliche, rubando una scatola di dolciumi e aggredendo un carabiniere che li ha inseguiti riuscendo ad avere la meglio.

Sbandierando vessilli dei 'Reds' e della loro patria, i britannici hanno scorazzato per il centro storico di Roma ingannando il tempo anche gettando passanti e turisti nella Fontana di Trevi e picchiando un fotografo che rifiutava il bagno coatto. A controllare che non succedesse il peggio sono stati impiegate decine di poliziotti e carabinieri.

Fuori lo stadio la situazione è esplosa: sei sostenitori del Liverpool sono stati accoltellati, tutti ai glutei, uno in modo più grave tanto che è stato operato. Un gruppo di una trentina di romanisti ha poi sfogato la rabbia contro la polizia, dopo la vicenda avvenuta domenica scorsa ad un tifoso giallorosso che ha subito un grave trauma cranico prima della partita contro il Bologna per essere caduto da una scala nello stadio Dall'Ara.
Sassi, bottiglie, bastoni di bandiere sono stati lanciati contro gli agenti e nello stadio; la polizia ha risposto con lacrimogeni, cariche di alleggerimento e chiudendo i cancelli della curva sud dove si erano concentrati gruppi di tifosi che erano già entrati e che hanno lanciato a loro volta oggetti all'esterno. Prima, un altro gruppo di romanisti, non riuscendo a raggiungere i pullman dei supporter inglesi, ha lanciato bottiglie contro auto della polizia di scorta ai bus colpendo un agente.

Poi lo sfogo è proseguito con tentativi di sfondare i cancelli, un paio di auto e un motorino dati alle fiamme e la rottura del parabrezza di un'auto dei vigili urbani. In un volantino firmato dal gruppo Utr, i motivi della rabbia dei romanisti, che in occasione di questo incontro, atteso da 17 anni, hanno annullato ogni coreografia, concordi con la curva sud. Chiedono "Giustizia per Alessandro", e di non essere trattati come bestie quando vanno in trasferta.
 

La Repubblica on line
16/2/2001



 


Per tutta la giornata il Centro invaso da migliaia di britannici ubriachi. All’uscita dallo stadio tifosi controllati dalla polizia con le autoblindo
Hooligans, la notte della guerriglia
Scontri e accoltellamenti: quattro inglesi feriti.
Bruciati dieci motorini, un taxi e l’auto dei vigili

 di LUCA LIPPERA

Salivano inni al cielo, lattine di birra vuote coprivano il selciato e, alla fine, dopo aver ruttato, uno dei Reds lanciò un barbarico grido: «Well done, mate!», ben fatto, amico! Applausi, risate, vecchi cori da Old Trafford. I tifosi del Liverpool, alle quattro del pomeriggio, avevano espugnato Fontana di Trevi: uno striscione rosso, il colore della squadra, era stato issato da quattro tipi allampanati sulle rocce da cui zampilla l’acqua e gli hooligans più temuti del mondo sembravano ebbri e felici come bambini. Tutto filava, più o meno, liscio, ma era davvero troppo presto per cantare vittoria.
La guerriglia tanto temuta, dopo una giornata di calma apparente, è esplosa intorno all’Olimpico poco prima dell’incontro di calcio con la Roma. Ma, per una volta, non sono stati i tifosi più temuti del continente ad innescarla. Gli unici veri scontri del pre-partita sono divampati vicino ai botteghini della Curva Sud. Sono stati gruppi di ultrà romanisti, armati di mazze e bastoni, i volti coperti dalle sciarpe, a battersi con la polizia. La storiaccia di Bologna, con un tifoso giallorosso pestato e ridotto in coma dalle forze dell’ordine, non era ancora stata digerita e qualcuno, evidentemente, voleva vendicarsi a modo suo.
Il clima era sovraeccitato e il bilancio non è da poco. Gli ospiti hanno avuto la peggio. Sono stati feriti complessivamente sette tifosi della squadra inglese. Due di essi, Johansen e Selnes Vidar, entrambi di 22 anni, di nazionalità norvegese, sono stati accoltellati ai glutei, insieme a un loro amico, mentre andavano allo stadio. Non sono gravi. Un quarto supporter, un britannico, colpito a un fianco, è stato invece operato al Santo Spirito ed è ricoverato. Durante gli incidenti con le forze dell’ordine, dalle file degli ultras della Roma sono partiti sassi e bastoni. Gli agenti hanno risposto con i lacrimogeni, il che non è bastato a fermare gli scalmanati, che hanno incendiato con le bottiglie molotov un taxi, un’auto dei vigili urbani e una decina di ciclomotori.
Una ventina di giallorossi sono stati fermati e portati in Questura. Negli scontri sono rimasti contusi anche alcuni poliziotti. Bottiglie sono state lanciate contro una volante. Gli altri tre feriti contati nella tifoseria inglese erano "reduci" della notte della vigilia. Gerard Collins, 27 anni, di Liverpool, è stato accoltellato durante una rissa in piazza di Pietra vicino al Pantheon. Guarirà in una quindicina di giorni. I restanti due, Gleen Mc Albin, 31, e Therry Blake, 26, se la sono cavata invece con alcune ferite alla testa rimediate nel corso di una zuffa in piazza Vittorio. Il deflusso, invece, verso le 23,15, grazie a uno spiegamento massiccio di forze e di autoblindo, si è svolto senza incidenti.
Eppure il pomeriggio era scorso via tutto sommato tranquillo. La presa di Fontana di Trevi era stata poco più che una goliardata. Polizia e carabinieri, forse per non eccitare gli animi, avevano lasciato correre. Anche quando gli inglesi, gonfi di Heineken e Nastro Azzurro, avevano spinto nella vasca due venditori ambulanti del Bangladesh e un turista giapponese. La situazione aveva rischiato di degenerare solo quando, poco dopo, i Reds avevano tentato di buttare dentro un fotografo del quotidiano La Repubblica, Angelo Franceschi, che aveva resistito rimediando una scarica di calci e spintoni.
Sebbene non si siano scatenati, gli hooligans erano ubriachi fin dal primo pomeriggio. L’ordinanza del Prefetto, che vietava la vendita di alcolici, è stata ignorata da moltissimi bar del centro. Il grosso degli inglesi si era rifornito di birra nei supermercati (non erano tenuti al divieto). Ma anche nella zona di Fontana di Trevi e piazza Navona era possibile riempirsi a dovere. Fino a diecimila lire, sotto banco, per una Nastro Azzurro della Peroni e anche quindicimila per una Heineken da sessantasei centilitri.
Parecchi tifosi del Liverpool erano arrivati a Roma già martedì sera. In tanti hanno riempito i locali intorno via Veneto, ma molti di più sono andati a zonzo per la città portandosi appresso i loro canti e le loro sciarpe. La birra già cominciava a fare effetto. Due hooligans erano stati arrestati dai carabinieri in via Gioberti, vicino a Termini: dopo essere entrati in un bar ed essere scappati senza pagare, avevano aggredito l’agente che aveva cercato di fermarli.

Il Messaggero
16/2/2001



 


Hooligans, Scotland Yard in città
Arrivano quattromila tifosi dei «Reds».
Mobilitate questura e polizia inglese


 






 Saranno quattromila gli hooligans stasera sugli spalti dell’Olimpico (Distinti Nord) per Roma-Liverpool. La questura ha chiesto rinforzi a Scotland Yard: agenti speciali inglesi hanno seguito in trasferta gli elementi più pericolosi. Contravvenzioni pesanti sono previste per i negozi e i bar del Centro che venderanno birre e superalcolici ai sostenitori dei «Reds». Stadio blindato già da ieri sera, un elicottero sorveglierà dall’alto nel pomeriggio il raduno dei tifosi ospiti, ai varchi il filtraggio sarà severissimo, telecamere saranno puntate sulle curve per riprendere gli ultrà più facinorosi. Non ci sarà, però, il tutto esaurito: 60 mila gli spettatori previsti. Malgrado una finale di Coppacampioni da vendicare (nell’84), il pubblico romanista pensa più allo scudetto da conquistare quest’anno.
(…)
La questura di Roma li ha già individuati: sono poche decine di hooligans di classe «C», come si dice in gergo. Cioè molto pericolosi. Sono a Roma da ieri e la polizia li segue passo passo, in collaborazione stretta con agenti di Scotland Yard venuti apposta dall’Inghilterra. Scatteranno pesanti contravvenzioni per i negozi e i bar del Centro che offriranno ai tifosi del Liverpool bottiglie di birra o superalcolici, in attesa della gara di stasera. Quattromila, in tutto, i sostenitori dei Reds che riempiranno il settore Distinti Nord dell’Olimpico. Duemila sono arrivati ieri sbarcati a Ciampino e Fiumicino dai charter.
Il raduno collettivo è previsto per le 14 di oggi a Villa Borghese. Fino alle 18 gli ultrà inglesi saranno liberi di girare per la città (sempre sotto lo sguardo discreto di carabinieri e polizia), quindi tutti insieme verranno portati a bordo di autobus allo stadio.
A proposito: l’Olimpico da ieri sera è blindato. Le telecamere puntate sugli spalti sono pronte ad entrare in funzione. Ai varchi l’opera di filtraggio sarà severissima. Un elicottero si alzerà in volo nelle ore pomeridiane per controllare dall’alto la situazione.
Per il ritorno a casa stessa procedura: gli hooligans lasceranno i loro posti almeno un’ora dopo la fine della partita e verranno accompagnati direttamente all’aeroporto. Chi ha prenotato l’albergo, invece, sarà riportato diligentemente in camera e gli verrà data la buonanotte.
I precedenti non sono incoraggianti. In occasione di Lazio-Arsenal, nell’ottobre scorso, 3 inglesi furono arrestati e un altro denunciato per atti di vandalismo compiuti in Centro: tavolini danneggiati, vetrate di negozi e cassonetti distrutti. Ma anche i laziali non furono da meno: dieci vennero fermati per aver assaltato, è il caso di dirlo, due vetture dei vigili urbani. Due inglesi finirono accoltellati, a dimostrazione che gli hooligans prosperano anche in Italia. Ma quella fu una partita «sporca» già in campo, con gli insulti pesanti tra Mihajlovic e Vieira.
Per stasera s’annuncia un’atmosfera meno bollente. Stadio non esaurito («solo» 60 mila persone), Roma che pensa più allo scudetto, malgrado una finale di coppa Campioni da vendicare (nell’84). I tifosi giallorossi, in più, sono disorientati dall’affare Totti: oggi non giocherà. Ma soprattutto: firmerà il contratto? In tribuna, tra gli altri, Eriksson e Rudi Voeller, più un nutrito drappello di direttori sportivi e manager, perché il mercato calcistico, si sa, è sempre aperto.
I giocatori della Roma, nel frattempo, hanno realizzato un’audiocassetta per Alessandro Spoletini, il tifoso in coma a Bologna (il bollettino dice: trauma cranico senza ferite da taglio). «Ciao sono Bati», il messaggio inciso dal Re Leone. «Ci vediamo a Trigoria per festeggiare lo scudetto», la frase di Balbo. «Ti aspetto per regalarti la maglia», ha detto Delvecchio. La Procura ha aperto un’inchiesta sull’operato della polizia bolognese. Secondo alcuni tifosi presenti al Dall’Ara Spoletini non sarebbe caduto sulle scale, ma avrebbe subito un pestaggio da parte di un celerino.
Ma basta violenze: in Inghilterra, sabato, i tifosi che si vestiranno da donna potranno assistere a Wigan-Bristol pagando il biglietto a metà prezzo. Un’iniziativa per San Valentino. Non tutti sono hooligans.
(…)
Corriere della Sera ed. Roma
15/2/2001



 


Il giovedì folle di Reds e ultras
E all’Olimpico accoltellati e guerriglia contro la polizia
Dopo il pomeriggio delle violenze hooligans scoppia la rabbia dei romanisti
per il caso del ragazzo ferito a Bologna


 


 MARINO BISSO FERRUCCIO SANSA

«Presto, presto correte alla curva Sud». Sono le otto e mezzo, mancano trenta minuti all’inizio di RomaLiverpool e dalla centrale radio della polizia partono ordini. A raffica. Sì, perché la situazione sta per sfuggire di mano: cariche, lancio di sassi e bottiglie, auto in fiamme. E undici feriti (nove inglesi), di cui uno grave. Lo stadio Olimpico è avvolto da una nube di fumo, acre da togliere il respiro.
Hooligans? Macché, se nel pomeriggio i tifosi inglesi avevano messo sottosopra la città, adesso tocca ai romanisti. E succede di tutto, veramente di tutto. Una vera e propria battaglia.
Si comincia poco prima della otto, quando vengono accoltellati cinque tifosi inglesi. Per fortuna si fa per dire sono colpiti ai glutei. Ma a un sesto va peggio, è ferito gravemente. Deve essere operato d’urgenza al San Giacomo. Non è finita: i romanisti tentano in tutti i modi di raggiungere i pullman degli inglesi. La polizia è pronta. Respinge la carica.
Ma non c’è niente da fare. Basta guardare le facce dei tifosi per capire che sarà guerra. Così è, infatti. Sono sguardi taglienti, frasi a mezza bocca; ti fanno capire che le intenzioni non sono affatto buone.
L’obiettivo? Sono le forze dell’ordine, accusate dai tifosi giallorossi di aver ferito gravemente uno di loro, Alessandro Spoletini, durante la partita BolognaRoma di domenica scorsa.
Dovevano essere solo slogan: «Forza Alessandro, viva il tuo sorriso». E poi volantini: «Nessun tifoso avversario è trattato a Roma come siamo trattati noi in ogni parte d’Italia. Non vogliamo il teppismo, ma condanniamo l’ingiustizia».
Ma non va così. Appena arrivati sulle gradinate, ecco che i romanisti tornano indietro e cercano di circondare la polizia. «Chiudete i cancelli, mandate rinforzi», urla la radio della polizia. I cancelli della Curva Sud vengono chiusi. E la rabbia dei tifosi diventa furore, cieco: partono bottiglie, sassi, bastoni di bandiere. Perfino rami d’albero, qualsiasi cosa possa colpire. Con le transenne intanto cercano di sfondare i cancelli. Non basta: un motorino viene bruciato, una macchina di una troupe televisiva, colpita da una molotov, diventa un tizzone bruciacchiato. Distrutta anche un’auto della polizia e danneggiati i pullman delle forze dell’ordine. Insomma, centinaia di milioni di danni, senza contare un cameraman malmenato e la sua telecamera distrutta.
Ma le forze dell’ordine non stanno a guardare. E’ lo stesso Questore, Giovanni Finazzo, a parlare, a urlare gli ordini: «Mano ferma. Vigore, molto vigore nei confronti di chi commette violenze». Prima partono i lacrimogeni, poi gli agenti lanciano la carica. E’ un groviglio di bastoni alzati, scudi, colpi, urla e fumo dappertutto. Alla fine l’assalto dei tifosi è respinto, ma in terra restano decine di contusi, poliziotti e tifosi. E poi undici feriti, uno grave. Una vera battaglia cui sembrano estranei solo i bagarini, che in mezzo alla guerriglia continuano indisturbati a vendere biglietti e bottiglie di vetro di liquore (venti gradi).«Fermiamo la partita», propone qualcuno. Ma forse sarebbe ancora peggio. Vaglielo a dire agli ottantamila stipati nell’Olimpico che devono tornarsene a casa. No, scoppierebbe la guerra.
(ha collaborato eduardo lubrano)

La Repubblica ed. Roma
16/2/2001



 


LA DENUNCIA
«Io, giallorosso picchiato
dai ragazzi della curva»

 Basta seguire la macchie di sangue sul pavimento del pronto soccorso del Santo Spirito, per trovarlo: il tifoso quarantenne della Roma aggredito da venti romanisti ha gli occhi tumefatti, tagli sulle labbra, escoriazioni sugli zigomi, ematomi sparsi sul viso. Incredulo e impaurito, con la sciarpa più rossa che gialla intorno al collo, parla con voce sottile, e il suo discorso si interrompe ogni volta che le barelle portano gli inglesi in sala operatoria, feriti su glutei e gambe. Lui, Luca, si spinge il ghiaccio su un occhio e racconta: «Stavo parlando al telefonino, mi sono arrivati alle spalle e mi hanno colpito. Un pugno sulla nuca, poi altri. Avevano bastoni e picchiavano quasi a caso». Domandarlo non è superfluo: erano inglesi? «No, romanisti. Forse hanno pensato che ero della Digos, forse erano semplicemente impazziti». Paura? «Molta, sono vivo ma è un miracolo. Ho pensato di morire, dopo il primo assalto, non riuscivo a fuggire, a schivare i colpi. Mi hanno raggiunto un po’ ovunque, anche su braccia e schiena». Ma non hanno visto che anche tu eri della Roma, che avevi questa sciarpa? «Certo, ma non andavano tanto per il sottile, erano solo bestie furiose». L’hanno inseguito pochi metri, poi l’hanno lasciato andare. Come Federico Escher, 23 anni, collaboratore dell’Associated Press: «Erano almeno dieci, lanciavano mattoni, mi hanno picchiato con i bastoni». Poi è riuscito a divincolarsi e a correre, fino a questo pronto soccorso macchiato di sangue.
Al. Capp

Il Corriere della Sera ediz. Roma
16/2/2001


Soccer Violence in Rome
Liverpool Fans Stabbed by Hooligans
in Latest Violent Attack

By Jeff Israely
The Associated Press

R O M E, Feb. 15 — AS Roma hooligans stabbed four Liverpool fans before a United Nations of European Football Associations Cup game today, the latest outbreak of violence in and around Italian soccer stadiums.

Just before the 8 p.m. kickoff, Roma fans throwing rocks and bottles clashed with police outside the stadium and beat up an Associated Press Television News crew.
About 4,000 Liverpool fans were in Italy's capital for the teams' first meeting since the English club beat Roma on penalty kicks in the 1984 Champions Cup final.

Fearing violence, authorities banned the sale of alcohol from noon today until 4 p.m. Friday in and around the stadium, in the city's historic center — where many Liverpool fans were staying — and at Ciampino airport.

Two Leeds United fans were stabbed to death in Istanbul on the eve of a UEFA Cup game against Turkish club Galatasaray last April.

Two Victims Remain Hospitalized

Today, three Roma supporters attacked two 27-year-old Norwegians outside Olympic Stadium two hours before kickoff, police said. The victims probably will be hospitalized for a week.

A British man needed surgery after another attack near the arena, while another Liverpool fan was hospitalized with stab wounds to the arm and thigh from a pre-dawn fight.

A gang of about 30 people kicked and punched an APTN cameraman and a reporter and destroyed their camera. The cameraman was treated at a hospital for a head cut.

Liverpool spokesman Ian Cotton told the club's official Web site that he'd spoken with authorities in Rome, and "there is no suggestion that any of our fans have been causing trouble."

The litany of trouble at soccer matches in Italy, and elsewhere in Europe, seems to grow each week.

There were battles between Lazio and Napoli fans at Olympic Stadium that sent 20 people to the hospital. One Napoli supporter was stabbed.

In December, to protest fan violence, players forced a 15-minute delay to the kickoffs of all Serie A and B games.
 

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Thursday, February 15, 2001
 


Liverpool fans stabbed in Rome

By Jeff Israely -- Associated Press
ROME (AP) Ñ AS Roma fans stabbed three Liverpool supporters in clashes ahead of a highly charged UEFA Cup match Thursday. Three Roma fans attacked two supporters Liverpool squad outside of Stadio Olimpico two hours before kickoff, police said. The victims, both 27-year-old Norwegians, were each stabbed in the buttocks. Police said the men would likely be hospitalized for a week. Violence flared again just before the 2000 GMT kickoff when rock- and bottle-throwing Roma fans clashed with police outside the stadium. Earlier, in the pre-dawn hours, another English team fan was stabbed in the left arm and the thigh during a fight with Roma supporters. Police identified him as Gerard Collins and said he was hospitalized. His condition was not serious. Two Liverpool loyals suffered head injuries in the same clashes. Glen McAlbin and Terry Blake were briefly hospitalized, police said. A British fan also broke the windows of a downtown pub. In yet another incident, several Liverpool fans tossed three people into the Trevi Fountain, one of RomeÕs most-visited tourist sites, Thursday afternoon. The ANSA news agency said the victims were a Japanese tourist and two Bangladesh street vendors. No charges were filed. About 4,000 Liverpool fans were in ItalyÕs capital for a fourth-round match Thursday night at the Olympic stadium Ñ the teamsÕ first meeting since a 1984 Champions Cup final, which Roma lost on penalties. Liverpool spokesman Ian Cotton told the clubÕs official Web site that heÕd spoken with authorities in Rome, and Òthere is no suggestion that any of our fans have been causing trouble.Ó Fearing violence, authorities banned the sale of alcohol from noon Thursday until 4 p.m. local time Friday in and around Stadio Olimpico, in the historic centre where many Liverpool fans were staying and at Ciampino airport. Soccer violence also marred UEFA Cup play last year when two Leeds United fans were stabbed to death in Istanbul in clashes with Turks on the eve of a game against Galatasaray.



Liverpool fans stabbed in Rome
February 15, 2001
Web posted at: 5:44 PM EST (2244 GMT)
 

ROME, Italy (CNN) -- Six Liverpool fans were stabbed near Rome's Olympic Stadium before their UEFA Cup clash, reports have said.

The injuries, which left one seriously hurt, were in addition to three earlier attacks on Thursday which left a 26-year-old, Gerard Collins in hospital needing surgery to slashes on his back and arm.

The stabbings were mainly to the fans' backsides, and happened before their team beat AS Roma 2-0, both goals scored by forward Michael Owen.

British Embassy officials in the Italian capital confirmed the total number of Britons with knife injuries was six.

The latest victims received slash wounds during an attack outside the stadium minutes before kick off.

It is understood a number of Norwegian and German nationals were also wounded but details of their injuries are not known.

A spokeswoman for the British Embassy in Rome said one man was seriously injured while the other two were expected to be released shortly from the city's San Giacomo Hospital.

"There are three British football fans who have been taken to hospital. We are aware of other injuries to non-Britons," she added.

"Consular staff are in the hospital now liaising with officials.

"One man is seriously injured but the injuries are not thought to be life threatening."

Collins' injuries are not life threatening but he is expected to remain in hospital for two days.

The two other fans suffered head injuries and were briefly treated in hospital.

About 4,000 Liverpool fans were estimated to have made the trip to the Italian capital for the fourth-round match at the Olympic Stadium.

It is the first time the two teams have met since a 1984 European Cup final, which Roma lost on penalties.

Last year two Leeds United supporters were stabbed to death in Istanbul before a UEFA Cup semi-final match against Turkish side Galatasaray.


Seven Liverpool fans stabbed
AFP
(Rome, February 16)

SIX SUPPORTERS of English club Liverpool were stabbed here yesterday outside the Olympic Stadium ahead of the UEFA Cup match with AS Roma, bringing to seven the number of Liverpool fans knifed.

All six Liverpool fans - including at least two Norwegians - were stabbed in the buttocks and one was reported by ANSA news agency to be seriously injured. Another fan named as Gerard Collins had been stabbed late Wednesday night but his life was not thought to be in danger.

The seriously-injured fan was being treated in Santo Spiritu hospital and was undergoing surgery. The other five injured before the game were at San Giacomo Hospital but are not thought to be seriously hurt. Earlier in Rome there were sporadic outburts of violence.


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