UN
ULTRA'
la
Coppa degli Ultras - come molti la definiscono - si
conferma una competizione
appassionante soprattutto per quanto accade sugli
spalti. Ieri sera la
Curva Sud ha dato bella prova di sè e nonostante la
mancanza dei
tamburi (...mia fissazione) il tifo è stato
incessante come non
ricordavo da anni. Tutti cantavano! Ho portato con
me allo stadio (in distinto
Sud) un amico che non era mai venuto, simpatizzante
giallorosso: ebbene,
la sua attenzione era rivolta quasi esclusivamente a
ciò che accadeva
alla sua sinistra. Bellissimi i vecchi bandieroni
del CUCS che sventolavano
poco sotto i BOYS, così come quelli in basso al
centro Curva. Bellissime
le centinaia di bandiere. Impeccabile la scelta
(finalmente) variegata
dei cori. Tutti i gruppi, inoltre, si sono prodigati
per sostenere la squadra,
che ha fatto quello che poteva, uscendo con la
maglia sudata. Forse un
gruppo - base in Sud non serve... E' in momenti come
questi che la fiamma
della nostra passione smisurata arde di più.
Domenica (mano al basso
ventre!) vincemo er derby! Forza Magica Roma,
oh-oh-oh! Un Ultrà.
MARCO
Dopo
la partita di ieri sera si può tranquillamente
dire:
C'è
SOLO LA SUD!!!!!!!
DAJE!!!!!!!!!!!!! |
I
VOSTRI RESOCONTI....
....E
QUELLI DELLA STAMPA
(questi
ultimi
solo se meritano)
OLTREICOLORI
|
GAZZETTA.IT
ROMA,
11 maggio 2005 - Dopo il primo atto della semifinale,
l'Udinese culla il
sogno di conquistare l'atto conclusivo della coppa
Italia. All'Olimpico,
nella gara di andata, pareggia 1-1 con la Roma,
riacciuffando il gol di
Mexes del primo tempo, con un bolide da fuori area di
Bertotto all'85'.
Un pari pesante da amministrare; un colpo inaspettato
per la Roma che sembrava
ormai avere a portata di mano la vittoria.
LA
PARTITA - Quanti obiettivi in Roma-Udinese. Da una
parte c'è chi
vuole salvare una stagione, con l'incubo di una
classifica precaria in
campionato: la Roma. Dall'altra chi punta alla
Champions League, ma che
si vuole togliere lo sfizio di vincere la coppa
Italia: i friulani.
Così
Bruno Conti gioca d'astuzia cercando di limitare le
energie. Rilancia alla
grande Totti che in serie A potrà tornare solo
nell'ultima giornata;
gli affianca Cassano, lasciando Montella in panchina.
A centrocampo propone
Mancini, Perrotta, Virga e Greco, quest'ultimo
utilizzato nella fase finale
del match contro il Parma. Luciano Spalletti propone
una linea centrale
a 5 con Pazienza e Pieri preferito a Jankulovski; in
attacco Fava e Di
Michele.
Il
primo tempo ci racconta che la Roma in Coppa rende di
più. A parte
qualche sbavatura iniziale in difesa, la squadra di
casa sa trovare i giusti
spazi in attacco, grazie alle illuminazioni di Totti
che sfoga tutta la
sua rabbia con i colpi tecnici a lui abituali. I
friulani soffrono molto
in difesa e in ripartenza cercano con insistenza Di
Michele, micidiale
quando sfrutta la sua velocità al limite, su cui
Panucci e Mexes
spesso vanno in crisi chiamando in causa il tempismo
di Curci. Il vantaggio
dei giallorossi arriva al 37' su un colpo di testa di
Mexes che raccoglie
una punzione di Totti; Bertotto reclama un fallo su di
lui, ma Messina
indica il centrocampo. I primi 45' finiscono con un
bel tentativo di Di
Michele che si perde oltre la traversa.
Scontata
la mossa di Spalletti che fa avanzare di qualche metro
l'Udinese nella
ripresa, con il rischio di sbilanciarsi e subire il
contropiede della Roma.
Dopo la respinta a pugni uniti di De Sanctis su
punizione di Totti, il
tecnico dei bianconeri manda al diavolo il turnover e
lancia Pizarro e
Iaquinta per Pazienza e Fava. Soprattutto l'ingresso
del sudamericano regala
brio, velocità e tecnica all'Udinese che schiaccia la
Roma nella
sua trequarti. Ma i friulani pur godendo di
superiorità numerica
a centrocampo non riescono a trovare varchi, favorendo
le sortite in attacco
dei giallorossi. Allora tocca a Jankulovski (fuori
Zenoni) a dare la scossa
sulla destra, in un momento in cui la stanchezza
dilata il gioco e allunga
le squadre. Con Totti e Perrotta agli sgoccioli, la
Roma tutto cuore riesce
comunque
a togliersi le sue soddisfazioni, ma nulla può quando
Bertotto all'85'
con una prodezza batte Curci.
IL
ROMANISTA
La
Curva Sud e il Presidente
L'editoriale
di Riccardo Luna
La
Roma non dura 90 minuti, la curva sì. Lo sapevamo,
ma ieri sera
è stato più evidente che mai. I giocatori entrano in
campo
e la Sud li incoraggia come fossero in testa al
campionato. La squadra
si squaglia puntualmente dopo un discreto primo
tempo e la Sud canta i
suoi cori. La partita finisce con un pareggino amaro
e la Sud canta più
forte. Se i tifosi potessero scendere in campo,
domenica al derby, mi sentirei
più tranquillo. Con il cuore della Sud le ultime
partite sarebbero
una festa di gol e di vittorie. Ma i tifosi non
possono giocare, e quindi
spetta ai giocatori tirarci fuori da questo incubo
infinito che è
diventato il campionato. Ieri i giocatori qualche
timido segnale di risveglio
lo hanno dato. Timido, per carità. Ma qualcosa c’è
stato,
oppure vogliamo vederlo in vista della partita con
la Lazio.
Certo,
quando nel finale l’Udinese ha schierato i suoi
assi, è stata tutta
un’altra partita. E alla fine i nostri avevano
letteralmente la lingua
di fuori. Ma per esempio la gara di Totti è stata
importante, dopo
tutto quello che è capitato al capitano in queste
settimane: con
lui è un’altra Roma. Ma intendiamoci, non è uno
squadrone
neanche così. Questa è una Roma da
ricostruire, nella
testa prima ancora che nelle gambe. Una Roma che ha
paura di sbagliare
e non sa mai cosa fare. Soprattutto non sa vincere
una partita. Neppure
quando è a un passo dal successo. E’ una squadra
poco fortunata,
anche. Persino il gol di Mexes appare una beffa:
proprio domani la Fifa
dovrà decidere quanto farci pagare il giocatore
francese strappato
all’Auxerre. La Roma punta a dimostrare che con il
rendimento avuto quest’anno,
non vale più di 3,5 milioni di euro. Vuoi vedere che
il golletto
di ieri sera ci costa qualche milione in più?
Insieme
alla Sud e al piacere di rivedere in campo Totti,
l’unica altra nota lieta
è stata la presenza allo stadio Olimpico dopo tanto
tempo del presidente
Sensi. C’era lui e non c’era la figlia Rosella, al
centro di tante critiche
per i risultati di questa stagione. Forse Rosella
temeva altri fischi dopo
la contestazione ricevuta alla fine di Roma-Brescia.
O forse era solo impossibilitata
a venire. Ma ha comunque fatto effetto rivedere il
presidente al suo solito
posto, con i consiglieri di sempre, Ferreri, Di
Martino, Marra e Baldi,
oltre alla moglie Maria e alla signora
Fioravanti. Uno schieramento
che ricordava i bei tempi. Sensi è apparso
sorridente, felice di
esserci, stringeva energicamente le mani di chi
andava a salutarlo. Sembrava
il solito presidente. Anche con qualche acciacco, ha
dimostrato che la
Roma non si lascia mai sola. Lui e la Sud sono
pronti al derby.
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