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Er marchiciano:
"La
differenza tra noi e loro? L'hanno fatta quegli striscioni
in curva". Franco Sensi non cede alla tentazione
dell'entusiasmo, il giorno dopo il derby vinto con un
autogol. Parla della "mano pesante di Capello" nella Roma
vincente e si gode la festa dei tifosi "ripagati dopo
tante umiliazioni".
L'unica
battuta la riserva a quei riferimenti in curva nord ai
giocatori di colore in maglia giallorossa, "uno stimolo in
piu' per i nostri brasiliani", e segno dei diversi umori:
ironia tra i tifosi romanisti, rabbia fino al razzismo tra
quelli laziali. Resta l'orgoglio della differenza nel
tifo, dice Sensi che con l'intolleranza ultras ha fatto i
conti a fine incontro subendo offese all'uscita dallo
stadio.. Cerca, il presidente della squadra capolista, di
volare alla giusta altezza. Non troppo alto, per difendere
la sua creatura dall'euforia della citta'; e non troppo
giu', al livello degli sfotto' di ogni lunedi' successivo
alle sfide cittadine. Questa volta e' andata bene alla
Roma e Sensi si tiene stretto il suo 1-0. "So che i tifosi
hanno festeggiato fino a notte - dice, in una pausa
dell'assemblea Figc - li capisco, da 10 anni non vinciamo
un trofeo: sono stati anni di sofferenza. E per un tifoso
vincere un derby cosi', con un autogol, e dopo l'anno
passato e' un barlume di speranza". Come se non
esistessero il 4-1 dello scorso anno e le vittorie
precedenti. Perche' questa e' un'altra Roma. "Non e' solo
la squadra di Totti o Batistuta, anche di Lupatelli. Ma
certo, la mano di Capello c'è, è pesante e si fa sentire".
"Ho avuto tanti tecnici - dice Sensi - e con tutti un
ottimo rapporto. Ma con Capello ho un rapporto
particolarmente aperto: diciamo che parliamo e ci
capiamo". Guai pero' a pronunciare la parola scudetto.
"L'anno giusto? Si', alle volte tra me e me dico: e' la
stagione buona...per la Champions League. Scaramanzia? Non
faccio un passo senza tenerne conto. Ma non voglio
rincorrere favole. Aspettiamo la fine del girone d'andata:
ora dobbiamo pensare a tenere a distanza la Juve, anche un
pari non sarebbe male".
Parole che
fanno da contrasto con l'euforia attorno alla Roma. Per
Sensi, la mattinata all'Hilton di Fiumicino e' stata una
passerella di complimenti ("mi vuole ancora cacciare dal
calcio?", la battuta a Zaccheroni per una vecchia
polemica), appendice della ressa di ieri all'Olimpico
("non riuscivo a uscire dallo stadio, poi mi sono
addormentato tardi"). 'Non vendere Montella, compra
Negro', urlavano a Sensi ieri i tifosi giallorossi.
"Fortuna? Sì, ne abbiamo avuta - dice Sensi - ma gira per
tutti. Anche la Lazio l'altr'anno ne ha avuta. E un anno
fa in casa della Juve ci voltò le spalle". Ora Sensi
chiede alla sua Roma di far ricredere la cattiva sorte
dello scorso anno.
Il Tempo |
La Vepubblica |
Il Covvieve della Seva |
Il Covvieve della Seva (Cvonaca) |
Il Messaggero |
La Gazzetta dello Sport |
La Vepubblica |
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ROMA —
L’euforia è moderata, ma aver portato a dieci i punti di
vantaggio sulla Lazio porta di per sé una ventata di
ottimismo sulla Roma che si appresta adesso (venerdì) ad
affrontare un altro colosso, la Juventus, staccata di sei
lunghezze.
«Forse —
dice Candela — il pareggio sarebbe stato più giusto, ma
questa vittoria finisce per essere più gustosa e per
regalarci quindi una gioia infinita».
Poi uno
sguardo al futuro. «Siamo contentissimi, questo è certo,
ma il campionato è ancora lungo e tra pochi giorni ci
aspetta la Juventus. Io credo che, stando alla scorta di
quanto accaduto la passata stagione, la Lazio, come del
resto la Juventus, hanno l’opportunità di rimettersi in
corsa. Tuttavia, contro la Juventus vedrete ancora una
grande Roma, una Roma determinata e decisa a ripetersi».
Ed ecco i
particolari. «Non è stata una grande partita, specie nel
primo tempo. Le difficoltà sono state però determinate dal
fatto che la Lazio è stata eccessivamente sulle sue,
pensando più a difendersi che a tentare di vincere.
Dunque, poche occasioni da gol. Nel secondo tempo, invece,
la Roma ha giocato meglio, ha costruito più occasioni da
gol. Che poi la vittoria sia venuta per un gol così, non è
che un dettaglio».
La Roma
padrona quanto deve temere se stessa?
«Mi auguro
che la tensione non cali, se dovesse succedere, credo che
ci sarà Capello a rimetterci tutti in riga. L’allenatore
infatti ad ogni allenamento controlla attentamente tutto e
nulla gli sfugge».
Batistuta
vola via veloce, ma i suoi occhi raccontano tutta la sua
felicità, tutta la gioia per aver vinto questo derby, il
primo derby italiano per lui. «Questo derby non vale
sicuramente lo scudetto, ma la partita è stata proprio
come me l’aspettavo».
Ed ecco il
capitano, Francesco Totti, emozionatissimo. «Una vittoria
importante, un successo straordinario. Adesso chi ha detto
che non siamo in grado di lottare per grandi traguardi, è
servito. Il pubblico è stato fantastico, e il gol farà
certamente gioire i nostri tifosi. Per loro una serata
meravigliosa, una serata che aspettavano da tempo».
E da buon
ultimo, "Pluto" Aldair, una colonna, un colosso. «La Roma
ha vinto ma a me non è piaciuta. Credo che la Lazio abbia
giocato meglio di noi, specie nel primo tempo. Anche se
nel secondo tempo siamo migliorati notevolmente, non è
stata la solita Roma. E questo perché la Lazio, piena
zeppa di centrocampisti, ci ha messo in difficoltà. La
cosa importante, tuttavia, è mantenere il vantaggio sulla
Juventus e se possibile aumentarlo. L’occasione ce
l’abbiamo tra qualche giorno. Dobbiamo cercare di
sfruttarla al massimo ed è un’occasione per allungare il
passo anche sui bianconeri che, per un verso o per
l’altro, finiscono sempre per starti alle spalle».
ROMA -
Imboccato ad arte, Capello si lascia andare: «Si dice che
vincere il derby su un autogol sia il massimo per i nostri
tifosi...». Poi torna serio e anche più sincero. «Credo
che alla fine il risultato più giusto sarebbe stato il
pareggio. La Lazio ha giocato meglio nel primo tempo, noi
nella ripresa. E nel finale, con l'ingresso di Salas,
siamo riusciti a guadagnare spazio sulle fasce e potevamo
anche raddoppiare. Peccato, per qualche passaggio
impreciso da parte nostra soprattutto nel finale di gara.
In certe fasi è mancato l'ultimo appoggio. Abbiamo
sofferto solo nei primi dieci minuti, tutto sommato la
gara è stata equilibrata. Nella ripresa, la squadra di
Eriksson ha un po' pagato la stanchezza e siamo venuti
fuori noi».
Il tecnico,
inoltre, spiega come ha imbrigliato la Lazio a metà campo.
«L'ho osservata attentamente sia nella gara contro il
Leeds, sia in quella contro il Vicenza. Loro sono molto
pericolosi quando ripartono in contropiede, la Roma è
stata brava a non dare loro questa opportunità. Di solito,
raddoppiano le marcature, rubano palla, ripartono
velocemente e questa sera non ci sono riusciti. La Lazio
non ha avuto tantissime occasioni da gol». «Nei miei -
continua il tecnico giallorosso - ho visto una grande
voglia di vincere, umiltà e concentrazione, la stessa di
sempre anche se poi abbiamo battuto la Lazio solo su
autogol». A chi gli chiede quanto ha pesato l'assenza di
Veron nella Lazio, Capello risponde. «Un giocatore come
lui è sempre difficile da sostituire. Comunque anche noi
avevamo assenze importanti». Perché Delvecchio e non
Nakata? «Mi serviva un giocatore potente che contrastasse
i loro centrocampisti, sempre molto pericolosi. Sapevo che
Marco avrebbe svolto questo compito con molto acume
tattico. In pratica ha fatto il centrocampista, pur
rendendosi molto pericoloso anche in fase d'attacco». Non
vuole parlare dei singoli, «tutta la squadra ha disputato
una grande partita», ma inevitabili sono gli elogi a
Lupatelli «ho dato fiducia a Cristiano perché Antonioli
aveva recuperato solo da pochi giorni dall'infortunio al
naso. Lupatelli ha disputato una grande partita, l'ho
visto deciso. E' un portiere di sicura affidabilità».
E a Zanetti,
«è stato importantissimo in mezzo al campo. Peccato per
l'ammonizione che gli farà saltare la gara contro la Juve.
Un cartellino giallo, peraltro, giusto»...
L'importante,
per i giallorossi, è non montarsi la testa anche se il
vantaggio sulla Juve è rimasto invariato e quello sulla
Lazio è addirittura arrivato a dieci punti. «Come al
solito, dico che non bisogna mai guardare la classifica
adesso. Certo, aumentare il distacco nei confronti dei
biancocelesti è stato importante. Il pericolo numero uno è
la Juve, ma la Lazio non è ancora tagliata fuori dalla
lotta allo scudetto. Queste vittorie ci danno sempre
maggiore morale e convinzione della nostra forza. E'
importante continuare su questa strada, è quella giusta.
Venerdì la Juve? Come detto, è il pericolo numero uno. Ha
battuto molto facilmente il Lecce e vuole arrivare in
testa. Ma adesso godiamoci questo momento bello, poi
penseremo ai bianconeri. Quella sarà un'altra battaglia.
So che sono stati venduti quasi tutti i biglietti per la
prossima partita, speriamo di fare un bel regalo di Natale
ai nostri tifosi».
A proposito
dei tifosi, immancabili, infine, sono gli elogi a tutto il
pubblico del derby. «Abbiamo giocato davanti ad una
cornice di persone straordinaria. Sono state meravigliose
tutte e due le coreografie. Questo deve essere il calcio,
un puro divertimento».
I tifosi
romanisti festeggiavano per la vittoria del derby, e a
piazza Venezia i teppisti hanno approfittato della gioia
giallorossa per compiere atti vandalici. Hanno assaltato
un'autobus dell'Atac. Poi hanno sfondato a colpi di
bottiglie i vetri, fatto esplodere l'estintore e distrutta
parte della consolle di guida. Questi teppisti hanno poi
formato una sorta di "forca caudina" sotto il Milite
ignoto da dove le auto sono state costrette a passare e a
mostrare, attraverso una sciarpa o in qualsiasi altro
modo, a quale squadra appartengono.
Per i tifosi
laziali la punizione è stata di ricevere pugni e calci
alla carrozzeria.
Pochi minuti
prima della mezzanotte sono arrivati alcuni contingenti
della polizia e i balordi hanno cominciato a lanciare
contro gli agenti tappi e bottiglie. Altri due mezzi sono
stati danneggiati dai giovani che, scatenati, hanno
cominciato a giocare a pallone sull'aiuola più vicina al
Milite ignoto, non preoccupandosi se il pallone rimbalzava
contro le auto bloccate nella piazza per il grande
traffico. Paralizzato il centro storico, il lungotevere e
Caracalla, nella notte una cinquantina di incidenti. A
mezzanotte e un quarto un altro autobus della linea 85,
dell'Atac è stato danneggiato. Alcuni teppisti hanno
tirato contro un vetro un cartello di metallo con scritto
«vietato calpestare i prati»; il cartello entrato
nell'abitacolo dell'autobus ha ferito almeno due persone.
E
nell'intero centro storico il traffico è rimasto
paralizzato per ore. E allo stadio un tifoso è caduto
dalla curva rompendosi un braccio. Una giornata di blocco
totale per il traffico, tra derby e shopping nell’ultima
domenica prima di Natale. Con traffico e ingorghi ovunque,
piccoli incidenti, per fortuna nessuno grave.
Gli
instancabili dell’acquisto hanno preso d'assalto tanto le
vie alla moda, quanto i centri commerciali rallentando il
traffico nella migliore delle ipotesi. Più spesso invece
le strade sono rimaste bloccate completamente.
Impraticabili
vie e viuzze, il raccordo e tutti i parcheggi a
disposizione, e le aree che parcheggi non sono, ma dove le
macchine vengono lasciate ugualmente.
La folla si
è riversata nelle strade e in alcune zone, come al solito
in quella compresa tra via del Corso, via Frattina, via
Condotti, dove non si è camminato che a spintoni o come
lumachine e tutti, rigorosamente, in fila per mille.
L'ingorgo peggiore, quello che ha praticamente fermato le
macchine, si è verificato in via della Tenuta di Torrenova
dove si concentrano alcuni dei più grossi centri
commerciali; molto rallentato è stato il traffico sul Muro
Torto anche a causa di un incidente. Difficile è stata la
circolazione in viale Marconi, via Appia e sul
lungotevere. Dove le auto degli stakanovisti dello
shopping procedevano a passo d’uomo insieme a quelle dei
tifosi diretti all’Olimpico. Brutta sopresa anche per chi
sperava di riuscire a raggiungere il centro in taxi: hanno
avuto la stessa idea in troppi e le macchine a
disposizione non hanno potuto soddisfare tutti. Ne
pomeriggio non si trovava un taxi disponibile neanche a
pagarlo a peso d’oro.
A peggiorare
la situazione ci hanno pensato poi i pirati di sosta
selvaggia che in giornata hanno bloccato ben sette linee
dell'Atac. In via Principessa Clotilde un autobus è
rimasto bloccato da un’auto parcheggiata in doppia fila,
che è stata spostata a braccia. In tilt pure il taffico a
piazzale Flaminio e a Ponte Milvio.
ROMA.
Vetrine in frantumi, cariche della polizia e traffico
paralizzato in due zone del centro di Roma. Il derby della
capitale s’è iniziato nel modo peggiore. La causa di una
mattina di tensione è stata la caccia al biglietto.
Diecimila erano i tagliandi di curva e distinti messi in
vendita per i tifosi della Roma con i 24 mila abbonati degli
stessi settori a cui spettava il diritto di prelazione fino
ad esaurimento della scorta. Fin dalle prime ore dell’alba,
muniti di tenda, migliaia di supporter di Totti e Batistuta
avevano preso d’assedio i punti di vendita e, al momento
dell’apertura, il via ai disordini. Il bilancio parla di due
agenti contusi e di un tifoso portato in ospedale. Domenica
sera all’ingresso in campo delle due squadre farà da cornice
uno Stadio Olimpico esaurito e vestito a festa con
spettacolari coreografie annunciate dalle due curve.
Intanto
Francesco Totti sogna: «Vorrei ripetere, stavolta con il
destro, il gol segnato all’Udinese. Maradona dice che non
devo essere stressato? Se lo dice uno come lui».
Radio-mercato parla di un Nakata in partenza per il
Manchester United: il giapponese smentisce, ma la sua
permanenza a Roma appare sempre più in discussione.
La Stampa
13/12/2000