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dal nostro
inviato
MIMMO FERRETTI
BARI - Trequarti
di stadio, il "San Nicola" non l’Olimpico, dipinto di giallo e
rosso. Esodo da paura, e con ogni mezzo, anche il più
pittoresco. La Roma, insomma, ha giocato in casa, non a
quattro ore di auto dalla capitale. Il ragionamento è questo:
la squadra di Capello, probabilmente, avrebbe vinto contro il
Bari attuale anche se avesse giocato in uno stadio vuoto,
oppure riempito soltanto dai tifosi della squadra di casa. E’
indubbio, però, che la cornice abbia aiutato la formazione
giallorossa. Perché non può non contare niente avere dalla tua
parte oltre venti, venticinquemila persone.
Una domenica, per
certi versi, da record: chissà, del resto, quante altre volte
in passato s’era vista tanta gente muoversi da casa per
seguire in trasferta la squadra del cuore. Il segno di una
passione infinita che in queste ore sta vivendo il presente
come un immenso sogno. La parte di Roma che professa la fede
giallorossa ormai da mesi non pensa che a quel traguardo che
manca dal maggio del 1983. E più passa il tempo e più cresce
la tensione. Il traguardo è lì, a tre passi, ma è ancora
troppo lontano per dar libero sfogo alla gioia. Ma diceva,
qualche giorno fa, Batistuta: «prima o pi taglieremo il
traguardo, se non sarà domani sarà dopodomani». Come dire: la
cosa è praticamente certa, o quasi. Oltre venti,
venticinquemila tifosi in carovana verso Bari rappresentano un
patrimonio inestimabile, per la causa romanista. Impossibile
dimenticare, o anche sottovalutare quanto accaduto ieri a
Bari. Sarà anche vero che il calcio sta diventando uno sport
sempre più televisivo, ma i tifosi della Roma sono in grado di
smentire tutto e tutti.
Il Messaggero
21/5/2001
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di ALESSANDRO ANGELONI
BARI - Tanti,
passionali, incredibili e festanti. Sono i venticinquemila
tifosi della Roma presenti al "San Nicola" di Bari che, per
l'occasione, si è travestito da Olimpico. Anche all'esterno
del suggestivo impianto barese, il colore dominante era il
giallorosso: le bandiere e le sciarpe che venivano vendute
nelle bancarelle erano solo della Roma.
L'entusiasmo, che
ha spinto qui anche Massimo D’Alema, è alle stelle, dalle
prime ore della mattinata. La convinzione di vincere lo
scudetto è palese, contro ogni forma scaramantica. "Finalmente
ci siamo...", recitava uno striscione presente nella curva
romanista. I primi messaggi sono di autoesaltazione per la
massiccia presenza in trasferta, presenza più che mai da
record. "Ma quanti semo?", si chiedevano stupiti. Per dopo
affermare, "Più siamo e meglio
stiamo". Poi, ai baresi. "Potevate annà ar mare..." e ancora, "20,
maggio, 2001, un'invasione d'amore", e sulla stessa falsa riga, "450 chilometri d'amore, 360 minuti al
tricolore..". Ironici e spietati,
contro squadra e tifoseria barese che alzava la voce solo ai
gol della Lazio e della Juventus. "Nun v'ha sarvato manco padre Pio" oppure il più raffinato "Se riBeccamo",
la lettera B segnata rigorosamente in rosso. Infine, grande
appare, "Ave Roma, le legioni ti
salutano". Non potevano mancare,
nonostante la distanza che li separava, alcuni striscioni
verso i cugini laziali. "Laziale,
sentite male" uno, "Squadra de pecore, curva de pastori", un altro. E il più polemico, "Tutto l'anno romano teppista, oggi affari in
vista".
Non sono mancate le scritte in onore di Aldair, infortunatosi domenica scorsa contro l'Atalanta. "Lottate per Aldair", e anche "Altri 100 anni di Aldair", e il più augurante in attesa del traguardo finale, "10 anni d'amore, ti daremo il tric.... Grazie Pluto". Era ovvio anche rivolgere attenzioni a Totti che stava festeggiando la sua duecentesima gara in serie A. "Dal 28-3-93 al 20-5-01, 200 volte grazie". Poi, "La maglia e il tuo orgoglio romano, fanno di te un grande capitano". Curiosi anche gli striscioni dedicati a Montella, "Meglio Montella che pizza bianca e mortadella" e a Nakata, "Nakatastrofe". Poi i soliti e sempre presenti, "Barcollo ma non mollo", "Irina ti invidio". E gli inediti, "'Sta Roma mena", "Sotto a chi tocca".
Prima dell'inizio della partita si è visto in campo Antonio Cassano. Il suo è stato un giro d'onore con tanto di saluto al suo futuro pubblico. Il giocatore si è reso subito conto di cosa lo aspetterà nella capitale ed è uscito visibilmente toccato dallo spettacolo cui stava assistendo. Poi solo sventolio di sciarpe e bandiere e canti per tutti i novanta minuti. Beccati ancora i tifosi del Bari che stanno accompagnando la squadra i B, "Ve salutamo adesso, poi nun se vedemo più". Come rispondono gli avversari? Rubano uno striscione della Roma presente in tribuna. Il "ladro" corre inseguito dalla polizia, ma riesce a risalire con il cimelio in mano, stranamente orgoglioso del gesto.
Incitati inoltre tutti i giocatori, dal primo all'ultimo. In curva cantano "Roma, Roma" di Venditti, in mezzo ad uno sventolio di bandiere e sciarpe. Commoventi. Toccati anche gli stessi giocatori che non avevano mai visto uno spettacolo del genere. Attimi di speranza dopo il gol dell'Udinese, poi la delusione per i risultati finali. Il coro de "La società dei magnaccioni" è il cult che accompagna le squadre agli spogliatoi dopo il fischio finale di Farina. Ci credono tutti, ma "Vinceremo il tricolore", ancora non si sente cantare. Un centinaio di tifosi della Roma invade il terreno di gioco alla fine della partita. Inseguiti Totti, Batistuta e Nakata. Prime maglie strappate. Poi ci ha pensato la polizia a calmare il civile entusiasmo della gente romana. Che è tornata a Roma con l'ennesima vittoria sugli spalti.
Il Messaggero
21/5/2001
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