Non solo una divisa da gioco, ma un motivo di orgoglio, un senso di appartenenza. La maglia dell'A.S. Roma è il simbolo della passione che unisce la squadra ai suoi tifosi, che salda il presente al passato di una grande storia di sport. Per questo Diadora ha ancora una volta realizzato una maglia speciale, coerente con la tradizione e aperta all'innovazione, per mettere a disposizione dell'A.S. Roma il meglio della ricerca nel campo
dell'abbigliamento sportivo".

"Una nuova grafica asimmetrica esalta i colori ufficiali giallorossi e dona un aspetto assolutamente inedito alla nuova divisa".
"
PUBBLICITA' COMPARATIVA.
SENZA BISOGNO
DI TANTE PAROLE
DIADORA
ROBE DI KAPPA
 
 
Maglia Samuel
                          (autografata)
Casa

 

Questa qui a fianco è la presentazione della maglia della Roma realizzata dalla Diadora per la stagione 2005/06. 
Il punto cruciale è l'asserito incrocio tra la TRADIZIONE e l'INNOVAZIONE..
Tradizione significa, Zingarelli alla mano, "il ricordo di fatti e di usanze antiche tramandato di generazione in generazione";
Innovazione significa "introduzione di novità".
L'innovazione è quindi, di per sé, una crepa nella tradizione, che può diventare letale in quanto la novità può consistere - e la Diadora incarna fulgidamente questo pericolo - nell'introdurre elementi del tutto in contrasto con il passato.
La Diadora di crepe nella tradizione ne ha aperte sin troppe, sin dalla stagione 1997/98, e la frase "ancora una volta" che si legge qui di lato dovrebbe essere preceduta da un bel "purtroppo". 
Lo scorso anno introdusse il nero sulla prima maglia, mentre sulla seconda il rosso non era neppure previsto, lasciando spazio al giallonero. 
Lasciamo stare le altre soluzioni cromatiche del Veneziamestre scelte per la Champions League e l'invisibile pallone giallorosso per il quale, prima ancora dei commentatori TV, su questo sito venne lanciato l'allarme del "nun se vede".

Comunque sia, analizzata la prima partte della presentazione, si deve passare secondo periodo della stessa. 
Sempre dal vocabolario d'italiano, la parola "inedito" sta difatti a significare "non conosciuto, nuovo, insolito".
Ora, se l'aspetto è assolutamente inedito, significa che Diadora non ha operato alcun incrocio tra innovazione e tradizione, ma ha solo innovato.
Ed è così. Dal 1927 ad oggi una cosa simile non l'avevamo mai vista, e ne avremmo fatto volentieri a meno anche per i decenni a venire.
La prima maglia prevede anche quest'anno una strisciaccia nera, ridotta ma non eliminata, che non c'entra assolutamente nulla con i nostri colori sociali, i soliti orrendi 11 pallini e una asimmetrica striscia giallorossa che può anche starci per una terza maglia, ma NON per la prima. Nessuna traccia di bordi gialli sulle maniche né sul colletto. Il rosso sembra essere lo stesso dello scorso anno mentre il giallo è forse più becco d'oca del puro arancione, e ciò - se la fotografia rende - è l'unico aspetto positivo.
La seconda maglia è bianca con questa macchia gialla sulla spalla e una riga rossonera che può farla ritenere anche una seconda maglia dell'odiato Milan.
La terza maglia sembra uno sbaglio. Arancione con questo triangolone nero e una riga rossa in mezzo: veramente inguardabile.
Visionate le divise di Coppa UEFA, possiamo escludere che l'A.S. Roma - non meno responsabile della Diadora per non mettere i paletti della tradizione allo sponsor tecnico già in sede di contratto  - ci obbligherà, come lo scorso anno, a giocare con improbabili divise contro squadroni blasonati impeccabili nella loro maglia storica. 
La prima maglia per la Coppa UEFA sarebbe potuta essere una onesta seconda maglia per il campionato. L'assenza di colori estranei a quelli sociali rende la divisa la meno peggio tra quelle presentate quest'anno.
La seconda maglia per la Coppa UEFA avrebbe dovuto essere la prima. Si tratta comunque di una divisa tutta rossa, con la maglietta del campionato. Almeno in Europa giocheremo con i nostri colori, auspicando che venga usata più la seconda che non la prima.
La maglia per la Coppa Italia è frutto di una cena mal digerita o di un grappino di troppo. Una delle peggiori divise della storia della Roma, forse più brutta anche di quella verde dello scorso anno. Speriamo che sia una scelta residuale, e che anche in Coppa Italia la Roma possa giocare in rosso.

Nonostante le promesse, quindi, quest'anno non è cambiato sostanzialmente nulla, perlomeno nel senso voluto dai tifosi.
Non nei colori, non nelle linee, mutate per geometrie ma sempre irrimediabilmente diverse dai cari, vecchi bordi gialli.
Non si tratta di volersi chiudere alle novità. 
Il tifoso di calcio - nel football  moderno - è tornato ad essere tradizionalista nel senso puro del termine.
Ama il campo di gioco verde in erba non sintetica, la palla bianca con gli spicchi neri e le squadre di calcio con le magliette che corrispondono alla definizione che di esse dà l'Esimio e sempre mai abbastanza lodato Signor Panini di Modena.
L'innovazione può essere coerente con la tradizione, quindi, solo qualora le linee base della maglia non vengano cambiate, perlomeno per la prima divisa.
Della Roma sui noti Almanacchi si legge: maglia rossa con bordi gialli, pantaloncini bianchi, calzettoni rossi con bordi gialli.
Alla Diadora tutto questo poco interessa e, ciò che è peggio, cerca di accontentare i tifosi aggiungendo quale unico elemento di novità a tutta la produzione la parola "tradizione" nella presentazione della maglia.
E' quindi doveroso chiedersi il perché di tutto questo, nonostante la campagna dello scorso anno che sembrava essere stata, se non recepita, perlomeno percepita.
La prima ipotesi è che la multinazionale in questione ci ritenga persone subnormali non in grado di capire se una maglietta aderisce o meno alla tradizione, pensando che basti una parola a cambiare la sostanza delle cose, e questo è, per noi veri tifosi, umiliante.
La seconda ipotesi, che varrebbe quale parziale scusante per la Diadora un po' come la seminfermità mentale nei processi di omicidio, potrebbe essere il non rendersi conto di tutto ciò che si è detto ma, considerato lo spessore dell'azienda, è lecito dubitare che sia così: qualora lo fosse, non resterebbe che comportarsi biblicamente: "Italo, perdona loro, non sanno quello che fanno".
Rimane la terza ipotesi, la più inquietante: e se fossero laziali?
Francesco
                            Rocca, 1976. Ve lo immaginate con la maglia
                            qui a fianco?
Prima
                            maglia
Seconda maglia
Terza
                            maglia
Prima
                            maglia coppa Uefa
Maglia
                            Coppa Italia

LA MISURA E' COLMA ED E' ORMAI INUTILE LANCIAR LORO APPELLI.
SE DIO VUOLE, IL PROSSIMO ANNO NON SARANNO PIU' IL NOSTRO SPONSOR TECNICO. SPERANDO DI NON CADERE DALLA PADELLA NELLA BRACE,
MANIFESTIAMO IL DISSENSO NON ACQUISTANDO I PRODOTTI CON IL MARCHIO CHE NON CI PIACE.
E' QUESTA LA MIGLIORE PROTESTA.
GIU' LE MANI DALLA
MAGLIA DELLA ROMA!

http://www.diadora.it/instradatore/contact_it.phtml



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