17
novembre 2000
E' Gianfranco Zigoni l'interlocutore con cui
iniziamo questo nostro viaggio,
un
autentico
personaggio per la sua genuinità e la sua
"normalità",
caratteristiche che
ne
fanno una mosca bianca del calcio, un mondo spesso
intriso di ipocrisia,
che viene
spazzata
via da un uomo che ama Che Guevara e Skoglund e
che vive per i
suoi 4
figli.
Zigoni,
classe '44, da Oderzo (Tv) si presenta
mettendoci subito a nostro
agio.
"Diamoci del tu"
e capisci subito di avere a che fare con un
uomo, prima che con un
calciatore.
Alle
presentazioni di rito, subito una sorpresa:
Zigoni ha nel cuore soprattutto
il
Genoa,
la squadra della sua gioventù, la Roma,
con cui ha giocato per due anni
("Meraviglioso
pubblico, in due anni mai un
fischio…"), Verona
("… dove sono ancora
un
idolo", dice con giustificato orgoglio) e
Brescia, dove ha concluso
la carriera.
Che
fa ora Zigoni?
- Non ho abbandonato
del tutto il mondo del
calcio; do una mano alla Scuola Calcio di
Oderzo, il mio paese,
dove
gioca anche mio figlio. Ma lui, mio figlio, non
lo alleno, non voglio
responsabilità… Inoltre alleno la
squadra
Allievi del Ponte di Piave, qua vicino.
Hai
preferito non continuare a vivere nel mondo dei
professionisti?
- Diciamo che ho
avuto anche la possibilità
di allenare le giovanili di qualche squadra,
però… nessuno mi ha
chiamato.
Sentivo Zenga che si lamentava perché, una volta
che ha
smesso di giocare, nessuno lo ha più
cercato.
Che credeva? Se a quarant'anni credeva che in
questo mondo ci
fosse della riconoscenza è proprio
un
ingenuo…
Hai
rimpianti per…
Gianfranco
non mi lascia continuare e chiarisce:
- No, nessun
rimpianto, per carità!
Io sto bene così, nella mia campagna, nel mio
paese. Adoro il verde,
gli
uccelli…
E poi le società in cui ho giocato ancora si
ricordano
di me: la Roma mi
manda sempre i suoi saluti,
con
i
suoi tifosi; il
Verona si ricorda di me,
mi chiamano da Genova e Brescia… Vivo la mia
serenità!
Non
hai citato la Juventus, la società con cui hai
esordito in A
e con cui hai giocato per 7 campionati…
- La Juve… Torino è
distante da Oderzo…
Certo, anche Roma è distante, ma squadra e città
ce le ho
nel cuore.
In
due anni non mi hanno mai fischiato- Lo dice col
cuore, come col cuore
dirà tante altre cose. - Neanche a
Verona,
dove pure sono un idolo, mi è capitato di non
essere mai
fischiato. Lo dico sinceramente: spero che la
Roma
vinca lo scudetto, quest'anno. Ai cento anni, la
Juve mi ha invitato
e mi ha trattato benissimo. Però, alla
Juve,
o sei un campionissimo o sei solo un numero…
E
a me i numeri non piacciono, mi sento un
carcerato! Quelle casacche con
le strisce verticali, che sembrano
sbarre…
Dunque,
nel cuore il Verona e la Roma…
- Certo, il Verona spero con tutto il cuore che
si salvi. Quest'anno sarà
dura, anche perché penso che il Napoli
riuscirà
a tirarsi fuori. Sarà una bella lotta tra quelle
5-6 squadre.
Però, tornando alla
Roma… ti giuro,
pagherei di tasca mia, pur di vedere la Roma
campione d'Italia!
E
sabato ci sarà Verona - Roma…
- Mi metti in difficoltà… Se i tre punti
dovessero servire alla
Roma per vincere lo scudetto, spero che vinca la
Roma
e che il Verona si salvi ugualmente. Se senza
quei tre punti il Verona
retrocedesse, spererei vincesse il
Verona,
ma la Roma deve comunque vincere lo scudetto!
Io
amo il Verona e la Roma, anche se a Verona non
sanno di questo mio amore
per i giallorossi.
Però,
quando l'ultimo giorno di calcio-mercato la Roma
mi ha ceduto,
io ho pianto. Lo venni a sapere dal
giornale…
Certo,
a Verona sono stato bene, però i due anni di
Roma sono stati
stupendi sotto tutti i punti di vista.
Rientravo
da un infortunio, non ho fatto sfracelli. Però
mi trovavo
così bene che ormai pensavo di stabilirmi
là.
Invece,
all'improvviso, mi sono trovato a Verona. Un po'
di delusione era
normale provarla.
Non
era ancora una grande Roma, quella…
- Non direi; con me giocavano fior di giocatori:
Cordova, Del Sol, Santarini,
che giocava anche in Nazionale…
era
una bella squadra. Ricorda che la Juventus ha
vinto lo scudetto quell'anno
perdendo appena una partita
meno
di noi… E se l'arbitro non ci avesse messo lo
zampino, nella partita
giocata a Torino…
Eh,
gli arbitri e la Juventus…
- Fermo là. Io ho
giocato nella Juventus
e ti posso dire che non ho mai visto grandi
favori arbitrali. Anzi, ti
racconto
un episodio. Senza voler polemizzare con i
laziali, ricordo che
l'anno dello scudetto con la Juventus,
quando
superammo l'Inter nel finale di torneo,
l'arbitro non vide un nostro
goal nettissimo. Sullo 0-0, la palla
entrò
dentro la rete; l'arbitro, un mio amico, De
Marchi, fu l'unico
a non vedere quello che i 70.000 mila
spettatori
presenti allo stadio e noi giocatori avevamo
visto. Figurati
che stavamo già andando tutti verso il
centrocampo.
Per fortuna, al ritorno a Torino abbiamo vinto
2-1, mentre
l'Inter perse a Mantova.
Vedi,
la ruota gira, anche se chiaramente, per le
grandi squadre… la ruota
gira di più!
Come
è il tuo rapporto con il mondo del calcio?
- Sento ancora
qualche ex compagno, la Juve
mi ha chiamato per i festeggiamenti dei cento
anni ed il Verona
mi
ha chiamato per promuovere la campagna
abbonamenti della squadra, oltre
a regalarmi due
abbonamenti…
Regalati, sì, perché non sono così ricco
da permettermi due abbonamenti in Tribuna Vip.
Zigoni
ride di gusto; la sua non è una semplice
battuta, ma anche
un modo per sottolineare che fare i
calciatori,
ai suoi tempi, non era come oggi. Gli ingaggi
erano più
"umani" e non ti permettevano di diventare
ricco.
Ti
avranno pagato bene, per fare la campagna
abbonamenti del Verona…
- Ah, ah… Ti dirò,
sai che parlo chiaro.
Tutti mi chiedono: "Chissà quanti soldi hai
preso…". Ma io non ho
preso
niente!
Non dirlo… anzi, scrivilo pure, cosa mi frega?
Mi dicono anche:
"Sei sempre in televisione…". Sì, ma io
non
prendo una lira! E' giusto che si sappia…
E
mentre lo dice, gli scappa un'altra risata…
Grande Zigo!
Ed
il calcio di oggi?
- Il calcio di oggi…
Sai come si dice: prima
era tutto bello, ora è tutto brutto. Io penso
che in tutte le cose
ci
siano
i pro e i contro: ai nostri tempi non giravano
grandi ingaggi, ma
vuoi mettere la soddisfazione di lottare
per
un premio partita di centomila lire?
Ora
che soddisfazione hanno i giocatori a passare in
sede e prendere un
miliardo? Che soddisfazione c'è, per
chi
ha tutto, comprarsi la Ferrari, giusto per
buttare un po' di soldi?
E'
meglio comprarmi un'utilitaria, con i pochi
soldi del mio ingaggio,
ma la prendo perché ne ho bisogno…
Però,
così mi sembra di essere un eroe. Io sono
cresciuto
col mito di Che Guevara e, come uomo, in
confronto
a
lui, mi sento un verme. Per me il denaro non
conta molto.
Se
fossi un giocatore ancora adesso, se dovessi
passare in sede a ritirare
il mio miliardo e stessi giocando
male,
ti giuro che mi vergognerei! Figurati che già mi
vergognavo
quando passavo a ritirare il milione ed ero
squalificato
o stavo giocando male…
Che
mi dici ancora dei giocatori di oggi?
- Sai qual è un'altra cosa che mi manda in
bestia? Sono quei giocatori
che chiedono l'ammonizione o
l'espulsione
dell'avversario… Gli darei una legnata in
faccia!! Io non
me la prendo con tutti, però sono una
buona
parte. E quelli che baciano la maglia? Ma cosa
baci la maglia, se
poi il giorno dopo cambi squadra
perché
ti offrono un miliardo in più? Poi magari
anch'io,
se fossi nato adesso, mi sarei comportato allo
stesso
modo…
Ma no, quando uno nasce in un certo modo non
cambia. Io ero felice
quando mangiavo un panino col
salame
ed il mio sogno era un orologio e mangiare
banane…
Ti
posso raccontare un aneddoto?
Prego,
Gianfranco, son qui per ascoltarti..
- Ricordo che, quando giocavo con il Verona,
venimmo retrocessi in B, per
un'accusa di illecito. In realtà, il
nostro
presidente, Garonzi, fece una telefonata
amichevole ad un suo ex
giocatore, prima di un Napoli -
Verona.
Il giocatore era Clerici.
Si
venne a sapere di questa telefonata e Garonzi,
quando gli venne chiesto
se era vero, negò tutto. Poi
confermò,
ma questa sua titubanza portò la squadra alla
retrocessione
d'ufficio…
Ebbene,
al termine di quel campionato, io potevo
lasciare Verona e andare
da altre parti. Addirittura mi aveva
richiesto
con insistenza l'Inter di Fraizzoli. Ma io avevo
deciso: sarei
rimasto a Verona per riportare la squadra
in
serie A. A Verona prendevo un ingaggio di 20-25
milioni e l'Inter, pur
di prendermi, era pronta a darmi un
ingaggio
altissimo (80 milioni!). Fraizzoli in persona
venne a vedermi
giocare in un Brescia - Verona, 2-1 per
noi
con una mia doppietta. Lo stesso Garonzi, il mio
presidente, cercò
di convincermi. Ma io stavo bene a
Verona
e rifiutai l'Inter, dicendo no in faccia a
Fraizzoli. Un po' mi
dispiaceva, ma non me ne sono mai pentito…
Ma
non è tutto…
Prego,
continua…
- La più grande
soddisfazione fu che
il capitano del Verona, Sirena, era in
trattativa con Garonzi per i premi
partita;
quando seppe che sarei potuto andar via, gli
disse: "Presidente,
se mandi via Zigoni, ci devi
raddoppiare
il premio promozione". Per me la soddisfazione
fu il vedere
l'affetto e la stima dei miei compagni.
Che
vuoi che siano un po' di soldi in più, in
confronto a questo?
Mi dovrei comprare un orologio d'oro? Chi se
ne
frega, io ce l'ho d'acciaio, ma l'ora che indica
è sempre la
stessa!!
Tra
una cosa e l'altra, giungiamo a parlare anche di
pena di morte…
- La pena di morte è
una cosa spietata.
Ma se uno sta in prigione, con che coraggio puoi
ammazzare una
persona?
Oltretutto ti metti al suo pari… E' un mondo
brutto, no?
E'vero,
ci sono tante persone, in questo mondo, ma
bastano così
poche persone per rovinarlo…
Zigoni
affronta questo argomento con un velo di
tristezza; anche il suo
Veneto ha conosciuto la violenza…
- Mi piacerebbe un
mondo perfetto, ma penso
che non esista. Anzi, sai quando lo puoi
trovare? Quando ti
mettono
dentro una cassa di legno…
E
Dio? Che mi dici?
- Già, Dio… C'è o
no? A me piace
parlare di Dio, perché io ho IL dubbio. Ho letto
"Il dubbio" di
De Crescenzo
(perché
sembro stupido, ma leggo, eh…) e Nietzsche. Io
leggo queste
cose qui, non "Topolino"… Ora mi piace
leggere
certe opere che mi diano qualcosa da imparare,
per migliorare la
mia cultura, conoscendo il pensiero
di
grandi uomini.
La
vita… Ora c'è, domani non si sa. Per questo, da
giovane amavo
correre a 230 all'ora sulla Porsche!
Il
"carpe diem" applicato…
- Guarda, io il giorno prima di una partita non
mi preoccupavo di non bere
vino o cose simili; facevo quello che
mi
sentivo di fare. E se il giorno dopo non ci
fossi stato più?
E'
difficile fare domande, Zigoni è un fiume in
piena, come sempre.
Ma, parlando di morte, un pensiero va
anche
a Edoardo Agnelli.
- Ieri è morto
Edoardo Agnelli. Io,
con quel ragazzino e suo cugino, morto tre anni
fa, ci giocavo a Villar
Perosa,
quando venivano a vederci durante gli
allenamenti. Ora non c'è
più. Purtroppo nella vita c'è solo
tristezza.
Nel '67 ho vinto il campionato con la Juventus
ed ero felice;
due mesi dopo è morto il mio idolo, Che
Guevara.
Nel '68, è nato mio figlio e, poco dopo, è morto
mio padre. Nel '69, è nata mia figlia ed è morta
mia
madre…
Che cos'è la vita? Non ho mai avuto pace, ho
perso tanti
amici, anche giovani. Per questo mi danno
rabbia
tutti i miliardi che girano nel calcio!
Oggi
le chiamano scelte di vita…
- Sai chi è un uomo
che ammiro? Gigi
Riva. Non si è voluto muovere da Cagliari, un
grande uomo. L'ho
conosciuto,
Riva. Sembrava uno spaccone, invece era, ed è,
un ragazzo
di una timidezza incredibile. Proprio
pochi
giorni fa ne parlavo con Bet, mio compagno ai
tempi della Roma, mi
ha detto che è uno che se ne frega,
si
diverte, gioca a golf… Ha vinto uno scudetto a
Cagliari, non con una
grandissima squadra. Quella è una
scelta
di vita! Se tu sei così, non è una cosa da
elogiare.
Sei così e basta.
Io
non voglio giudicare nessuno, ognuno è fatto a
modo suo.
C'è
qualcuno che invidi?
- Gli unici che
invidio "a morte" sono le
persone che hanno davvero fede. Chi aiuta i
poveri e gli ammalati. Io
non
sono così, non ho una grande fede e vivo così,
come un
cane randagio…
Sai
chi amo, tra i giocatori di oggi? Damiano
Tommasi, della Roma. Ho la
sua maglia, a casa. Voglio che i tifosi
lo
sappiano. Io non lo conoscevo, ma mi è bastato
un cenno e lui
mi ha regalato la sua maglietta. Ho anche
quella
di Adailton e di Baggio, ma Tommasi è un grande
giocatore,
ma soprattutto un grande uomo. Come
Astutillo
Malgioglio, che fuori dal campo si prodigava per
aiutare i ragazzi
disabili. Non gli interessava niente
dei
soldi. L'ho conosciuto a Brescia: un ragazzo
eccezionale! Per me è
un orgoglio aver conosciuto gente così.
Dici
che non si può essere grandi giocatori e grandi
uomini?
- Il fuoriclasse deve
essere un grande giocatore,
ma anche un grande uomo che dà l'esempio. Per
esempio:
Maradona.
Per me lo si poteva aiutare. Sentendo i suoi
compagni, ha un
gran cuore, un cuore buono, aiutava
i
bambini. A volte si tengono nascoste queste
cose, si preferisce far sapere
solo le cose negative.
Perché,
secondo te?
- Forse le cose buone non fanno notizia. Io
facevo notizia perché
sparavo con la pistola… Mi piaceva sparare,
per
sfogarmi. Ora mi hanno tolto il porto
d'armi…
Qual
è il tuo rapporto con i tuoi figli?
Ho quattro figli che
sono tutto per me. Da
giovane ho fatto delle fesserie, ma ora darei
tutto per loro. Forse
sto
invecchiando, ma almeno questo significa che
invecchiare ha anche un
lato positivo, se si migliora.
Una
curiosità riguardante il lato meno serioso del
calcio: conosci
la Gialappa's?
- Certo, li seguivo sempre. La fanno ancora? Mio
figlio la guardava sempre,
lo juventino, pecora nera della
famiglia…
Che
ne pensi del tentativo di sdrammatizzare un
mondo del calcio che si
prende troppo sul serio?
- Mi piacciono quei programmi e quelle persone,
come Raimondo Vianello.
Ricordo che dopo una sconfitta per
4-1,
quando giocavo col Brescia, Negrisolo, mio
compagno e libero del Brescia,
mi vide e disse: "Gianfranco,
che
fai, ridi e sei felice? Abbiamo perso…". Gli
risposi: "E allora? E'una
tragedia aver perso una partita?" Mi
diede
ragione. Bisogna sdrammatizzare, perché ci sono
cose ben più
importanti nella vita.
Come
starebbe Gianfranco Zigoni nel calcio di oggi?
La risposta esce di getto - Malissimo! I
giocatori, a parte qualcuno, mi
sembrano con la puzza sotto il naso.
Oddio,
magari mi sbaglio, ma è una mia impressione. E
poi, i procuratori…
Io non avrei mai voluto un
procuratore,
piuttosto avrei messo il mio numero di telefono
su un giornale!
E anche loro prendono miliardi…
Con
me morirebbero di fame.
Alcuni
di questi giocatori ti fanno pesare questa loro
posizione particolare,
hanno preso il posto degli attori.
Venendo
all'attualità del campionato, da ex juventino,
che mi dici
della crisi dei bianconeri?
- E' difficile dare
un parere. Non so se
parlare di responsabilità. Il fatto è che gli
anni scorsi
la salvavano le reti
di
Inzaghi e Del Piero. Ma ora Inzaghi e Del Piero
non segnano da una vita;
magari, se si dovessero sbloccare
loro…
E
Van der Sar?
- E' un buon
portiere, non grandissimo, però
è un buon portiere. Però non si può prendere un
goal
come il
primo
che ha preso ad Atene. Ha voglia Sacchi a dire
la Juventus avrebbe
perso lo stesso. Dopo un goal così
ed
un regalo dell'arbitro ai greci, con un rigore
inventato, secondo me
la Juve poteva vincerla quella partita,
avrebbero
passato il turno e ci sarebbe stata più
tranquillità.
E' una conferma che il destino governa le cose,
nel
calcio come nella vita. La Juventus non è in
crisi. Il fatto
è che Inzaghi non segna…
Ma
cosa serve a questa Juve?
- In questi casi è
importante il morale.
Se Inzaghi segna, anche la Juve si rialza.
Mancano le reti di Inzaghi e
Del
Piero. Sai che ti dico? Ancelotti dovrebbe
tenere fuori Inzaghi e far
giocare Kovacevic o Trezeguet. Inzaghi
non
segna da 13-14 partite, un po' troppe per un
giocatore che giustifica
la sua presenza segnando.
E'
più difficile andare in rete, oggi?
- Sai che diceva
Brambati? Adesso dicono
che per gli attaccanti ora è più difficile
segnare, ma ai
miei tempi si
vincevano
le classifiche cannonieri segnando 15 reti, come
Prati. Con l'uomo
sempre attaccato alla maglia ed il
libero
dietro, sarei curioso di vedere cosa avrebbero
combinato i bomber
di oggi. Ora, invece, si gioca con i
quattro
difensori in linea, nessuno marca. Ma gli
allenatori che hanno
in testa? Se si parla di libero, sembra di
dire
una bestemmia. Fanno i predicatori, con la zona,
la difesa a tre,
a quattro, il gioco all'olandese… Il calcio
si
gioca in undici, bisogna lasciare l'inventiva a
chi ce l'ha, chi deve
correre corra. Tutti i fuoriclasse stentano a
trovare
spazio, Baggio non gioca. Rivera oggi sarebbe
rimasto fuori, come
Mazzola e Pelè. Anche Maradona,
forse
avrebbe trovato spazio solo come seconda punta!
E
che mi dici delle super - rose?
- Bravo, ecco
un'altra cosa che mi fa impazzire.
Le squadre con trenta giocatori, con il
trentesimo che costa 30
miliardi.
Poi, ne manca uno e "Ma mi manca Tizio, o
Caio…". Come l'Inter,
che vorrebbe sempre il mercato
aperto.
Poi, alla fine dell'anno, vedo giocatori che
hanno giocato una
sola partita… Comunque io sto sempre
con
i giocatori; per questo amo… Moratti. Sai
perché? Perché
ai miei tempi pagavano solo i titolari, mentre
le
riserve
si accontentavano di una pipa di tabacco; ora ci
sono squadre con
più di trenta giocatori e tutti hanno
ingaggi
altissimi. Moratti è una brava persona, dà soldi
a tutti…
Poi,
Zigo fa un appunto alla "sua" Verona
- E' ora che a Verona la finiscano con questi
atteggiamenti verso le persone
di colore. Ti racconto un fatto: c'è
un
bimbo nero, tifosissimo del Verona. Ebbene,
questo bimbo di 10 anni
non può andare in curva, perché lo
offendono.
Hai
mai chiesto del perché di questo loro
atteggiamento?
- Ho parlato con un
capo tifoseria, chiedendogli
il perché di questo loro atteggiamento. Mi hanno
detto che il
loro
non è razzismo; lo fanno per fare un dispetto al
presidente
Pastorello, dato che ogni "buuu" proveniente
dalla
curva porta ad una ammenda di circa 20 milioni
alla società.
Allora
gli ho consigliato di cambiare atteggiamento;
gli ho detto di fare
"buuu" non contro i giocatori di colore,
ma
ai bianchi. "Però!", mi ha risposto "può essere
un'idea…";
ed invece hanno continuato con i soliti cori…
Dicono
di non essere razzisti, ma costringono la
società a non comprare
giocatori di colore.
Zigo,
che rapporto hai con il computer?
- Il computer? -ride Gianfranco - Io non uso
neanche il telefonino, non
conosco il fax e non uso il computer…
Però
sto "scricchiolando" sul telefonino, prima o poi
dovrò
cedere…
Per
chiudere, vai ancora a 230 all'ora sulla
Porsche?
- Non più. Ormai ho
una famiglia,
4 figli e poi… le Porsche costano un sacco di
soldi! A parte gli scherzi,
ho già
sfidato
troppo il destino, ho sfasciato tante macchine sul
guard-rail,
Dio, se c'è, mi ha già protetto
abbastanza.
E poi adesso metti in pericolo anche gli altri,
ci sono più
macchine in circolazione.
Questo
è Gianfranco Zigoni, dopo una chiacchierata di
un'ora e mezza
che non avremmo mai interrotto. Un
ragazzo
di 56 anni con tanti aneddoti, ma soprattutto
tanta saggezza e
simpatia, che ha contagiato chi ha
scritto
questo pezzo, cercando di riportare il più
fedelmente possibile
quanto udito.
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