7 febbraio 2004:
"Io alla Juve? No, non ci andrei mai e la mia e' una scelta di vita..."

A FALSO!

Dichiarazione di Fabio Capello # 1

Dichiarazione di Fabio Capello # 2
Aprile 2003. Fabio Capello si appresta ad affrontare al Delle Alpi la Juventus da allenatore della sua Roma. E alla domanda se tornerebbe da tecnico nella società che lo ha visto vincere da calciatore risponde con un no garbato ma altrettanto netto. "È una squadra che non m'interessa", dice. "Apprezzo la società, ma il mio è un discorso personale. Dico certe cose forse anche per l'età che ho, perché per quello che ti permette di fare chiunque vorrebbe andarci, ma io no.
Poi è già ben allenata"
Febbraio 2004. "Io alla Juventus? Non andrei mai ad allenare i bianconeri che reputo comunque, in assoluto, tra le prime cinque società al mondo".
Così Capello lo scorso 7 febbraio. "Il fatto che io non vada ad allenare la Juve non significa che non mi abbiano cercato. Rispetto la società, ma a me non interessa andare lì: sono scelte di vita".

Stupore e rabbia.
Questi i sentimenti dei tifosi della Roma appena appresa la notizia del passaggio di Fabio Capello alla Juve. 
L'ira degli ultrà della Roma va in onda attraverso le varie emittenti radiofoniche, come Rete Sport e Radioincontro, con i conduttori che non fanno altro che leggere messaggi infuriati dei tifosi nei confronti dell'ormai ex tecnico giallorosso. 
"Peripatetico e traditore", sono le parole più usate dai sostenitori di fede giallorossa. Che proprio non hanno mandato giù "l'atteggiamento da parte del tecnico", soprattutto dopo quello che ha detto alla fine del campionato, ma anche per "non aver avvertito nessuno in società".

Più di qualche tifoso, inoltre, comincia a capire il comportamento dei due giocatori "Zebina e Emerson", insinuando che "l'orchestratore di tutto, magari, è lo stesso Capello". 
La cosa che spaventa molto i tifosi della Roma è il pericolo di "ridimensionamento" che potrebbe coinvolgere la Roma dopo l'addio di Capello. 


MP3 su Capello

A BUGIARDO!

A GOBBO!


Capello è già al lavoro con i  nuovi schemi...


...insieme ai suoi nuovi amici...
Ha tradito anche i giornali romani. Ha alzato il telefono e ha dato la notizia al Corriere della Sera, probabilmente all’amico Giorgio Tosatti. Non al Corriere dello Sport o alla Repubblica o al Messaggero. Parlando dei problemi della Roma mostrava il ghigno dei potenti al sorriso degli astanti. La società non ha programmi, diceva ad ogni occasione buona.
Successe già nel ’69. Fabio Capello giocava nella Roma che vinse la Coppa Italia. L’estate seguente passò alla Juve. Bruciò, ma non fu la stessa cosa.

“Gesuiti”
“Gesuiti”. In questo modo Capello definì i dirigenti juventini dopo un rigore fischiato a Baresi per un fallo su Baggio. Era il 1993. Era invece solo il 7 febbraio 2004 quando scolpì altre parole inequivocabili: “Per quello che ho fatto, per scelta di vita, a me non interessa andare alla Juve”. Durante la sua permanenza romana non mancava poi di attaccare sistematicamente “lo strapotere delle squadre del Nord”.

L’ultima cena
Fabio Capello due giorni fa era a cena con i dirigenti della Roma, con il d.s. Baldini e il futuro acquisto giallorosso, il difensore dell’Auxerre Philip Mexes. E invece, mentre portava il francese a Roma, si prendeva Zebina (ufficiale) ed Emerson e li metteva nella valigia per Torino. Come Moggi, quando lavorava per Sensi e intanto portava Paulo Sousa e Ferrara in bianconero. Ventiquattro ore dopo, infatti, Capello era a cena con la Juve. Penna su una mano e contratto sull’altra. Firma e via, un bacio a Moggi e il tradimento è completato.

Radio Capitale
Roma è in subbuglio. Ribollono le radio. Il tam-tam sulle frequenze romane è tumultuoso. Loro tengono in mano il termometro dei tifosi. E la temperatura emotiva della città è altissima. “Non era uno di noi”, è il commento più delicato. Non aveva mai legato con l’ambiente. I rapporti con lo stesso Totti erano stati sempre esclusivamente professionali.
Anche gli spazi pubblicitari delle radio ribollono di rabbia. Un venditore di macchine decide di impiegare parte del tempo per il suo comunicato in modo originale. “E’ una vergogna” attacca, e tra l’incredulità generale inizia anche lui uno sproloquio su Capello. Solo in un secondo momento, richiamato all’ordine dal conduttore, prende a parlare di tassi di sconto, rateizzazione, leasing, chilometri zeri ed altri trucchi finanziari per venderci una macchina. Incredibile: ma rivelatore.

La città tradita
Questa è la Roma che ama il calcio. Lo respira. Lo vive ad ogni angolo della giornata. Non è il passatempo domenicale, rinchiuso nel recinto dello stadio o in quello consacrato dal calendario. Capello lo sapeva. Poteva entrare nella storia come l’uomo che aveva rivestito lo scudetto di giallorosso. Bastava più chiarezza. Invece di andarsene così, all’improvviso, e alla Juve. Forse entrerà nella storia del calcio vincendo in un’altra grande piazza. 
Di certo non sarà più nel cuore dei romani. ”Scelte di vita”. 

...COMUNQUE, PER CONCLUDERE....
...DIMOSTRIAMO LA NOSTRA SPORTIVITA' DI FRONTE A TANTA CLASSE...
L'ACCOGLIENZA A FABIO CAPELLO IN OCCASIONE
DI ROMA/JUVENTUS 2004/05


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