ESTRATTO
DAL LIBRO "COMMANDO ULTRA' CURVA SUD" (Multimedia,
edito nel 1987 in occasione del decennale del CUCS,
subito dopo la scissione
Vecchio CUCS / CUCS GAM) CAPITOLO
8 LA
COPPA DEI CAMPIONI (Grazie a
Marcello
per la trascrizione)
Era uno dei
tanti
pomeriggi di settembre, faceva ancora caldo,per noi le vacanze
erano finite,il
campionato alle porte e la Coppa dei Campioni sogno diventato
realta' ci
imponeva di metterci al lavoro. Decidemmo di
riunirci,ci
volevano grandi idee per questo inizio di stagione,la Roma era
campione
d'Italia e noi avevamo vinto lo scudetto del tifo.Eravamo i
migliori.Ma
cosa potevamo fare?Innanzitutto pensammo di sensibilizzare la
gente sull'importanza
del tifo,e cosi' giu' a scrivere manifesti e volantini.Ma
sentivamo che
cantare e ballare fino allo stremo delle nostre forze in
quella partita
cosi' attesa che era Roma-Goteborg non bastava ci voleva
qualcosa di grande
ma cosa? La smania e
l'impazienza
si erano ormai impossessate di noi,quando ad un tratto ecco
l'idea,un vecchio
progetto mai potuto realizzare:la scritta luminosa! Da quel
pomeriggio
inizio' per noi una lunga settimana di lavoro,di salti di
pasti,di falegnami,di
elettricisti e di soldi che non avevamo. Il magazzino
dove
lavoravamo era diventato un cantiere;chi dipingeva, chi
tagliava stoffa
per gli stendardi,l'elettricista tagliava i fili e avvitava
lampadine,tutti
eravamo impazienti e nervosi.Ancora il mercoledi' mattima
eravamo li' a
dipingere lettere. Che dici
funzionera',era
la domanda piu' ricorrente;alle 3 del pomeriggio eravamo tutti
li' pronti,a
montare,allacciare cavi elettrici,striscioni bandiere,poi di
colpo quando
ormai il sole ci abbandona eccola apparire quella scritta di
sogno "Avanti
Campioni". Infiniti
applausi
poi sciarpe, bandiere, cori continui per una grandissima Roma! Per uno
squadrone
qual'e' la Roma, quel tifo non deve essere un momento isolato. In coppa,in
campionato
in amichevole,la squadra va sostenuta con la stessa voce la
stessa fede
lo stesso cuore! Cosi' inizio' la
nostra avventura in Coppa dei Campioni. Il Goteborg,il
Cska,la Dinamo Berlino,il Dundee United poi... Roma 30 maggio
1984 Stadio Olimpico ore 22,45 circa, Alan Kennedy mette a
segno il 4°rigore
per la sua squadra,il Liverpool che conquista cosi' la sua
quarta Coppa
dei Campioni.E' la fine di un sogno.Qualcuno cerca di
consolarci dicendoci
che e' solo una partita di calcio,ma per noi Ultra' non e' e
non puo' essere
solo una semplice partita, ma e' di piu'... molto di
piu'.Cosi'
come la Roma non e' solo una squadra di calcio.Tutto questo
per noi e'
molto di piu' e' la gioia di vivere e di esultare per una
vittoria,e' l'orgoglio
di gridare a tutti Forza Roma,e' l'amore per la propria
citta',e' una fede,un
onore ed e' anche dolore, amarezza e delusione.Avevamo tanto
atteso questa
finale lavorando per giorni e notti ininterrottamente.Con
sacrificio e
amore avevamo fatto in modo che tutto fosse pronto per il
giorno fatidico. Non restava che
recarsi allo stadio e tifare fino all'impossibile.Ricordiamo i
volti eccitati
di tutti noi.Era la finale avrebbe potuto essere Coppa dei
Campioni. All'
Olimpico,mentre
gli inglesi tardavano ad arrivare,regnava un solo colore il
giallorosso
e l'entusiasmo si faceva sempre piu' incontenibile.Poi la
prima delusione
della serata.Il no della Commissione UEFA alla scritta
luminosa uno dei
tanti spettacoli folcloristici che avevamo preparato.Era una
scritta fatta
con lettere di legno delle dimensioni di m.1,50x2,00, con
applicati piccoli
fumoncini giallorossi.Avrebbe dovuto accendersi all'ingresso
delle squadre
in campo: "Insieme verso il trionfo". Pazienza ci
siamo
detti,dimostreremo di essere superiori alle ingiustizie, che
comunque non
sarebbero finite li. Ci veniva
infatti
negato anche il permesso di sventolare le bandiere in campo,
così
come eravamo abituati a fare tutte le domeniche. E va bene,
accettammo
anche quello, tanto non sarebbero riusciti comunque a
scoraggiarci. Anche
perchè a restituirci la parte di entusiasmo che avevamo perso
ci
ha pensato il grande Kawasaki. Sì, proprio lui,
l'indimenticabile
e meraviglioso Francesco Rocca, che - come detto - nonostante
invitato
a sedersi nel suo solito posto in Monte Mario ha voluto vivere
questa partita
in Curva Sud, nel punto più caldo del tifo, l' dove i tamburi
non
cessano mai di rullare e il tifo non conosce tregua, nel
nostro regno,
nel regno degli ultrà. Poi finalmente
l'ingresso delle squadre in campo; la Curva Sud
precedentemente boicottata
e privata di buona parte del materiale folcloristico reagiva
alla grande
con tanta passione e tanto colore, mentre dalla Tribuna Tevere
non numerata
si alzava lentamente un bandierone immenso di circa 1400 mq.,
che la ricopriva
interamente. Il bandierone, sul quale avevamo lavorato fino a
14 ore prima,
riportava il disegno di un'enorme coppa e la nostra firma. L'altoparlante
scandiva la formazione e, come di consueto, ad ogni nome la
folla rispondeva
con un boato, mentre nello svanire lento dei fumoni aveva
inizio la tanto
attesa partita. Il tifo era subito alle stelle, ma si spegneva
un attimo
al gol degli inglesi; giusto il tempo di accusare il colpo,
poi subito
a gran voce un coro <<Ro-ma-Ro-ma>> e tanti, tanti
altri che si alzavano
altissimi fino ad esplodere al gol di bomber Pruzzo. Era il
pareggio e
fra le urla di gioia e tanta felicità, anche sui volti dei più
pessimisti tornava il sorriso. La partita
andava
avanti senza più nessuna svolta, fino alla regola dei rigori,
quando
spietato e doloroso verdetto assegnava la Coppa dei Campioni
ai rossi del
Liverpool. Dovevamo così
dire addio alla Coppa. Sui volti dei tifosi si era spenta
ormai ogni luce
e con gli occhi pieni di lacrime e il cuore in pezzi, nella
Curva Sud intonavamo
l'ultimo struggente coro <<Ro-ma Ro-ma,
Campioni-Campioni>>. L'avventura
della
Coppa era finita amaramente; c'era chi diceva che non ci
sarebbero state
altre occasioni e chi sosteneva il contrario, chi piangeva e
chi si disperava,
chi invece stroncato dal dolore e dalla delusione stentava ad
emettere
una sola parola. Poi alla fine ci siamo ritrovati tutti
insieme per le
vie di Roma ancora una volta a cantare grazie Roma. E ancora oggi a
distanza di tempo volgiamo dirti grazie Roma. Grazie ad
Agostino, a Bomber
e a Toninho, grazie a Falcao e a Tancredi, grazie a tutti,
anche a te Bruno
e a te Ciccio, grazie perchè avete lottato con il cuore e
perchè,
comunque, ci avete dato la possibilità di vivere un'emozione
bellissima.