a
grande richiesta....
"CARLETTO MAZZONE SHOW" 30
settembre 2001 Brescia
/ Atalanta
A noi
il calcio piace così. Al di là di benpensanti e soloni del
pallone, di pennivendoli e politici corrotti, a noi
piace che un
allenatore si incazzi con i tifosi avversari così come si
incazzano
i tifosi... A volte sta dalla tua parte, a volte te lo puoi
trovare contro...
Chi di noi, pur odiandolo a morte, non ha invidiato anche
solo per un attimo,
i lazieli quando Chinaglia dopo averci segnato ci faceva il
gesto dell'ombrello?
O Di Canio in quella corsa maledetta sotto la Sud? Ero in
quello spicchio
di curva quel giorno e se avessi potuto lo avrei sbranato...
ma in fondo,
da tifoso "non sportivo" l'ho apprezzato.... Se io avessi
avuto la fortuna
e l'onore di giocare per la Roma (e tutti noi lo faremmo
gratis), avrei
fatto lo stesso! E quanto abbiamo goduto tutti noi quando
Francesco Totti
si è alzato la maglietta con la scritta "Vi ho purgato
ancora!"...
E per questo, sono sicuro di una cosa: in fondo in fondo,
anche gli atalantini,
passata l'incazzatura, preferiscono 1 Mazzone a 100
allenatori impomatati
in giacca e cravatta.
Brescia/Atalanta: il
Brescia ha appena segnato il 2-3: "Se famo er
terzo ve vengo sotto la curva"
...è
3-3!
"Li
mortacci
vostraaaa!"
"Li
mortacci
vostraaa!" da
un altro angolo
"Li
mortacci
vostraaaaa!" Primo
piano. Notare
la vena.
DEDICA
DI NICOLA A CARLO MAZZONE "Ave
Carletto,
romano de Roma, t'ho visto ieri, spavardo, co la rabbia
dentro ar core,
da solo, co na smorfia de soddisfazione sur viso, caricà
na curva
intera, de gente che nun capisce, quanto se la rischia,
quanno a un romano
gliè se offenneno le madri. Perchè
ogni romano vero, c'ha due madri: una è quella che t'ha
fatto nasce,
che te cresce, che quanno caschi t'ariarza, che te vole
bene, te coccola,
te capisce; l'altra madre è Roma, sta città che nun
finirai
mai de ringrazià er Signore de avettece fatto nasce, che
quanno
ne parli te vengono le lacrime all'occhi pe la commozione,
quella che ami
così com'è, ROMA MIA, co le strade strette, er Lungotevere
sempre bloccato, er posto pe la macchina che nun se trovi
mai, co li semafori
ogni 50 metri, ma quando te fermi a guardarla, te senti
orgoglioso de esse
romano pe quanto è bella. E' vero
Carlè,
lo poi capì solo se ce sei nato, cresciuto, in mezzo a sta
bellezza. Questa è
la mia seconda madre, pure lei, a modo suo, m'ha
cresciuto, m'ha fatto
conosce la donna che amo, nun m'ha mai niscosto niente,
sta mamma che nun
lascerò mai, che nun me lascerà mai, sta città de
li mille ricordi de regazzino, delle passeggiate pe er
centro, pe Villa
Borghese, Piazza Navona, pe le viuzze de Campo de' Fiori,
de li ristoranti
'ndo se magna bene, della gente de Roma, sempre cor
sorriso sulle labbra,
pronta alla battuta, scherzosa, guascona, a volte manesca,
ma sempre aperta
e compagnona, dell'aria che se respira a Roma, diversa,
profumata, dell'eterno
derby Lazio Roma, della felicità che sento dentro, solo a
sta seduto
fuori un bar a Trastevere a prende 'n caffè, sentì
quell'aroma,
quell'odore caratteristico, tipico dei vicoli
trasteverini. Proprio
li
sei nato Carlè, e come ogni trasteverino sei bono de core,
generoso,
ma sempre pronto a difendere la tua città, GUAI a chi ce
tocca le
mamme. Ma che
cazzo
ne sanno lassù, dell'orgoglio de esse ROMANI! Bella
Carletto,
la fede calcistica ce divide, purtroppo, ma un pensiero ci
accomuna: "CHI
TOCCA ROMA TOCCA MAMMA MIA!" ...E
DI RUFISSO Vorrei
ringraziare
Carlo Mazzone, per essere stato quello che in pochi oggi riescono
ad
essere : un Uomo. Lo ringrazio per aver difeso la mia
città, i miei
valori,
perché rappresenta l'immagine di una Roma che io mi auguro il
mondo possa sempre conoscere. Lo ringrazio soprattutto per
essersi assunto
la
sua responsabilità, e di averla orgogliosamente sostenuta
nei commenti
post-partita,
dove i più avrebbero fatto ipocrite scuse per salvarsi
il
culo. E vi
giuro
che sento (ma credo tutto il popolo giallorosso lo senta)
la necessità
non di una semplice solidarietà, ma dell'appropriarmi del gesto di
Carletto,
in questi anni la nostra "legione" più avanzata,
l'unico ad incarnare sempre e dovunque, spesso in
territorio ostile,
il
"romanismo attivo". Proprio
le
reazioni al suo gesto hanno mostrato le ragioni della sua reazione:
l'intolleranza a quell'idea di romano-coatto-bonaccione-rozzone
che
un certo tipo di sottocultura cinematografica
e
televisiva è andata via via costruendo. Lor signori lo considerano
(o
lo vorrebbero?) sempre una macchietta, a Carlo Mazzone. "un
personaggio
in genere simpatico, ma questa volta deve vergognarsi":
questo
il senso degli interventi che vari esponenti dell'informazione
(?)
calcistica si sono permessi ieri. Sei un buffone,
un
personaggio da avanspettacolo, limitati a fare questo: è
chiaro il
messaggio
che parte dalle teste e dalle televisioni di lor signori.
È l'espressione
proprio
di quel "razzismo" di cui parla Carletto,
quel razzismo che, secondo il dg dell'Atalanta, i tifosi "hanno il
diritto" di esprimere! Ebbene, Carlo Mazzone, da romano e
romanista,
visto che nessuno interviene ed essendo chiamato in causa
personalmente,
ha deciso di opporsi a questa tendenza, di opporre resistenza
ad
un certo modo di andare delle cose, quello che vede
diffondere dai media
(ricordiamo la Gazzetta dello sport su Totti..) una certa
idea di romano e
che
vede nella federazione una complicità omissiva. Nessuno interviene,
dicevo,
ed è una non-giustizia: la Lazio è stata punita per
i buuh ai
neri
e adesso il fenomeno è rientrato; per la giustizia
calcistica, che
soffia
al Nord evidentemente, buuh perché negro o buuhh perché
romano non sono
la
stessa cosa. E vi dico
una cosa: da ultrà, io penso che nessuna diffida o
sprangata potesse
convincere
quei ragazzi atalantini della stupididità, dell'infamia
del
loro accanimento becero contro un uomo di 64 anni e di grande
dignità, meglio del gesto di Mazzone. Si sarebbero dovuti
fermare a
pensare,
loro, gajardi e tosti in 300 dietro una recinsione, nel
ricordare quell'uomo
che
da solo, consapevole del danno professionale che si arrecava,
era andato la curva ad insegnarli come si vive, ad
insegnarli il rispetto
per
la dignità umana, ad insegnarli che non stanno al cinema,
che di fronte
hanno uomini (almeno in quel caso), carne, sangue e, a
volte, palle.
Perché
Carletto i suoi insulti li avrebbe pagati. E invece
no,
la disonestà intellettuale di Lorsignori, quelli della Tv,
gli ha
consentito
di mettersi in cattedra ( a partire da quel giocatore dell'atalanta,
tale
Doni che lo scorso anno è stato protagonista di indecorose
sceneggiate
durante Atalanta-Roma, che si fa bello davanti alle telecamere
a
dare del matto al sor Carletto!) e gridare allo scandalo, seguiti,
guarda
caso, dai giocatori del nord. Divertente domenica a Controcampo:
Albertini
(nato notoriamente a Palermo) si vedeva che dava del bifolco
al
romano Mazzone, e non credeva a quello che diceva Seedorf
(amato in tutti
i
campi per la sua pelle bianca) quando si riconosceva nel
romano Mazzone. Ma la
vera
vergogna è stato il Tg 5 delle 20.30, in particolare Sposini(simpatico
juventino
che appare anche a "o prociesso"), che si è permesso
di
utilizzare svariati minuti del telegiornale nazionale, un servizio
commentato
seguito dal suo editoriale, per indicare al pubblico ludibrio
non
solo Mazzone, ma anche tutti coloro che avevano commentato favorevolmente
il
suo gesto (un frase del tipo "e non vorremmo sentire manifestazioni
di
simpatia come ci è capitato di sentire oggi pomeriggio per un gesto
veramente
ingiustificato"). Lorsignori
gridano
al cattivo esempio, così nascondendosi dietro i "buoni
fini"
il loro secolare risentimento antiromano. Si arriva così
all'assurdo: tra due "violenze" ci si schiera contro l'uno e a
favore dei 300, contro l'Uomo e a favore del becero. Qual è
il buon esempio? Quello di Mazzone, romano, che sacralizza
la mamma, o quello
di
chi la madre morta di un signore di 64 anni insultano? Va bene
la
squalifica, ma si ricordino lorsignori che, alla fine,
PIETRO MASO NON
è ROMANO.
Riflettano,
Lorsignori, su quali valori debbano crescere i loro figli.