ARMI CHIMICHE ALLO STADIO… 
normativa per gli “aggressivi chimici”: sono nella terza fascia delle armi da guerra.
La giurisprudenza annovera in questa fascia tutte le sostanze gassose, liquide, o
solide che diffuse nell’aria o sul terreno, producono negli esseri viventi lesioni 
anatomico- funzionali di natura tali da compromettere, in via definitiva o solo anche
temporanea, dell’organismo umano. In relazione agli effetti, queste sostanze si 
distinguono in asfissianti, tossiche, vescicatorie, nervine, irritanti come i 
lacrimogeni. 

Quindi si può dire che l’uso della miscela CS è una vera e propria arma da guerra,
eppure vengono usati tranquillamente e in abbondanza come fossero semplici 
petardi, un pò esagerato per uno “sfollagente”. 
Lo abbiamo visto a Genova per il G8, certo, evento molto diverso da una semplice
partita di campionato ,ma i gas usati lì sono uguali, cambia solo la quantità. 
Tantissima gente anche persone che non sono state coinvolte direttamente negli 
scontri con le “forze dell’ordine” hanno avuto problemi respiratori, dissenteria e 
attacchi d’asma anche dopo settimane dalla fine delle manifestazioni. L’ aspetto 
più inquietante è che questi effetti fastidiosi, ma sempre pur minori, si sono 
verificati anche sui poliziotti che li lanciavano oltre che sui manifestanti, e sono 
consistiti in varie allergie epidermiche su tutto il corpo. 
Il perché? Dopo varie ricerche su internet si è trovata in parte la risposta: queste 
miscele possono modificare geneticamente i cromosomi del sangue. Abbiamo 
un’altra prova della pericolosità di questi Gas, il CS micronizzato e mescolato con
un antiagglomerante o trattato con idrorepellenti a base di silicone (formule note
come CS1 e CS2) può rimanere attivo per giorni e settimane, se polverizzato sul 
suolo. Ciononostante, è considerato dai produttori e dalle forze di polizia come 
un'arma non letale. A Québec, dove di CS si fece un uso smodato per reprimere le
manifestazioni contro il Trattato dell'Area di libero commercio delle Americhe 
[aprile 2001], l'ufficio di pubblica igiene avvisò i residenti di indossare guanti di 
gomma e lenti protettive nel trattare i residui, ed anche di gettar via cibo 
contaminato, rimpiazzare i filtri dell'aria condizionata, e lavare l'esterno delle 
abitazioni, ma a Genova nessuno si è preoccupato di avvertire i cittadini di questi
pericoli.
Bisogna prendere precauzioni, chiunque si trovi al contatto con questi gas non si 
deve toccare il viso, deve utilizzare subito acqua fredda e per lavare le parti 
contaminate può essere utile un fazzoletto bagnato con acqua e succo di limone 
da appoggiare sul naso e sulla bocca per facilitare la respirazione. 
Diffondere queste notizie in tutti gli ambienti servirà sicuramente per ottenere 
maggiori informazioni e se necessario chiedere la messa al bando di questi gas.
Con la salute delle persone non si scherza!!

Lacrimogeno non solo velenoso, ma anche sparato ad altezza d'uomo

A sinistra: posizione corretta, a destra: posizione scorretta, ad altezza d'uomo
Il gas "Cs" è una sostanza chimica messa al bando dalla 
convenzione di Ginevra che invece viene ammesso per 
risolvere problemi di ordine pubblico. L’Unione europea, lo 
scorso anno, ha messo a punto un lungo documento nel quale
sottolinea l’inopportunità di usare questo gas proprio perché 
può provocare degli effetti collaterali anche irreversibili.
Lettera di un senatore (Martone Francesco) inviata il 05-02-2002 al ministero
dell'interno dopo i fatti di genova. 
Al Ministro dell'interno. Premesso che: 
durante il G8 di Genova la polizia italiana ha sparato contro i 
manifestanti migliaia di candelotti lacrimogeni, prodotti in Italia 
dalla Simad s.p.a. con sede a Carsoli, composti da 
"ortoclorobenzalmalonitrile" e recanti la scritta, "cartuccia 40 mm a 
caricamento lacrimogeno al CS, STA - 1 - 98"; il gas che scaturisce 
dalla cartuccia si diffonde sotto forma di nebbia o fumo di 
particelle sospese, la cui efficacia deriva dalla proprietà 
irritante, molto forte, per la pelle e le mucose nonché dalla 
capacità, anche se impiegato in dosi minime, di causare congiuntivite 
istantanea con blefarospasmo, irritazione e dolore, sintomi 
accentuati in presenza di condizioni di tempo caldo o umido; il CS 
micronizzato e mescolato con un anti-agglomerante o trattato con 
idrorepellenti a base di silicone può rimanere attivo per giorni e 
settimane, se polverizzato su suolo; la concentrazione letale di CS 
per il sistema polmonare del 50 per cento di una popolazione adulta è 
stata stimata essere dai 25mila ai 150mila mg per metro cubo; se 
lanciata all'esterno una granata CS genera una nube di 6-9 metri di 
diametro, al centro della quale si può produrre una concentrazione di 
2000-5000 mg per metro cubo; considerato che: 
il "Times" di Londra riporta in un servizio che alcuni laboratori 
negli USA stanno lavorando ad armi non letali a base di bombe che 
rilasciano odori nauseabondi, proprio per evitare le 
controindicazioni legate al CS ed altri lacromogeni; nell'aprile del 
2001, a Quèbec la polizia locale fece uso di gas CS per reprimere una 
manifestazione contro il Trattato dell'Area di libero commercio delle 
Americhe ed in seguito all'uso dei gas CS l'ufficio di pubblica 
igiene avvisò i residenti di indossare guanti di gomma e lenti 
protettive nel trattare i residui, nonché di gettare via il cibo 
contaminato e sostituire i filtri dell'aria condizionata; alcuni dei 
manifestanti di Quèbec, dopo alcune settimane, riferivano di 
difficoltà respiratorie con sintomi simili all'influenza, mentre le 
donne denunciavano casi di mestruazione prematura; altri casi con 
denuncie di sintomatologia analoga a quella precedentemente 
illustrata si sono verificati nella Corea del Sud, dove la 
commissione medica coreana, dopo aver constatato gli effetti 
devastanti dell'uso di gas lacrimogeni, definiva tale pratica 
"disumana e non accettabile dal punto di vista medico" e comparabile 
"ad una operazione di guerra chimica contro popolazioni civili" 
chiedendone quindi la totale messa al bando; secondo uno studio 
pubblicato nel 1989 dal "Journal of the American Medical 
Association", il CS assorbito verrebbe metabolizzato nei tessuti 
periferici sotto forma di cianuro, nota sostanza cancerogena, può 
arrecare danni al sistema respiratorio dei bambini e casi di danno 
cromosomico, può essere "molto, molto tossico" se usato nelle dosi 
sbagliate, e la " possibilità di conseguenze mediche di lungo termine 
quali formazioni di tumori, effetti sull'apparato riproduttivo e 
malattie polmonari è particolarmente preoccupante, considerando 
l'esposizione alla quale vengono sottoposti dimostranti e non 
dimostranti in caso di operazioni di ordine pubblico"; il Parlamento 
europeo (European Parliament Directorate General for Research 
Directorate A The Stoa - Scientific and Technological Options 
Assessment - Programme) commissionò uno studio specifico sull'uso di 
gas lacrimogeni, nel luglio 2000, che informava sull'esistenza di una 
pubblicistica sterminata sul CS, composta di oltre 115 articoli; 
sempre secondo i dati dello STOA, il CS può causare, ad alti livelli 
di esposizione, polmonite ed edema polmonare fatale, disfunzioni 
respiratorie, gravi gastroenteriti ed ulcere perforanti; l'Italia ha 
ratificato nel 1925 il protocollo di Ginevra contro l'uso di sostanze 
soffocanti o gas e nel 1969 ottanta paesi hanno votato per la messa 
al bando di gas lacrimogeni in operazioni di guerra; esisterebbe una 
scappatoia legale che consentirebbe l'uso di tali sostanze dannose, 
poiché la Convenzione sulle armi chimiche non proibisce l'uso di gas 
tossici in operazioni pacifiche, si chiede di sapere: 
quale Organo istituzionale abbia autorizzato l'uso del gas CS a 
Genova, se lo stesso fosse a conoscenza degli effetti di tale gas e 
se siano stati utilizzati in quella o in altre circostanze diversi 
tipi di sostanze tossiche o nocive; se non si ritenga opportuno 
vietare immediatamente l'uso di gas tossici e gas CS durante 
dimostrazioni di piazza; se, prima del loro impiego, siano stati 
effettuati test analitici sulla pericolosità dei suddetti gas per la 
salute dei cittadini e a tutela degli operatori dell'ordine pubblico, 
nel rispetto del principio di precauzione; per quali motivi e per 
responsabilità di quale Autorità i cittadini residenti ed i 
manifestanti presenti a Genova non siano stati informati delle 
accortezze igienico-sanitarie necessarie per scongiurare eventuali 
danni fisici conseguenti al contatto con i gas; da quanti anni sia in 
uso il gas CS da parte delle forze dell'ordine e se le stesse siano 
state messe a conoscenza dei danni biologici che tali sostanze 
possono procurare. 



"Mi auguro che nella risposta all'interpellanza il sottosegretario abbia avuto dal ministro della salute anche le informazioni utili per quanto di sua competenza perché il tema che poniamo in questa interpellanza urgente è assai delicato, dato che interessa la salute di tutti i cittadini, in particolare di quelli che, in situazioni di manifestazione delle loro idee, possono trovarsi in rapporto con l'azione delle forze di polizia, azione che prevede anche l'uso di un gas particolare, il Cs, sul quale, appunto, abbiamo articolato una serie di domande spinti da una forte preoccupazione. 
Questo gas è stato ritenuto utilizzabile dalle forze di polizia attraverso il decreto del Presidente della Repubblica n. 359 del 1991, un regolamento che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione all'amministrazione della pubblica sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia. 
Il comma 2 dell'articolo 12 del suddetto decreto del Presidente della Repubblica reca che gli artifici sfollagente si distinguono in artifici per lancio a mano e artifici per lancio con idoneo dispositivo o con arma lunga. Entrambi sono costituiti da un involucro contenente una miscela di Cs, orto-clorobenzaldeide-malonitrile (OBCM), o agenti similari ad effetto neutralizzante reversibile. 
Ormai, vi sono elementi dai quali è possibile desumere che si tratta di un gas molto pericoloso nella sua utilizzazione. Valga, ad esempio, uno studio - commissionato dal Parlamento europeo, nel luglio 2000 - sull'uso di gas lacrimogeni, che informava circa l'esistenza di una pubblicistica sterminata su tale composto, rinvenuta in circa 115 articoli. Tale ricerca concludeva nel senso che il Cs può causare, ad alti livelli di esposizione, polmoniti ed edema polmonare fatale, disfunzioni respiratorie, gravi gastroenteriti ed ulcere perforanti. 
Non solo in Europa, ma anche negli altri paesi, è stato riscontrato e bandito, addirittura, l'utilizzo di questo gas. Cito, ad esempio, la Corea del Sud, dove l'utilizzo di questo gas è stato definito disumano, non accettabile dal punto di vista medico e comparabile ad un'operazione di guerra chimica contro popolazioni civili, concludendo per la richiesta di messa al bando. La stessa cosa avvenne nel 2001 in Québec dove, all'esito dell'utilizzo del gas, nei giorni successivi, fu disposto di gettare via il cibo contaminato e di sostituire i filtri dell'aria condizionata. E, nel trattare i residui, si richiese di indossare guanti di gomma e lenti protettive".

RICERCA DI LUCA
Molto probabilmente il prodotto contenuto in tali lacrimogeni è il 
gas “Cs”, che dopo essere stato usato nel mondo in Perù, Bolivia, 
Palestina, Irlanda del Nord ed Ecuador, qualche anno fa è arrivato
anche in Italia e avrebbe effetti dannosi e permanenti sulla salute, 
insomma un arma chimica usata contro noi ultras (ed anche durante
alcune manifestazioni) ma rischiosa per tutti, forze dell’ordine 
comprese.  Ma non è tutto perchè analizzando ancora di più il 
problema abbiamo scoperto altre cose: oltre al paradosso di un gas
- temuto se nelle mani di terroristi ma usato contro cittadini inermi -
siamo venuti a conoscenza che, in passato, sono state depositate 
denunce da parte di persone che hanno riportato danni ai polmoni, 
alla pelle, e c’è anche un tumore alle vie urinarie. 
Tutti noi abbiamo ancora in mente il fiato corto, i polmoni e il cuore 
che sembravano arrivare in gola, le lacrime che bruciavano attorno
agli occhi, quella voglia di vomitare e il ventre 
sconquassato...infatti il gas ha degli effetti genotossici, in altre 
parole è cancerogeno!!!  Un organismo scientifico del parlamento 
Europeo, lo Stoa, qualche anno fa ha dedicato al “CS” un lungo 
studio valutando la pericolosità del suo utilizzo
per la gestione dell’ordine pubblico e segnalandone l’alta tossicità
se utilizzato in luoghi stretti, chiusi e privi di vie di fuga. Il gas, 
infatti se respirato in queste condizioni ambientali provocherebbe 
ustioni, gastroenteriti, dermatiti e asma.  Insomma qui c’è 
veramente da chiedersi come possa essere legale l’uso di questo 
gas, che sparato in grosse quantità potrebbe provocare pericolosi 
problemi a noi e a tutte quelle persone che lo respirano o che lo 
hanno respirato, donne e bambini compresi!!  Il gas è letale, in 
apparenza, per via del Dpr 359 del ‘91 che però, all articolo 12, 
stabilisce anche che le sostanze utilizzate abbiano “effetti 
reversibili”. In ambito internazionale il “Cs” è messo al bando, 
come arma da guerra, dalla Convenzione di Ginevra del ‘25, ma 
ammesso per le  operazioni di ordine pubblico. Tuttavia, una nuova
Convenzione (Parigi ‘93, ratificata dall’Italia nel ‘95 ed entrata in 
vigore deu anni dopo) proibisce uso, produzione e stoccaggio di 
armi chimiche tra cui uno dei metaboliti del  ”Cs”: l’acido cianidrico,
più noto come cianuro.  Nessuno sa ancora che cosa ci sia 
esattamente in un candelotto lacrimogeno per via del segreto 
militare e neppure che cosa produca a lungo termine sugli esseri 
umani, una cosa è certa: da un pò di tempo le forze dell’ordine 
hanno cambiato modo di eseguire le cariche dopo aver sparato 
questi lacrimogeni...anche loro quindi non li vogliono respirare e 
così prima di caricare aspettano che questi si siano dissolti in parte
nell’aria (chissà come mai???).  I nostri dubbi riguardo l’utilizzo e la
legalità di questi lacrimogeni aumentano sempre di più!!!”

CALCIO. USO DI GAS NOCIVI DURANTE IL DERBY
Un filo, purtroppo non solo sportivo, collega i campi di calcio di 
quasi tutta Italia fino all'ultimo derby romano: I famigerati 
lacrimogeni al Cs sparati dalle forze dell'ordine. Un uso eccessivo 
fatto senza precauzioni, senza avvertire nessuno (nemmeno gli 
stessi poliziotti) delle possibili conseguenze. Da tempo difatti 
anche i rappresentanti del sindacato delle forze dell'ordine hanno 
ammesso che il Cs non andrebbe usato considerate le 
conseguenze sanitarie denunciate da operatori di polizia nell' 
immediatezza o nelle ore successive all'uso dei lacrimogeni. 
Testimoni, non solo ultras ma genitori e gente tranquilla, 
raccontano, intervenendo a radio romane dopo la partita 
Lazio-Roma del 21 marzo, quei terribili momenti avendo ancora in
mente il fiato corto, i polmoni e cuore che sembravano arrivare in 
gola, le lacrime che bruciavano e quella voglia di vomitare. Sono i 
cosiddetti effetti primari di quel gas con effetti genotossici. Sul 
caso è intevenuto con una interrogazione parlamentare il senatore
dei verdi Francesco Martone, che da anni si batte contro l'uso di 
questi gas denunciandone l' utilizzo già dai fatti del G8 di Genova. 
Il parlamentare ricorda che pochi giorni dopo l'11 settembre con l'
attacco alle torri gemelle, il ministero della Salute italiano emana 
una circolare "ad alta priorità" per segnalare il pericolo concreto 
che i terroristi di Al Qaeda utilizzino armi chimiche "come ad 
esempio il Cs" esposti al quale, secondo il dicastero Sirchia, si 
rischia l'edema polmonare ossia il soffocamento. Ma il Cs è lo 
stesso gas lacrimogeno sparato a Roma, dalle forze di polizia.

Il sito della Simad Spa che produce questi artifizi
http://www.simadspa.it/artifizi.htm
Il primo deposito di armi chimiche lo abbiamo in Italia!
Il libro "L'Amor mio non muore", pubblicato per la prima volta nel 1971, dedica un intero capitolo ai gas lacrimogeni utilizzati dalle forze dell'ordine e descrive in dettaglio le tipologie di gas esistenti, i loro effetti e le modalità di difesa da parte di chi li subisce. 

Lo stato gassoso 
Artifici nebbiosi, fumogeni, lacrimogeni - Secondo il manuale delle guardie di pubblica sicurezza gli artifici nebbiogeni, fumogeni e lacrimogeni" sono uno dei "mezzi di coazione" a disposizione dei poliziotti. 

Questi artifici sono consegnati agli agenti di P.S. insieme al tromboncino mod. 61, nel caso il reparto fosse dotato ancora del vecchio moschetto modello 91, o del tromboncino speciale per il fucile automatico leggero FAL-BM 59 calibro 7,62, modello unificato di recente adottato dalla gendarmeria capitalista dei Paesi della NATO. 

Per la repressione del proletariato le forze dell’ordine usano soltanto (almeno per ora) gli artifici lacrimogeni. Questi sono fabbricati in diversi tipi. Gli agenti di pubblica sicurezza hanno in dotazione il "Candelotto Lacrimogeno NL" mentre i carabinieri hanno l’"Artificio Unificato Modello 60 Lacrimogeno".   

Candelotto lacrimogeno NL - (per lancio a mano o con fucile). Questo artificio è di forma ogivale con rivestimento in plastica, contiene nitrocellulosa e CN. Quando si deve usare a mano si svita dal fondo il tappo di protezione e si tira la cordicella d’accensione, altrimenti si avvita ad un "codolo" con alette. Il codolo si investe sul tromboncino applicato alla volata del moschetto. La cartuccia di lancio
è una cartuccia calibro 6,5 di moschetto TS. L’accensione con miccia di ritardo avviene al momento
dello sparo. Il ritardo è di qualche secondo. Questo artifizio è normalmente tirato con il moschetto inclinato a 45 gradi. Grazie alla sua forma aereodinamica viaggia alla velocità di circa 70 metri al econdo. Compie la sua traiettoria in genere a parabola ed ha una gittata di circa 250 metri. Fidando
del fatto che l’artifizio in questione è in plastica spesse volte lo si è visto tirare ad altezza uomo; questo fatto viene regolarmente denunciato dai compagni e smentito dai questori. 

Artifizio Unificato Modello 60 Lacrimogeno - (per lancio a mano o con fucile). Artifizio di forma cilindrica con rivestimento in lamierino, contiene nitrocellulosa e CN. Lo si può usare sia a mano che lanciato con il fucile. Quando si stacca il tappo di protezione e si avvita il codolo ricorda la famigerata "ballerina", la bomba a mano tedesca. Il codolo si investe sul tromboncino applicato alla
volata di un fucile automatico leggero calibro 7,62 Nato. Anche per questo artifizio l’accensione è a
frizione con miccia di ritardo. Viaggia alla velocità di 50 metri al secondo ed ha una gittata di poco
superiore al Candelotto Lacrimogeno. Anche questo è spesso sparato ad altezza uomo. 

Aggressivi invalidanti - Gli aggressivi chimici possono essere di due tipi: aggressivi letali ed aggressivi invalidanti. I primi si suddividono in aggressivi asfissianti, vescicanti e aggressivi tossici per il sangue come l’idrogeno solforato. I secondi comprendono la famiglia dei cosiddetti gas lacrimogeni e gas 
nervini. 

Sono genericamente indicati come gas lacrimogeni i seguenti gas: clorosolfonato dio-dianisina, 
cloroacetone, acroleina, bromuro di benzile, bromoacetato di etile, ioduro di benzile, 
dicloroformossina, iodoacetone, bromoacetone, omega-cloroacetofenone, defelilcloroarsina, 
defenilicianoarsina, difenilamminoclorairsina, orto-clorobenzalmalononitrile, bromuro di cianogeno, 
cloruro di cianogeno, acido cianidrico, più alcuni altri che non sono più prodotti o sono stati prodotti in piccole quantità e mai usati per la repressione civile e militare. 

CN, CS - Gli artifici lacrimogeni in dotazione alle forze dell’ordine italiane e usualmente impiegati
anche nei rimanenti cosiddetti Paesi civili della Nato sono caricati con il CN. Il CS e l’adamsite non
vengono ancora usati in Italia a causa dei loro effetti sul sistema nervoso (provocano psicosi 
d’angoscia) e per le eventuali lesioni, prolungate anche dopo la gasazione o permanenti, che 
potrebbero produrre sui ragazzi, sulle donne, sulle persone anziane e su tutti coloro che fossero, nel 
momento dell’attacco repressivo, ammalate alle vie respiratorie o agli occhi o avessero eczemi 
cutanei in corso. Riteniamo comunque che se si dovessero verificare nel nord del Paese o nelle città
a forte immigrazione episodi insurrezionali della portata di Reggio Calabria le forze dell’ordine, in 
concorso con le Forze Armate, non esiterebbero ad usare anche il CS. Vediamo adesso le 
caratteristiche di questi tre gas e di alcuni loro derivati: 

CN, omega-cloro-acetofenone: Polvere bianca, studiata come prodotto di guerra chimica per 
determinate azioni strategiche sui centri urbani o contro assembramenti di persone. Provoca 
soprattutto lacrimazione e irritazione della pelle (vedi tabella). 

CNS: Miscela di cloro-acetofenone e cloropicrina sciolti in un solvente molto volatile. 

CNL: Miscela di cloro-acetofenone e nitrocellulosa. La nitrocellulosa è un composto chimico ottenuto
per l’azione dell’acido nitrico sulla cellulosa, il composto è esplosivo. 

CS. orto-cloro-benzal-malononitrile: Questo composto aggressivo fu studiato dagli inglesi, che ne 
realizzarono le prime partite sperimentali intorno al 1949, espressamente per la repressione delle
rivolte proletarie, partendo da alcune ricerche americane condotte intorno al 1929. E’ dotato di 
proprietà irritanti maggiori di quelle del CN e leggermente inferiori a quelle dell’adamsite. Il CS
colpisce dapprima gli occhi provocando forme congiuntivitiche di estrema gravità accompagnate da
sensazione di bruciore e di dolore che durano per molto tempo anche dopo che l’esposizione ai gas
è terminata. Accanto a questi effetti il CS provoca anche difficoltà nella respirazione, tosse, 
oppressione al petto. 

Quando l’esposizione è molto prolungata i soggetti sono colpiti da enfisema polmonare con 
emorragia, nausea e conati di vomito. L’azione aggressiva del gas è così repentina e completa che i
soggetti esposti, in genere, vengono assaliti anche da psicosi d’angoscia che li rende incapaci di 
difendersi e di reagire alla situazione. Alcuni autorevoli membri del W.H.O. (Organizzazione 
Mondiale della Sanità ritengono che il CS abbia capacità cancerogene (vedi tabella). 

CS-1: Si ottiene fissando il CS su uno strato di gel di silice. E’ uno dei modi di spargimento del CS. 

CS-2: Si ottiene fissando il CS con il silicone che lo libera lentamente. Questa composizione riesce a conservare per settimane la concentrazione efficace. (Le nubi di gas grigiastro che si alzano sinistre
là dove lo scontro fra il proletariato e la repressione è più forte devono la loro colorazione alla 
nitrocellulosa o agli elementi fumogeni aggiunti. Questa colorazione da una parte serve a 
localizzare la presenza dei gas nell’aria e a favorirne la diffusione, dall’altra a reprimere 
psicologicamente le forze di decolonizzazione). 

Legittimità dell’uso dei gas - E’ legittimo, anche dal punto di vista della morale borghese, gasare il 
proletariato, in nome dell’assurdo pregiudizio della difesa dell’ordine pubblico?. 

L’"Internazionale Capitalista" che va sotto il nome di Nazioni Unite per bocca del suo segretario 
generale ha recentemente riaffermato nella relazione introduttiva all’anno 1969 quanto segue: 
<<invitiamo i membri di questo consesso a proclamare chiaramente che i divieti contenuti nel 
Protocollo di Ginevra si riferiscono all’uso in guerra (il corsivo è nostro) di tutti gli agenti chimici, 
batteriologici e biologici – inclusi i gas lacrimogeni e altri agenti di disturbo - ora esistenti o che 
potranno essere studiati in avvenire>>. Dunque due morali, la morale di guerra che serve quando il 
capitale scaglia i proletari l’uno contro l’altro e la morale di pace (sic) quando il proletariato si scaglia
contro l’ideologia dominante. In questa seconda situazione, molto più pericolosa per i padroni, le 
belle maniere non contano più. Questo bimoralismo, del resto, era chiaramente affiorato fin dalle 
prime riunioni del famoso Sottocomitato insediato dalla Società delle Nazioni nel lontano 1924. Il 
testo preparatorio francese del protocollo di Ginevra del 1925 considerato dall’opinione pubblica
come il più categorico e severo diceva testualmente: << Il fatto che per il mantenimento dell’ordine
interno la polizia possa usare occasionalmente contro i trasgressori della legge varie attrezzature che
scaricano gas, non può, secondo l’opinione della delegazione francese, essere addotto in sede di
discussione su questo punto, poiché il Protocollo o Convenzione in questione si riferisce soltanto 
all’uso di gas tossici o simili in tempo di guerra>>. La miseria della contraddizione fra l’impiego in 
tempo di pace di certi gas e il divieto in tempo di guerra fu esplicitata altrettanto bene nel 1932 (8 
novembre) dal delegato amerikano durante i lavori della Commissione Generale della Società delle
Nazioni insediata nel giugno dello stesso anno. Il Wilson dichiarò essere << fuori questione l’uso del 
gas lacrimogeno in tempo di guerra, tuttavia la delegazione degli Stati Uniti avrebbe trovato qualche
difficoltà ad accettare l’impegno di rinunciare all’uso ed alla fabbricazione di questo gas per le 
necessità delle operazioni di polizia interna al Paese >> (il corsivo è nostro). Suggerì anche che 
venisse inclusa nella relazione una clausola che autorizzasse l’addestramento delle forze di polizia
all’uso di questi gas a scopi di pubblica sicurezza. Mai uno sporco disegno di repressione era stato più
esplicitamente espresso in tale postribolo! Ma l’impudenza del delegato amerikano non si fermò qui. 
Durante la discussione del Comitato Speciale per le armi chimiche, batteriologiche ed incendiarie 
che si riunì nei mesi successivi, questo porco dichiarò che il governo degli Stati Uniti era disposto a 
rinunciare all’uso di sostanze lacrimogene a scopi militari in tempo di guerra, ma in questo caso 
sollecitava i membri del Comitato a dichiarare che l’uso dei gas lacrimogeni da parte della polizia 
per proteggere la proprietà privata, doveva essere considerato lecito. (Il corsivo è nostro). 

Nelle successive riunioni questo argomento non fu più sollevato in quanto fu tacitamente accettato 
da una parte il fatto che il gas lacrimogeno fosse incluso nell’elenco dei gas proibiti in guerra e 
dall’altra che ogni Stato era libero di farne l’uso che voleva nelle operazioni di polizia interna.

Il protocollo numero 3 che modifica e completa il trattato di Bruxelles del 1948 riafferma questi 
principi morali dicotomici: << Si definiscono armi chimiche qualsiasi attrezzatura o apparecchio 
concepito espressamente per l’uso a scopi militari (il corsivo è nostro), di sostanze chimiche asfissianti
, tossiche, irritanti, paralizzanti, eccetera…>>. Dove irritanti sta anche per gas lacrimogeni. Il disegno repressivo che la fabbricazione, il commercio e l’uso di questi gas sottintende non potrebbe essere 
più chiaro. 

Chi fabbrica i gas lacrimogeni?: Una delle << premiate e rinomate >> fabbriche di altri tempi era la 
"Ditta Mortini Camillo" che produceva il "Candelotto Triplo Lacrimogeno sfollagente" per lancio a 
mano. Il CN e il CS, invece, sono prodotti dalla "ICI" (Imperial Chemical Industries Ltd.) e dalla 
Divisione Chimica Lake Erie della << Smith & Wesson>>. La sede italiana della "ICI" si trova a 
Milano in viale Isonzo 25. I prodotti della Smith & Wesson non sono ancora venduti in Italia. Per 
quanto riguarda l’approvvigionamento militare la "Bpd_Snia Viscosa" è la più importante fornitrice di
polvere da sparo e munizioni di ogni tipo dell’esercito italiano. Si può stimare che i due terzi del suo 
fatturato militare (circa 20 miliardi di lire) sono rappresentati da questa voce. 

Inchiesta su un candelotto 
di Francesco Martone 
Un senatore verde, Francesco Martone, viene investito, come centinaia di migliaia di altri, da una 
nuvola di gas lacrimogeno, a genova, nei giorni del g8.sta male, molto male, come tutti.però 
raccoglie uno di quei bossoli, sul quale è scritto che conteneva un certo gas, denominato cs.nei mesi
successivi, martone si documenta, indaga, chiede.escopre quel che qui racconta.che quel gas è 
messo al bando dalla convenzione mondiale sulle armi chimiche, ma solo per il suo uso in tempo di
guerra.che è estremamente dannoso, può provocare danni permanenti, può avere effetti sui 
cromosomi delle persone, che tra le famose armi chimiche di saddam hussein c'è appunto il cs. e, di 
conseguenza, constata che l'eccessivo uso che la polizia italiana ne ha fatto a genova è stato fatto 
senza precauzioni, senza avvertire nessuno [nemmeno gli stessi poliziotti]delle possibili 
conseguenze. 
E' uno scandalo italiano: quello di un potere che dimostra il più totale disprezzo per la salute [e i 
diritti]dei cittadiniUsato in Vietnam, messo sotto accusa perché in possesso dell'Iraq, oggetto di una 
richiesta di messa al bando da parte dell'associazione dei medici sudcoreani, studiato con 
preoccupazione negli Usa: è il gas CS, che la polizia italiana ha sparato al G8 di Genova addosso
alla gente CHI ERA A GENOVA LO RICORDA. 
Ricorda il fiato mozzato, il cuore in gola, l'impossibilità di respirare, la pelle bruciata e gli occhi pieni
di lacrime. Ricorda la sensazione di vomito e nausea, immediata, ed il bruciore allo stomaco, i dolori al fegato. 
Ce n'erano a migliaia, di bossoli di alluminio per le strade di Genova, "cartuccia 40 mm a 
caricamento lacrimogeno al CS, STA - 1- 98", c'è scritto su uno che ho raccolto nei pressi della Fiera
e che ancora tengo a futura memoria. I fumi delle migliaia di lacrimogeni, poi, si sono diradati, ma
non con essi l'impegno di chiedere giustizia per i fatti di Genova, per le percosse brutali, la morte di
Carlo Giuliani, la sospensione dello stato di diritto. Questo lavoro attraversa mille strade, si sperde per
mille tracce. Una di queste, è quella del gas, il CS appunto, usato in abbondanza a Genova. Questo
gas sembra essere il comun denominatore della repressione poliziesca: usato a Seattle, a Québec, a 
Genova, come a Londonderry, Waco, a Seul, in Palestina, in Malesia, in Perù. Dietro il CS si snoda
una storia inquietante, fatta di studi medici, di testimonianze dirette, di morte. Una storia che si apre 
leggendo l'ultimo libro di Gore Vidal, "La Fine della Libertà - verso un nuovo totalitarismo?", nel 
quale si parla della strage di Waco, quando il 19 aprile del 1993 gli agenti dell'Fbi posero fine al 
lungo assedio alla sede della setta dei Davidiani, usando gas CS e carri armati. Secondo alcune 
analisi, fu proprio il CS a innescare l'incendio nel quale morirono 82 Davidiani. 
Brutta storia, questa del CS, e più si scava più peggiora. Per iniziare, il CS, sigla per 
chlorobenzylidene malonitrile, in italiano "ortoclorobenzalmalonitrile" è stato sviluppato negli anni
'50 dal Chemical Defence Experimental Establishment [Porton, Inghilterra]. Una rapida navigazione
su Internet ci rivela che in Italia i candelotti al CS li produce una tal ditta Simad s.p.a. di Carsoli, in
provincia dell'Aquila [sono suoi i lacrimogeni in copertina, ndr]. Il sito, corredato di foto di candelotti 
in bella vista ci dice che la cartuccia lacrimogena M38/STA-CS è composta da un bossolo in 
alluminio, una carica propulsiva e da un proiettile in alluminio contenente la carica lacrimogena
compressa e che "è utilizzato dalle Forze dell'Ordine in tutti quei casi in cui si ha bisogno di 
disperdere riottosi ad una distanza di sicurezza". 
Il CS è quindi una sostanza cristallina usualmente mescolata con un composto pirotecnico in una 
granata o candelotto. Si diffonde sotto forma di nebbia o fumo di particelle sospese. La sua efficacia
deriva dalla proprietà irritante, molto forte, per la pelle e le mucose, e di agente lacrimante anche in
dosi minime. Gli effetti caratteristici sono una congiuntivite istantanea con blefarospasmo, irritazione
e dolore. Questi sintomi sono accentuati in presenza di condizioni di tempo caldo o umido. A 
Genova infatti era caldo, ma che caldo... 

Danni cromosomici 
Il CS micronizzato e mescolato con un antiagglomerante o trattato con idrorepellenti a base di 
silicone [formule note come CS1 e CS2] può rimanere attivo per giorni e settimane, se polverizzato
sul suolo. Ciononostante, è considerato dai produttori e dalle forze di polizia come un'arma non 
letale. A Québec, dove di CS si fece un uso smodato per reprimere le manifestazioni contro il 
Trattato dell'Area di libero commercio delle Americhe [aprile 2001], l'ufficio di pubblica igiene 
avvisò i residenti di indossare guanti di gomma e lenti protettive nel trattare i residui, ed anche di 
gettar via cibo contaminato, rimpiazzare i filtri dell'aria condizionata, e lavare l'esterno delle 
abitazioni. I genovesi ricordano di aver ricevuto tali istruzioni? 
Alcuni dei manifestanti di Québec, ancora dopo quattro settimane avevano riferito di difficoltà 
respiratorie, e sintomi simili all'influenza. Almeno cento donne denunciarono casi di mestruazione 
prematura. 
Secondo uno studio pubblicato nel 1989 dal Journal of the American Medical Association, il CS 
assorbito verrebbe metabolizzato nei tessuti periferici sotto forma di cianuro, nota sostanza 
cancerogena. Uno degli autori di questo studio, Bailus Walker, professore di tossicologia ambientale
all'Università Howard, ha studiato le complicazioni polmonari nel corso di una visita negli ospedali
della Corea del Sud, nel 1987, dopo che la polizia locale aveva usato il CS contro i dimostranti. Il
dottor Walker riscontrò danni al sistema respiratorio di bambini, e casi di danno cromosomico, al 
punto da affermare che Il CS può essere "molto, molto tossico", se usato nelle dosi sbagliate. 

La miscela con altri gas 
Nel caso di Seattle, le denunce di danni gravi alla salute dei cittadini furono numerose, e raccolte 
dall'organizzazione di Los Angeles Physicians for Social Responsibility. Secondo uno dei suoi 
esponenti, il dottor Murphy, i sintomi documentati,amnesie, nausea e tremori sarebbero tuttavia più
da ricollegare all'esposizione ad agenti nervini, combinata con il CS. Insomma si sa troppo poco
sugli effetti del CS, sia da solo che con altre sostanze, per permetterne l'uso. 
A Seattle, come a Québec, i cittadini non hanno saputo cosa contenessero le cartucce di 
lacrimogeno CS. A Seattle, inoltre, il candelotto lacrimogeno conteneva un solvente notoriamente
cancerogeno, il cloruro di metilene, usato come propellente per le cartucce, e che causò molti più 
danni del CS. Alcuni dei sintomi associati a questa sostanza sono la letargia, confusione mentale, 
mal di testa, formicolio agli arti. 
Il mio candelotto al CS non dice nulla al riguardo. Lo annuso ed ancora puzza di qualche strana 
sostanza chimica. Ma sul sito internet della Simad non c'è nessun dettaglio al riguardo. L'azienda 
che fornì il CS al cloruro di metilene, la Defense Technology Corporation del Wyoming, si unì poi 
alla Federal Laboratories. Questa ditta, nel 1992, insieme alla TransTechnology Corp, fu oggetto di
una causa civile da parte delle famiglie di nove palestinesi uccisi da esposizione a CS, che continua
ad essere usato estensivamente dalle forze israeliane per reprimere l'Intifada. 
Torniamo ora in Corea. Secondo fonti di stampa il governo della Repubblica di Corea aveva 
ammesso l'uso di 351 mila candelotti lacrimogeni contro civili nel solo mese di giugno del 1987, 
molti di più di tutto il gas lacrimogeno usato nell'intero 1986. In Corea, i medici hanno constatato 
che varie centinaia di migliaia, se non milioni di civili erano stati esposti agli effetti del CS, senza 
essere stati poi debitamente assistiti. 
Gli esperti infatti consigliano di trattare l'esposizione ad alte concentrazioni di gas lacrimogeno, per
inalazione o ingestione, come quelle che possono occorrere in uno spazio chiuso o in prossimità 
dell'esplosione di un candelotto, con molta cautela, anzi consigliano un periodo di osservazione di
qualche giorno, poiché un edema polmonare potrebbe sopraggiungere solo un secondo tempo. 
"Il corteo delle tute bianche arriva fino all'angolo con il sottopassaggio della ferrovia, e si scatena lì il
primo inferno. La polizia lancia decine e decine di candelotti CS, un nuovo tipo di gas lacrimogeno, 
urticante, che toglie il respiro e provoca fortissimi bruciori sulla pelle". Lo racconta una testimonianza reperibile su internet: "Tutto il corteo, che si trova lungo una strada, chiusa da un lato dalla ferrovia, viene spinto all'indietro in una calca indescrivibile, mentre i lacrimogeni piovono a decine nel bel 
mezzo della ressa. L'aria è irrespirabile anche con le maschere, tutti quelli senza occhiali protettivi 
ben presto non vedono più nulla, e in mezzo alla folla che spinge disperatamente all'indietro 
vengono guidati da coloro che riescono ad intravvedere qualcosa". E ancora: "Gli effetti di questa 
riunione non si fanno attendere: una violenta battaglia inizia nella zona, con spari continui di 
lacrimogeni ad altezza uomo e continue cariche da parte di carabinieri e polizia". 
Se non bastasse, "i lacrimogeni sparati con la carabina, di quelli a lunga gittata, vengono diretti ad
altezza uomo da distanze di poche decine di metri. Un manifestante viene colpito in pieno petto, il 
rumore del violentissimo impatto del candelotto sul corpo è agghiacciante: cade a terra immobile, e
viene portato via di peso da quattro persone per essere caricato su un'ambulanza... Le camionette 
sfrecciano velocissime lungo le traverse, e dai tettucci la polizia lancia lacrimogeni sulla folla con la 
stessa disinvoltura di un giocatore di Playstation". 
Già, in prossimità dell'esplosione i rischi di edema polmonare o di altre gravi complicazioni sono 
altissimi, ci dicono i medici americani. A Genova i candelotti sono stati lanciati direttamente sulle 
teste della gente, o addirittura in pieno petto. Chi ricorda di essere stato curato o posto sotto 
osservazione per gli effetti dei gas lacrimogeni e non solo per le manganellate ed i calci? Ed i 
medici erano stati informati di tale eventualità? 

"Una pratica disumana" 
Secondo la commissione medica coreana "l'uso di gas lacrimogeni contro civili in Corea del Sud è
una pratica disumana e non accettabile dal punto di vista medico". Ed ancora: "Consideriamo l'uso
di gas CS e di altri gas lacrimogeni con effetti clinici comparabili, equivalente ad una operazione di 
guerra chimica contro popolazioni civili, e pertanto chiediamo la totale messa al bando dell'uso di 
queste sostanze". 
I medici raccomandarono poi al governo coreano di rendere immediatamente disponibili al pubblico
ed ai professionisti del settore medico e della salute pubblica dati relativi alla composizione chimica
di tutti i gas lacrimogeni usati, informazioni sulle concentrazioni e varie formule di questi agenti, 
precedenti studi tossicologici svolti o disponibili, ed ogni altra informazione tecnica rilevante per 
comprenderne le conseguenze mediche e sanitarie. "Il governo, inoltre, dovrà incoraggiare 
immediatamente scienziati e ricercatori a svolgere tutti gli studi epidemiologici e clinici necessari per
chiarire gli effetti degli agenti di gas lacrimogeni usati. Una tale ricerca dovrà essere svolta in 
maniera indipendente e comprendere gli effetti acuti e subacuti, cronici e di lungo periodo di tali 
agenti, in particolare su soggetti a rischio, bambini, neonati, anziani, soggetti con malattie croniche 
preesistenti e pazienti in degenza". È accaduto qualcosa del genere in Italia dopo il G8?
Non ricordo di aver letto nulla al riguardo neanche nei documenti delle indagini conoscitive. E il 
principio precauzionale? Nel campo dell'industria chimica, spetta a chi vuole iniziare un'attività 
provare che non ci siano danni sull'ambiente e sulla salute dei cittadini. Non mi risulta che le forze 
dell'ordine o le autorità competenti italiane abbiano mai provato che il CS non sia dannoso. 

115.107 articoli sul CS 
Lo stesso Parlamento europeo [European Parliament Directorate General for Research Directorate A 
The Stoa - Scientific and Technological Options Assessment - Programme] commissionò uno studio
specifico sull'uso di gas lacrimogeni ["Crowd Control Technolgies [An appraisal of technologies for 
political control"] del giugno 2000, che ci dice che esiste una pubblicistica sterminata sul CS, almeno
115.107 articoli! Secondo i dati raccolti dallo STOA, ad alti livelli di esposizione, il CS può causare
polmonite ed edema polmonare fatale, disfunzioni respiratorie, oppure gravi gastroenteriti ed ulcere 
perforanti. 
Il CS è anche irritante , ed alcuni soggetti possono sviluppare dermatite da contatto con conseguente
formazione di vesciche. L'esposizione anche a dosi basse di CS aumenta la pressione del sangue e 
sussiste un rischio particolare per tutti coloro di età superiore ai trent'anni sotto stress fisico o con un
aneurisma non riscontrato. Magari lo stress fisico di chi a Genova correva via per sfuggire alle cariche
indiscriminate. 
A livelli più alti il CS è stato associato con disfunzioni cardiache, danni al fegato e morte. 
Sperimentazioni in vitro hanno dimostrato che il CS è clastogenico , causa cioè la separazione dei
cromosomi, e mutageno, cioè può causare mutamenti genetici ereditabili, mentre in altri casi il CS 
aveva dimostrato di poter causare un aumento nel numero di cromosomi abnormi. 
Dal punto di vista tossicologico, molte associazioni mediche hanno raccomandato lo svolgimento di
maggiori analisi di laboratorio ed epidemiologiche, per avere un quadro completo delle 
conseguenze mediche derivanti dall'esposizione di componenti quali il CS. E il Journal of the 
American Medical Association conclude che la "possibilità di conseguenze mediche di lungo termine
quali formazione di tumori, effetti sull'apparato riproduttivo e malattie polmonari è particolarmente
preoccupante, considerando l'esposizione alla quale vengono soggetti dimostranti e non dimostranti
in caso di operazioni di ordine pubblico". 
Va anche ricordato, inoltre, che l'Italia ha ratificato nel 1925 il protocollo di Ginevra contro l'uso di 
sostanze soffocanti o gas e che nel 1969 almeno ottanta paesi hanno votato per la messa al bando di
gas lacrimogeni in operazioni di guerra. Per quanto riguarda l'Italia: come si giustifica la discrepanza
sul regime di uso di CS, proibito in guerra ma permesso in tempo di pace, considerando che l'Italia è
firmataria ed ha ratificato il protocollo di Ginevra? Secondo alcuni esperti, esisterebbe al riguardo 
una grave scappatoia legale nella Convenzione sulle armi chimiche, poiché la Convenzione non 
proibisce l'uso di gas tossici in operazioni "pacifiche" come ad esempio quelle di "law enforcement",
il ripristino della legge. Tuttavia, esiste il problema della possibile trasformazione di un gas utilizzato
per scopi di ordine pubblico, in arma da guerra. In tal caso se tale gas venisse originariamente usato 
per repressione di tumulti di piazza, allora lo stato dovrà dichiarare la sua composizione chimica al 
segretariato della Convenzione. 
Resta la domanda: la salute di un soldato in guerra, vale maggior protezione di quella di un civile 
che esercita il suo diritto inalienabile all'espressione delle proprie opinioni? 
 

E il carabiniere disse al giornalista: 
attento, useremo gas molto speciali 
Carta 
" ERAVAMO, il mio operatore ed io, sul piazzale davanti alla stazione di Brignole, pronti a 
riprendere quello che avrebbe potuto essere uno scontro. La polizia occupava la piazza e dalla 
strada laterale arrivava il corteo [quello dei disobbedienti lungo via Tolemaide, ndr]. Ad un certo 
punto un funzionario, non se un carabiniere o un poliziotto, ci ha consigliato di allontanarci perché 
in quella zona avrebbero sparato dei gas lacrimogeni 'particolarmente efficaci'. Non so se si 
preoccupava della nostra sicurezza o se semplicemente non voleva che riprendessimo, da dietro, le
manovre degli agenti. Comunque ci siamo allontanati di qualche metro e in effetti hanno sparato i 
lacrimogeni, che erano particolarmente efficaci. Li abbiamo respirati e per qualche giorno abbiamo
avuto entrambi dei problemi gastrointestinali". È la testimonianza di Roberto Scardova, cronista del
Tg3, che lo racconta oggi, mesi dopo le terribili giornate di Genova. 

Oltre al CS, usato anche il CN 
Dopo la pubblicazione dell'inchiesta del senatore Francesco Martone sui gas lacrimogeni al CS, 
qualcosa si sta faticosamente muovendo, nonostante il compatto silenzio dei principali mezzi di
comunicazione. Qualche altro giornalista ha raccontato dei malesseri post-G8 e anche tra gli agenti
c'è chi comincia a farsi coraggio. Rivelando, ad esempio, che alcuni poliziotti di Genova avevano 
espresso le proprie perplessità circa l'uso di questi lacrimogeni. O che un giovane agente sarebbe 
stato ricoverato in ospedale e operato alla pelle per le ustioni riportate a causa dell'esposizione ai 
gas. 
Quali gas? Domanda non retorica, visto che, oltre al famigerato CS, c'era anche un altro tipo di 
lacrimogeno che ha lasciato traccia di sé sotto forma di candelotti-souvenir conservati in giro per 
l'Italia e che presto saranno a dispozione di chi sta indagando su questa fosca faccenda. Il CN 
[Cloroacetofenone], sviluppato in Germania nel 1870 e usato per la prima volta dai francesi negli 
anni '20 per reprimere le proteste nelle colonie, è meno popolare del CS tra le forze di polizia del 
mondo. Forse perché può essere un po' più tossico del CS, visto che la dose letale minima media è 
minore. O forse perché, come spiega il sito web della Zarc, una ditta produttrice di equipaggiamenti
antisommossa, il CN è considerato un "co-cancerogeno", ovvero una sostanza che non produce 
direttamente il cancro, ma ne facilita l'insorgere. 
I rischi connessi all'uso del CN [abbandonato da molte polizie, compresa quella italiana, almeno 
ufficialmente] sono noti fin dal 1969, anno di un articolo su questo argomento pubblicato sul New 
England Journal of Medicine. Dopo le proteste di Seattle, nel 1999, la Toxic coalition, 
un'organizzazione statunitense che si occupa dell'uso di prodotti chimici nell'industria, ha presentato
al dipartimento di polizia una richiesta di informazioni sulla composizione chimica del CN. Il risultato
è stato che nella composizione del candelotto di CN c'è circa il 50 per cento di metilene cloride, 
presente in molti prodotti di uso domestico [solventi per vernici, ad esempio] considerati tossici dallo 
stesso governo statunitense. 
Tra gli effetti collaterali attribuiti a questo gas, dice ancora la Zarc, oltre ai "soliti" problemi 
respiratori, agli occhi e alla gola, ci sono dermatiti con vesciche e anche ustioni di secondo grado. Da
trattare in ospedale, anche chirurgicamente. 
Ce n'è abbastanza, per chiedere un capitolo specifico di indagine nella commissione parlamentare 
d'inchiesta, che la maggioranza si ostina a rifiutare. E le dimissioni di Gianni De Gennaro, il capo 
della polizia nominato dal centrosinistra, un po' meno saldamente al comando rispetto a qualche
mese fa. 



I gas lacrimogeni sono classificati come mezzo di repressione non letale delle masse, in uso alle 
polizie di mezzo mondo, da Seattle a Waco, dalla Palestina al Perù. 
Anche a Genova nel luglio del 2001 ne è stato fatto abbondante uso, dato che dagli atti della 
commissione parlamentare risulta ne siano usati più di 6200 candelotti in soli due giorni. 

Due sono le questioni connesse all'uso del gas, ed in particolare del famigerato gas o componente 
chimico CS (ortoclorobenzalmalonitrile per gli addetti ai lavori): 
è legale? Vi è cioè una valida norma di copertura che ne autorizzi l'uso da parte delle forze 
dell'ordine? 
è legittimo? In quali condizioni il gas può e deve essere impeigato? 

Il quadro che si presenta agli occhi degli osservatori è variegato, ed è tuttora al vaglio del GLF. 

E' però certo che il CS entra a far parte dell'armamento standard in dotazione alle forze di pubblica 
sicurezza nel 1991, con il DPR 5 ottobre 1991, n. 359 (in Gazz. Uff., 11 novembre, n. 264), rubricato
Regolamento che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione 
all'Amministrazione della pubblica sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta 
funzioni di polizia.



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