"Vieni a
Bergamo?" Quella domanda, così improvvisa non me l'aspettavo.
Anzi, speravo che nessuno me la facesse. Vaglielo a dire ai
miei che vado a Bergamo. Come minimo a mia madre le prende un
colpo secco. E mio padre, poi. Quando ho fatto la mia prima
trasferta, Fiorentina/Roma, lui era venuto con me. Io non
volevo, ma lui è venuto lo stesso. Beh, 11 accoltellati,
scippi in curva, treno distrutto. Non esattamente quella che
si può definire una trasferta tranquilla... "Sì, vengo".
E' andata. E mo' che faccio? Dò buca? Eh no, pensa che figura
di merda... Eppoi io a Bergamo ci voglio andare. Sì, insomma,
un trasferta oltre i 300 Km., mica una cosa da mocciosi. "Vabbè, allora
partiamo a mezzanotte dalla sede della Roma, all'Aventino". "OK, ci
vediamo lì".
* * *
"Dove vai
tu??? A Bergamo?? Con tutto quello che succede? Ma che ci vai
a fare?" "Ma no papà,
non ti preoccupare, siamo gemellati con gli atalantini, non
succede nulla.... partiamo col pullmann". "Io non sono
d'accordo, quindi, se vai, sappi che io non sono d'accordo". Mica semplice
a 18 anni appena compiuti sfuggire ad un simile ricatto
psicologico. Epperò bisogna
pure dare uno strappo qualche volta. Già mio padre
mi aveva vietato la Sud e mi aveva fatto la tessera della
Tevere dopo che aveva trovato un quadernino dove appuntavo
diligentemente tutte le scritte che leggevo sui muri di Roma o
all'Olimpico. Capirai, c'era di tutto, dal "Forza Roma" all'
"ammazziamoli tutti quei bastardi".... Comunque, come
divieto non è che avesse funzionato: in Sud ci andavo lo
stesso con la tessera della Tevere.... Però insomma
ora basta. Io sono della Roma, allo stadio la prima volta mi
ci hai portato tu, e pure tu saltavi sulle panche di legno
dell'Olimpico quando la Roma segnava... Io mi sono adeguato. E
magari sono andato oltre. Perché quando ero bambino prima di
andarmene dall'Olimpico mi voltavo sempre per vedere quel
prato verde, era l'ultima cosa che volevo vedere prima di
tornare a casa, volevo rimanere con il ricordo di quel prato
verde nella mente il più possibile, fino alla prossima
domenica. E quindi
Bergamo. A mezzanotte i
miei mi accompagnano al pullmann con la faccia preoccupata.
Non conosco nessuno ma faccio la parte di quello sicuro con i
miei, così si risollevano. Manco partissi per la guerra. Tra l'altro
sono il più piccolo e non è che capitare in un pullman per
Bergamo in un gruppo come il CUCS di quei tempi sia proprio il
massimo... Intendo dire che sono tutti amici tra loro, alla
millesima trasferta e questo mi fa sentire un pò in imbarazzo.
E' per questo che preferisco il treno: puoi andare dove ti
pare o puoi stare da solo, non sei obbligato alla compagnia. Ma finalmente
si parte. Il clima non è certo da educande: superalcolici e
fumo denso che ti entra dentro, canti e risate, "incitamenti"
all'autista e via così. Non riesco a dormire e in realtà manco
voglio dormire... Voglio godermi tutto attimo per attimo. Ma
finalmente si arriva. Senza nessuna scorta arriviamo proprio
sotto la nostra curva. Qualcuno è arrivato con la macchina
viaggiando come noi tutta la notte, e ora dorme per terra. Uno
tra i più anziani mi porta con sé in un piccolo bar dove gli
"indigeni" chiaccherano tra loro. Il bergamasco non si capisce
proprio. E' un'altra lingua. Fatto sta che dopo un po' andiamo
al bar delle Brigate Nerazzurre, vicino allo stadio. Lì
troviamo i capi delle Brigate, tra cui la biondina
(Francesca?) con cui si chiacchera e si scherza. Ci avvertono
che nella loro curva c'è un nuovo gruppo, i Wild Kaos, che del
gemellaggio proprio non ne vogliono sapere e che quindi "vi
prenderanno in giro per la faccenda del Liverpool". OK,
avvertiti. Entriamo nella
nostra curva, in mezzo agli atalantini e senza alcuna scorta o
cordone di guardie attorno. Si mettono gli striscioni e,
iniziata la partita, restiamo tutti in piedi a tifare. Due
pullman, siamo più o meno un centinaio. I bergamaschi del
luogo però, non abituati a seguire la partita in piedi,
iniziano ad incazzarsi. In teoria dovrebbe essere la curva più
tranquilla, quella, un po' come la nostra curva Nord. Invece i
bergamaschi locali, non ultras per intenderci, se la
litigavano proprio. A dirla tutta inizia uno di noi,
precisamente la persona con la camicia a scacchi bianca e nera
nelle foto qui sotto (dopo tanti anni si può dire!) che prende
a cintate in faccia uno dei bergamaschi che si lamentavano. E'
il parapiglia, anzi è proprio il caos. Botte da orbi e folla
ondeggiante. La stessa persona che mi aveva portato al bar si
rende conto che la situazione, per un pischello alle prime
armi come me, non è delle migliori e mi fà "vieni con me". Detto questo
mi porta in un punto leggermente più isolato e da lì assisto
al Far West, consapevole di non potere partecipare ma
fermamente convinto, da quel momento in poi, del perchè poi
diventa inevitabile vendicarsi alla prima occasione utile. Nel
frattempo, visto il parapiglia, i Wild Kaos pensano bene di
caricarci, entrando in curva. Ricorderò sempre l'immagine del
famoso ciccione dell'Atalanta con la maglia n. 3 e con un
paletto del "divieto di sosta" in mano. Gli atalantini se ne
vanno con lo striscione Ultrà Roma, e vedo gli anziani del
gruppo veramente contrariati dell'accaduto. Senonché la
leggenda dice che Geppo sia andato dall'altra parte a
riprendersi lo striscione ed in effetti lo striscione stesso è
tornato a casa con noi. Comunque interviene la polizia che ci
fa un cordone attorno. E poi l'uscita in 100, circondati dai
poliziotti, con gli atalantini che sbucavano da ogni vietta...
e gli sforzi per cercare di superare il cordone delle
guardie... e le suore con una scolaresca asserragliata mentre
noi passavamo gridando con tutto il fiato in gola "Serie B"...
e le sciarpe sul volto, e i sassi che arrivavano da tutte le
parti... Ripartiamo. Penso "a casa
mia si saranno cacati sotto", la radio aveva parlato dei
violenti scontri e il telefonino ancora non era stato
inventato. E' notte fonda
quando torniamo a Roma. Gli autobus non ci sono e prendo un
taxi per tornare a casa. Il tassista mi guarda strano e io gli
vorrei dire "nun pòi propio capì che cazzo è successo a
Bergamo", ma non capirebbe... Sono le 2:30
quando sto a letto... So' già che
dovrò aspettare del tempo prima di poter dire a mio padre
"vado a vedere la Roma fuori".
Da un
nome "storico" del Commando, ricevo questa precisazione, che
inserisco per intero:
"Ciao
Lorenzo, stavo
leggendo gli ultimi aggiornamenti del sito ieri sera e ho
letto il tuo resoconto di Bergamo 84/85. Mi è
piaciuto molto anche perchè pure io ero un pischello allora
e le sensazioni erano più o meno le stesse ...! Volevo solo
fare una piccola correzione: lo striscione di cui si
appropriarono i bergamaschi (approfittando del fatto che
tutti noi eravamo "distratti" dai tafferugli) non era Ultrà
Roma bensì quello de "La Vecchia Guardia" e fu Enzo Aliotta
(non Geppo) ad andare di là in Curva Nord a riprenderselo
(grazie ai 'buoni uffici' delle vecchie BNA). Questo me lo
ricordo piuttosto bene, anche perchè ne parlammo molto sul
pullman sulla via del ritorno per Roma. Un' altra
cosa che mi ricordo è che usciti dalla curva nostra, il
piazzale era pieno di atalantini, comprese le BNA, con
Moretti (un gigante per stazza) in prima linea. Gli unici
delle BNA che non erano lì a caricare erano quelli con cui
noi eravamo più in amicizia ed in contatto. Sulla via verso
il parcheggio dei pullman, mi ricordo anche io mille
tentativi degli atalantini di venire in contatto con noi,
anche grazie ad un servizio di scorta RIDICOLO. Ad ogni modo
sono più che certo che quel giorno guadagnammo molti punti
in quanto li facemmo correre parecchio, mi ricordo come
fosse ieri che li inseguimmo molte, molte volte. P.S. tra
l'altro vale la pena di ricordare che i Fegati Spappolati
nacquero in occasione di quella trasferta ...!!" IL RICORDO DI UN EX-MODS "mi ha
incuriosito la storia di Atalanta-Roma del settembre 1984
perchè mi ci trovai proprio in mezzo. All'epoca ero amico di
un capo delle BNA, Leo, che mi stampò anche le sciarpe dei
Mods, gruppo al quale appartenevo. Fummo accolti molto bene ed
andai anche in curva Nord prima della partita ma capimmo
subito che qualcosa non andava: infatti uno dei Wild Kaos
voleva che mi togliessi la sciarpa. Comunque le botte furono
causate (lo so benissimo perchè avvennero il gradino sotto il
mio) da un romanista (uno che somigliava a Ninetto Davoli che
già la mattina aveva fatto un pò di casino fuori dallo stadio)
ed uno di Bergamo (sulla 35ina, con i baffi) che, per futili
motivi che non ricordo, se le diedero di santa ragione
allargando la rissa sempre più fino all'entrata in curva degli
atalantini. Dopo tutta la bufera la sera addirittura andammo a
cena con alcuni delle Brigate ma capimmo che i baci e gli
abbracci di qualche ora prima era ormai lontanissimi".