Gianni Melidoni, il
giornalista
tanto amato e seguito dai sostenitori giallorossi lancia un
grido d'allarme
BASTA
CON
I TEPPISTI CHE OFFENDONO
I
VERI
TIFOSI DELLA ROMA
Per colpa di
cinquecento
mascalzoni, il pubblico sportivo di Roma, che è il più
numeroso
e corretto d'Italia, possedendo tra l'altro il senso non molto
diffuso
dell'ironia, riceve colpe e gratificazioni che non gli
spettano. Per esmpio,
la federazione europea di atletica leggera ha escluso la
nostra città
da ogni manifestazione internazionel perché durante i
campionati
europei del 1974 un centinaio di teppisti, disturbando ed
offendendo le
atlete impegnate nel salto in alto, hanno cancellato il
civismo di quarantamila
spettatori. Così,
nel calcio, le intemperanze di cinquecento beceri, spesso
divulgate da
foto che altrove vengono spacciate per la documentazione di
una guerriglia,
con i fotogenici fumi delle bombe lacrimogene, coinvolgono una
media di
60.000 spettatori, che dopo Napoli, dove sono tutti abbonati,
è
di gran lunga la più elevata. Roma, in quanto capitale, e per
la
sua stessa natura, non è amata da chi non la conosce. I luoghi
comuni,
le prevenzioni e le inesattezze costellano i discorsi dei
forestieri. Basta
viaggiare per accorgersene quanto meno si identificano nella
nostra città,
che resta la più bella del mondo, i vizi e gli abusi del
malgoverno.
Tutta invidia, potremmo rispondere, se non dovessimo
interpellare la coscienza
per colpe non nostre eppure mischiate tra quasi 4 milioni di
abitanti,
dove gli emigrati, compresi i governanti, lasciano sempre
minor spazio
ai veri romani. Nell'immensa
città, dove i singoli quartieri costituiscono degli
agglomerati
più grandi e popolati di Firenze e Bologna, può accadere
di tutto, anche se tutto, semplicisticamente, viene addebitato
a Roma e
ai romani. Può accadere che, come le vipere o i topi, i
disadattati
escano allo scoperto e si comportino secondo l'istinto,
rubando, distruggendo,
provocando, imbrattando. I teppisti che hanno ridotto in
poltiglia più
volte, sino a quando si è deciso di non ripristinarli, gli
impianti
igienici della curva sud, sono gli stessi che distruggono gli
autobus e,
forti di essere in dieci, venti, trenta contro uno, picchiano
gli autisti.
Il cento di coordinamento tra i clubs romanisti è in possesso
di
un intero arsenale da esporre: chiavi inglesi, catene,
pistole, coltelli
ed ogni altro tipo d'armi sequestrate ai teppisti, tutti
giovanissimi,
facendo le veci delle forze dell'ordine, presenti in gran
numero nello
stadio ma o sul campo, per una eventuale opera di repressione,
e non di
prevenzione, oppure sugli spalti più comodi, spettatori non
paganti
e spesso, non essendo romani, simpatizzanti per l'ospite di
turno. I teppisti,
radunati
in branchi, si scelgono un simbolo e una bandiera, e poiché il
calcio
è lo spettacolo più popolare e più indifeso, dove
è più facile gettare la pietra e nascondere la mano, qui
scelgono il loro simbolo: la Roma e la Lazio sono solo dei
pretesti per
applicare il disordine. La lavagna di questi sottosviluppati è
il
Foro Italico, Dall'obelisco sin dentro lo stadio, i lerci
graffiti, le
svastiche, fasci, oscenità e frasi deliranti tipo "Tombolini
libero
per far fuori tutti i laziali" oppure "Faremo un bagno nel
sangue giallorosso"
costituiscono i messaggi della teppa, senza che nessuno
provveda a salvaguardare
l'ordine. Cosa ne sanno questi giovinastri, che oltretutto,
nella loro
ignoranza, assumono i simboli più appariscenti della guerra
contemporanea
e della violenza, cosa ne sanno dello sport, del gioco del
calcio, della
Roma e della Lazio? L'ultimo
esempio
è recente, risale alla trasferta della Roma a Bologna. Fin dal
mattino,
sotto l'albergo che ospitava la squadra, urla e canti
sguaiati, nonché
provocazioni ai passanti. Un giovinastro, entrato
nell'albergo, pretendeva
da Liedholm (!) il rimborso del viaggio perché, per venire
sino
a Bologna, aveva dovuto, testualmente "Rubare i soldi al
padre".
Altri, entrati in un bar, hanno circondato e preso a spinte un
signore
che garbatamente aveva detto: "Nessuno vi impedisce di
fare il tifo
per la vostra squadra, ma perché dovete gridare Bologna
serie B?
Cosa vi abbiamo fatto?" Non era finita. Durante la
partita feroci incursioni
di picchiatori ad ogni pretesto, sino all'intervento della
polizia. Lancio
di arance in campo. Saluti fascisti ai bolognesi per
esasperarli. Dove
andremo a finire?
(Articolo
di
Gianni Melidoni)
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ENGLISH
VERSION
Altavista automatic
translation
For guilt of
five
hundred mascalzoni, the public sportsman of Rome, that most
numerous and
corrected of Italy, possessing also the sense not much
disseminating of
the irony, receives blames and gratifications that are not up
to it. For
example, the European federation of track-and-field has
excluded our city
from every international manifestation because during the
European championships
of 1974 a hundred of hooligans, disturbing and offending the
athletes engaged
in the jump up, has cancelled the civility of 40.000 watching.
Therefore,
in soccer, the intemperances of five hundred vulgar people,
often disclosed
from photos that elsewhere come dealt for the documentation of
a guerrilla,
with the fotogenici smoke of the tear bombs, are involved one
medium of
60,000 spectators, than after Naples, where they are all
subscribers, by
far it is elevated. Rome, in vital how much, and for its same
nature, is
not loved from who does not know it. The common places, the
preventions
and the inaccuracies stud the speeches of the strangers. It's
enough to
travel to note how at least are identified in our city, that
it remains
beautifulst of the world, the defects and the abuses of the
malgoverno.
All envies, could answer, if we did not have to ask the
conscience for
faults not mixed ours nevertheless between nearly 4 million
inhabitants,
where the immigrants, comprised the governors, always leaves
minor space
to true Roman. In the immense city, where the single quarters
constitute
of the larger and crowded agglomerates than Florence and
Bologna, it can
happen everything, even if everything, in a too much simple
way, comes
debited to Rome and the Roman. He can happen that, like snakes
or the rats,
the misfits exit uncovered and they behave the instinct
second, stealing,
destroying, provoking, smearing. The hooligans
who
have reduced in dust more times, until to when it has decided
not repair
them, the hygienic systems of the curve south, are the same
who destroy
the buses and, the strong ones of being in ten, twenty, thirty
against
one, stick the drivers. The hundreds of coordination between
the clubs
romanisti are in possession of an entire arsenal to expose:
English keys,
chains, guns, knives and any other type of crews seized to the
hooligans,
all young, making the veci of the police enforcements, present
in great
number in the stadium but or on the pitch, for one eventual
work of repression,
and not of prevention, or on the terraces more comfortable,
watching not
paid and often, not being Roman, enjoying for the turn host.
The hooligans,
assembled in branches, choose a symbol and a flag, and since
soccer is
the more popular show and defenseless, where it is easier to
throw the
stone and to hide the hand, here they choose their symbol: the
Roma and
the Lazio are only of the pretests in order to apply the
disorder. The
blackboard of these underdeveloped ones is the Foro Italico,
from the obelisk
until the stadium, the filthy graffiti, the svasticas, wraps,
delirious
obscenities and phrases like "free Tombolini in order to kill
all the Lazio
fans" or "We will take a bath in the blood giallorosso"
constitute the
messages of the hools, without that nobody supplies to
safeguard the order.
What they know these teddy boys, that by the way, in their
ignorance, they
assume the more striking symbols of the contemporary war and
of the violence,
what they know of the sport, the game of soccer, of the Roma
and the Lazio?
The last example is recent, goes back to the transfer of the
Roma to Bologna. Since the
morning,
under the hotel that accommodated the team, terrible shouts
and songs,
as well as provocations. A teddy boy, entered in the hotel,
expected from
Liedholm (!) the reimbursement of the travel because, in order
to come
until to Bologna, it had due, textually" To steal the moneies
to the father".
Others, entrances in a bar, have encircled and taken to pushes
a gentleman
who kindly had said: "Nobody prevents you to make the tifo for
your team,
but why you must scream Bologna series B? What we have made
you?" It was
not ended. During the game feracious incursions of trouble
makers to every
pretest, until to the participation of the police. Launch of
oranges in
field. Fascist salutes to the Bologna fans to provoke them. Where we will go
to end?