PERUGIA/ROMA 0-0
2000/2001
GLI ARTICOLI DEI GIORNALI

A Perugia un agente incendiario?
Un fumogeno finito fra le forze dell'ordine durante la partita con la Roma sarebbe stato rispedito da un poliziotto fra i sostenitori giallorossi.
E tutto sotto l'occhio della tv.
 PERUGIA - Sono in pieno svolgimento le indagini della questura di Perugia, in collaborazione con quella di Roma, per identificare i responsabili degli incidenti di ieri prima dell'inizio di Perugia-Roma e durante il secondo tempo della partita. In particolare gli accertamenti riguardano un gruppo di diverse centinaia di ultras giallorossi scagliatisi contro il servizio d' ordine non appena giunti a Perugia. Secondo gli investigatori si tratta di gruppi incontrollabili e giunti nel capoluogo umbro in maniera autonoma. Gli investigatori stanno anche svolgendo accertamenti su quanto avvenuto in gradinata poco dopo l'inizio del secondo tempo. Durante un lancio di fumogeni e bengala da parte dei tifosi romanisti verso la vicina curva perugina e contro le forze di polizia, uno è stato raccolto e allontanato da uno degli agenti. Il fumogeno è finito tra i sostenitori giallorossi e l'immagine è stata ripresa dalle tv. Ora l' episodio è al vaglio della polizia per accertare eventuali responsabilità da parte di qualche componente del servizio di sicurezza.

(Il Nuovo 4/12/2000, ORE 17:00)


Il fumogeno? Lo lancia l’agente
«Scoperto»  al Curi dalle telecamere tv

 Uno sconcertante episodio è stato mostrato dalle telecamere di Tele+ e poi trasmesso a «Novantesimo minuto». Un poliziotto ha raccolto da terra un fumogeno tirato dai tifosi del Perugia, rilanciandolo in uno dei settori che ospitava i sostenitori della Roma. I tafferugli tra tifosi della Roma e polizia erano scoppiati dopo 15 minuti del secondo tempo. I tifosi giallorossi hanno lanciato verso gli agenti e verso la vicina curva nord perugina alcuni fumogeni. I tafferugli si sono verificati nella gradinata occupata interamente dai tifosi della Roma. Questo settore dello stadio, prima dell'incontro, era stato sgomberato dagli abbonati del Perugia, fatti trasferire nella tribuna numerata proprio per garantire maggiori spazi ai sostenitori ospiti.
È un punto dedicato a Christian Bucchi e Salvatore Monaco, i due giocatori del Perugia risultati «non negativi» all'antidoping dopo l'incontro con la Lazio, quello conquistato dagli umbri contro la Roma. L'annuncio è arrivato nel dopogara dal centrocampista Fabio Liverani. «Sono state due settimane durante le quali si è parlato poco di calcio. I nostri due compagni di squadra meritano questo punto, visto che stanno attraversando un periodo davvero difficile».

Il Mattino
4/12/2000


Agente rilancia un fumogeno ai tifosi
Incidenti dentro il Curi:
distrutti palestra e bagni
 PERUGIA - Un poliziotto che rilancia ai tifosi giallorossi un fumogeno: sarà forse questa l’immagine simbolo di Perugia-Roma sugli spalti. Un’immagine non bella ma sicuramente solo parziale testimonianza di ciò che è successo ieri al Curi, dove per impedire pericolosi contatti tra le due tifoserie (lancio di oggetti tra la gradinata giallorossa e la curva Nord) la polizia ha eseguito diverse cariche. E in questi scontri verificatisi all’inizio del secondo tempo, una pur esigua parte di supporter giallorossi si è rifornita di "munizioni" nei bagni sotto la gradinata e nella palestra dello stadio letteralmente distrutta. Centinaia di milioni di danni alle sofisticate attrezzature utilizzate in settimana dai grifoni. Momenti di tensione si erano avuti anche mezz’ora prima dell’inizio, con il trasferimento degli abbonati del Perugia dalla gradinata, ormai invasa dai romanisti (molti sarebbero entrati anche senza biglietto) in curva e tribuna. Proprio davanti ai cancelli della tribuna, dove stavano entrando anche molti spettatori di fede giallorossa regolarmente munita di biglietto, si è creata una ressa con momentaneo sfondamento di un cancello. Al termine dell’incontro i cinquanta pullman dei club giallorossi sono ripartiti senza problemi così come i 300 tifosi arrivati in treno. Qualche auto dei supporter romanisti ha avuto ruote bucate e vetri infranti.

Il Messaggero
4/12/2000


Incidenti e tensione allo stadio
polizia carica gli ultrà giallorossi
In 15.000 a Perugia, 40.000 all’Olimpico: 10 agenti feriti, razzo in tribuna

 PERUGIA — Quindicimila in viaggio e quarantamila davanti al maxischermo dell’Olimpico per vedere la Roma. Una partita caotica, che ha provocato una serie di incidenti: dieci agenti medicati per ferite lievi, ingressi del Curi bloccati, cancelli sfondati, pioggia di razzi, cariche della polizia, addirittura il lancio di un bengala tra i tifosi da parte di un agente preso di mira nella tribuna est: un episodio sul quale la questura aprirà un’inchiesta interna. Non è stata una giornata facile per Perugia, mentre a Roma quarantamila persone entravano gratis all’Olimpico per assistere alla partita sui due megaschermi.
Fin dalle prime ore del giorno sono partite da Roma carovane di tifosi senza biglietto, decine di pullman scortati dai caselli fino allo stadio. Già a mezzogiorno i 5.500 posti della curva sud erano stracolmi, poi i romanisti hanno cominciato a forzare i cancelli della tribuna est, ferendo gli agenti che cercavano di contenerli. I perugini sono stati così spostati nella tribuna opposta. Al 16’ i primi lanci dalla tribuna est (interamente romanista) alla curva nord, prima di un secondo tempo ad alta tensione. Al 5’ un bengala sfiora Lupatelli, al 15’ i romanisti della est prendono di mira il settore del Perugia, ma sulla traiettoria vengono colpiti gli agenti che formano un cordone per separare le due tifoserie. Uno di loro raccoglie un razzo e lo rilancia tra la folla, provocando una reazione a catena. All’avanzata dei romanisti le forze dell’ordine rispondono con una serie di cariche, per minuti si va avanti contendendosi una fetta consistente della tribuna est. Nella baraonda una bottiglia di plastica finisce sulla testa di Capello, poi la bruttezza della partita e il risultato abbassano la tensione. Alla fine in questura respirano: poteva andare ancora peggio.
(m.ch.)

La repubblica
4/12/2000


Quindicimila in trasferta a Perugia, oltre quarantamila a Roma: i sostenitori giallorossi
ieri hanno invaso due stadi contemporaneamente
Solo i tifosi vanno in gol

 dal nostro inviato
UGO TRANI

PERUGIA - In quindicimila, senza esagerazioni. Per questa magìa vale la pena di vivere, il messaggio inviato da chi era qui. Tutti con lo stesso desiderio, una grande gita fuori porta con il grande amore di una vita. Spettacolare e goliardica l’invasione dei tifosi romanisti a Perugia, preparata da giorni e realizzatasi già nella notte tra sabato e domenica. Macchine e pullman, rigorosamente addobbate di giallorosso, che hanno bloccato ogni via d’accesso allo stadio Curi e che in precedenza avevano creato problemi di circolazione al casello di Orte e anche sulla E 45.
Le prime auto in viaggio già all’alba. Le sciarpe come segno di riconoscimento, non solo sugli spalti, dove si sono affacciati anche alcuni vip, come Carlo Verdone e Maurizio Mattioli. Stadio giallorossso già due ore prima dell’inizio dell’incontro. La tribuna Est, quella di fronte alla tribuna centrale, inizialmente era stata divisa in tre. Verso la curva sud, occupata interamente dai sostenitori giallorossi, il settore era stato rivervato ai tifosi della Roma. In mezzo il vuoto, a sinistra gli abbonati del Perugia. Ma quasi un’ora prima del fischio d’inizio, la decisione. Lasciare tutta la tribuna Est al popolo giallorosso, che spingeva vergo il centro della tribuna. L’urlo della gente romanista è inequivocabile: «Tutto lo stadio, volemo tutto lo stadio». Detto e quasi fatto. Gli abbonati del club umbro sono stati spostati dalla parte opposta, nella tribuna centrale. Alcuni hanno scelto la strada più breve, passando per il campo, altri utilizzando la via sotto la curva nord del Perugia. Si sono lamentati i padroni di casa, perché la società è stata troppo ospitale con i romani. Ma è stata una scelta dettata da motivi di ordine pubblico. Cancelli aperti, per non creare resse, ne ha approfittato chi era arrivato da Roma senza biglietto.
In campo anche i tifosi giallorossi. Prima della gara, quando i giocatori della Roma hanno iniziato il riscaldamento. Una decina di ragazzi, a turno, ha saltato oltre la rete di recinzione. Con sciarpe e bandiere a pulire gli scarpini dei campioni tanto amati. Via con Totti, Delvecchio, Batistuta. E tutti gli altri. Prima una bella lucidata, poi un lungo abbraccio. Affetto e partecipazione per il progetto romanista.
Per questa magìa vale la pena di vivere. Nello striscione, scritta nera in campo bianco, che è comparso all’ingresso della Roma sul terreno di gioco c’è tutta la storia di un’altra giornata dedicata alla squadra giallorossa. attorno tutti gli altri striscioni, nuovi e vecchi, che fanno parte della coreografia, dentro e fuori casa. Stamo Totti col Baticore e Ave Bati nella gradinata Est, quella occupata per superiorità numerica...
Botta e risposta simpatico, tutto da Grande Fratello, tra le due curve. Benvenuti ottusangoli, stuzzicano i tifosi perugini, siete stati nominati, replicano i giallorossi. Irina ti amo, come sempre. Ma la risposta dei sostenitori umbri non è da raccontare.
Gli incidenti in tribuna e fuori, l’esibizionismo da dimenticare. Niente a che vedere con quello di chi, nel boschetto fuori dello stadio, prima della partita ha fatto pipì, coprendosi, anzi isolandosi, grazie a un bandiera giallorossa. Nascosto dietro l’immagine di Batigol.

Il Messaggero
4/12/2000


IL MAXISCHERMO
Olimpico, la festa è virtuale
Tutti davanti al video per passione: tanti cori contro la Lazio



 di FRANCO PASQUALETTI

ROMA - Quarantamila spettatori, tribuna Tevere, curva e distinti Sud gremiti, petardi, fumogeni e tanti cori.La cornice dell’Olimpico ieri pomeriggio era questa. Un solo particolare differenziava la giornata di ieri da un normale appuntamento calcistico: in campo non c’erano né giocatori, né allenatori e né tantomeno il pallone, solo due grandi maxi schermi che trasmettevano in diretta la partita della Roma in quel di Perugia. Ecco allora che lo stadio si trasformava in un grande pub, dove gli spettatori, invece di seguire le azioni sul campo di gioco, ammiravano i loro beniamini in diretta televisiva.
L’undici di Capello è stato virtualmente abbracciato, oltre che dai quindicimila supporter romani accorsi al Curi, da quarantamila tifosi assiepati sugli spalti dell’Olimpico. Quarantamila teste rivolte agli schermi delle due curve, quarantamila sciarpe e bandiere sventolanti all’impazzata, quarantamila cuori pulsanti per le azioni di Totti e compagni, quarantamila voci unite nell’urlare sempre più forte "forza Roma". Questo è il pubblico giallorosso, questa la passione che infiamma gli animi e distingue il supporter romanista dalle altre tifoserie.
Già dall’apertura dei cancelli, alle 14, l’aria di festa aleggiava tra le migliaia di persone accorse per seguire gratuitamente la Roma: «Avete visto - dice soddisfatta Valentina Valeri, tifosissima di Batistuta - a noi un solo stadio non basta, hanno dovuto concederci anche l’Olimpico». A farle eco c’è Carlo Prettini, una delle vecchie guardie della Sud grazie a 45 anni di presenza in curva: «Siamo l’unica tifoseria a cui concedono due stadi per una sola partita!». Immancabili gli sfottò per i cugini biancocelesti: «Riesce ad attirare allo stadio più pubblico una partita "virtuale" della Roma che una gara di Champions League della Lazio», dice maliziosa Simona Immacolati. L’occasione dei maxi schermi non ha attirato soltanto tifosi ed habitué da stadio. Moltissimi papà e mamme con bambini al seguito hanno contribuito a riempire i settori messi a disposizione dalla società di Trigoria: «E’ una splendida iniziativa - afferma Tonino Demago - In questo modo si da la possibilità a molte famiglie di gustarsi la partita senza spendere una lira. Idee simili fanno bene al calcio».
Ad accompagnare le immagini cori e urla come in una normale partita. Sussulti durante il primo tempo per i tiri di Cafù al 20’, di Batistuta al 25’ e dopo un minuto per quello di Tommasi. Non solo, all’inizio del secondo una suggestiva ola ha entusiasmato anche i tifosi più freddi. Una simpatica coincidenza c’è stata al 20’ della seconda parte di gara, quando la Sud urlava "Vincenzino dove sta?" con chiaro riferimento a Montella. Evidentemente a Capello debbono aver fischiato le orecchie visto che al 23’ l’aeroplanino è entrato in campo. Al fischio finale di Borriello un lungo applauso ha accompagnato lo spegnimento dei maxi schermi. Un pò di amaro in bocca per il pareggio ma tanta gioia per una domenica speciale.

Il Messaggero
4/12/2000


All’Olimpico in quarantamila
ma il maxi-schermo porta iella

 ROMA
«Il futuro è questo: annà a vedè la tivù allo stadio». Sono le 17 e dodici minuti fuori dalla curva sud dell’Olimpico quando un ragazzo sussurra all’orecchio della fidanzata il suo compiacimento. La partita virtuale ha regalato uno scenario da gran gala. Oltre 40 mila sulle tribune; lo stadio che, nei minuti finali, diventa come un grande cinema all’aperto quando, calato il buio, i riflettori rimangono spenti. Ma i conti sembrano non tornare lo stesso. Sensi, da ieri pomeriggio, si ritrova con 250 milioni in meno e un maxischermo che porta iella. Tanto atteso il presidente giallorosso per aprire le porte dello stadio, ma la sua Roma non riesce a buttarla mai dentro quando di mezzo ci si mettono i tabelloni dell’impianto capitolino. Stessa sorte era capitata nell’ottobre del ‘97. Zeman portava i suoi ragazzi nella vicina Firenze in cerca di un successo per riagguantare la fuggitiva Inter e all’Olimpico si dettero appuntamento i «soliti» 40 mila cuori romanisti. Risultato: 0-0 allora come ieri. Mal comune mezzo gaudio.
La Roma non è sola nei precedenti porta-iella sotto i maxischermi. Peggio è andata ai cugini della Lazio che sull’altare dei tabelloni ci hanno rimesso uno scudetto. I fatti: siamo alla penultima fatica della stagione ‘98-’99. Il calendario dice Fiorentina-Lazio e Milan-Empoli con biancocelesti e rossoneri separati da un solo punto in classifica. Ad aprire l’Olimpico per la partita virtuale è Cragnotti; a rispondere presente sono in 30 mila. Risultato: la Lazio non passa in Toscana; il Milan si mangia l’Empoli e vola verso il tricolore.
Lasciati da parte i conti con la sfortuna, la cartolina che arriva dall’Olimpico è da collezione. Curva sud e distinti esauriti; tribuna Tevere quasi per un totale che supera cifra 40 mila. I primi applausi sono per Batistuta inquadrato da Perugia nella fase di riscaldamento. Poi, tocca a Verdone, uno dei tanti vip della Lupa. Inizia la gara e il pubblico cerca il maxischermo. Il sole non c’è, così la visuale è ottima per tutti. Segna Vrjzas, il greco alla corte di Serse Cosmi, il guardalinee annulla e si guadagna il boato della folla. Sbaglia Del Vecchio; Mazzantini fa il miracolo su Cafu e si va all’intervallo. «Uno stadio non ci basta più. Solo noi siamo capaci di tanto amore», è il sorriso di una signora bardata di giallorosso.
Si riparte e arrivano i cori anti-Lazio. Poi si scalda Montella e il popolo dell’Olimpico incrocia le dita sperando nel Vincenzo salvatore. La tentazione è quella di guardare verso il campo, ma non si vedono che le ombre degli addetti ai lavori. I campioni sono altrove, nella vicina Perugia. Scende il buio, le luci rispettano i maxischermi e rimangono spente. Il disco volante-Olimpico assume le sembianze di un cinema all’aperto. La Roma non passa, così come la voglia di cantare. «Il futuro è questo: annà a vedé la tivù allo stadio», sussurra il ragazzo. Senza aver fatto i conti con il maxischermo porta-iella.

La Stampa
4/12/2000



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