Capello mette in campo la Roma più logica, viste le assenze di Totti, Dacourt, Candela e De Rossi (per citare soltanto i titolari), sceglie il 4-4-2 che negli ultimi tempi gli ha dato tante soddisfazioni: Dellas e Panucci sugli out destro e sinistro della difesa con Zebina e Samuel al centro, Mancini e Lima sulle fasce a centrocampo, con Emerson e Tommasi centrali, il rientrante Montella e Carew sono le punte. Paquito risponde col suo 4-2-3-1: Belletti e Javi Venta sono i laterali difensivi, Alvarez e Coloccini i centrali. L'interdittore Josico e il play maker Battaglia giostrano alle spalle di tre mezze punte: Josè Mari a destra, Roger a sinistra, Riquelme al centro dietro l'unico attaccante il brasiliano Anderson.

LA GARA - Villarreal e Roma iniziano con una lunga fase di studio. Ma già nel primo quarto d'ora si capisce che gli uomini di Capello non hanno nella testa e nelle gambe quella brillantezza che li ha contraddistinti in campionato. In fase di impostazione manca la fantasia di Totti, ma anche Mancini sulla destra non è in serata. Carew sembra più legnoso del solito e Montella non può certo esser al top dopo la lunga assenza. Persino Emerson, forse il migliore dei suoi, fatica a prendere in mano il pallino del gioco.

In compenso, si fa per dire, la Roma soffre maledettamente sul fronte destro dell'attacco spagnolo, dove l'ex milanista Josè Mari, ben sorretto da Belletti, salta spesso sia Lima che Panucci o si accentra lasciando che sia Belletti ad andare al cross dal fondo. Riquelme, voglioso di dimostrare quanto si sia sbagliato il Barcellona a scaricarlo, ispira e mette in mostra tutto il suo talento. 

Dalla mezzora in poi il Villarreal cambia passo e sono dolori per i giallorossi. Al 28' contropiede orchestrato da Josè Mari che vede Anderson smarcarsi, guarda caso, sulla destra e lo serve, il brasiliano brucia Samuel, prende la mira e insacca di destro. Tre minuti e ancora Anderson si trova sul piede la palla del possibile raddoppio, ma in girata getta la palla fra le braccia di Zotti. Sette minuti dopo Josè Mari veste i panni del goleador: angolo di Roger, difesa giallorossa in bambola, e lo spagnolo di testa raddoppia. Per il primo tempo può bastare. Capello, nella ripresa, getta Cassano nella mischia, ma al 6' una punizione di Riquelme costringe il portiere romanista a un intervento da applausi. Poi la Roma cresce, ma senza portare mai affondi degni di questo nome e gli spagnoli controllano fino al fischio finale.