LECCE/ROMA
1-1
Lecce, Stadio del Mare
mercoledì 2 febbraio 2005
ore 20.30

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Tabellino partita:
LECCE-ROMA 1-1 (p.t. 0-0) 
MARCATORI: 4' st aut. Giacomazzi, 34' st Vucinic.
LECCE (4-3-3): Sicignano; Cassetti, Diamoutene, Stovini, Rullo; Giacomazzi, Ledesma, Dalla Bona; Konan (20' st Angelo), Vucinic (39' st Abruzzese), 
Pinardi (1' st Valdes). A disp. Anania, Paci, Eremenko, Bjelanovic. All. Zeman.
ROMA (4-2-3-1): Zotti; Ferrari, Dellas, Mexes, Panucci; De Rossi, Dacourt (11' st Aquilani); Mancini (40' st Perrotta), Totti, Montella; Cassano. A disp. Pelizzoli, Scurto, Abel Xavier, Cerci, Corvia. All. Del Neri.
ARBITRO: Trefoloni di Siena.
NOTE: espulso al 24' st Ledesma (l) per comportamento scorretto. Ammoniti Dalla Bona, De Rossi, Cassetti, Ferrari, Giacomazzi, Valdes. Recupero 2' pt, 3' st. Spettatori 13.402 per un incasso complessivo di 186.097,12 euro (paganti 6.229 per un incasso ai botteghini di 102.957,00 euro, abbonati 7.173 per una quota partita di 83.140,12 euro).
 

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LECCE, 2 febbraio 2005 - Il Lecce punisce la presunzione della Roma, che crede in archivio la vittoria quando si trova in vantaggio di un gol e un uomo a dieci minuti dalla fine. Invece Vucinic, liberato dall'ingombrante presenza del gioiello Bojinov, si conferma un puledro di classe e inventa il gol che strangola il sogno romanista di cogliere la quarta vittoria nelle ultime cinque partite. Il pareggio premia la vitalità e la mentalità del Lecce, che domina il primo tempo e non si arrende nella ripresa, quando un'autorete e l'espulsione del suo regista (gran partita fino a quel momento) sembravano poter stroncare ogni velleità. La premiata ditta Corvino-Zeman continua a sfornare nomi nuovi: l'ultimo è quello del brasiliano Angelo, che distribuisce a Vucinic l'assist decisivo. 
Gli schieramenti. Ormai orfano di Bojinov, Zeman dà spazio al centro dell'attacco a un Vucinic fin qui sacrificato (eppure 7 gol già firmati in spezzoni di partite), confermando l'undici che aveva espugnato Brescia, con Rullo recuperato all'ultimo minuto, mentre Konan e Pinardi sono le punte esterne del tridente. Del Neri recupera Ferrari e lo schiera a destra dello schieramento difensivo, spostando Panucci a sinistra. De Rossi e Dacourt sono i frangiflutti centrali, Mancini, Totti e Cassano i tre trequartisti a sostegno dell'unica punta Montella. 
La gara. Il Lecce non ha la qualità dei fuoriclasse che abbondano nella Roma, ma Zeman ha plasmato una squadra che gioca a memoria, con coraggio e un calcio semplice e però efficace. Il primo tempo è un monologo dei pugliesi, ossessivi nel pressing che toglie respiro soprattutto a Totti, che concede solo un lampo del suo infinito talento (e puntualmente la Roma crea la palla gol). Il Lecce ricama, vola sulle fasce e sfrutta bene anche il centro con verticalizzazioni vertiginose, raccolto intorno a un Ledesma ispirato. In attacco però manca il genio di Bojinov, per quanto Vucinic si muova bene: sono però Pinardi e Konan a difettare di concretezza e più in generale si sente la mancanza di uno stoccatore. La Roma si difende bene grazie soprattutto all'attenzione della difesa e di Ferrari in particolare, ma Montella tocca palla solo al 45', quando Sicignano gli nega il gol numero 18 dopo un'invenzione di Totti che aveva innescato Cassano. 
Nella ripresa la Roma pare meno remissiva e il gol in apertura sembra la conferma del vento girato (in tutti i sensi, la tramontana che taglia il campo è ora alle spalle del Lecce). Il gol subito toglie sicurezza al Lecce e l'espulsione di Ledesma per un'ingenua ritorsione su Totti dovrebbe essere l'epitaffio del match. Ma il Lecce di Zeman ha mille risorse e sfrutta alla perfezione il talento puro di Vucinic, all'ottavo sigillo in un campionato fin qui part-time. La Roma non riesce a reagire e il risultato finale, 1-1, premia la volontà dei pugliesi, mentre nella squadra di Del Neri in troppi hanno giocato con sufficienza. Partite così sono lezioni da meditare a lungo.

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