Foto di Claudio Crescenzi http://www.gosport.it/ |
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LA
PARTITA DELLO STADIO
Coreografie e gran boato al gol dell’Inter
Tutti pazzi per Montella, Bati e Totti
di
ALESSANDRO ANGELONI
ROMA -
Coreografia delle grandi occasioni in curva Sud e in
gran parte dello stadio Olimpico. Il momento è
esaltante, la commozione è latente in campo e fuori. I
colori della curva, sono bianco, arancione e rosso; in
mezzo lo stemma della città con in tanto di scritta
S.P.Q.R; tre palloncini portano gli stendardi con
impresso "Caput mundi". Lo striscione portante in basso
dice "Legge eterna di Roma eterna: la vittoria". La
Tevere, intanto, si accende di stelline luminose.
Applausi di tutto il resto dell'Olimpico poi, canti,
cori ad oltranza tra i fumogeni che pian piano lasciano
lo stadio, e si disperdono nel cielo. Il pareggio
delude, ma il boato arriva al gol dell'Inter. E si torna
a fare festa.
Ma il
calore del pubblico della Roma si comincia a sentire
dalle 18 circa, quando in curva Sud già si registra il
tutto esaurito. Partono i primi cori: per Montella, per
Batistuta, per Totti che, insieme con il resto della
squadra, ancora dovevano arrivare allo stadio. Poi,
quelli ormai storici: il primo, mutuando "Chi fermerà la
musica" dei Pooh, "Non smetterò mai di cantar (lottar, n.d.L.) per questa squadra (maglia, n.d.L.) storica, il passato non si
dimentica...". Pausa, mani alto e poi: "Battiamo le mani
da (ai, n.d.L.) veri romani, per questa (di una, n.d.L.) città che è Magica...". Il secondo,
tanto per ricordare Bari, e non solo, "Maciniamo
chilometri, superiamo gli ostacoli, con la Roma, in
fondo al cuor...", sulla canzone dei Boney M. "River of
Babylon" .
I primi
striscioni, esposti quando ancora sull'Olimpico batteva
il sole, "Giustizia per Alessandro", "Estremo sostegno".
A seguire, "Famoje male", "A rota de Roma" e il molto
matrimoniale "Finché morte non ci separi...". Poi, un
ironico messaggio al Prefetto che ha impedito l'accesso
al centro storico "Stasera n'esiste ballottaggio". Come
a dire: "Fate come volete, noi festeggiamo lo stesso". E
a proposito di elezioni, anche la curva esprime la
propria preferenza, "Noi abbiamo votato Capello", poi
"Fabius maximus populus romanus te acclamat". E come
incitamento alle ultime tre gare appaiono sempre in Sud,
"Fuori la grinta per altri 270 minuti" e "270 minuti con
onore e gloria per entrare nella storia". In Monte Mario
si eleva un piccolo striscione con la scritta, "Nun c'è
gufo che regge". Intanto lo stadio si riempie, aumenta
il caos: alcuni scavalcano con tanto di scala portata da
casa. Ma gli uomini del servizio di sicurezza riescono a
sedare gli animi e a ricomporre l'ordine.
Alle
19.30, circa entra in campo la squadra per il consueto
sopralluogo: la curva diventa un'unica bandiera, gialla
e rossa. Poi, continua la sagra degli striscioni.
"Sabrina, il giorno si avvicina" e "Ferilli,
preparate...". E a Galliani, un po' meno sex simbol
rispetto alla "first lady" giallorossa, "Prima de tutto,
Galliani sei er più brutto". Una scritta anche dedicata
a Carlo Zampa, il cantore delle gesta giallorosse,
nonché speaker ufficiale dell'Olimpico. "Carlo Zampa the
voice, sei un mito". Sulla stessa falsa riga di Bari,
ecco puntuali le dediche ad Aldair. "Simbolo d'amore,
eterno guerriero. Aldair, romano vero" e "Con fierezza e
onore, gloria a te Aldair campione", poi, "11 anni in
campo, tutta la vita nel cuore. Grazie, Pluto". Nella
festa giallorossa, c'è spazio anche per Di Bartolomei a
scomparso il 30 maggio del 1994, "Ago, eterno simbolo
della nostra Roma" e durante l'intervallo, "Sette anni non cancellano il ricordo di
un campione. La tua curva ti rende onore. Lode a te
Agostino".
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