Ciao
Lorenzo,
ho partecipato all’ultima Assemblea degli azionisti della As Roma e mi piacerebbe fare un resoconto del mio intervento e delle risposte della società, anche perché l’intellettuale collettivo che questo sito rappresenta non ne è del tutto estraneo ;-). Premetto (e l’ho premesso all’assemblea) che sono uno di coloro che nella primavera del 2000 ha acquistato il pacchetto di azioni AS Roma al momento della quotazione in borsa e lo scorso anno ho sottoscritto l’aumento di capitale. Da 24 anni sono ininterrottamente abbonato in curva. Sono diventato azionista e continuo ad esserlo perché convinto che l’entrata in borsa non sia stato solo un modo per avere i soldi per acquistare Batistuta e vincere lo scudetto, bensi la strada per avviare la professionalizzazione della nostra gloriosa società e la partecipazione dei tifosi-azionisti alla vita della società stessa. Per immaginare la scena, considerate che l’Assemblea si svolge a Trigoria, da una parte la Presidenza (Rosella Sensi, l’avv. Ferreri, la responsabile finanziaria Mazzoleni, il Generale Di Martino –ih- ed altri; presenti a latere Bruno Conti e Pradè), dall’altra 34 azionisti, di cui molti ex soci vitalizi, storici tifosi e azionisti. L’atmosfera, anche se questa volta è stata animata, è sempre un molto romana e scanzonata. Mario Sintesi dell’intervento Tale perdita, quantificabile in parecchi milioni di euro (come si evince anche dalle stime ufficiose del marchio “AS Roma” lette in queste ultime settimane sui giornali), è attribuibile in primo luogo a fattori esterni, quali campagne mediatiche, locali e nazionali, che da anni perseguitano la società, il suo presidente Franco Sensi, il suo capitano Totti, e i tifosi tutti. Ho apprezzato la fermezza con cui la società ha condotto la trattativa per lo sponsor sulle maglie, non svendendolo per esigenze di cassa, e spero che lo stesso accada ogni qual volta il marchio Roma sia “venduto”. Credo però che non sia più tollerabile accettare, senza reagire, alla sistematica svalutazione della nostra immagine da parte di media e addetti ai lavori. Per questo motivo chiedo di conoscere quante cause legali di risarcimento danni siano state avviate nel corso del presente esercizio finanziario, quanto denaro è stato eventualmente incassato, e quali iniziative sono in programmazione. In caso di inerzia della società, sarà compito dell’azionista-tifoso supplire attraverso azioni di risarcimento di cui, se necessario, mi farò promotore tra gli azionisti. Sotto
l’aspetto interno, occorre da subito impegnarsi per valorizzare l’immagine
della As Roma con iniziative specifiche e coinvolgendo i giocatori in maniera
professionale.
Il Calcio moderno offre numerose occasioni di sfruttamento, tramite vendita, del marchio: evitare la svendita o lo sputtanamento, non compromettere futuro per tenere in piedi una situazione gia compromessa. Pubblicità
curva: È una vergogna che da 5 anni,
fino al gradino 30 delle curve non si veda dentro l’aerea piccola, figuriamoci
la riga di porta o di fondo campo, per la presenza di cartelloni pubblicitari
a ridosso del campo. Un tiro raso terra, insomma, non lo si vede. In curva,
si sa, si canta e si battono le mani, ma quella volta che uno si gira avrà
o no il diritto di vedere cosa succede in campo?
Decreto Pisanu: se la società è convinta che nelle nuove norme, e non nella percezione del tifoso di una società un po’ vassalla, vi sia la causa del calo delle presenze all’Olimpico, allora agisca nei tribunali: impugni le norme, ne faccia valere la incostituzionalità. Si rimuovano poi immediatamente le grate messe nel piazzale antistante la curva, che rischiano –specie lato montemario- di provocare schiacciamenti in casi di fuga. Sia chiara poi una cosa: se dal prossimo campionato, come ho letto, oltre al nome mi faranno una foto ad ogni ingresso e l’archivieranno, beh, vi dico subito che dopo tanti anni non mi abbonerò più. Modello
As Roma: quanto alla politica societaria,
infine, il nostro modello, anche da un punto di vista societario, non può
essere la Juve, né il Milan; e non può essere neanche il
Manchester Utd, visto come è finita li. Il modello deve essere legato
alla nostra singolarità, noi siamo la Roma. Gli amministratori devono
tenere sempre presente questo, e le regole del Calcio Moderno non dobbiamo
subirle, dobbiamo scriverle noi! Il Consiglio di amministrazione (ndr,
si votava il rinnovo) deve capire di avere la responsabilità di
traghettare la nostra società verso il nuovo calcio, ma avendo un
suo progetto, che tenga conto in primo luogo della tradizione giallorossa,
e del fatto che c’è un popolo dietro.
RISPOSTE della società (secondo il regolamento, infatti, in assemblea va risposto -per quanto possibile- alle domande degli azionisti): 1) sulle azioni legali contro chi danneggia immagine Roma, è stato risposto che ne sono state fatte alcune, e chi mi avrebbero riferito il dettaglio in seguito. 2) sul sito Internet, che la società ha messo in programma di migliorarlo e implementarlo e sta valutando come. 3) sulla maglia, la società ha ammesso che negli ultimi anni non hanno rispettato la tradizione giallorossa, e che hanno seguito logiche dello sponsor tecnico anziché del club, ed ha assicurato di aver dato indicazioni precise affinché dal prossimo anno le maglie richiamino i colori sociali e la tradizione. 4) marchio: la società è consapevole della necessità di valorizzare il marchio e sta valutando iniziative in tal senso. 5) cartelloni pubblicitari curva: la società ha dichiarato che non è possibile risalire alla somma ricavata con quei cartelloni perché il dato dei ricavi della pubblicità da stadio è indistinto (n.d.r., ho replicato dicendo che mi aspettavo, e mi aspetto, che la società metta in bilancio le penali che pagherà agli sponsor visto che deve subito togliere quei cartelloni). 6) sul modello Roma, Rosella Sensi mi ha risposto ammettendo errori di comunicazione etc, come è stato poi scritto sui giornali. Osservazioni
personali: siccome non posso conoscere la buona o la malafede di chi si
muove intorno alla Roma, penso che la cosa migliore sia individuare
le cose che non vanno e quelle da fare, poi chi le farà (i Sensi,
l’azionariato popolare, la public company) non cambia molto. La mia impressione
è che anche la strigliata degli azionisti-tifosi sia servita, e
che la società abbia cominciato a capire alcune cose, per lo meno
ha mostrato attenzione. Non so se sarà sufficiente; di sicuro noi
tifosi si andrà avanti. In generale, però, visto anche quanto
accaduto in Inghilterra, la chiave per “governare” il Calcio Moderno non
sta tanto nei singoli club, quanto nelle regole che faranno Leghe e Federazioni:
è lì che la Roma e i romanisti devono deve ottenere i risultati.
Ciao a tutti e Forza Roma!
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