RECENSIONE
DI
"IO
ULTRAS, PADRONE DEL PALLONE"
(Grazie
Michele)
L’amore, la politica,
il calcio. Soprattutto il calcio. Questa è la vita di Sandro, trentacinquenne
romano, tifoso della Lazie. E’ la vita vista con gli occhi di un Ultras,
è la città vista con gli occhi dell’Ultras.
E’ forse questa la
chiave che fa scorrere gli eventi raccontati in questo libro, in modo travolgente,
quasi coinvolgente.
Sandro ti racconta
la sua storia, i suoi ideali, parlandoti direttamente, quasi sfidandoti,
cercando in te quel poco di buon senso e buona fede che ti è rimasto
per poi distruggerteli definitivamente. Non c’è spazio per i buoni
sentimenti nel mondo attuale, è finita l’era degli eroi, delle bandiere,
degli amori infiniti (per dirla alla John King: “…qua non è mica
Alice nel paese delle meraviglie...”).
E il calcio moderno
è forse la massima rappresentazione del mondo post-industriale e
della sua totale mancanza d’ideali.
Tornando al libro,
ciò che colpisce immediatamente è la schiettezza e la familiarità
del linguaggio usato, non il dialetto romanesco, ma un italiano parlato
e popolare condito di tanto in tanto da qualche tipica espressione dialettale.
Forse in alcuni punti è un po’ troppo “Fedeli alla tribù”,
ma, si sa, chi non è rimasto folgorato dalla bravura di J. King
o I. Welsh?
Ma rispetto agli autori
della cosiddetta “chemical generation” questo è un po’ più
nostro, nel senso che naturalmente ci riguarda e ci rappresenta di più,
al di là dei colori, in quanto italiani e soprattutto romani.
Dicevo coinvolgente,
anche quando tralascia il mondo del calcio per affrontare quello molto
più difficoltoso dei rapporti affettivi ed il buon Sandro riesce
anche lì.
Apparentemente un
libro senza difetti, ma forse uno l’ho trovato: fin dall’inizio infatti
la storia soffre un po’ di “eccessivo autoincoraggiamento”, se mi passate
il termine, infatti sono forse un po’ troppi i richiami ad una superiorità
del tifoso laziale su tutti gli altri soprattutto sulla, come viene chiamata,
“plebe” romanista (quanto sono orgoglioso di essere considerato plebe!),
ma d’altronde, quale tifoso, pardon quale Ultras non crede di essere il
migliore sulla piazza?
Interessantissimo
il racconto dei preparativi per l’accoglienza rifilata agli inglesi per
Italia-Inghilterra di un paio d’anni fa.
DA LEGGERE TUTTO D’UN
FIATO!
Michele
AS Roma Per Mille
Anni