Quis
custodiet custodes?
Una lettera
di Annalisa del 21.04.2004 e la risposta del sottoscritto.
Caro
Lorenzo,
sono Annalisa e ti scrivo per confrontarmi con qualcuno che ne sappia più di me su alcune questioni che riguardano la Roma ed in particolare la sua tifoseria. Ti premetto che frequento lo stadio da circa 6 anni anche se in modo discontinuo, perché (e sarei un’ipocrita se non lo confessassi subito),ho iniziato a venire allo stadio per stare un po’ di tempo in più con il mio ragazzo. E’ stato lui a portarmi allo stadio la prima volta : non dimenticherò mai quel Roma –Piacenza… Ricordo con estrema emozione la prima volta che ho varcato quei cancelli, che ho visto tutta quella gente, la prima volta che ho sentito cantare Roma Roma (e un po’ c’è voluto visto che c’era sempre sciopero del tifo!!!). Allo stadio da quella volta mi sono sempre divertita, anche se seguo la partita in maniera distaccata e spesso non partecipo neanche ai cori, mi piace viverla così, come se io fossi uno spettatore che va a teatro. Mi piace vedere la gente che canta, che urla ,che esulta, che si dispera. Osservo attenta quella che da “quasi-sociologa” reputo una miniatura della società, ma ultimamente sono successi alcuni fatti che mi hanno fatto pensare seriamente. Il fatto più eclatante è stato il derby. Vorrei che tu mi dicessi con precisione che cosa è successo quello sera e vorrei che lo facessi con l’obiettività di chi è consapevole che all’interno della curva c’è gente che andrebbe rinchiusa per un bel po’. Vorrei anche sapere perché devo andare allo stadio tre ore prima dell’inizio della partita perché altrimenti rischio di guardarmi la partita sulle scale: questa gente con i biglietti ,abbonamenti (chi ce li ha) di altri settori chi li fa entrare? Inoltre vorrei sapere perché per colpa di altri io sono costretta a perdere due partite del mio abbonamento PAGATO perché non posso permettermi di andare a Palermo. Insomma a pagare è sempre chi non c’entra nulla, ma questo in una società normale, civile è ovvio perché quando non si individua (o non si vuole individuare ) il responsabile a pagare è l’intera collettività, ma allora perché procedere alla pseudo santificazione di questi signori? E ti scrivo con cognizione di causa perché molto spesso succedono risse all’interno dello stadio in cui la polizia non c’entra nulla. Un ultimo quesito. Vista la vicinanza del mio cuore ad un tifoso con la t maiuscola mi batto da sempre per far capire a chi allo stadio non è mai stato che chi lo frequenta non è necessariamente un “deviante” mentecatto senza alcuna cultura, ma ti giuro che quando vedo l’inciviltà delle persone tipo carte buttate a terra, seggiolini rotti , insulti al povero bibitaro, borghetti tirati in aria e via di seguito mi chiedo perché spreco tanto fiato e tempo per gente che non lo merita. Grazie in anticipo anche per la sola lettura (anche se la risposta è molto gradita),perché come dice il mio compagno quando mi ci metto sono veramente “pesante”. Annalisa |
Cara
Annalisa,
Ti ringrazio della e-mail. Per quanto riguarda il famoso derby non giocato, credo sia sufficiente che Tu legga i resoconti di chi c’era per capire cosa è successo e li trovi nella pagina www.asromaultras.it/0304lazioroma.html Una situazione di tensione controllabile è divenuta incontrollabile per via di frange esagitate presenti sia tra i tifosi che tra le forze dell’ordine. Credo di essere obiettivo se ti dico che sicuramente tra i tifosi della Roma ci sono persone incivili ed anche veri e propri delinquenti, ma tutto questo è presente anche se giri per strada. Per usare una frase abusata, una curva è lo specchio della società. Non ho mai inteso dire che gli ultras sono buoni e i poliziotti cattivi o viceversa. Per me sono due facce della stessa medaglia, ed è qui che nasce il problema. Ciò che io contesto è che le forze dell’ordine, che dovrebbero rappresentare lo Stato – uno Stato etico e non delinquenziale – assai spesso si comportino in maniera né migliore né peggiore degli hooligans nostrani. Lo Stato non può scendere al livello di chi lo aggredisce. Un poliziotto, anche se gli viene tirato contro un seggiolino, non può scendere al livello di ritirarlo. Egli può usare la forza, ovviamente, può arrestare, ovviamente, ma credo sia sbagliato il fatto che si ponga troppo spesso come un ultras con la divisa piuttosto che come tutore dell’ordine. La prima pietra viene scagliata assai spesso dai tifosi, ma chi fa un mestiere delicato come quello di tutore dell’ordine dovrebbe avere i nervi saldi, visto che una carica in mezzo a migliaia di persone comporta che ci vada di mezzo chi non c’entra nulla. Credo che le forze dell’ordine siano impreparate, specialmente in chi le dirige, per le funzioni di ordine pubblico. Credo anche che lo stadio sia un laboratorio sociale per sperimentare nuove tecniche repressive. Il sentirsi legittimato a violare la legge sicuro della propria impunità non è ammissibile in uno Stato democratico mentre è ammissibile in uno Stato di polizia, verso il quale lentamente stiamo scivolando: mentre il cittadino ha il diritto di fare quello che gli pare, e se viola la legge ne paga giustamente le conseguenze, il tutore dell’ordine deve muoversi SEMPRE nell’ambito della liceità, proprio perché è espressione dello Stato. E se viola la legge ne deve pagare le conseguenze, cosa che rarissimamente accade. Visto il modo, più che legittimo, con cui segui la partita credo tu non abbia esperienza in ordine alle trasferte ed ai quotidiani soprusi che i tifosi debbono subire in tali contesti. Il manganello non si impugna al contrario, il lacrimogeno (sempre se lecito, non sembra che quelli attuali lo siano) va sparato a parabola e non in faccia alle persone e durante le cariche deve SEMPRE essere lasciata una via di fuga. Se una persona viene arrestata non deve essere picchiata nella cella di sicurezza e soprattutto non la si deve accusare se si sa che non ha fatto nulla. Principi questi che – ahimé – vengono assai spesso violati, e se la mia reprimenda si rivolge solo e soltanto in una direzione, è perché 1000 giornali e televisioni guardano solo nell’altra, ricevendo le informazioni “attendibili” solo e soltanto dagli uffici di questura! La curva, da una trentina d’anni, è anche luogo di aggregazione, e non ho mai provato fastidio a trovare le scale occupate, cosa che invece proverei se le trovassi tali a teatro. Non ho mai concepito lo stadio come un teatro e tutto vorrei tranne che lo fosse. Tremo all’idea che la Curva Sud un giorno abbia le scalette libere, con tutte le persone rigorosamente sedute al loro posto. Per questo tipo di ordine ci sono già due tribune, i distinti e la curva nord. Non mi è mai pesato andare tanto tempo prima alla partita: in occasione di Roma/Liverpool del 1983/84 andai allo Stadio alle 9 di mattina e la partita era alle 8.30 di sera: anzi, ho trovato quella esperienza quasi romantica, tant’è che la ricordo ancora, mentre probabilmente se tutto fosse stato perfetto, ordinato ed asettico di quella partita avrei solamente ricordato i tragici errori di Conti e Graziani che diedero la coppa ai rossi del Liverpool. In conclusione, non si tratta di santificare tre ragazzi che, vedendo ragazzi e ragazze in difficoltà perché schiacciati contro i vetri a seguito del lancio di lacrimogeni, hanno deciso – pagando sulla loro pelle – di entrare in campo e farsi interpreti dei desiderata della collettività che in quel momento chiedeva la sospensione. Credo siano state persone altamente responsabili che hanno evitato accadesse qualcosa di più grave. I tifosi della Roma di curva sono assolutamente solidali con loro, perché hanno visto e vissuto quella incredibile giornata, sanno come vanno le cose con le forze dell’ordine e quindi hanno compreso cosa realmente è accaduto, al di là delle versioni di comodo della Questura che ha osato dire che prima della partita fuori dallo Stadio c’era stata “giusto qualche scaramuccia, nella normalità”, quando invece c’era una simil-guerra o che pure ha detto di avere aperto tutti i cancelli quando invece ne era aperto solo uno. L’esame di coscienza va fatto da tutti, perché – riprendendo un noto adagio – siamo sempre al punto di partenza: i custodi sorvegliano i custoditi, ma chi custodisce i custodi? Un saluto, Lorenzo |