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(al 1° gol e all'inizio del 2° tempo) |
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Ciao Lorenzo, ho letto nella pagina di
milan-Roma i Tuoi commenti sulla serata: concordo
sulla tristezza di quello stendardo e sulla squallida
doppia inquadratura e mi chiedo anch'io come si possa
definire gremito uno stadio che su 80.000 posti a
sedere ne lascia liberi 76.000. Detto ciò, definire la telecronaca allucinante è quasi un complimento: i pessimi civoli e dossena (che ha passato la serata intera dicendo "manzini e bizarro") con l'aiuto del servo paris, hanno visto totalmente un'altra partita: ho notato pochissima lucidità e onestà intellettuale nell'analisi dei momenti cruciali della gara, sul modo di interpretarla della due squadre, sulle situazioni di pericolosità, sul fallo di mano di oliveira, ma soprattutto sulla prestazione del Capitano. Hanno passato la serata intera a dire che era col freno a mano tirato (dopo 7 minuti), che era stanco, statico, non in giornata, non ispirato: forse sarò di parte, a me è parsa la solita ed ennesima prova di sostanza e qualità, è venuto sempre incontro a fare sponda, ha sgomitato fra costacurta e bonera, ha pressato come sempre fino all'ultimo secondo, ha dato una palla di tacco a pizarro nel primo tempo imbarazzante, ha messo mancini due volte davanti alla porta, ha scagliato una mina da 30 metri che entrava a fil di palo: insomma, pur sapendo di essere di parte, non capisco come si faccia a non vedere tutte queste cose, come si faccia ad ignorarle. Penso sia conclamato che lui non goda delle simpatie dei giornalisti, anche perchè a fine gara non rilascia loro mai una parola (nel caso solo a roma channel), non va mai ad una domenica sportiva o un controcampo, probabilmente in rai dopo il caso failla lo hanno ancor più in antipatia, ma una telecronaca del genere è un insulto ai telespettatori. Per fortuna c'ha pensato ancelotti a dare la dimensione del Giocatore, dato che dopo il tiro da 30 metri implorava ambrosini di non lasciarlo libero nemmeno un secondo, e cosa ancor più rilevante, c'ha pensato (per l'ennesima volta) il pubblico di sansiro a misurarne la grandezza applaudendolo al rientro in campo. Credo ricorrano tutti gli elementi per inondare di mail http://www2.raisport.rai.it/info/rsmail.html la casella di posta di raisport, indirizzando al direttore le nostre proteste contro i telecronisti faziosi e ridicoli di ieri sera. Un saluto. Alessandro |
I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA (questi ultimi solo se meritano) |
GAZZETTA.IT MILANO, 25 gennaio 2007 - In tribuna Ronaldo, prossimo terminale offensivo. Sul campo un Milan che si fa strappare il pareggio dalla Roma (2-2), mostrando crepe preoccupanti in difesa. Giusto per chiarire che il Fenomeno non basterà a risolvere i problemi di Ancelotti. LA PARTITA - Con una temperatura vicino allo zero e una leggera nevicata su San Siro, ci voleva un primo tempo con 4 gol e il miglior Oliveira della stagione per far sentire Ronie a casa. Il brasiliano meno atteso della serata raccoglie consensi con un gol e parecchie giocate costruite in collaborazione di Kakà. La Roma in realtà ci mette del suo, lasciando metri di campo nella zona di Tonetto, subito in difficoltà, e Mancini, che quando si limita alla dimensione offensiva è un lusso che costa caro. Incassato l’1-0, comunque viziato da un mani di Oliveira, i giallorossi vanno in apnea per 15' e prendono il secondo schiaffo dal Milan: Inzaghi si apposta a centro area e riceve l’assist di Jankulovski, cui dedica il traguardo degli 80 gol con il Milan. Il bello della Roma è che con la qualità del suo impianto ogni tentativo che nasce dai lati può essere quello giusto. E infatti, dopo due inserimenti di Wilhelmsson senza fortuna, arriva l’azione che porta al 2-1, cucinato da Panucci e servito da Perrotta. A Dida, il brasiliano meno felice della notte di San Siro, la responsabilità del 2-2, autoinflitto con una gaffe micidiale dopo il tiro di Pizarro. ROMA ALLA DISTANZA - Totti all’inizio si vede poco (Bertini applica la tolleranza zero ammonendo Ambrosini al primo strattone), ma quando c’è da accelerare il capitano risponde con un campionario di conclusioni: in stile calcio a 5 (battuta forte e rasoterra verso il palo lontano con Mancini due volte in leggerissimo ritardo), con sassate su punizione oppure attraverso colpi di testa insidiosi per Dida. Risvolti concreti di una superiorità nel gioco che diventa marcata nell’ultima mezz’ora, quando la Roma imposta il fraseggio a uno-due tocchi e il Milan va in crisi. Ancelotti inserisce Brocchi e Seedorf, ma non ottiene che un paio di conclusioni dal limite neutralizzate dal portiere romanista. Spalletti invece intravede il sorpasso, ma a Wilhelmsson manca per tre volte la freddezza necessaria per colpire il Milan. |