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....E QUELLI DELLA STAMPA
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La Roma sorride Emerson pronto
ROMA - A
distanza di cinque mesi dall'infortunio al ginocchio
Emerson Ferreira da Rosa è tornato a giocare un'intera
partita. L'amichevole che ha visto la Roma battere il
Fiumicino per 30 con i gol di Poggi, Balbo e Guigou,
ha evidenziato il pieno recupero del brasiliano.
Emerson si è mosso con discreta disinvoltura, senza
rischiare troppo. Il pubblico ha più volte applaudito
alcune sue giocate. Fabio Capello ha anticipato
l'allenamento dei titolari a Trigoria per non mancare
all'appuntamento. Il tecnico voleva sincerarsi di
persona dei progressi del centrocampista. Oggi Emerson
darà la risposta definitiva a Capello che lo vorrebbe
in panchina domenica contro il Bari. (m.b.)
repubblica.it
gazzetta.it
Emerson: «Roma, eccomi» Superato il
primo test: «Presto in campo, sogno lo scudetto»
«Sono felice»: così il brasiliano ha
espresso alla fine il senso di liberazione per il
tanto atteso ritorno in campo. Presto arriveranno le
partite vere, ma con cautela: «Vediamo come
risponderà il ginocchio» Il tecnico non mette fretta
al «rinforzo» tanto atteso: «Era importante che
respirasse di nuovo l' atmosfera della partita.
Andrà in panchina quando mi dirà che è convinto di
poter dare un contributo alla squadra»
LA GIOIA DEL GIOCATORE LA SODDISFAZIONE DI CAPELLO
Emerson: «Roma, eccomi» Superato il primo test:
«Presto in campo, sogno lo scudetto» DAL NOSTRO
INVIATO FIUMICINO (Roma) - Una partita vera. Sin
troppo amichevole, con gli avversari che fanno di
tutto per non rischiare di farti male, ma pur sempre
tale: Emerson è andato a letto contento ieri sera dopo
aver disputato i 90 minuti contro il Fiumicino,
squadra locale militante nell' Eccellenza, sparring
partner di una delle tappe conclusive dell' itinerario
che lo porterà al sospirato debutto in campionato,
rinviato maleficamente dalla rottura dei legamenti del
suo ginocchio sinistro nello scorso agosto. Come
riassaporare finalmente una fetta di dolce, dopo le
tante briciole, sempre più numerose negli ultimi tempi
ma pur sempre briciole, radunate nelle ultime
settimane a Trigoria. Per l' intera torta, che poi
sarebbe la prima partita che conta, bisognerà
aspettare. Forse qualcosa in più dei due giorni che ci
separano da Roma-Bari. Capello ha detto che la scelta
sarà del brasiliano: «Andrà in panchina quando avrò
parlato con lui e mi dirà che è convinto di poter dare
un contributo alla squadra». Come dire: no a una
presenza soltanto simbolica. Con Emerson a rimandare
la risposta: «Aspettiamo la notte per vedere come va
il ginocchio», ha detto nell' attesa di completare la
collezione di sensazioni che servono per una scelta
comprensibilmente delicata. Panchina o non panchina,
Bari o non Bari, ieri però s' è scritta un' altra
pagina importante nel libro della stagione della Roma
già affollato di belle immagini. Lo si è capito all'
inizio, con Capello che arriva di corsa da Trigoria
dove ha appena finito di allenare la Roma 1, giusto in
tempo per l' amichevole-collaudo per un giocatore su
cui (e non è il solo) punta moltissimo per restare in
fuga. E anche alla fine, con compagni e avversari a
circondare il brasiliano, sempre con il sorriso
sforzato, imprigionato da una smorfia di attesa,
suggerita da un' esperienza che gli consiglia una
riserva di cautela in ogni circostanza. «Sono felice»,
ha detto davanti alla telecamere, con qualche
scongiuro mentale però che gli consigliava di non
abbandonarsi fino in fondo. «I tifosi mi hanno aiutato
molto, come la mia famiglia». Quanto al suo sogno
calcistico, dichiararlo è stato sin troppo facile:
«Tornare e vincere lo scudetto». Ma eccolo Emerson con
il suo numero 10 prestatogli da Totti (rimasto a
Trigoria). Eccolo camminare sulla luna all' inizio:
passi attenti, una grande concentrazione, in fondo un
calciatore che ritorna dopo una lunga sosta per
infortunio è come qualcuno che calpesta un suolo da
frequentare in punta di piedi. Piano piano però il
brasiliano ha addomesticato la sua «luna»: un bel
lancio lungo la corsia di Rinaldi, un colpo di testa
su una punizione di Nakata a lato di un po' , proprio
ad annunciare il primo gol del pomeriggio (di Poggi,
poi Balbo e Guigou hanno integrato il bottino fino al
3-0 conclusivo). Quindi qualche fraseggio tutto di
prima, là dal suo posto di vigile urbano del
centrocampo, con l' uruguaiano Guigou come vicino di
casa. Nella ripresa, poi, anche qualcosa di più: un
paio di palle rubate seppure con la complicità di
qualche comprensibile timidezza dell' avversario
diretto; un contrasto, due, anche persi ma provandoci
con il mestiere di chi è in campo come tutti gli
altri, la cosa più importante. Alla fine Capello ha
tracciato un bilancio confortante, pur senza verdetti:
«Era importante che respirasse di nuovo l' atmosfera
della partita. Ha fatto bene, ha giocato con
determinazione, con aggressività. Non era importante
il risultato o le cose che ha fatto vedere, quelle le
conosciamo, ma l' aspetto psicologico». Pure il medico
della Roma, Brozzi, ha parlato di una giornata
positiva: «Tutto bene, valutiamo giorno per giorno la
situazione: ha dimostrato di poter giocare una partita
intera e questo è importante. Continueremo a valutare
la situazione, non abbiamo nessuna fretta». Un' altra
traccia che nessuno si dovrà sorprendere se magari
oggi, quando Emerson farà il punto sulle sue
condizioni, si deciderà di prendere un altro po' di
tempo nel viaggio verso la prima iscrizione a referto
della sua storia italiana. L' appuntamento di
Fiumicino è stato vissuto in un' atmosfera euforica. A
un certo punto è caduta su Capello una domanda
maliziosa, istigata da alcune parole di Zidane che
immaginano un calo della Roma in primavera. «Va bene,
ascoltiamo», ha risposto l' allenatore capoclassifica.
Più o meno, un «chi vivrà vedrà». Sapendo che con
Emerson la Roma vivrà e vedrà meglio. Valerio Piccion
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