LAZIO - ROMA
3-1
Roma, Stadio Olimpico,
6 gennaio 2005
ore 20.30

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THAT'S THE DIFFERENCE, PAOLO

CARTA STAMPATA
 Olimpico, sfottò e austerità
di RITA SALA
ROMA - Di Canio, sicuro trionfatore, ha mandato a quel paese la Sud, facendo innervosire persino Dellas, l’olimpico macedone. E’ stato dopo il terzo gol della Lazio, mentre il giocatore usciva tra gli applausi, rovinando un clima che tifoserie e atleti avevano, fino a quel momento, contenuto nei termini del confronto civile. A tratti, persino cavalleresco. Dimostrazione di carattere? Mah! In ogni caso la vittoria netta della sua squadra gli ha dato ragione.
Cuore, voce, vita. E, tutto sommato, una certa austerità di fondo, sul derby della Befana. Il tifo c’è stato, per carità. Gli striscioni pure, da entrambe le parti. Gettonatissimo il duello a distanza Di Canio-Totti (botta e risposta fra le due curve; un esempio: Di Canio sir d’Oltremanica. Totti sir di Torvaianica da mano laziale; Totti 108 gol sicuri-Di Canio 100 capelli circa da mano romanista).
Toccati i temi socio-politici ( L’affitto è usura in Sud, Veltroni fai chiudere il circo che maltratta gli animali in Nord, Mutuo sociale contro il grande capitale in Sud; Curva Sud da sinistra a destra, fa pace con la testa in Nord). Le tradizionali dediche agli amici, ai parenti e ai partners. I colpi creativi: Voi bori dentro e fori a Nord; Giallo ocra e rosso pompeiano i colori del vero romano a Sud. Un richiamo al Sud-Est asiatico: la Nord ha invitato a cinque minuti di silenzio dalle 20,20 alle 20,25 e la Sud ha subito aderito. Un momento di bilaterale pietas . E ancora, in abbondanza, botti, bandiere, vessilli, rime, cori, applausi, dinamiche di gruppo.
Giocatori non di rado pronti al fair-play, nonostante l’agonismo sempre ardente. L’Arena, quando riesce ad esprimersi così, domando il nervosismo sul nascere per far salva la Ragione, è ancora degna di futuro.
A inizio secondo tempo, con la Roma sotto di un punto, la curva giallorossa spalmava sulla sua parte centrale un’enorme bandiera con l’effigie allungata di un gladiatore. Di là, dall’altra parte, uno sfottò per Mexes («Ballerina del Moulin Rouge»). E l’esagerazione ancora a freno, nonostante qualche avvisaglia e un inizio di pioggia al bengala. Molte le tentazioni, grande la voglia di controllarsi.
Pareggio romanista. Cassano vola verso gli osanna della sua curva. Forza Di Canio inalbera la Nord. E a Sud: A quarant’anni ritorna pure Nesta . Poi, Lazio ancora in vantaggio e cuori in altalena. Sul campo, gioco virile, ma senza vere mascalzonate. E i tifosi non se la prendono mai con Dondarini.
Esplosione irrefrenabile della Nord al terzo gol biancoceleste. La Sud reagisce con grandezza: bandiere senza riposo ed alto silenzio. Il resto è stato Lazio. Con il broncio tenerissimo di Antonio Cassano che se l’è presa a lungo, deluso di una festa non goduta. 
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Tensione altissima, otto tifosi e quattro poliziotti feriti. Tre giovani arrestati, quattro minorenni denunciati. “Bomboni” fra le auto in coda
 La notte del derby fra petardi
e lacrimogeni
 Olimpico, a fine gara lanci di oggetti contro gli agenti.
Nel prepartita due giovani accoltellati

 di MAURO EVANGELISTI

Il primo derby del 2005, oltre a una partita vibrante e intrisa di emozioni forti, esaltanti per gli uni, deprimenti per gli altri, sforna un pesante bilancio di feriti (4 poliziotti e 8 tifosi), arresti (3) e denunce (4). La notte di Lazio-Roma ha l’odore acre dei lacrimogeni e il rumore acuto del tappeto di vetro calpestato, causa bottiglie in frantumi, nelle aree attorno l’Olimpico. La macchina del servizio d’ordine ha tenuto bene e le cariche effettuate soprattutto al termine della gara sono state di quelle leggere, più per disperdere che per fare male davvero. Chi invece ha avuto il derby rovinato sono stati due tifosi, accoltellati prima della partita all’altezza della Farnesina. Uno dei due, indossava una sciarpa della Roma, A.L., di 22 anni, è stato medicato al Santo Spirito per uno squarcio al gluteo. L’altro, A.D.L., 26 anni, è stato portato invece al Santo Spirito, per tagli al viso. Secondo il racconto dei ragazzi, sono stati circondati da un gruppo di supporter laziali. Altri sei tifosi hanno riportato ferite alla testa, per fortuna non gravi e sono stati medicati in quattro ospedali della città. Ma agli otto feriti del pubblico, vanno aggiunti i quattro delle forze dell’ordine che hanno terminato la loro serata di lavoro al pronto soccorso.
Il primo è un ispettore di polizia che a inizio gara, in curva Sud, ha dovuto arginare una situazione difficile e ha evitato la peggio solo grazie all’intervento dei colleghi che, di fatto, lo hanno salvato dalla furia di numerosi spettatori. Ferito anche un sovrintendente, raggiunto alla testa da una bottiglia, colpiti da oggetti anche due uomini della scientifica. Il commento finale è toccato al prefetto, Achille Serra, che aveva in questa settimana invitato tutti a non alzare i toni: «E’ andata come prevedevamo, ma il comportamento dei giocatori in campo avrebbe dovuto essere diverso. Non hanno compreso l’importanza di giocare in un contesto sereno e certi loro atteggiamenti avrebbero potuto creare disordini fra le tifoserie. Siamo soddisfatti, comunque, del comportamento dei supporter e soprattutto delle forze dell’ordine, ancora una volta bersaglio di un centinaio di teppisti. Si sono lanciati a disperdere chi aveva lanciato oggetti contro di loro, senza cercare il contatto fisico».
Appunto, l’epilogo della notte di derby: guerriglia di qualche scheggia impazzite di tifosi contro le forze dell’ordine e contro la tribuna Vip; cariche dei reparti mobili di carabinieri, polizia e guardia di finanza che hanno dovuto sparare diversi lacrimogeni, soprattutto nella zona di via dei Gladiatori e largo De Bosis; lancio di bomboni e petardi, non solo in campo dove hanno fermato per alcuni minuti Totti, ma anche fra le automobili in fila sul lungotevere all’altezza di largo De Bosis. Polizia e carabinieri hanno fermato così sette giovani. Quattro sono minorenni, e se le caveranno con una denuncia, per tre, maggiorenni, invece ieri notte è scattato l’arresto per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
C’è poi la storia dell’ascia. Fra il primo e il secondo tempo la polizia ha fatto un nuovo controllo, dopo la bonifica della zona dell’Olimpico svolta nelle ore precedenti. Nei pressi della “palla”, tradizionale epicentro di scontri, è stata ritrovata addirittura un’ascia, che qualcuno aveva nascosto, per usarla nel dopopartita, non proprio con buone intenzioni. Quel che è certo, stando alle continue esplosioni di bomboni e petardi, è che le perquisizioni all’entrata dell’Olimpico, per quanto accurate, non sono infallibili, anche perché poi c’è da fermare l’onda lunga della folla che spinge per entrare.
Nel prepartita i servizi di controllo, con un migliaio di agenti, diretti dal dirigente del commissariato Prati, Francesco Santoro, hanno seguito il tradizionale canovaccio. Dopo le bonifiche dell’area eseguite nelle ultime ore, i reparti mobili dei carabinieri hanno vigilato gli ingressi della Curva Nord, quelli della polizia la Sud. In mezzo, a piazzale del Foro Italico, sono stati schierati gli uomini della Guardia di Finanza. Alle 17, quando sono stati aperti i cancelli, è stato applicato il sistema del “filtraggio” degli accessi. Agenti dietro le transenne mobili, a una trentina di metri dagli ingressi, in modo da ridurre l’impatto della folla che deve entrare. C’è stato un tentativo di un gruppo di tifosi di entrare evitando i controlli in Curva Sud, approfittano di un cancello lasciato aperto per far entrare un’auto di servizio.
Gli agenti, con l’avvicinarsi del fischio d’inizio, sono intervenuti anche in tribuna Tevere, dove il contatto fra le due diverse tifoserie avrebbe potuto avere effetti pericolosi. Così, è stato formato un cordone per dividerle. Ma la fase davvero delicata, soprattutto alla luce dell’andamento della gara, è stata quella che ha seguito il fischio d’inizio. Durante il deflusso quando sono stati scagliati oggetti, soprattutto bottiglie, contro le forze dell’ordine, costrette ad alcune cariche da un punto all’altro dell’area attorno all’Olimpico. Pericoloso soprattutto il lancio di bomboni anche fra le automobili, sul Lungotevere, con successiva fuga degli autori dei raid sulle banchine del fiume.
Anche per la polizia municipale - 180 gli agenti in servizio - è stata una notte di lavoro per il traffico. «Per la prima volta dopo una partita è stato messo alla prova la Galleria Giovanni XXIII inaugurata da poco - spiega Carlo Buttarelli, comandante del Git - Per fortuna, la risposta è stata positiva». In tutta la città, nella notte, centro storico compreso, caroselli di auto con suono di clacson, ovviamente laziali.
(ha collaborato Giuseppe Martina) 

Ultrà tra solidarietà e sfottò a Di Canio 
Dai Boys cinquemila t-shirt con messaggi di scherno per il capitano biancoceleste 
di DARIO BERSANI 
Un’attesa interminabile. Il derby più rimandato dal calendario, condizionato anche dalla lunga pausa per le festività natalizie, è finalmente arrivato. Mai negli ultimi anni i tifosi capitolini sono stati costretti ad aspettare la terz'ultima giornata del girone di andata per assistere alla stracittadina. Il grande fermento per un appuntamento molto sentito soprattutto dai sostenitori romanisti più accesi, è iniziato già da diverse settimane anche se, come al solito, i contenuti dei preparativi sono avvolti in uno strettissimo riserbo. 
Lo spettacolo allestito dalla curva sud rimane top-secret, anche se qualche trapelata indiscrezione parla di una scenografia che potrebbe essere in parte condizionata dalla immane tragedia che ha sconvolto l’Asia. Un messaggio di solidarietà e condivisione del dolore, anche per riscattare in modo definitivo i pesanti disordini del derby sospeso il 21 marzo scorso. Sobrietà e una forma di rispetto, insomma, ricordando il colpo d'occhio di altre memorabili edizioni, che vivranno il culmine durante il minuto di silenzio osservato prima della partita, in memoria delle migliaia di vittime. Anche la tifoseria romanista, al pari dei cugini, si è mobilitata per partecipare agli aiuti umanitari da destinare alle popolazioni del sud est asiatico, colpite dal maremoto distruttivo del 26 dicembre. 
Alcuni gruppi egemoni della curva, tra cui i Boys, si sono coordinati per garantire la spedizione di numerose casse di acqua verso le zone flagellate dallo ìtsunami”, anche se solleciteranno con uno striscione la Regione Lazio a consentire lo svolgimento in tempi rapidi dell’operazione. 
Proprio per opera dei Boys - gruppo che sarà autore di una personale scenografia alla ripresa del secondo tempo - sono state stampate e saranno distribuite circa 5.000 magliette con un messaggio di scherno nei confronti di Paolo Di Canio, vero e proprio obiettivo da bersagliare. Con fischi e cori confezionati su misura che lo accompagneranno nel corso della partita ad ogni suo tocco di palla. Le sue piccanti dichiarazioni delle ultime settimane hanno sortito l’effetto di caricare ulteriormente la curva sud, che nei confronti del leader biancoceleste ha in serbo un’accoglienza tutta particolare. Folta sarà, come di consueto, anche la rappresentanza dei sostenitori giallorossi assiepati nelle due tribune. 
Quella della Tevere sarà opportunamente controllata da un massiccio cordone delle forze dell’ordine, per evitare possibili contatti pericolosi che si sono verificati negli ultimi anni tra le fazioni opposte.  
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