TORINO / ROMA 0-1
5 maggio 2002
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Striscione contro Carraro

Fase di gioco

Striscione offensivo granata

Striscione offensivo granata

Tifo in Curva Filadelfia

Striscione in Curva Filadelfia

Striscione di risposta dei Ragazzi della Maratona ad uno striscione esposto dai romanisti all'andata

Torce al gol

Saluto della Roma ai tifosi

E a Roma la prevedibile bagarre
Tafferugli e accoltellamenti:
il Centro diventa un’arena
Quattro tifoserie si scontrano a piazza del Popolo
di DAVIDE DESARIO
Dopo lo scudetto, la violenza e gli scontri. Ne sanno qualcosa alla chiesa di Santa Maria del Popolo. Ieri, poco dopo la fine di Lazio-Inter, i portoni sono stati spalancati da una folla impaurita che cercava riparo dalla guerriglia esplosa tra i tifosi a piazzale Flaminio. Un ragazzo di 34 anni è stato raggiunto e aggredito da un gruppo di teppisti proprio sull’ultimo gradino: coltellate ai glutei, alle gambe e poi lo hanno lasciato in terra in una pozza di sangue tra le urla dei turisti.
Ma non è tutto. Laziali, romanisti, interisti, juventini, senza distinzione, se le stavano dando di santa ragione in piazzale Flaminio e all’interno di villa Borghese. I poliziotti armati di manganello cercavano di separare le fazioni. Un altro giovane, tifoso nerazzurro, è stato accoltellato al braccio, un romanista è stato colpito in testa con una mazza di legno, due ragazze gettate in terra. Alla fine il bollettino di guerra (ancora non ufficiale) parla di 12 ultrà di diverse fazioni feriti di cui 5 accoltellati e uno che probabilmente perderà l’uso della mano per lo scoppio di un petardo, 4 poliziotti e 5 carabinieri contusi, 3 autobus dell’Atac danneggiati, una troupe della Rai assalita, un arrestato e una decina di fermati.
Che sarebbe stata una domenica difficile si sapeva. Che gli intrecci di partite e tifoserie riservate dall’ultima giornata di campionato fossero ad alto rischio, pure. Ma pochi potevano immaginare quello che poi è accaduto. Le prime avvisaglie all’inizio del pomeriggio. Alle 15 l’Olimpico era pieno in ogni ordine di posti: quasi 90 mila gli spettatori di cui quasi 50 mila supporter neroazzurri giunti da ogni parte d’Italia (circa 2 mila con due treni speciali da Milano).
Eppure fuori dallo stadio c’erano migliaia di tifosi, laziali e interisti, che pretendevano di entrare senza biglietto. Alcuni hanno tentato di forzare gli ingressi e hanno lanciato sassi e altri oggetti contro le forze dell’ordine. Ma gli agenti, coordinati dal dirigente Antonio Del Greco, li hanno contenuti: una decina di cariche sono state necessarie per disperdere i facinorosi. Qualcuno che ha tentato di scavalcare le recinzioni è stato fermato e denunciato. Tensione alta anche sulle gradinate dell’Olimpico. Soprattutto dopo che la Lazio ha pareggiato e successivamente è passata in vantaggio. Alla fine del primo tempo dalla Curva Sud, completamente occupata dagli interisti, è stato lanciato verso le tribune un potente petardo. A raccoglierlo proprio un tifoso milanese: l’ordigno gli è esploso in mano e ora il ragazzo di 28 anni, la cui prognosi è di 40 giorni, rischia l’amputazione dell’arto. L’esplosione ha ferito al timpano anche un altro ragazzo che è stato ricoverato all’ospedale. Ma non finisce qui.
Prima del triplice fischio dell'arbitro carabinieri e polizia hanno circondato il terreno di gioco per evitare una pericolosa invasione di campo. Fuori dallo stadio, però, i tifosi hanno sfogato la loro delusione contro polizia e carabinieri: ancora cariche, ancora scontri, ancora sassaiole e lanci di lacrimogeni. Alcuni feriti tra gli ultrà, nove tra le forze dell’ordine (5 carabinieri e quattro poliziotti). Un ragazzo di 28 anni, romano, è stato arrestato per il lancio di un lacrimogeno che ha colpito alla tesa un militare dell’Arma.
Intanto in piazza del Popolo accadeva l’incredibile. Alcuni coraggiosi tifosi juventini (quasi tutti studenti fuori sede e coppiette) festeggiavano il tricolore sventolando bandiere e sciarpe, qualcuno indossando magliette ironiche con scritto “Roma campione è stata un’illusione". In breve, però, sono stati accerchiati da ultrà di Roma e Lazio: insieme contro il “nemico" bianconero. A separarli subito gli agenti della polizia agli ordini del dirigente Bruno Samà. Ma la situazione era esplosiva e ingestibile. Gli stessi romanisti se la prendevano con i laziali: «Li avete fatti vince voi», gridavano i giallorossi contro i cugini biancocelesti. Qualche spintone, qualche ceffone e calci e pugni contro le prime macchine di juventini che strombazzavano su via di Ripetta.
Ma il peggio è accaduto tra piazzale Flaminio e villa Borghese dove stavano transitando i pullman dell’Atac con i tifosi interisti più accesi, diretti alla stazione Tiburtina dove li attendevano i treni per Milano. Alcuni juventini hanno fermato uno dei bus e lo hanno bersagliato con bottiglie e sassi. Gli interisti sono scesi dai pullman e sono scoppiati violenti scontri. Laziali e romanisti si sono gettati nella battaglia: tutti contro tutti, con il panico dei turisti ma anche di tanti romani che stavano passeggiando. Minuti di guerriglia urbana: giovani con i volti coperti, coltelli a scatto che spuntavano dalle tasche, bastoni, cinte e catene. Molti stranieri hanno trovato rifugio dentro la chiesa Santa Maria del Popolo. Due giovani sono stati accoltellati, altri feriti al capo e alle braccia. Tutti trasportati all’ospedale San Giacomo. Soltanto l’immediato intervento della polizia ha evitato che il bilancio degli scontri fosse ancora più grave. L’ultimo “round" alla stazione Tiburtina: gli ultrà di Milano, delusi e arrabbiati, hanno aggredito un giallorosso e poi se la sono presa contro alcune auto della Fiat in esposizione. Hanno infranto vetrine e poi hanno scatenato un’altra sassaiola contro le forze dell’ordine. Poco prima delle 20 i due convogli sono ripartiti per il capoluogo lombardo. Clima incandescente anche a Fiumicino. Circa tremila supporters nerazzurri hanno contestato Vieri e compagni mentre si imbarcavano per Milano. La polizia ha dovuto scortare i giocatori per sottrarli all’ira degli ultrà.
GRAZIE PAOLO!



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