Amichevole
FIUMICINO/
ROMA 0-3

Fiumicino
giovedì 11 gennaio 2001
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La Roma sorride Emerson pronto

ROMA - A distanza di cinque mesi dall'infortunio al ginocchio Emerson Ferreira da Rosa è tornato a giocare un'intera partita. L'amichevole che ha visto la Roma battere il Fiumicino per 30 con i gol di Poggi, Balbo e Guigou, ha evidenziato il pieno recupero del brasiliano. Emerson si è mosso con discreta disinvoltura, senza rischiare troppo. Il pubblico ha più volte applaudito alcune sue giocate. Fabio Capello ha anticipato l'allenamento dei titolari a Trigoria per non mancare all'appuntamento. Il tecnico voleva sincerarsi di persona dei progressi del centrocampista. Oggi Emerson darà la risposta definitiva a Capello che lo vorrebbe in panchina domenica contro il Bari. (m.b.) repubblica.it


gazzetta.it
Emerson: «Roma, eccomi» Superato il primo test: «Presto in campo, sogno lo scudetto»
«Sono felice»: così il brasiliano ha espresso alla fine il senso di liberazione per il tanto atteso ritorno in campo. Presto arriveranno le partite vere, ma con cautela: «Vediamo come risponderà il ginocchio» Il tecnico non mette fretta al «rinforzo» tanto atteso: «Era importante che respirasse di nuovo l' atmosfera della partita. Andrà in panchina quando mi dirà che è convinto di poter dare un contributo alla squadra»

LA GIOIA DEL GIOCATORE LA SODDISFAZIONE DI CAPELLO Emerson: «Roma, eccomi» Superato il primo test: «Presto in campo, sogno lo scudetto» DAL NOSTRO INVIATO FIUMICINO (Roma) - Una partita vera. Sin troppo amichevole, con gli avversari che fanno di tutto per non rischiare di farti male, ma pur sempre tale: Emerson è andato a letto contento ieri sera dopo aver disputato i 90 minuti contro il Fiumicino, squadra locale militante nell' Eccellenza, sparring partner di una delle tappe conclusive dell' itinerario che lo porterà al sospirato debutto in campionato, rinviato maleficamente dalla rottura dei legamenti del suo ginocchio sinistro nello scorso agosto. Come riassaporare finalmente una fetta di dolce, dopo le tante briciole, sempre più numerose negli ultimi tempi ma pur sempre briciole, radunate nelle ultime settimane a Trigoria. Per l' intera torta, che poi sarebbe la prima partita che conta, bisognerà aspettare. Forse qualcosa in più dei due giorni che ci separano da Roma-Bari. Capello ha detto che la scelta sarà del brasiliano: «Andrà in panchina quando avrò parlato con lui e mi dirà che è convinto di poter dare un contributo alla squadra». Come dire: no a una presenza soltanto simbolica. Con Emerson a rimandare la risposta: «Aspettiamo la notte per vedere come va il ginocchio», ha detto nell' attesa di completare la collezione di sensazioni che servono per una scelta comprensibilmente delicata. Panchina o non panchina, Bari o non Bari, ieri però s' è scritta un' altra pagina importante nel libro della stagione della Roma già affollato di belle immagini. Lo si è capito all' inizio, con Capello che arriva di corsa da Trigoria dove ha appena finito di allenare la Roma 1, giusto in tempo per l' amichevole-collaudo per un giocatore su cui (e non è il solo) punta moltissimo per restare in fuga. E anche alla fine, con compagni e avversari a circondare il brasiliano, sempre con il sorriso sforzato, imprigionato da una smorfia di attesa, suggerita da un' esperienza che gli consiglia una riserva di cautela in ogni circostanza. «Sono felice», ha detto davanti alla telecamere, con qualche scongiuro mentale però che gli consigliava di non abbandonarsi fino in fondo. «I tifosi mi hanno aiutato molto, come la mia famiglia». Quanto al suo sogno calcistico, dichiararlo è stato sin troppo facile: «Tornare e vincere lo scudetto». Ma eccolo Emerson con il suo numero 10 prestatogli da Totti (rimasto a Trigoria). Eccolo camminare sulla luna all' inizio: passi attenti, una grande concentrazione, in fondo un calciatore che ritorna dopo una lunga sosta per infortunio è come qualcuno che calpesta un suolo da frequentare in punta di piedi. Piano piano però il brasiliano ha addomesticato la sua «luna»: un bel lancio lungo la corsia di Rinaldi, un colpo di testa su una punizione di Nakata a lato di un po' , proprio ad annunciare il primo gol del pomeriggio (di Poggi, poi Balbo e Guigou hanno integrato il bottino fino al 3-0 conclusivo). Quindi qualche fraseggio tutto di prima, là dal suo posto di vigile urbano del centrocampo, con l' uruguaiano Guigou come vicino di casa. Nella ripresa, poi, anche qualcosa di più: un paio di palle rubate seppure con la complicità di qualche comprensibile timidezza dell' avversario diretto; un contrasto, due, anche persi ma provandoci con il mestiere di chi è in campo come tutti gli altri, la cosa più importante. Alla fine Capello ha tracciato un bilancio confortante, pur senza verdetti: «Era importante che respirasse di nuovo l' atmosfera della partita. Ha fatto bene, ha giocato con determinazione, con aggressività. Non era importante il risultato o le cose che ha fatto vedere, quelle le conosciamo, ma l' aspetto psicologico». Pure il medico della Roma, Brozzi, ha parlato di una giornata positiva: «Tutto bene, valutiamo giorno per giorno la situazione: ha dimostrato di poter giocare una partita intera e questo è importante. Continueremo a valutare la situazione, non abbiamo nessuna fretta». Un' altra traccia che nessuno si dovrà sorprendere se magari oggi, quando Emerson farà il punto sulle sue condizioni, si deciderà di prendere un altro po' di tempo nel viaggio verso la prima iscrizione a referto della sua storia italiana. L' appuntamento di Fiumicino è stato vissuto in un' atmosfera euforica. A un certo punto è caduta su Capello una domanda maliziosa, istigata da alcune parole di Zidane che immaginano un calo della Roma in primavera. «Va bene, ascoltiamo», ha risposto l' allenatore capoclassifica. Più o meno, un «chi vivrà vedrà». Sapendo che con Emerson la Roma vivrà e vedrà meglio. Valerio Piccion


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