Lettera
di un senatore (Martone Francesco) inviata il 05-02-2002 al ministero
dell'interno
dopo i fatti di genova.
Al
Ministro dell'interno. Premesso che:
durante
il G8 di Genova la polizia italiana ha sparato contro i
manifestanti
migliaia di candelotti lacrimogeni, prodotti in Italia
dalla
Simad
s.p.a. con sede a Carsoli, composti da
"ortoclorobenzalmalonitrile"
e recanti la scritta, "cartuccia 40 mm a
caricamento
lacrimogeno al CS, STA - 1 - 98"; il gas che scaturisce
dalla
cartuccia si diffonde sotto forma di nebbia o fumo di
particelle
sospese, la cui efficacia deriva dalla proprietà
irritante,
molto forte, per la pelle e le mucose nonché dalla
capacità,
anche se impiegato in dosi minime, di causare congiuntivite
istantanea
con blefarospasmo, irritazione e dolore, sintomi
accentuati
in presenza di condizioni di tempo caldo o umido; il CS
micronizzato
e mescolato con un anti-agglomerante o trattato con
idrorepellenti
a base di silicone può rimanere attivo per giorni e
settimane,
se polverizzato su suolo; la concentrazione letale di CS
per
il sistema polmonare del 50 per cento di una popolazione adulta è
stata
stimata essere dai 25mila ai 150mila mg per metro cubo; se
lanciata
all'esterno una granata CS genera una nube di 6-9 metri di
diametro,
al centro della quale si può produrre una concentrazione di
2000-5000
mg per metro cubo; considerato che:
il
"Times" di Londra riporta in un servizio che alcuni laboratori
negli
USA stanno lavorando ad armi non letali a base di bombe che
rilasciano
odori nauseabondi, proprio per evitare le
controindicazioni
legate al CS ed altri lacromogeni; nell'aprile del
2001,
a Quèbec la polizia locale fece uso di gas CS per reprimere una
manifestazione
contro il Trattato dell'Area di libero commercio delle
Americhe
ed in seguito all'uso dei gas CS l'ufficio di pubblica
igiene
avvisò i residenti di indossare guanti di gomma e lenti
protettive
nel trattare i residui, nonché di gettare via il cibo
contaminato
e sostituire i filtri dell'aria condizionata; alcuni dei
manifestanti
di Quèbec, dopo alcune settimane, riferivano di
difficoltà
respiratorie con sintomi simili all'influenza, mentre le
donne
denunciavano casi di mestruazione prematura; altri casi con
denuncie
di sintomatologia analoga a quella precedentemente
illustrata
si sono verificati nella Corea del Sud, dove la
commissione
medica coreana, dopo aver constatato gli effetti
devastanti
dell'uso di gas lacrimogeni, definiva tale pratica
"disumana
e non accettabile dal punto di vista medico" e comparabile
"ad
una operazione di guerra chimica contro popolazioni civili"
chiedendone
quindi la totale messa al bando; secondo uno studio
pubblicato
nel 1989 dal "Journal of the American Medical
Association",
il CS assorbito verrebbe metabolizzato nei tessuti
periferici
sotto forma di cianuro, nota sostanza cancerogena, può
arrecare
danni al sistema respiratorio dei bambini e casi di danno
cromosomico,
può essere "molto, molto tossico" se usato nelle dosi
sbagliate,
e la " possibilità di conseguenze mediche di lungo termine
quali
formazioni di tumori, effetti sull'apparato riproduttivo e
malattie
polmonari è particolarmente preoccupante, considerando
l'esposizione
alla quale vengono sottoposti dimostranti e non
dimostranti
in caso di operazioni di ordine pubblico"; il Parlamento
europeo
(European Parliament Directorate General for Research
Directorate
A The Stoa - Scientific and Technological Options
Assessment
- Programme) commissionò uno studio specifico sull'uso di
gas
lacrimogeni, nel luglio 2000, che informava sull'esistenza di una
pubblicistica
sterminata sul CS, composta di oltre 115 articoli;
sempre
secondo i dati dello STOA, il CS può causare, ad alti livelli
di
esposizione, polmonite ed edema polmonare fatale, disfunzioni
respiratorie,
gravi gastroenteriti ed ulcere perforanti; l'Italia ha
ratificato
nel 1925 il protocollo di Ginevra contro l'uso di sostanze
soffocanti
o gas e nel 1969 ottanta paesi hanno votato per la messa
al
bando di gas lacrimogeni in operazioni di guerra; esisterebbe una
scappatoia
legale che consentirebbe l'uso di tali sostanze dannose,
poiché
la Convenzione sulle armi chimiche non proibisce l'uso di gas
tossici
in operazioni pacifiche, si chiede di sapere:
quale
Organo istituzionale abbia autorizzato l'uso del gas CS a
Genova,
se lo stesso fosse a conoscenza degli effetti di tale gas e
se
siano stati utilizzati in quella o in altre circostanze diversi
tipi
di sostanze tossiche o nocive; se non si ritenga opportuno
vietare
immediatamente l'uso di gas tossici e gas CS durante
dimostrazioni
di piazza; se, prima del loro impiego, siano stati
effettuati
test analitici sulla pericolosità dei suddetti gas per la
salute
dei cittadini e a tutela degli operatori dell'ordine pubblico,
nel
rispetto del principio di precauzione; per quali motivi e per
responsabilità
di quale Autorità i cittadini residenti ed i
manifestanti
presenti a Genova non siano stati informati delle
accortezze
igienico-sanitarie necessarie per scongiurare eventuali
danni
fisici conseguenti al contatto con i gas; da quanti anni sia in
uso
il gas CS da parte delle forze dell'ordine e se le stesse siano
state
messe a conoscenza dei danni biologici che tali sostanze
possono
procurare.
"Mi
auguro che nella risposta all'interpellanza il sottosegretario abbia avuto
dal ministro della salute anche le informazioni utili per quanto di sua
competenza perché il tema che poniamo in questa interpellanza urgente
è assai delicato, dato che interessa la salute di tutti i cittadini,
in particolare di quelli che, in situazioni di manifestazione delle loro
idee, possono trovarsi in rapporto con l'azione delle forze di polizia,
azione che prevede anche l'uso di un gas particolare, il Cs, sul quale,
appunto, abbiamo articolato una serie di domande spinti da una forte preoccupazione.
Questo
gas è stato ritenuto utilizzabile dalle forze di polizia attraverso
il decreto del Presidente della Repubblica n. 359 del 1991, un regolamento
che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione
all'amministrazione della pubblica sicurezza e al personale della Polizia
di Stato che espleta funzioni di polizia.
Il
comma 2 dell'articolo 12 del suddetto decreto del Presidente della Repubblica
reca che gli artifici sfollagente si distinguono in artifici per lancio
a mano e artifici per lancio con idoneo dispositivo o con arma lunga. Entrambi
sono costituiti da un involucro contenente una miscela di Cs, orto-clorobenzaldeide-malonitrile
(OBCM), o agenti similari ad effetto neutralizzante reversibile.
Ormai,
vi sono elementi dai quali è possibile desumere che si tratta di
un gas molto pericoloso nella sua utilizzazione. Valga, ad esempio, uno
studio - commissionato dal Parlamento europeo, nel luglio 2000 - sull'uso
di gas lacrimogeni, che informava circa l'esistenza di una pubblicistica
sterminata su tale composto, rinvenuta in circa 115 articoli. Tale ricerca
concludeva nel senso che il Cs può causare, ad alti livelli di esposizione,
polmoniti ed edema polmonare fatale, disfunzioni respiratorie, gravi gastroenteriti
ed ulcere perforanti.
Non
solo in Europa, ma anche negli altri paesi, è stato riscontrato
e bandito, addirittura, l'utilizzo di questo gas. Cito, ad esempio, la
Corea del Sud, dove l'utilizzo di questo gas è stato definito disumano,
non accettabile dal punto di vista medico e comparabile ad un'operazione
di guerra chimica contro popolazioni civili, concludendo per la richiesta
di messa al bando. La stessa cosa avvenne nel 2001 in Québec dove,
all'esito dell'utilizzo del gas, nei giorni successivi, fu disposto di
gettare via il cibo contaminato e di sostituire i filtri dell'aria condizionata.
E, nel trattare i residui, si richiese di indossare guanti di gomma e lenti
protettive".
RICERCA DI LUCA
Molto probabilmente il prodotto contenuto
in tali lacrimogeni è il
gas “Cs”, che dopo essere stato usato
nel mondo in Perù, Bolivia,
Palestina, Irlanda del Nord ed Ecuador,
qualche anno fa è arrivato
anche in Italia e avrebbe effetti dannosi
e permanenti sulla salute,
insomma un arma chimica usata contro
noi ultras (ed anche durante
alcune manifestazioni) ma rischiosa
per tutti, forze dell’ordine
comprese. Ma non è tutto
perchè analizzando ancora di più il
problema abbiamo scoperto altre cose:
oltre al paradosso di un gas
- temuto se nelle mani di terroristi
ma usato contro cittadini inermi -
siamo venuti a conoscenza che, in passato,
sono state depositate
denunce da parte di persone che hanno
riportato danni ai polmoni,
alla pelle, e c’è anche un tumore
alle vie urinarie.
Tutti noi abbiamo ancora in mente il
fiato corto, i polmoni e il cuore
che sembravano arrivare in gola, le
lacrime che bruciavano attorno
agli occhi, quella voglia di vomitare
e il ventre
sconquassato...infatti il gas ha degli
effetti genotossici, in altre
parole è cancerogeno!!!
Un organismo scientifico del parlamento
Europeo, lo Stoa, qualche anno fa ha
dedicato al “CS” un lungo
studio valutando la pericolosità
del suo utilizzo
per la gestione dell’ordine pubblico
e segnalandone l’alta tossicità
se utilizzato in luoghi stretti, chiusi
e privi di vie di fuga. Il gas,
infatti se respirato in queste condizioni
ambientali provocherebbe
ustioni, gastroenteriti, dermatiti
e asma. Insomma qui c’è
veramente da chiedersi come possa essere
legale l’uso di questo
gas, che sparato in grosse quantità
potrebbe provocare pericolosi
problemi a noi e a tutte quelle persone
che lo respirano o che lo
hanno respirato, donne e bambini compresi!!
Il gas è letale, in
apparenza, per via del Dpr 359 del
‘91 che però, all articolo 12,
stabilisce anche che le sostanze utilizzate
abbiano “effetti
reversibili”. In ambito internazionale
il “Cs” è messo al bando,
come arma da guerra, dalla Convenzione
di Ginevra del ‘25, ma
ammesso per le operazioni di
ordine pubblico. Tuttavia, una nuova
Convenzione (Parigi ‘93, ratificata
dall’Italia nel ‘95 ed entrata in
vigore deu anni dopo) proibisce uso,
produzione e stoccaggio di
armi chimiche tra cui uno dei metaboliti
del ”Cs”: l’acido cianidrico,
più noto come cianuro.
Nessuno sa ancora che cosa ci sia
esattamente in un candelotto lacrimogeno
per via del segreto
militare e neppure che cosa produca
a lungo termine sugli esseri
umani, una cosa è certa: da
un pò di tempo le forze dell’ordine
hanno cambiato modo di eseguire le
cariche dopo aver sparato
questi lacrimogeni...anche loro quindi
non li vogliono respirare e
così prima di caricare aspettano
che questi si siano dissolti in parte
nell’aria (chissà come mai???).
I nostri dubbi riguardo l’utilizzo e la
legalità di questi lacrimogeni
aumentano sempre di più!!!”
CALCIO. USO
DI GAS NOCIVI DURANTE IL DERBY
Un filo, purtroppo non solo sportivo, collega
i campi di calcio di
quasi tutta Italia fino all'ultimo
derby romano: I famigerati
lacrimogeni al Cs sparati dalle forze
dell'ordine. Un uso eccessivo
fatto senza precauzioni, senza avvertire
nessuno (nemmeno gli
stessi poliziotti) delle possibili
conseguenze. Da tempo difatti
anche i rappresentanti del sindacato
delle forze dell'ordine hanno
ammesso che il Cs non andrebbe usato
considerate le
conseguenze sanitarie denunciate da
operatori di polizia nell'
immediatezza o nelle ore successive
all'uso dei lacrimogeni.
Testimoni, non solo ultras ma genitori
e gente tranquilla,
raccontano, intervenendo a radio romane
dopo la partita
Lazio-Roma del 21 marzo, quei terribili
momenti avendo ancora in
mente il fiato corto, i polmoni e cuore
che sembravano arrivare in
gola, le lacrime che bruciavano e quella
voglia di vomitare. Sono i
cosiddetti effetti primari di quel
gas con effetti genotossici. Sul
caso è intevenuto con una interrogazione
parlamentare il senatore
dei verdi Francesco Martone, che da
anni si batte contro l'uso di
questi gas denunciandone l' utilizzo
già dai fatti del G8 di Genova.
Il parlamentare ricorda che pochi giorni
dopo l'11 settembre con l'
attacco alle torri gemelle, il ministero
della Salute italiano emana
una circolare "ad alta priorità"
per segnalare il pericolo concreto
che i terroristi di Al Qaeda utilizzino
armi chimiche "come ad
esempio il Cs" esposti al quale, secondo
il dicastero Sirchia, si
rischia l'edema polmonare ossia il
soffocamento. Ma il Cs è lo
stesso gas lacrimogeno sparato a Roma,
dalle forze di polizia.
Il
sito della Simad Spa che produce questi artifizi
http://www.simadspa.it/artifizi.htm
Il primo deposito
di armi chimiche lo abbiamo in Italia!
|
Il
libro "L'Amor mio non muore", pubblicato per la prima volta nel 1971, dedica
un intero capitolo ai gas lacrimogeni utilizzati dalle forze dell'ordine
e descrive in dettaglio le tipologie di gas esistenti, i loro effetti e
le modalità di difesa da parte di chi li subisce.
Lo
stato gassoso
Artifici
nebbiosi, fumogeni, lacrimogeni - Secondo il manuale delle guardie di pubblica
sicurezza gli artifici nebbiogeni, fumogeni e lacrimogeni" sono uno dei
"mezzi di coazione" a disposizione dei poliziotti.
Questi
artifici sono consegnati agli agenti di P.S. insieme al tromboncino mod.
61, nel caso il reparto fosse dotato ancora del vecchio moschetto modello
91, o del tromboncino speciale per il fucile automatico leggero FAL-BM
59 calibro 7,62, modello unificato di recente adottato dalla gendarmeria
capitalista dei Paesi della NATO.
Per
la repressione del proletariato le forze dell’ordine usano soltanto (almeno
per ora) gli artifici lacrimogeni. Questi sono fabbricati in diversi tipi.
Gli agenti di pubblica sicurezza hanno in dotazione il "Candelotto Lacrimogeno
NL" mentre i carabinieri hanno l’"Artificio Unificato Modello 60 Lacrimogeno".
Candelotto
lacrimogeno NL - (per lancio a mano o con fucile). Questo artificio è
di forma ogivale con rivestimento in plastica, contiene nitrocellulosa
e CN. Quando si deve usare a mano si svita dal fondo il tappo di protezione
e si tira la cordicella d’accensione, altrimenti si avvita ad un "codolo"
con alette. Il codolo si investe sul tromboncino applicato alla volata
del moschetto. La cartuccia di lancio
è
una cartuccia calibro 6,5 di moschetto TS. L’accensione con miccia di ritardo
avviene al momento
dello
sparo. Il ritardo è di qualche secondo. Questo artifizio è
normalmente tirato con il moschetto inclinato a 45 gradi. Grazie alla sua
forma aereodinamica viaggia alla velocità di circa 70 metri al econdo.
Compie la sua traiettoria in genere a parabola ed ha una gittata di circa
250 metri. Fidando
del
fatto che l’artifizio in questione è in plastica spesse volte lo
si è visto tirare ad altezza uomo; questo fatto viene regolarmente
denunciato dai compagni e smentito dai questori.
Artifizio
Unificato Modello 60 Lacrimogeno - (per lancio a mano o con fucile). Artifizio
di forma cilindrica con rivestimento in lamierino, contiene nitrocellulosa
e CN. Lo si può usare sia a mano che lanciato con il fucile. Quando
si stacca il tappo di protezione e si avvita il codolo ricorda la famigerata
"ballerina", la bomba a mano tedesca. Il codolo si investe sul tromboncino
applicato alla
volata
di un fucile automatico leggero calibro 7,62 Nato. Anche per questo artifizio
l’accensione è a
frizione
con miccia di ritardo. Viaggia alla velocità di 50 metri al secondo
ed ha una gittata di poco
superiore
al Candelotto Lacrimogeno. Anche questo è spesso sparato ad altezza
uomo.
Aggressivi
invalidanti - Gli aggressivi chimici possono essere di due tipi: aggressivi
letali ed aggressivi invalidanti. I primi si suddividono in aggressivi
asfissianti, vescicanti e aggressivi tossici per il sangue come l’idrogeno
solforato. I secondi comprendono la famiglia dei cosiddetti gas lacrimogeni
e gas
nervini.
Sono
genericamente indicati come gas lacrimogeni i seguenti gas: clorosolfonato
dio-dianisina,
cloroacetone,
acroleina, bromuro di benzile, bromoacetato di etile, ioduro di benzile,
dicloroformossina,
iodoacetone, bromoacetone, omega-cloroacetofenone, defelilcloroarsina,
defenilicianoarsina,
difenilamminoclorairsina, orto-clorobenzalmalononitrile, bromuro di cianogeno,
cloruro
di cianogeno, acido cianidrico, più alcuni altri che non sono più
prodotti o sono stati prodotti in piccole quantità e mai usati per
la repressione civile e militare.
CN,
CS - Gli artifici lacrimogeni in dotazione alle forze dell’ordine italiane
e usualmente impiegati
anche
nei rimanenti cosiddetti Paesi civili della Nato sono caricati con il CN.
Il CS e l’adamsite non
vengono
ancora usati in Italia a causa dei loro effetti sul sistema nervoso (provocano
psicosi
d’angoscia)
e per le eventuali lesioni, prolungate anche dopo la gasazione o permanenti,
che
potrebbero
produrre sui ragazzi, sulle donne, sulle persone anziane e su tutti coloro
che fossero, nel
momento
dell’attacco repressivo, ammalate alle vie respiratorie o agli occhi o
avessero eczemi
cutanei
in corso. Riteniamo comunque che se si dovessero verificare nel nord del
Paese o nelle città
a
forte immigrazione episodi insurrezionali della portata di Reggio Calabria
le forze dell’ordine, in
concorso
con le Forze Armate, non esiterebbero ad usare anche il CS. Vediamo adesso
le
caratteristiche
di questi tre gas e di alcuni loro derivati:
CN,
omega-cloro-acetofenone: Polvere bianca, studiata come prodotto di guerra
chimica per
determinate
azioni strategiche sui centri urbani o contro assembramenti di persone.
Provoca
soprattutto
lacrimazione e irritazione della pelle (vedi tabella).
CNS:
Miscela di cloro-acetofenone e cloropicrina sciolti in un solvente molto
volatile.
CNL:
Miscela di cloro-acetofenone e nitrocellulosa. La nitrocellulosa è
un composto chimico ottenuto
per
l’azione dell’acido nitrico sulla cellulosa, il composto è esplosivo.
CS.
orto-cloro-benzal-malononitrile: Questo composto aggressivo fu studiato
dagli inglesi, che ne
realizzarono
le prime partite sperimentali intorno al 1949, espressamente per la repressione
delle
rivolte
proletarie, partendo da alcune ricerche americane condotte intorno al 1929.
E’ dotato di
proprietà
irritanti maggiori di quelle del CN e leggermente inferiori a quelle dell’adamsite.
Il CS
colpisce
dapprima gli occhi provocando forme congiuntivitiche di estrema gravità
accompagnate da
sensazione
di bruciore e di dolore che durano per molto tempo anche dopo che l’esposizione
ai gas
è
terminata. Accanto a questi effetti il CS provoca anche difficoltà
nella respirazione, tosse,
oppressione
al petto.
Quando
l’esposizione è molto prolungata i soggetti sono colpiti da enfisema
polmonare con
emorragia,
nausea e conati di vomito. L’azione aggressiva del gas è così
repentina e completa che i
soggetti
esposti, in genere, vengono assaliti anche da psicosi d’angoscia che li
rende incapaci di
difendersi
e di reagire alla situazione. Alcuni autorevoli membri del W.H.O. (Organizzazione
Mondiale
della Sanità ritengono che il CS abbia capacità cancerogene
(vedi tabella).
CS-1:
Si ottiene fissando il CS su uno strato di gel di silice. E’ uno dei modi
di spargimento del CS.
CS-2:
Si ottiene fissando il CS con il silicone che lo libera lentamente. Questa
composizione riesce a conservare per settimane la concentrazione efficace.
(Le nubi di gas grigiastro che si alzano sinistre
là
dove lo scontro fra il proletariato e la repressione è più
forte devono la loro colorazione alla
nitrocellulosa
o agli elementi fumogeni aggiunti. Questa colorazione da una parte serve
a
localizzare
la presenza dei gas nell’aria e a favorirne la diffusione, dall’altra a
reprimere
psicologicamente
le forze di decolonizzazione).
Legittimità
dell’uso dei gas - E’ legittimo, anche dal punto di vista della morale
borghese, gasare il
proletariato,
in nome dell’assurdo pregiudizio della difesa dell’ordine pubblico?.
L’"Internazionale
Capitalista" che va sotto il nome di Nazioni Unite per bocca del suo segretario
generale
ha recentemente riaffermato nella relazione introduttiva all’anno 1969
quanto segue:
<<invitiamo
i membri di questo consesso a proclamare chiaramente che i divieti contenuti
nel
Protocollo
di Ginevra si riferiscono all’uso in guerra (il corsivo è nostro)
di tutti gli agenti chimici,
batteriologici
e biologici – inclusi i gas lacrimogeni e altri agenti di disturbo - ora
esistenti o che
potranno
essere studiati in avvenire>>. Dunque due morali, la morale di guerra che
serve quando il
capitale
scaglia i proletari l’uno contro l’altro e la morale di pace (sic) quando
il proletariato si scaglia
contro
l’ideologia dominante. In questa seconda situazione, molto più pericolosa
per i padroni, le
belle
maniere non contano più. Questo bimoralismo, del resto, era chiaramente
affiorato fin dalle
prime
riunioni del famoso Sottocomitato insediato dalla Società delle
Nazioni nel lontano 1924. Il
testo
preparatorio francese del protocollo di Ginevra del 1925 considerato dall’opinione
pubblica
come
il più categorico e severo diceva testualmente: << Il fatto
che per il mantenimento dell’ordine
interno
la polizia possa usare occasionalmente contro i trasgressori della legge
varie attrezzature che
scaricano
gas, non può, secondo l’opinione della delegazione francese, essere
addotto in sede di
discussione
su questo punto, poiché il Protocollo o Convenzione in questione
si riferisce soltanto
all’uso
di gas tossici o simili in tempo di guerra>>. La miseria della contraddizione
fra l’impiego in
tempo
di pace di certi gas e il divieto in tempo di guerra fu esplicitata altrettanto
bene nel
1932 (8
novembre)
dal delegato amerikano durante i lavori della Commissione Generale della
Società delle
Nazioni
insediata nel giugno dello stesso anno. Il Wilson dichiarò essere
<< fuori questione l’uso del
gas
lacrimogeno in tempo di guerra, tuttavia la delegazione degli Stati Uniti
avrebbe trovato qualche
difficoltà
ad accettare l’impegno di rinunciare all’uso ed alla fabbricazione di questo
gas per le
necessità
delle operazioni di polizia interna al Paese >> (il corsivo è nostro).
Suggerì anche che
venisse
inclusa nella relazione una clausola che autorizzasse l’addestramento delle
forze di polizia
all’uso
di questi gas a scopi di pubblica sicurezza. Mai uno sporco disegno di
repressione era stato più
esplicitamente
espresso in tale postribolo! Ma l’impudenza del delegato amerikano non
si fermò qui.
Durante
la discussione del Comitato Speciale per le armi chimiche, batteriologiche
ed incendiarie
che
si riunì nei mesi successivi, questo porco dichiarò che il
governo degli Stati Uniti era disposto a
rinunciare
all’uso di sostanze lacrimogene a scopi militari in tempo di guerra, ma
in questo caso
sollecitava
i membri del Comitato a dichiarare che l’uso dei gas lacrimogeni da parte
della polizia
per
proteggere la proprietà privata, doveva essere considerato lecito.
(Il corsivo è nostro).
Nelle
successive riunioni questo argomento non fu più sollevato in quanto
fu tacitamente accettato
da
una parte il fatto che il gas lacrimogeno fosse incluso nell’elenco dei
gas proibiti in guerra e
dall’altra
che ogni Stato era libero di farne l’uso che voleva nelle operazioni di
polizia interna.
Il
protocollo numero 3 che modifica e completa il trattato di Bruxelles del
1948 riafferma questi
principi
morali dicotomici: << Si definiscono armi chimiche qualsiasi attrezzatura
o apparecchio
concepito
espressamente per l’uso a scopi militari (il corsivo è nostro),
di sostanze chimiche asfissianti
,
tossiche, irritanti, paralizzanti, eccetera…>>. Dove irritanti sta anche
per gas lacrimogeni. Il disegno repressivo che la fabbricazione, il commercio
e l’uso di questi gas sottintende non potrebbe essere
più
chiaro.
Chi
fabbrica i gas lacrimogeni?: Una delle << premiate e rinomate >>
fabbriche di altri tempi era la
"Ditta
Mortini Camillo" che produceva il "Candelotto Triplo Lacrimogeno sfollagente"
per lancio a
mano.
Il CN e il CS, invece, sono prodotti dalla "ICI" (Imperial Chemical Industries
Ltd.) e dalla
Divisione
Chimica Lake Erie della << Smith & Wesson>>. La sede italiana
della "ICI" si trova a
Milano
in viale Isonzo 25. I prodotti della Smith & Wesson non sono ancora
venduti in Italia. Per
quanto
riguarda l’approvvigionamento militare la "Bpd_Snia Viscosa" è la
più importante fornitrice di
polvere
da sparo e munizioni di ogni tipo dell’esercito italiano. Si può
stimare che i due terzi del suo
fatturato
militare (circa 20 miliardi di lire) sono rappresentati da questa voce.
Inchiesta
su un candelotto
di
Francesco Martone
Un
senatore verde, Francesco Martone, viene investito, come centinaia di migliaia
di altri, da una
nuvola
di gas lacrimogeno, a genova, nei giorni del g8.sta male, molto male, come
tutti.però
raccoglie
uno di quei bossoli, sul quale è scritto che conteneva un certo
gas, denominato cs.nei mesi
successivi,
martone si documenta, indaga, chiede.escopre quel che qui racconta.che
quel gas è
messo
al bando dalla convenzione mondiale sulle armi chimiche, ma solo per il
suo uso in tempo di
guerra.che
è estremamente dannoso, può provocare danni permanenti, può
avere effetti sui
cromosomi
delle persone, che tra le famose armi chimiche di saddam hussein c'è
appunto il cs. e, di
conseguenza,
constata che l'eccessivo uso che la polizia italiana ne ha fatto a genova
è stato fatto
senza
precauzioni, senza avvertire nessuno [nemmeno gli stessi poliziotti]delle
possibili
conseguenze.
E'
uno scandalo italiano: quello di un potere che dimostra il più totale
disprezzo per la salute [e i
diritti]dei
cittadiniUsato in Vietnam, messo sotto accusa perché in possesso
dell'Iraq, oggetto di una
richiesta
di messa al bando da parte dell'associazione dei medici sudcoreani, studiato
con
preoccupazione
negli Usa: è il gas CS, che la polizia italiana ha sparato al G8
di Genova addosso
alla
gente CHI ERA A GENOVA LO RICORDA.
Ricorda
il fiato mozzato, il cuore in gola, l'impossibilità di respirare,
la pelle bruciata e gli occhi pieni
di
lacrime. Ricorda la sensazione di vomito e nausea, immediata, ed il bruciore
allo stomaco, i dolori al fegato.
Ce
n'erano a migliaia, di bossoli di alluminio per le strade di Genova, "cartuccia
40 mm a
caricamento
lacrimogeno al CS, STA - 1- 98", c'è scritto su uno che ho raccolto
nei pressi della Fiera
e
che ancora tengo a futura memoria. I fumi delle migliaia di lacrimogeni,
poi, si sono diradati, ma
non
con essi l'impegno di chiedere giustizia per i fatti di Genova, per le
percosse brutali, la morte di
Carlo
Giuliani, la sospensione dello stato di diritto. Questo lavoro attraversa
mille strade, si sperde per
mille
tracce. Una di queste, è quella del gas, il CS appunto, usato in
abbondanza a Genova. Questo
gas
sembra essere il comun denominatore della repressione poliziesca: usato
a Seattle, a Québec, a
Genova,
come a Londonderry, Waco, a Seul, in Palestina, in Malesia, in Perù.
Dietro il CS si snoda
una
storia inquietante, fatta di studi medici, di testimonianze dirette, di
morte. Una storia che si apre
leggendo
l'ultimo libro di Gore Vidal, "La Fine della Libertà - verso un
nuovo totalitarismo?", nel
quale
si parla della strage di Waco, quando il 19 aprile del 1993 gli agenti
dell'Fbi posero fine al
lungo
assedio alla sede della setta dei Davidiani, usando gas CS e carri armati.
Secondo alcune
analisi,
fu proprio il CS a innescare l'incendio nel quale morirono 82 Davidiani.
Brutta
storia, questa del CS, e più si scava più peggiora. Per iniziare,
il CS, sigla per
chlorobenzylidene
malonitrile, in italiano "ortoclorobenzalmalonitrile" è stato sviluppato
negli anni
'50
dal Chemical Defence Experimental Establishment [Porton, Inghilterra].
Una rapida navigazione
su
Internet ci rivela che in Italia i candelotti al CS li produce una tal
ditta Simad s.p.a. di Carsoli, in
provincia
dell'Aquila [sono suoi i lacrimogeni in copertina, ndr]. Il sito, corredato
di foto di candelotti
in
bella vista ci dice che la cartuccia lacrimogena M38/STA-CS è composta
da un bossolo in
alluminio,
una carica propulsiva e da un proiettile in alluminio contenente la carica
lacrimogena
compressa
e che "è utilizzato dalle Forze dell'Ordine in tutti quei casi in
cui si ha bisogno di
disperdere
riottosi ad una distanza di sicurezza".
Il
CS è quindi una sostanza cristallina usualmente mescolata con un
composto pirotecnico in una
granata
o candelotto. Si diffonde sotto forma di nebbia o fumo di particelle sospese.
La sua efficacia
deriva
dalla proprietà irritante, molto forte, per la pelle e le mucose,
e di agente lacrimante anche in
dosi
minime. Gli effetti caratteristici sono una congiuntivite istantanea con
blefarospasmo, irritazione
e
dolore. Questi sintomi sono accentuati in presenza di condizioni di tempo
caldo o umido. A
Genova
infatti era caldo, ma che caldo...
Danni
cromosomici
Il
CS micronizzato e mescolato con un antiagglomerante o trattato con idrorepellenti
a base di
silicone
[formule note come CS1 e CS2] può rimanere attivo per giorni e settimane,
se polverizzato
sul
suolo. Ciononostante, è considerato dai produttori e dalle forze
di polizia come un'arma non
letale.
A Québec, dove di CS si fece un uso smodato per reprimere le manifestazioni
contro il
Trattato
dell'Area di libero commercio delle Americhe [aprile 2001], l'ufficio di
pubblica igiene
avvisò
i residenti di indossare guanti di gomma e lenti protettive nel trattare
i residui, ed anche di
gettar
via cibo contaminato, rimpiazzare i filtri dell'aria condizionata, e lavare
l'esterno delle
abitazioni.
I genovesi ricordano di aver ricevuto tali istruzioni?
Alcuni
dei manifestanti di Québec, ancora dopo quattro settimane avevano
riferito di difficoltà
respiratorie,
e sintomi simili all'influenza. Almeno cento donne denunciarono casi di
mestruazione
prematura.
Secondo
uno studio pubblicato nel 1989 dal Journal of the American Medical Association,
il CS
assorbito
verrebbe metabolizzato nei tessuti periferici sotto forma di cianuro, nota
sostanza
cancerogena.
Uno degli autori di questo studio, Bailus Walker, professore di tossicologia
ambientale
all'Università
Howard, ha studiato le complicazioni polmonari nel corso di una visita
negli ospedali
della
Corea del Sud, nel 1987, dopo che la polizia locale aveva usato il CS contro
i dimostranti. Il
dottor
Walker riscontrò danni al sistema respiratorio di bambini, e casi
di danno cromosomico, al
punto
da affermare che Il CS può essere "molto, molto tossico", se usato
nelle dosi sbagliate.
La
miscela con altri gas
Nel
caso di Seattle, le denunce di danni gravi alla salute dei cittadini furono
numerose, e raccolte
dall'organizzazione
di Los Angeles Physicians for Social Responsibility. Secondo uno dei suoi
esponenti,
il dottor Murphy, i sintomi documentati,amnesie, nausea e tremori sarebbero
tuttavia più
da
ricollegare all'esposizione ad agenti nervini, combinata con il CS. Insomma
si sa troppo poco
sugli
effetti del CS, sia da solo che con altre sostanze, per permetterne l'uso.
A
Seattle, come a Québec, i cittadini non hanno saputo cosa contenessero
le cartucce di
lacrimogeno
CS. A Seattle, inoltre, il candelotto lacrimogeno conteneva un solvente
notoriamente
cancerogeno,
il cloruro di metilene, usato come propellente per le cartucce, e che causò
molti più
danni
del CS. Alcuni dei sintomi associati a questa sostanza sono la letargia,
confusione mentale,
mal
di testa, formicolio agli arti.
Il
mio candelotto al CS non dice nulla al riguardo. Lo annuso ed ancora puzza
di qualche strana
sostanza
chimica. Ma sul sito internet della Simad non c'è nessun dettaglio
al riguardo. L'azienda
che
fornì il CS al cloruro di metilene, la Defense Technology Corporation
del Wyoming, si unì poi
alla
Federal Laboratories. Questa ditta, nel 1992, insieme alla TransTechnology
Corp, fu oggetto di
una
causa civile da parte delle famiglie di nove palestinesi uccisi da esposizione
a CS, che continua
ad
essere usato estensivamente dalle forze israeliane per reprimere l'Intifada.
Torniamo
ora in Corea. Secondo fonti di stampa il governo della Repubblica di Corea
aveva
ammesso
l'uso di 351 mila candelotti lacrimogeni contro civili nel solo mese di
giugno del 1987,
molti
di più di tutto il gas lacrimogeno usato nell'intero 1986. In Corea,
i medici hanno constatato
che
varie centinaia di migliaia, se non milioni di civili erano stati esposti
agli effetti del CS, senza
essere
stati poi debitamente assistiti.
Gli
esperti infatti consigliano di trattare l'esposizione ad alte concentrazioni
di gas lacrimogeno, per
inalazione
o ingestione, come quelle che possono occorrere in uno spazio chiuso o
in prossimità
dell'esplosione
di un candelotto, con molta cautela, anzi consigliano un periodo di osservazione
di
qualche
giorno, poiché un edema polmonare potrebbe sopraggiungere solo un
secondo tempo.
"Il
corteo delle tute bianche arriva fino all'angolo con il sottopassaggio
della ferrovia, e si scatena lì il
primo
inferno. La polizia lancia decine e decine di candelotti CS, un nuovo tipo
di gas lacrimogeno,
urticante,
che toglie il respiro e provoca fortissimi bruciori sulla pelle". Lo racconta
una testimonianza reperibile su internet: "Tutto il corteo, che si trova
lungo una strada, chiusa da un lato dalla ferrovia, viene spinto all'indietro
in una calca indescrivibile, mentre i lacrimogeni piovono a decine nel
bel
mezzo
della ressa. L'aria è irrespirabile anche con le maschere, tutti
quelli senza occhiali protettivi
ben
presto non vedono più nulla, e in mezzo alla folla che spinge disperatamente
all'indietro
vengono
guidati da coloro che riescono ad intravvedere qualcosa". E ancora: "Gli
effetti di questa
riunione
non si fanno attendere: una violenta battaglia inizia nella zona, con spari
continui di
lacrimogeni
ad altezza uomo e continue cariche da parte di carabinieri e polizia".
Se
non bastasse, "i lacrimogeni sparati con la carabina, di quelli a lunga
gittata, vengono diretti ad
altezza
uomo da distanze di poche decine di metri. Un manifestante viene colpito
in pieno petto, il
rumore
del violentissimo impatto del candelotto sul corpo è agghiacciante:
cade a terra immobile, e
viene
portato via di peso da quattro persone per essere caricato su un'ambulanza...
Le camionette
sfrecciano
velocissime lungo le traverse, e dai tettucci la polizia lancia lacrimogeni
sulla folla con la
stessa
disinvoltura di un giocatore di Playstation".
Già,
in prossimità dell'esplosione i rischi di edema polmonare o di altre
gravi complicazioni sono
altissimi,
ci dicono i medici americani. A Genova i candelotti sono stati lanciati
direttamente sulle
teste
della gente, o addirittura in pieno petto. Chi ricorda di essere stato
curato o posto sotto
osservazione
per gli effetti dei gas lacrimogeni e non solo per le manganellate ed i
calci? Ed i
medici
erano stati informati di tale eventualità?
"Una
pratica disumana"
Secondo
la commissione medica coreana "l'uso di gas lacrimogeni contro civili in
Corea del Sud è
una
pratica disumana e non accettabile dal punto di vista medico". Ed ancora:
"Consideriamo l'uso
di
gas CS e di altri gas lacrimogeni con effetti clinici comparabili, equivalente
ad una operazione di
guerra
chimica contro popolazioni civili, e pertanto chiediamo la totale messa
al bando dell'uso di
queste
sostanze".
I
medici raccomandarono poi al governo coreano di rendere immediatamente
disponibili al pubblico
ed
ai professionisti del settore medico e della salute pubblica dati relativi
alla composizione chimica
di
tutti i gas lacrimogeni usati, informazioni sulle concentrazioni e varie
formule di questi agenti,
precedenti
studi tossicologici svolti o disponibili, ed ogni altra informazione tecnica
rilevante per
comprenderne
le conseguenze mediche e sanitarie. "Il governo, inoltre, dovrà
incoraggiare
immediatamente
scienziati e ricercatori a svolgere tutti gli studi epidemiologici e clinici
necessari per
chiarire
gli effetti degli agenti di gas lacrimogeni usati. Una tale ricerca dovrà
essere svolta in
maniera
indipendente e comprendere gli effetti acuti e subacuti, cronici e di lungo
periodo di tali
agenti,
in particolare su soggetti a rischio, bambini, neonati, anziani, soggetti
con malattie croniche
preesistenti
e pazienti in degenza". È accaduto qualcosa del genere in Italia
dopo il G8?
Non
ricordo di aver letto nulla al riguardo neanche nei documenti delle indagini
conoscitive. E il
principio
precauzionale? Nel campo dell'industria chimica, spetta a chi vuole iniziare
un'attività
provare
che non ci siano danni sull'ambiente e sulla salute dei cittadini. Non
mi risulta che le forze
dell'ordine
o le autorità competenti italiane abbiano mai provato che il CS
non sia dannoso.
115.107
articoli sul CS
Lo
stesso Parlamento europeo [European Parliament Directorate General for
Research Directorate A
The
Stoa - Scientific and Technological Options Assessment - Programme] commissionò
uno studio
specifico
sull'uso di gas lacrimogeni ["Crowd Control Technolgies [An appraisal of
technologies for
political
control"] del giugno 2000, che ci dice che esiste una pubblicistica sterminata
sul CS, almeno
115.107
articoli! Secondo i dati raccolti dallo STOA, ad alti livelli di esposizione,
il CS può causare
polmonite
ed edema polmonare fatale, disfunzioni respiratorie, oppure gravi gastroenteriti
ed ulcere
perforanti.
Il
CS è anche irritante , ed alcuni soggetti possono sviluppare dermatite
da contatto con conseguente
formazione
di vesciche. L'esposizione anche a dosi basse di CS aumenta la pressione
del sangue e
sussiste
un rischio particolare per tutti coloro di età superiore ai trent'anni
sotto stress fisico o con un
aneurisma
non riscontrato. Magari lo stress fisico di chi a Genova correva via per
sfuggire alle cariche
indiscriminate.
A
livelli più alti il CS è stato associato con disfunzioni
cardiache, danni al fegato e morte.
Sperimentazioni
in vitro hanno dimostrato che il CS è clastogenico , causa cioè
la separazione dei
cromosomi,
e mutageno, cioè può causare mutamenti genetici ereditabili,
mentre in altri casi il CS
aveva
dimostrato di poter causare un aumento nel numero di cromosomi abnormi.
Dal
punto di vista tossicologico, molte associazioni mediche hanno raccomandato
lo svolgimento di
maggiori
analisi di laboratorio ed epidemiologiche, per avere un quadro completo
delle
conseguenze
mediche derivanti dall'esposizione di componenti quali il CS. E il Journal
of the
American
Medical Association conclude che la "possibilità di conseguenze
mediche di lungo termine
quali
formazione di tumori, effetti sull'apparato riproduttivo e malattie polmonari
è particolarmente
preoccupante,
considerando l'esposizione alla quale vengono soggetti dimostranti e non
dimostranti
in
caso di operazioni di ordine pubblico".
Va
anche ricordato, inoltre, che l'Italia ha ratificato nel 1925 il protocollo
di Ginevra contro l'uso di
sostanze
soffocanti o gas e che nel 1969 almeno ottanta paesi hanno votato per la
messa al bando di
gas
lacrimogeni in operazioni di guerra. Per quanto riguarda l'Italia: come
si giustifica la discrepanza
sul
regime di uso di CS, proibito in guerra ma permesso in tempo di pace, considerando
che l'Italia è
firmataria
ed ha ratificato il protocollo di Ginevra? Secondo alcuni esperti, esisterebbe
al riguardo
una
grave scappatoia legale nella Convenzione sulle armi chimiche, poiché
la Convenzione non
proibisce
l'uso di gas tossici in operazioni "pacifiche" come ad esempio quelle di
"law enforcement",
il
ripristino della legge. Tuttavia, esiste il problema della possibile trasformazione
di un gas utilizzato
per
scopi di ordine pubblico, in arma da guerra. In tal caso se tale gas venisse
originariamente usato
per
repressione di tumulti di piazza, allora lo stato dovrà dichiarare
la sua composizione chimica al
segretariato
della Convenzione.
Resta
la domanda: la salute di un soldato in guerra, vale maggior protezione
di quella di un civile
che
esercita il suo diritto inalienabile all'espressione delle proprie opinioni?
E il
carabiniere disse al giornalista:
attento,
useremo gas molto speciali
Carta
"
ERAVAMO, il mio operatore ed io, sul piazzale davanti alla stazione di
Brignole, pronti a
riprendere
quello che avrebbe potuto essere uno scontro. La polizia occupava la piazza
e dalla
strada
laterale arrivava il corteo [quello dei disobbedienti lungo via Tolemaide,
ndr]. Ad un certo
punto
un funzionario, non se un carabiniere o un poliziotto, ci ha consigliato
di allontanarci perché
in
quella zona avrebbero sparato dei gas lacrimogeni 'particolarmente efficaci'.
Non so se si
preoccupava
della nostra sicurezza o se semplicemente non voleva che riprendessimo,
da dietro, le
manovre
degli agenti. Comunque ci siamo allontanati di qualche metro e in effetti
hanno sparato i
lacrimogeni,
che erano particolarmente efficaci. Li abbiamo respirati e per qualche
giorno abbiamo
avuto
entrambi dei problemi gastrointestinali". È la testimonianza di
Roberto Scardova, cronista del
Tg3,
che lo racconta oggi, mesi dopo le terribili giornate di Genova.
Oltre
al CS, usato anche il CN
Dopo
la pubblicazione dell'inchiesta del senatore Francesco Martone sui gas
lacrimogeni al CS,
qualcosa
si sta faticosamente muovendo, nonostante il compatto silenzio dei principali
mezzi di
comunicazione.
Qualche altro giornalista ha raccontato dei malesseri post-G8 e anche tra
gli agenti
c'è
chi comincia a farsi coraggio. Rivelando, ad esempio, che alcuni poliziotti
di Genova avevano
espresso
le proprie perplessità circa l'uso di questi lacrimogeni. O che
un giovane agente sarebbe
stato
ricoverato in ospedale e operato alla pelle per le ustioni riportate a
causa dell'esposizione ai
gas.
Quali
gas? Domanda non retorica, visto che, oltre al famigerato CS, c'era anche
un altro tipo di
lacrimogeno
che ha lasciato traccia di sé sotto forma di candelotti-souvenir
conservati in giro per
l'Italia
e che presto saranno a dispozione di chi sta indagando su questa fosca
faccenda. Il CN
[Cloroacetofenone],
sviluppato in Germania nel 1870 e usato per la prima volta dai francesi
negli
anni
'20 per reprimere le proteste nelle colonie, è meno popolare del
CS tra le forze di polizia del
mondo.
Forse perché può essere un po' più tossico del CS,
visto che la dose letale minima media è
minore.
O forse perché, come spiega il sito web della Zarc, una ditta produttrice
di equipaggiamenti
antisommossa,
il CN è considerato un "co-cancerogeno", ovvero una sostanza che
non produce
direttamente
il cancro, ma ne facilita l'insorgere.
I
rischi connessi all'uso del CN [abbandonato da molte polizie, compresa
quella italiana, almeno
ufficialmente]
sono noti fin dal 1969, anno di un articolo su questo argomento pubblicato
sul New
England
Journal of Medicine. Dopo le proteste di Seattle, nel 1999, la Toxic coalition,
un'organizzazione
statunitense che si occupa dell'uso di prodotti chimici nell'industria,
ha presentato
al
dipartimento di polizia una richiesta di informazioni sulla composizione
chimica del CN. Il risultato
è
stato che nella composizione del candelotto di CN c'è circa il 50
per cento di metilene cloride,
presente
in molti prodotti di uso domestico [solventi per vernici, ad esempio] considerati
tossici dallo
stesso
governo statunitense.
Tra
gli effetti collaterali attribuiti a questo gas, dice ancora la Zarc, oltre
ai "soliti" problemi
respiratori,
agli occhi e alla gola, ci sono dermatiti con vesciche e anche ustioni
di secondo grado. Da
trattare
in ospedale, anche chirurgicamente.
Ce
n'è abbastanza, per chiedere un capitolo specifico di indagine nella
commissione parlamentare
d'inchiesta,
che la maggioranza si ostina a rifiutare. E le dimissioni di Gianni De
Gennaro, il capo
della
polizia nominato dal centrosinistra, un po' meno saldamente al comando
rispetto a qualche
mese
fa.
I
gas lacrimogeni sono classificati come mezzo di repressione non letale
delle masse, in uso alle
polizie
di mezzo mondo, da Seattle a Waco, dalla Palestina al Perù.
Anche
a Genova nel luglio del 2001 ne è stato fatto abbondante uso, dato
che dagli atti della
commissione
parlamentare risulta ne siano usati più di 6200 candelotti in soli
due giorni.
Due
sono le questioni connesse all'uso del gas, ed in particolare del famigerato
gas o componente
chimico
CS (ortoclorobenzalmalonitrile per gli addetti ai lavori):
è
legale? Vi è cioè una valida norma di copertura che ne autorizzi
l'uso da parte delle forze
dell'ordine?
è
legittimo? In quali condizioni il gas può e deve essere impeigato?
Il
quadro che si presenta agli occhi degli osservatori è variegato,
ed è tuttora al vaglio del GLF.
E'
però certo che il CS entra a far parte dell'armamento standard in
dotazione alle forze di pubblica
sicurezza
nel 1991, con il DPR 5 ottobre 1991, n. 359 (in Gazz. Uff., 11 novembre,
n. 264), rubricato
Regolamento
che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione
all'Amministrazione
della pubblica sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta
funzioni
di polizia. |