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SPORT,
TIFO, ODIO - il nostro "agente" sul fronte della curva
sud
COSA
C'E'
DIETRO LA VIOLENZA?
"Verso
lo stadio con furia selvaggia"; "Decine di provocatori
armati arrestati
a Roma"; "Al derby con le molotov".
Questi
sono alcuni
dei titoli comparsi sui giornali del 29 novembre,
all'indomani del derby
vinto dalla Lazio. Tutti sanno come nei giorni precedenti
la partita i
clubs laziali e romanisti si siano incontrati ed accordati
affinché
non accadessero incidenti, auspicando una maggior
sorveglianza dei servizi
d'ordine di ambedue le Società. In realtà l'incontro è
servito a poco: striscioni con scritte offensive sono
comparsi sia a Nord
che in Sud, e se quei 58 teppisti arrestati avessero
raggiunto lo stadio
forse la partita non avrebbe avuto neanche il calcio
d'inizio. Invece ci
sono stati solo pochi tafferugli, ed è bastato qualche
lacrimogeno
per sedare i più agitati. Chi, come me, ha assistito al
match dalla
Curva Sud, ha potuto constatare come già dalle 11 il
parterre sia
stato occupato da una ventina di giovani che,
passamontagna in capo, ha
lanciato ogni genere di oggetti verso la pista e l'imbocco
degli spogliatoi.
Verso mezzogiorno ho visto addirittura un lavandino fatto
a pezzi, rabbiosamente,
ed i frammenti usati come proiettili. Mentre mi recavo in
gabinetto per
sostituire un rullino, mi ha avvicinato un ragazzo,
fazzoletto al collo
e tascapane a tracolla; "Sei di
Giallorossi?" ha
chiesto. "Si".
"Beh,
scrivi che la Polizia ferma gli autobus per strada,
perquisisce le auto,
sta arrestando un sacco di persone. Poveri illusi: tanto
oggi succederà
un macello lo stesso: sì, insomma, ci saranno incidenti:
se si farà
invasione sarò uno dei primi a scendere in campo".
Intanto mi mostra dal tascapane una ventina di bulloni
d'acciaio: chissà
come li avrà fatti entrare. "Me
li
porto anche alle manifestazioni" aggiunge.
"Come
ti chiami?" chiedo,
stupito. "Maurilio,
ho quindici anni e mezzo, vengo dai Parioli". "Ma sei
degli Ultras" - "No".Ritorniamo
assieme
nel parterre. Ora il gruppo dei teppisti si è ingrossato,
appare minaccioso. Escono alcuni carabinieri dal tunnel,
uno ha un fucile
lanciabombe. "Che sta facendo?". Mi volto: davanti
a me due poliziotti.
"Dammi
il rullino". "Veramente sto lavorando" dico,
mostrando loro il bracciale
da giornalista. "Dammi il rullino". Estraggo di
tasca il rullino
già impressionato. I poliziotti lo aprono, estraggono la
pellicola
e la svolgono. Il sole distrugge i fotogrammi. Poi me lo
restituiscono:
una striscia di plastica ormai inutile; e se ne vanno
senza dir nulla.
Intanto il lancio di oggetti è terminato, forse per
mancanza di
proiettili. La partita può essere disputata
tranquillamente, con
l'esito che sapete. Ai tre fischi finali, i teppisti sono
in fermento.
Maurilio mi avverte: "Attento,
ora si va
in Nord a caccia di laziali". Penso che
ne avranno molti a disposizione. Usciti dallo stadio la
grande caccia inizia.
(Articolo di
Bernardo
Barbaresi)