Resoconto
tratto da un newsgroup
Non è solo lo sponsor che campeggia sulle maglie giallorosse del Lecce, ma anche il ricordo particolare per i ragazzi di Alberto De Rossi e Bruno Conti dopo questa fantastica avventura di giugno. Piccola personale soddisfazione: presente a Nardò per quarti e semifinali e presente anche ieri sera al Via del Mare insieme al gruppo di tifosi provenienti da Roma (Unione tifosi romanisti) e dalle altre zone pugliesi: Bari, Francavilla Fontana (Br) e Mottola (Ta). Dopo aver parcheggiato la macchina abbiamo avuto il primo incontro ravvicinato con la ventina di tifosi bergamaschi nei pressi della curva sud. Istintivamente ho portato la mano al collo per stringere la sciarpa...non si sa mai con qualche alzata d'ingegno, ma c'è stato solo un incrocio di sguardi. Entrati al Via del Mare ci siamo sistemati all'inizio nel punto centrale tra i romanisti e gli atalantini. A partita iniziata ci siamo spostati poi verso il settore occupato dai tifosi giallorossi che dopo le presentazioni ci hanno omaggiato di una sciarpa. Nulla da dire sul primo tempo. L'esperienza acquisita da molti ragazzi della Roma con le presenze in serie A, ma anche con le convocazioni in prima squadra, ha fatto la differenza tra gli organici in campo. Attenti in difesa (non è un caso se Pipolo non ha raccolto nessun pallone in fondo al sacco in tutto il torneo) ed ordinati nelle ripartenze. Il gol del vantaggio è arrivato casualmente dopo due episodi dubbi in area giallorossa (Scurto prima e Grillo poi) che hanno fatto scaldare la panchina nerazzurra ed i quattro gatti in tribuna. Il portiere atalantino, fino a quel punto uno dei migliori giocatori del torneo, ha fatto un bel regalo ai ragazzi di De Rossi con una papera che nemmeno ho capito come ha fatto a realizzare. Curioso l'atteggiamento sulle tribune da parte salentina: un gruppetto di ragazzini di una scuola giovanile, indottrinati dai loro tecnici, inneggiava alla squadra bergamasca. Dopo il gol, i "padani" hanno cominciato a gridare "terun, terun" ...ho guardato sconsolato quei deficienti di adulti che accompagnavano i ragazzi...ma come si fa dico io? L'inizio del secondo tempo ha avuto un episodio squallido. Nelle gradinate in basso si è visto un gruppo di spettatori alzarsi, richiamando l'attenzione dei romanisti. Ho fatto in tempo a vedere una decina di "soggetti" camuffati che dopo aver strappato uno striscione, guadagnava l'uscita nel sottopassaggio. Prontamente sono stati inseguiti ed io ho guardato verso il settore occupato dai bergamaschi. Avevo già capito che si trattava di gente del posto che ovviamente doveva realizzare la bravata di cui andare orgogliosa. La conferma l'ho avuta poi da un tifoso romano che ha visto la cattura di due di questi deficienti da parte della polizia e da quanto mi diceva, l'accento era indubbiamente salentino. La partita è proseguita con i Conti-Boys che hanno amministrato con molta accortezza il risultato. Paradossalmente c'è stato da soffire più con la Juve che con i bergamaschi, letteralmente poco convinti ed incisivi nelle rare occasioni in cui la difesa romanista non riusciva ad arpionare un pallone insidioso. Abbiamo tremato solo a pochi minuti dalla fine, quando un attaccante nerazzuro ha letteralmente sciupato la palla del pareggio. Poi i 5 minuti di recupero (ma dov'erano?) e la fuga di Pistillo per servire sul piatto d'argento il 2-0 di Okaka. E poi ..."siamo noi ...siamo noi... i Campioni dell'Italia siamo noi..." |
La Roma batte l’Atalanta e vince il sesto scudetto dei giovani LECCE – La Roma riscopre la felicità dello scudetto. In una mite serata di giugno la lupa giallorossa si mette sul petto il tricolore Primavera sconfiggendo 2-0 l’Atalanta. Trionfo meritato con un triplo 1-0 dai quarti alla finale che se non dà il sapore dello spettacolo offre il gusto della concretezza. Ed i neo campioni d’Italia hanno anche un altro fondamentale merito. Il titolo 2004/2005 conquistato nel Salento sotto gli occhi anche di Bruno Conti riempie di ottimismo una stagione caratterizzata dai chiaroscuri della prima squadra. E’ il sesto scudetto per la Roma, che non vinceva il tricolore dalla stagione 1989/90. Eppure la prima frazione non è esattamente all’altezza delle aspettative. La condotta tattica di gara ricalca molto quella con la Juve: Roma guardinga col solido 4-4-2 imperniato da Alberto De Rossi su Scurto e Marsili e pronta a ritrarsi per guadagnare spazi nelle fasi di ripartenza. Nessuna emozione infatti per un intero quarto d’ora ed affiora in tribuna la sensazione che la vera finale sia stata, per agonismo ed intensità d’emozioni, proprio quella di lunedì coi bianconeri. Per oltre un quarto d’ora nulla di fatto, fino al timido tentativo di rovesciata in caduta di Lorenzi, il centravanti su cui converge l’intera manovra nerazzurra. Ci pensa invece Rosi a creare al 21’ quel brivido sottile da calcio d’angolo che diventa il gol del vantaggio romanista. Colpa essenziale del portiere Consigli, così veloce nell’anticipare tutti da svirgolare il pallone di piede e spedirlo nel fondo della sua rete. Giustificata la disperazione atalantina soverchiata però dall’irrefrenabile gioia capitolina. Si intensificano all’istante gli attacchi di Gotti e compagni e sempre da corner potrebbe arrivare il pareggio al 27’ col tiro da fuori area di Manzoni. In rapida sequenza sono quindi lo stopper Capelli e l’ala Sangiovanni ad impensierire Pietro Pipolo ma decisivo risulta al 42’ Scurto quando su cross da sinistra, ancora di Sangiovanni, si eleva di testa per negare a Lorenzi la battuta a rete ravvicinata. Così si va al riposo e De Rossi esplica meglio ai giovani lupetti i criteri con cui affrontare la ripresa. Criteri che consentono a Pipolo di respirare senza affanno fino al 19’, chiamato in causa per deviare in angolo una violenta battuta indirizzata all’angolo basso. La fase d’alleggerimento è basata soprattutto sulla vena di Stefano Okaka. Il trascinatore della Roma verso la finale porta a spasso sfera ed avversari a colpi di classe ed eleganza mentre in ombra perenne resta l’atteso Corvia, mai all’altezza delle sue credenziali. Con lo scorrere dei minuti la gara intanto si velocizza e spesso si allunga nelle distanze tra i reparti, situazione che favorisce lo spettacolo ma che non mette mai realmente in discussione la tranquillità di Pipolo. Quantomeno fino al 40’ con la velocissima fuga di Pastori, sfuggito a Grillo, che potrebbe pareggiare sparando però alto sulla traversa. E l’errore viene punito al 47’ da Okaka, al trentunesimo gol stagionale, che al 47’ raccoglie un bell’assist in corsa di Pistillo dalla destra e brucia Consigli. Per l’attaccante giallorosso un altro sigillo in queste finali, che la Roma chiude con una difesa di ferro, e cioè senza aver subito una rete nelle tre gare giocate qui a Lecce. Ora la coppa può essere sollevata al cielo dal gruppo di giallorossi festanti, a cui sono poi giunti i complimenti di capitan Totti: «Complimenti a tutti. Alla squadra, a mister De Rossi, ai dirigenti, ai collaboratori, a Bruno Conti che con il loro lavoro hanno portato a Roma un trofeo che mancava da un pò. Una traguardo raggiunto con il carattere e la grinta dei nostri giovani», le parole di Totti. Parole di elogio sono arrivate anche dall'amministratore delegato della Roma, Rosella Sensi: «Ho sofferto in attesa del fischio finale, come credo abbiano fatto tutti i tifosi. Il lavoro, la passione, la serietà hanno consentito di raggiungere il prestigioso traguardo. Il nostro vivaio, i nostri giovani da sempre sono fonte di soddisfazione e la Coppa conquistata stasera è il risultato finale. Voglio complimentarmi e ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla vittoria: giocatori, staff, dirigenti, collaboratori del settore giovanile, che con la loro dedizione hanno permesso alla Roma di raggiungere questo ambito trofeo». |
||||||
di
GIORGIO CAPODAGLIO (Il Tempo)
|
|
||||||
Roma/Inter finale di andata di Coppa Italia: La Roma Primavera fa il giro di campo |