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I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA |
ROMA - I derby di Roma (ma anche gli
altri) spesso sono brutti e questo è sfuggito alla
norma solo in parte. Non è stato divertente,
insomma, e di fatto ha consegnato lo scudetto al
Milan. Perché il pareggino finale non serve a
nessuno, né in chiave Champions alla Lazio nè in
chiave scudetto alla Roma: il Milan ha otto punti di
vantaggio e a quattro giornate dalla fine ha
virtualmente vinto il titolo.
La partita non ha detto cose nuove
rispetto a quanto sapevamo. La Lazio ha giocato con
molto raziocinio, ben messa in campo, ha a lungo
cercato di controllare il gioco, soprattutto alla
fine, quando la Roma aveva un uomo in più e più
voglia di vincere.
I bancocelesti sono partiti con un gran
pressing sui centrocampisti giallorossi, soprattutto
quelli arretrati, che non potevano così impostare il
gioco. La Roma lo soffriva, non poteva mai innescare
né Totti né Cassano e così mordeva il freno.
Mordeva invece la Lazio, che con i due
esterni di centrocampo, Fiore e Zauri, costringeva i
giallorossi a difendersi e basta. Così alla fine del
tempo arrivava il gol del suo vantaggio, con
Corradi, che approfittava (a nostro parere) di un
errore di Pelizzoli che faceva quello che un
portiere non dovrebbe mai fare, cioè uscire a metà.
E metteva in gol l'1-0. A quel punto meritato.
Poi la partita cambiava, la Roma si
presentava per il secondo tempo con più rabbia
agonistica, che era mancata assai nei primi 45'.
Spingeva, pressava, Totti cercava di issarsi la
squadra sulle spalle e ci riusciva: il fallo di mani
con il quale Corradi fermava un suo colpo di testa
in area era netto ma i laziali lo contestavano
molto, in campo e, dopo, fuori. Mancini infatti dirà
in tv: "Non si può dare un rigore così...".
Il capitano dagli 11 metri batteva con
forza, senza filosofie e tantomeno cucchiai e
forchette, e metteva in gol.
Il resto della partita non faceva segnare
altre grandi emozioni perchè la Lazio si metteva
indietro e soprattutto quando andava in inferiorità
numerica (espulso ingenuamente Liverani) cercava
solo di ripartire ma soprattutto controllava e tenva
palla. Evidente che il pari le andava benone. Finiva
così. Sfottò rimandati. Alla prossima.
Per festeggiare il
rigore prende “possesso” di una delle postazioni
tv E’ giunto a quota 18 reti
Il cameraman Totti
Delizia la platea con un gol, un
palo e un’altra delle sue sorprese
di MIMMO FERRETTI
ROMA - Nel giorno della sua diciannovesima
presenza nel derby capitolino, Francesco Totti, il
capitano della Roma, ha firmato la rete numero 18 in
campionato. In totale, il numero 10 ha segnato 96
gol, cioé esattamente dieci meno di Roberto Pruzzo,
che è il capocannoniere giallorosso di tutti i
tempi. Non male, vero? I suoi numeri, stavolta,
vanno analizzati con attenzione, perchè Totti ha
raggiunto Santarini al terzo posto della classifica
dei fedelissimi-derby (comandata dal mitico Masetti,
a quota 22) e perché il calcio di rigore,
trasformato con un destro terrificante, l’ha portato
a migliorare ulteriormente il suo nuovo record di
reti in campionato, più quattro rispetto a quello
precedente.
In avvio di stagione, Francesco aveva
ipotizzato venti gol: adesso, gliene mancano
soltanto due per centrare l’obiettivo. E lui non ha
alcuna intenzione di tradire la promessa. Per andare
a bersaglio contro la Lazio, ha dovuto fare i conti
soprattutto con un superbo Peruzzi che - ad esempio
- su un calcio di punizione dal limite gli ha fatto
una parata semplicemente straordinaria, spizzando il
pallone con la punta delle dita e mandandolo addosso
alla traversa. E, non a caso, a fine partita il
capitano è andato a scambiare la propria maglia
esattamente con il portiere della Lazio, che non
aveva potuto far nulla sul calcio di rigore.
Prima della partita, il capitano s’era
reso protagonista di un gesto molto toccante: a fine
riscaldamento, s’è avviato verso il parterre della
Monte Mario per incontrare il figlio di Maurizio
Notargiacomo, il tabaccaio ucciso l’altro giorno a
Giardinetti. L’ha abbracciato, gli ha sussurrato
qualcosa e gli ha regalato un mezzo sorriso e la
giacca della propria tuta.
Un gol nel derby va festeggiato sempre in
maniera particolare, ma stavolta Totti - giunto a
quota cinque nelle sfide con la Lazio - ha superato
ogni più fantasiosa previsione. Dopo aver superato
Peruzzi, è andato di corsa verso un palchetto,
sistemato sulla pista di atletica sotto la Monte
Mario, sul quale era piazzata una telecamera di Sky:
è salito, ha tolto di mezzo il cameraman con la
pettorina 103 e si è sostituito a lui, tentando più
volte di inquadrare la curva Sud in festa. Nulla di
prestabilito; nulla di studiato a tavolino, ma solo
il frutto della propria gioia. Una scenetta senza
precedenti non soltanto nella storia dei derby, ma
del calcio in generale. Nessuno degli avversari in
campo se l’è presa a male, e perfino il serioso
arbitro Rosetti s’è fatto mezza risata.
Dopo aver segnato a Modena su calcio di
punizione, Totti all’Olimpico ha concesso il bis con
un’altra trasformazione da fermo: avendo capito che
Peruzzi era in giornata di grazia, sul calcio di
rigore non ha cercato le mezze misure ed ha
sfoderato un destro potente, una sorta di fucilata,
proprio sotto la traversa. Non ha voluto correr
rischi, insomma; e non li ha voluti far correre
neppure a mamma Fiorella, presente in tribuna Monte
Mario.
Il gol, dunque il pareggio serve poco alla
Roma in chiave-scudetto: le consente, se non altro,
di allungare un po’ sulla Juventus nella corsa per
il secondo posto. «Si poteva anche vincere la
partita», ha confidato a fine gara agli amici, «ma
va bene anche così, perché abbiamo mosso ancora la
classifica». In chiave secondo posto, ormai.
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