JUVENTUS/ROMA 2-3
Torino, Stadio Delle Alpi
giovedì 26 gennaio 2006
ore 21.00

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Tabellino partita:
JUVENTUS: Abbiati, Pessotto (53' Emerson), Thuram, Zebina, Balzaretti, Olivera (53' Del Piero), Giannichedda, Blasi, Nedved, Zalayeta, Mutu. All. Capello. A disposizione: Buffon, Vieira, Emerson, Del Piero, Camoranesi, Zambrotta, Cannavaro.
ROMA: Curci, Panucci (69' Chivu), Mexes, Bovo, Cufré, De Rossi, Dacourt, Tommasi, Perrotta, Mancini, Okaka (60' Rosi). All. Spalletti. A disposizione: Marangon, Alvarez, Aquilani, Taddei, Chivu, Cerci, Rosi.
ARBITRO: Tombolini
Reti: 38' Mancini, 61' Tommasi, 68' Perrotta
72' Del Piero, 94' Del Piero
Spettatori: 5197
 

FOTOTIFO
Grazie Marco!
Il gol di Tommasi
Il gol di Tommasi
Capello dopo lo 0-3
Il gol di Perrotta
Capello dopo lo 0-2
Foto Luciano Rossi
...e le foto di chi non ce l'ha fatta!
 
 

VIDEOTIFO
 
Tifosi in festa alla fine della partita
(10444 kb)
 

FOTOCALCIO

VIDEOCALCIO
 
Il gol di Mancini e tifosi in festa
(4691 kb)
Il gol di Tommasi e tifosi in festa
(6821 kb)
Il gol di Perrotta
(9217 kb)
 
Il servizio sulla partita
(2680 kb)
 

UN PAINO
Non me lo chiedo il perché. E’ tanto che non seguo la squadra fuori  e Torino rimane una delle trasferte più lontane che io mi ricordi di aver fatto in Italia. E’ lontana da tutto quella città..lontana in macchina, in treno, in aereo.lontana anche dai tre (o due) punti con cui mai sono tornato indietro dopo esserci stato. Sarà un anno e mezzo che non esco dal GRA goliardicamente per vederli in maglia-trasferta (a me bianchi mi hanno sempre commosso i ragazzi..vedi sansiro..però pure tutti rossi a casa della juve hanno sempre significato tanto).
Non me lo chiedo il perché dicevo. Anche se a 34 anni qualcuno mi consiglia di farlo..”non si può non smettere mai di andare a vedere la Roma!”. Smettere mai. E’ un concetto bello quanto terribile. A me l’eternità fa paura. Ma questo è un altro discorso.
CIS viaggiare informati..ma sti cazzi..niente previsioni. Se si parte si parte. Fatalisti e determinati. Partono i giri “raccolta” per riempire la vettura e si va. Una Mob-mobile è circa cento km davanti a noi..è il nostro faro anti nebbia anche se conoscendo il conducente e il suo sprezzo per le difficoltà preferirebbe arrivare senza fari. Qualcun altro è poco dietro. Si parte alla spicciolata mangiando l’asfalto prima di vederlo bianco, grigio..colori di merda.
Piccolo summit poco prima di Firenze. Facciamo Genova o l’A1. Una macchina chiama da Sarzana e riferisce..”tornamo indietro..non ce la faremo mai”. CIS viaggiare informati..sti cazzi. Daje tutti con l’A1, arrivano Mob-rassicurazioni e cataclismi dalla città di Genova. Mi viene in mente un amico che non sento da mesi. Lo so che lui è partito, non può non averlo  fatto. Dal modo in cui si vive questo amore per Lei tu riesci a conoscere le persone anche se non c’è una frequentazione assidua e costante. Lo chiamo ed è così..è sull’Aurelia. Lo consiglio di lasciare stare e di sbrigarsi a riallacciarsi con l’A1 lui concorda ma teme il ritardo. Erano mesi che non lo sentivo, ma lo sapevo che c ‘era..anni fa andò a Torino da solo in macchina.
Si marcia prima dell’appennino e poi lo si affronta. E inizia la battaglia con madre natura. Reggiamo botta fino a Modena..dopo l’inferno bianco. La fila. Trenta all’ora..e l’orologio che scorre inesorabile. E il telefono che bolle. E chi annuncia la resa..e io che il perché non me lo chiedo. Perché laggiù voglio arrivare. Siamo in pochi e pochi dobbiamo farci sentire in quello stadio di merda simbolo di quanto poco amore circondi il concetto di juve e di quanto invece è unico il nostro. Non parliamo più tra di noi..c’è un ottimismo carico di abnegazione e di voglia di non arrendersi mai. Anche quando è palese che non ce la faremo..a dieci all’ora alle nove meno venti a 125 km da Torino continuo a sperare che nessuno dica basta. E tutti lo facciamo. Tutti taciamo. All’ennesima botta de quattro frecce da dieci all’ora si passa a cinque. E’troppo..Parte la frase. “So le nove..manco il secondo tempo vedemo. Ha vinto madre natura.” “No regà..non je la faccio a tornà indietro..so nove ore che guido” “Nun se famo pià per culo..arivamo che è finita”.
Non me lo chiedo neanche oggi il perché. Perché ho strillato in un autogrill a 630 km lontano dalla mia città, davanti ad un televisore, circondato da pochi e silenti camionisti piemontesi. Perché non sono riuscito a godere davvero..perchè sono tornato indietro senza vedere quelle maglie dal vivo. Perché nei 630 km di ritorno ho analizzato con un amico come è cambiato il modo di amare questa cosa che è La Roma. Cambiato ma identico. Contraddizioni e paradossi che come dice lui..”nun m’enteressa de fa capì a chi non po capì”. Perché La Mob-mobile è arrivata a destinazione e ci ha informato di quanto pattinava felice dalle parti di Parma colpendo paletti al ritmo di “ooolllèèè”. Non me lo chiedo il perché, non me lo chiederò mai . Perché non la smetterò mai.. Perché  mi sembra la cosa più normale che c’è. 
Un paino

CLAUDIO
partiti alle 10 30 con un pulmino bloccati 4 ore nella tormenta de neve vicino savona e mai arrivati a torino
vista partita con i camionisti in un ristorantaccio
ritornati nell urbe immortale alle 7 30 del mattino.
un grandissimo complimento a chi gestisce le
autostrade d italia.. assolutamente impreparati.
rabbia tanta rabbia.
un saluto a chi è riuscito a raggiungere il delle alpi
e un grande abbraccio a tutti i lupi bloccati nella tormenta.
ROMA ti amo

ROBERTO
Permessi al lavoro e cazzate varie,riesco a convincere pue il mio amico Lele,e cosi si và,annusando nell'aria un'altra serata importante come quella di S.Siro.Macchina affittata all'avis e mentro aspetto conosco un altro ragazzo che ha preso un transit e stà per partire gia alle dieci e mezza(alla fine mi renderò 
conto che anche un 'ora di differenza sarebbbe stata decisiva).Scambiamo qualche battuta sul tempo che troveremo per strada e alla fine mi lascia il numero di telefono per sentirci prima dell'arrivo a Torino.All'una si parte,maciniamo chilometri fino a Bologna poi da modena comincia l'inferno e alla fine per arrivare all'uscita di Piacenza ci vorranno quasi due ore e mezza.Intanto chiamo Testone(Fabrizio) per sapere lui a che punto stà e mi dice gli mancano trenta chilometri per Torino. Quando superiamo il casello sono le otto e mezza e mancano ancora 150 chilometri ,ma a girarci nn ci pensiamo minimamente,sti cazzi vorrà dire che se vedemo il secondo tempo..Alle dieci siamo ancora a sessanta chilometri..vabbè dai almeno l'ultima mezz'ora..quando arriviamo al casello manca poco ormai,vabbè regà almeno l'ultimi cinque minuti daje..e infatti arriviamo perfettamente in orario...mi fermo sotto il nostro settore e per radio si sente il triplice fischio finale..ma nn siamo tristi,abbiamo vinto e questa è la cosa più importante e allora adesso ricca magnata che ce la siamo propio meritata.Riaccendo subito la macchina e ci dirigiamo verso il centro mentre cominciamo a vedere i gobbi(pochi pochi)che tornano a casa..finalmente nella desolazione più totale troviamo un pub e brindiamo cosi ai nostri colori mentre fuori intanto fà -5..Mi dispiace solo per Lele che alla prima volta a Torino è riuscito a vedere lo stadio solo da fuori.Daje capò sara per la prossima volta.
Curva Sud ultimo baluardo..
Roberto

ALESSANDRO
La mattina della partita apprendo che la macchina prevista per recarci in quel di Torino è fuori uso a causa della batteria, incomincia la frenetica ricerca di una macchina alternativa.
Ore 10.30. trovo una macchina diesel a noleggio alla travel car  ad un prezzo abbordabile. Passato a prendere il primo dei tre amici apprendiamo che a torino e sull autostrada c è la neve, al momento non ce ne importa piu di tanto. Ritiro la macchina alle ore 12.
La situazione incomincia a farsi drastica quando per andare a prendere gli altri due a bravetta e a serpentara si fanno le 14, a causa del traffico di Roma che, visto il blocco delle auto alle 15, è impazzito. tra un contromano e un rosso siamo sull autostrada alle 14.30. A questo punto voi direte che stiamo ancora tornando da Torino.... Resici conto di essere in tremendo ritardo, gli amici mi danno il via libera per affondare l accelleratore (erano un po restii a farmi guidare dopo la perdita di aderenza dell' iveco 
4x4 nel tragitto di ritorno di treviso Roma). Con il conta km fisso a 200 siamo a bologna un po prima delle 6. Ci fermiamo per acquistare le catene e per svuotare cio che inevitabilmente si riempe ogni trasferta. Ma eccola... bufera di neve...
Tra la strada invasa dalla neve, i tir, l'acqua ghiacciata della macchina arrivo a piacenza alle 7.30. Vista l'ora, in macchina cala il silenzio, le condizioni del tempo non ci faranno arrivare  per l inizio. Ma continuo a 
guidare sempre io. Nonostantre l andatura di 80-100 km/h gli amici mi spronano a portarli a Torino a vede la magica. La partita inizia  e in macchina non vola una mosca, qualcuno dorme. Io penso di arrivare a torino e 
di essere ormai un gobbo visto la posizione che ho assunto ormai da 400 km per vedere qualche segno delle striscie sull asfalto pieno di neve... Il primo gol della Roma e'un urlo liberatorio... e l accelleratore va 
giu....Dopo i tre simpatici caselli che bisogna attraversare per giungere a torino e dopo le esaurienti risposte della truccatissima casellante (forse 
aspettava l uomo delle nevi?) eccoci pronti a Torino a farci tutti i semafori rossi (anche perche la macchina non frenava sulla neve) e signore e signori alle ore 22 siamo all interno del settore pronti per dare tutto nei 
45 minuti che ci rimanevano... in finale Roma Torino in 7 ore e 30 minuti... 
per esserci all umiliazione di moggi, di capello e di tutta La Compagnia dei Ladri.
per la cronaca il mio rientro a casa è stato visto verso mezzogiorno dopo aver rivenduto le catene inutilizzate....   Rock'n Roll ragazzi
Alessandro

I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
(questi ultimi solo se meritano)

GAZZETTA.IT
TORINO, 26 gennaio 2006 - Roma, fortissimamente Roma. Batte la Juventus 3-2 nei quarti di coppa Italia sotto la neve al Delle Alpi, regalando a Spalletti la prima vittoria contro Capello. Vince nel segno di Mancini e Tommasi, due giocatori unici, per motivi diversi. Il brasiliano che tanto piace a Capello è il condottiero dei giallorossi, che in assenza di Totti si affidano alla sua classe ed al suo fiuto del gol. Il cursore di centrocampo è tornato giocatore vero e non solo collante dello spogliatoi dopo un infortunio che avrebbe messo k.o. tanti giocatori con meno abnegazione e spirito di sacrificio. E' lui il simbolo del nuovo corso della Roma: lui che è al minimo sindacale di stipendio, che ha anteposto gli interessi della squadra a quelli personali.
La Juventus si presentava con credenziali importanti: sempre vittoriosa quest'anno in casa, 15 successi sul altrettante gare tra campionato (11 vittorie), Champions League (3 affermazioni) e coppa Italia (il 4-1 alla Fiorentina). L'unico passo falso interno dei bianconeri risaliva alla Supercoppa con l'Inter, ma era calcio d'agosto. Anche la Roma vive un momento felice: è reduce da sei vittorie di fila, rigenerata dall'addio di Cassano, che ha ricompattato il gruppo, e da un Mancini in forma strepitosa.
Capello, che non ha mai vinto la coppa Italia da allenatore, si affida al turnover. E rivoluziona il modulo tattico, affidandosi ad un inusuale 4-2-3-1, lo stesso della Roma. In difesa rientra Zebina, nell'inconsueto ruolo di centrale, a centrocampo si rivede Olivera, in avanti spazio all'inedito tandem Zalayeta-Mutu. Spalletti in porta rispolvera il giovane Curci, mentre in attacco si affida all'altro baby, Okaka, appena 16 anni e mezzo.
Il primo tempo è discreto, di più non si può pretendere considerata la nevicata che si abbatte sul Delle Alpi. La Juve secondo copione fa la partita, la Roma si difende attenta e compatta, pronta a ripartire in contropiede con le accelerazioni di Perrotta e Mancini. Nella Juve Nedved è propositivo come ai bei tempi, ma le partenze sono più degli arrivi. Mutu conferma di essere in buone condizioni, ormai a suo agio nella posizione di esterno sinistro offensivo. La prima vera occasione porta però la firma di Olivera, che approfitta di un errore di Bovo per chiamare alla parata Curci, che devia in angolo il destro dell'esterno uruguaiano. La replica spetterebbe ad Okaka, che però tergiversa vanificando un contropiede ben orchestrato, e sprecando davanti ad Abbiati. Poi la Roma trova il gol: Dacourt lancia Mancini, in sospetto fuorigioco, che fa secco in dribbling Pessotto e sfodera un destro secco in diagonale che trafigge Abbiati. La Juve reagisce subìto, con Mutu che prima assiste Zebina, che cicca davanti alla porta, poi si mette in proprio e su punizione fa venire i brividi a Curci: palla fuori di poco. Si va al riposo sull'1-0 per la banda Spalletti.
La ripresa inizia con i fuochi d'artificio. Zalayeta sfiora il gol con una girata da due passi che Curci con una prodezza devia in angolo. Replica immediata degli ospiti: Tommasi mette fuori di un niente un destro in diagonale a botta sicura. E allora Capello cambia tutto: dentro Emerson e Del Piero per Pessotto e Olivera, si torna al collaudato 4-4-2 con Pinturicchio ad affiancare Zalayeta in attacco. Spalletti si copre: fuori Okaka e dentro Rosi. E la Roma passa ancora. Con Tommasi, che capitalizza uno dei suoi classici inserimenti offensivi mettendo alle spalle di Abbiati un suggerimento di Mancini. La Juve prova a reagire, ma subisce la mazzata finale, vittima di un'altra ripartenza: Rosi di tacco imbecca Perrotta che dribbla un incerto Zebina e sigla il 3-0.
La Juve è al tappeto, ma non si arrende e prova a rialzarsi: lo fa con Del Piero che capitalizza un assist di Nedved per realizzare con un tocco di sinistro il 187° gol in maglia bianconera, uno dei più facili. La Juve è sorpresa come la prima della classe surclassata da una compagna per una volta più preparata. Ma insiste, testarda, incapace per vocazione di accettare una sconfitta, intesa come un affronto. Del Piero segna ancora, stavolta su punizione. La Roma però, con Mexes baluardo, tiene la vittoria ipotecando la qualificazione, da conquistare all'Olimpico la settimana prossima. 

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