Olimpico,
sfottò e austerità
di
RITA SALA
ROMA
- Di Canio, sicuro trionfatore, ha mandato a quel paese la Sud, facendo
innervosire persino Dellas, l’olimpico macedone. E’ stato dopo il terzo
gol della Lazio, mentre il giocatore usciva tra gli applausi, rovinando
un clima che tifoserie e atleti avevano, fino a quel momento, contenuto
nei termini del confronto civile. A tratti, persino cavalleresco. Dimostrazione
di carattere? Mah! In ogni caso la vittoria netta della sua squadra gli
ha dato ragione.
Cuore,
voce, vita. E, tutto sommato, una certa austerità di fondo, sul
derby della Befana. Il tifo c’è stato, per carità. Gli striscioni
pure, da entrambe le parti. Gettonatissimo il duello a distanza Di Canio-Totti
(botta e risposta fra le due curve; un esempio: Di Canio sir d’Oltremanica.
Totti sir di Torvaianica da mano laziale; Totti 108 gol sicuri-Di Canio
100 capelli circa da mano romanista).
Toccati
i temi socio-politici ( L’affitto è usura in Sud, Veltroni fai chiudere
il circo che maltratta gli animali in Nord, Mutuo sociale contro il grande
capitale in Sud; Curva Sud da sinistra a destra, fa pace con la testa in
Nord). Le tradizionali dediche agli amici, ai parenti e ai partners. I
colpi creativi: Voi bori dentro e fori a Nord; Giallo ocra e rosso pompeiano
i colori del vero romano a Sud. Un richiamo al Sud-Est asiatico: la Nord
ha invitato a cinque minuti di silenzio dalle 20,20 alle 20,25 e la Sud
ha subito aderito. Un momento di bilaterale pietas . E ancora, in abbondanza,
botti, bandiere, vessilli, rime, cori, applausi, dinamiche di gruppo.
Giocatori
non di rado pronti al fair-play, nonostante l’agonismo sempre ardente.
L’Arena, quando riesce ad esprimersi così, domando il nervosismo
sul nascere per far salva la Ragione, è ancora degna di futuro.
A
inizio secondo tempo, con la Roma sotto di un punto, la curva giallorossa
spalmava sulla sua parte centrale un’enorme bandiera con l’effigie allungata
di un gladiatore. Di là, dall’altra parte, uno sfottò per
Mexes («Ballerina del Moulin Rouge»). E l’esagerazione ancora
a freno, nonostante qualche avvisaglia e un inizio di pioggia al bengala.
Molte le tentazioni, grande la voglia di controllarsi.
Pareggio
romanista. Cassano vola verso gli osanna della sua curva. Forza Di Canio
inalbera la Nord. E a Sud: A quarant’anni ritorna pure Nesta . Poi, Lazio
ancora in vantaggio e cuori in altalena. Sul campo, gioco virile, ma senza
vere mascalzonate. E i tifosi non se la prendono mai con Dondarini.
Esplosione
irrefrenabile della Nord al terzo gol biancoceleste. La Sud reagisce con
grandezza: bandiere senza riposo ed alto silenzio. Il resto è stato
Lazio. Con il broncio tenerissimo di Antonio Cassano che se l’è
presa a lungo, deluso di una festa non goduta.
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Tensione
altissima, otto tifosi e quattro poliziotti feriti. Tre giovani arrestati,
quattro minorenni denunciati. “Bomboni” fra le auto in coda
La
notte del derby fra petardi
e
lacrimogeni
Olimpico,
a fine gara lanci di oggetti contro gli agenti.
Nel
prepartita due giovani accoltellati
di
MAURO EVANGELISTI
Il
primo derby del 2005, oltre a una partita vibrante e intrisa di emozioni
forti, esaltanti per gli uni, deprimenti per gli altri, sforna un pesante
bilancio di feriti (4 poliziotti e 8 tifosi), arresti (3) e denunce (4).
La notte di Lazio-Roma ha l’odore acre dei lacrimogeni e il rumore acuto
del tappeto di vetro calpestato, causa bottiglie in frantumi, nelle aree
attorno l’Olimpico. La macchina del servizio d’ordine ha tenuto bene e
le cariche effettuate soprattutto al termine della gara sono state di quelle
leggere, più per disperdere che per fare male davvero. Chi invece
ha avuto il derby rovinato sono stati due tifosi, accoltellati prima della
partita all’altezza della Farnesina. Uno dei due, indossava una sciarpa
della Roma, A.L., di 22 anni, è stato medicato al Santo Spirito
per uno squarcio al gluteo. L’altro, A.D.L., 26 anni, è stato portato
invece al Santo Spirito, per tagli al viso. Secondo il racconto dei ragazzi,
sono stati circondati da un gruppo di supporter laziali. Altri sei tifosi
hanno riportato ferite alla testa, per fortuna non gravi e sono stati medicati
in quattro ospedali della città. Ma agli otto feriti del pubblico,
vanno aggiunti i quattro delle forze dell’ordine che hanno terminato la
loro serata di lavoro al pronto soccorso.
Il
primo è un ispettore di polizia che a inizio gara, in curva Sud,
ha dovuto arginare una situazione difficile e ha evitato la peggio solo
grazie all’intervento dei colleghi che, di fatto, lo hanno salvato dalla
furia di numerosi spettatori. Ferito anche un sovrintendente, raggiunto
alla testa da una bottiglia, colpiti da oggetti anche due uomini della
scientifica. Il commento finale è toccato al prefetto, Achille Serra,
che aveva in questa settimana invitato tutti a non alzare i toni: «E’
andata come prevedevamo, ma il comportamento dei giocatori in campo avrebbe
dovuto essere diverso. Non hanno compreso l’importanza di giocare in un
contesto sereno e certi loro atteggiamenti avrebbero potuto creare disordini
fra le tifoserie. Siamo soddisfatti, comunque, del comportamento dei supporter
e soprattutto delle forze dell’ordine, ancora una volta bersaglio di un
centinaio di teppisti. Si sono lanciati a disperdere chi aveva lanciato
oggetti contro di loro, senza cercare il contatto fisico».
Appunto,
l’epilogo della notte di derby: guerriglia di qualche scheggia impazzite
di tifosi contro le forze dell’ordine e contro la tribuna Vip; cariche
dei reparti mobili di carabinieri, polizia e guardia di finanza che hanno
dovuto sparare diversi lacrimogeni, soprattutto nella zona di via dei Gladiatori
e largo De Bosis; lancio di bomboni e petardi, non solo in campo dove hanno
fermato per alcuni minuti Totti, ma anche fra le automobili in fila sul
lungotevere all’altezza di largo De Bosis. Polizia e carabinieri hanno
fermato così sette giovani. Quattro sono minorenni, e se le caveranno
con una denuncia, per tre, maggiorenni, invece ieri notte è scattato
l’arresto per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
C’è
poi la storia dell’ascia. Fra il primo e il secondo tempo la polizia ha
fatto un nuovo controllo, dopo la bonifica della zona dell’Olimpico svolta
nelle ore precedenti. Nei pressi della “palla”, tradizionale epicentro
di scontri, è stata ritrovata addirittura un’ascia, che qualcuno
aveva nascosto, per usarla nel dopopartita, non proprio con buone intenzioni.
Quel che è certo, stando alle continue esplosioni di bomboni e petardi,
è che le perquisizioni all’entrata dell’Olimpico, per quanto accurate,
non sono infallibili, anche perché poi c’è da fermare l’onda
lunga della folla che spinge per entrare.
Nel
prepartita i servizi di controllo, con un migliaio di agenti, diretti dal
dirigente del commissariato Prati, Francesco Santoro, hanno seguito il
tradizionale canovaccio. Dopo le bonifiche dell’area eseguite nelle ultime
ore, i reparti mobili dei carabinieri hanno vigilato gli ingressi della
Curva Nord, quelli della polizia la Sud. In mezzo, a piazzale del Foro
Italico, sono stati schierati gli uomini della Guardia di Finanza. Alle
17, quando sono stati aperti i cancelli, è stato applicato il sistema
del “filtraggio” degli accessi. Agenti dietro le transenne mobili, a una
trentina di metri dagli ingressi, in modo da ridurre l’impatto della folla
che deve entrare. C’è stato un tentativo di un gruppo di tifosi
di entrare evitando i controlli in Curva Sud, approfittano di un cancello
lasciato aperto per far entrare un’auto di servizio.
Gli
agenti, con l’avvicinarsi del fischio d’inizio, sono intervenuti anche
in tribuna Tevere, dove il contatto fra le due diverse tifoserie avrebbe
potuto avere effetti pericolosi. Così, è stato formato un
cordone per dividerle. Ma la fase davvero delicata, soprattutto alla luce
dell’andamento della gara, è stata quella che ha seguito il fischio
d’inizio. Durante il deflusso quando sono stati scagliati oggetti, soprattutto
bottiglie, contro le forze dell’ordine, costrette ad alcune cariche da
un punto all’altro dell’area attorno all’Olimpico. Pericoloso soprattutto
il lancio di bomboni anche fra le automobili, sul Lungotevere, con successiva
fuga degli autori dei raid sulle banchine del fiume.
Anche
per la polizia municipale - 180 gli agenti in servizio - è stata
una notte di lavoro per il traffico. «Per la prima volta dopo una
partita è stato messo alla prova la Galleria Giovanni XXIII inaugurata
da poco - spiega Carlo Buttarelli, comandante del Git - Per fortuna, la
risposta è stata positiva». In tutta la città, nella
notte, centro storico compreso, caroselli di auto con suono di clacson,
ovviamente laziali.
(ha
collaborato Giuseppe Martina) |