DOVE
PREVALE
LA CURVA GIALLOROSSA
NELLA COREOGRAFIA E NEL PREDOMINIO CORALE.....
Dura
solo
mezz'ora il derby della capitale, quello più atteso, tra una
Lazio
dominatrice in Europa e capolista nel campionato, dove
veniva da una striscia
impressionante di risultati positivi, e la Roma di Capello,
tornata a competere
per un piazzamento di vertice.
Fermento
negli
ambienti della curva giallorossa. E' il primo derby senza il
CUCS
alla guida della Sud e gli ASR Ultras, insieme agli altri
gruppi del nuovo
ciclo, intendono fare una bella figura. Salta fuori la prima
coreografia
non targata Cucs e il risultato non è disprezzabile. Anzi, si
può
dire che si tratta di una delle migliori coreografie, come
riuscita, degli
ultimi tre anni. La coreografia ha una matrice classica: al
centro un grande
lenzuolo bianco che raffigura quattro legionari romani
disegnati benissimo
che hanno la scritta ASR sugli scudi, accanto allo stemma di
Roma e la
Lupa. I preparativi e il collaudo erano stati fatti in una
tipografia abbandonata,
con gli intoppo di una visita della Digos. Distribuiti
ventimila cartoncini
giallorossi, aumenta l'adrenalina e scivola giù il grande
telone.
Sotto un'ode alla grandezza dell'era romana: "Tu non vedrai
nessuna cosa
al mondo maggior di Roma". Una coreografia imponente. Il gol
di Montella
fa "venire giù" la curva romanista. Ancora Vincenzino, poi
Delvecchio
colpisce due volte, allargando le braccia sotto i "suoi"
tifosi. E' buio
pesto per la Lazio. Sventolano gli stendardi con Mr. Magoo e
spuntano parecchie
croci celtiche. Il tifo è tutto di marca giallorossa,
travolgente
come non si vedeva da tempo, anche se obbiettivamente favorito
da una Roma
superlativa, da "scudetto". Sequestrati 45 striscioni. Tra
quelli visti
un dignitoso "Oltre i colori....rispetto per Paparelli", poi
"'98-'99 Irriducibili
campioni d'incasso", "Per voi la partita è... I.V.A." e "E'
arrivato
Francorosso ed ha fatto colpo grosso", diretti agli
Irriducibili, "Ubi
Roma, ibi ultras" e "La Nord "Che" accetta Veron e il suo
tatuaggio, riferendosi
al tatuaggio del "Che" sul braccio di Veron.