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Mi
chiamo Cocozza Raffaele. In genere mi chiamo in
altra maniera ma domenica
9.03.2008 questo è stato il mio nome. Così, infatti,
è
scritto sul biglietto che ho acquistato dal bagarino
sulla Tangenziale
di Napoli, ai cosiddetti “botteghini della
Tangenziale”. Il divieto di
trasferta per noi romanisti è noto ma altrettanto
noto è
che non è poi così impossibile aggirare il divieto.
Mi ritrovo,
pertanto, già da venerdì in Campania alla ricerca
del biglietto.
Tutto esaurito, mi dicono. Diecimila tagliandi sono
in possesso dei bagarini,
che a Napoli sono un’istituzione. Mi dirigo
ugualmente a Napoli città
pur non avendo ancora il biglietto. A mezzogiorno le
strade sono già
trafficatissime di tifosi partenopei e la
Tangenziale è un incubo.
Passato il casello vedo un bagarino che urla: curve
e distinti!! Gli chiedo
quanto vuole. Vuole 50 euro per un distinto e allora
gli dico che se lo
può anche tenere. Mi chiede quanto ho. Gli dico che
al massimo gli
do
35 euro. Affare fatto e biglietto in tasca. Trovo
pure parcheggio vicino
allo stadio e intorno alle 13 sono già pronto per
entrare. Ovunque
scritte non proprio amichevoli sulla città eterna e
sulla nostra
Roma. Al prefiltraggio gli steward richiedono
obbligatoriamente il documento.
Non ce l’ho, gli dico. Mi rispediscono indietro. Un
anziano signore mi
si avvicina e mi chiede che problemi ho. Gli spiego
la situazione e lui
mi dice: vuoi entrare? Voglio entrare. Allora
seguimi. Si avvicina ad un
poliziotto e perentorio esclama: lui entra. Ed io
sono entrato. Ai tornelli
c’è un solo poliziotto, piuttosto annoiato e
disinteressato di quanto
gli accade intorno. Ed eccomi dentro al S.Paolo,
circondato di “nemici”
che già due ore prima della partita urlano cori
contro Roma e la
sua squadra. Il caso vuole che sono finito proprio
in quel settore ospiti
che nei palazzi romani hanno deciso di tenere chiuso
a noi romani e romanisti.
C’è la rete, la cosiddetta gabbia, ma tutto sommato
si vede bene.
Il S.Paolo con 60.000 spettatori fa paura, cantano
tutti, si alzano, imprecano,
urlano. Vedere la partita in religioso silenzio non
è cosa facile,
specie quando domini una partita e quando segni dopo
appena 2 minuti di
gioco, specie quando il Capitano ti segna sotto il
settore. Rimanere in
silenzio non è stato facile ma posso comodamente
dire che essere
li è stata una delle più grandi emozioni della mia
vita.
Sentire le curve del Napoli che chiedono ai loro
giocatori di “gonfiare
la rete” e vedere quella rete immobile è qualcosa
che non ha prezzo.Sentire
quell’assordante silenzio negli ultimi minuti della
gara e fischiettare
a basso volume “Barbera Champagne” non ha prezzo.
Uscire vincitore anche
se solitario non ha prezzo. Del decreto me ne frego…
avanti Roma!
Er parabola |
I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA La cronaca è semplice. Quando la Roma ha raggiunto Ercolano, la frazione di Napoli ai piedi del Vesuvio forse un po' avventatamente scelta come sede del ritiro prepartita, l'ultimo scempio arbitrale era stato perpetrato da pochi minuti dall'altra parte d'Italia, a Milano, dentro San Siro. Spalletti, il suo staff, i giocatori, già amareggiati per la notizia appresa per telefono dell'ennesimo rigore regalato all'Inter, si sono spaventati alla vista di quegli scalmanati che hanno cominciato ad urlare il loro odio contro il pullman della Roma e solo due transenne rette da un robusto cordone di polizia hanno alla fine permesso ai componenti della comitiva giallorossa di avere un corridoio protetto per raggiungere la hall dell'albergo. All'esterno i cori sono continuati a lungo e questo ha indotto i romanisti a rimanere blindati dentro l'hotel. E a vivere una notte che a quel punto si preannunciava assai difficile. Follie del calcio italiano e di una rivalità che già all'andata i due tecnici hanno provato a stemperare, ma che ormai è vissuta dalle tifoserie con un carico d'odio impressionante. Questo è il motivo per cui non ci saranno tifosi giallorossi e questo è il motivo in più per cui Spalletti considera la trasferta a un livello di rischio che la distanza di classifica tra le due squadre renderebbe immotivato. Quando gioca senza i suoi tifosi in trasferta, insomma, la Roma soffre. Solo riferendosi alle ultime uscite, il tecnico ricorda benissimo che a Siena non c'erano ed è finita malissimo, a Torino non c'erano ed è arrivata un'altra sconfitta, a Milano c'erano e il trionfo è stato impedito solo dalla presa di posizione di Rosetti, a Madrid c'erano e sono ancora ubriachi di gioia per l'impresa giallorossa. Oggi saranno 60.000 contro 11 e chissà quanti avvelenati come le avanguardie spedite ad Ercolano. La Roma non può aver paura anche se tornare a respirare l'aria avvelenata del campionato, con l'Inter tornata a +9 essenzialmente grazie all'ennesimo regalo arbitrale, ha fatto storcere il naso a più di qualche giocatore. Facile lo slogan che fa da titolo alla volontà dei partenopei su questa partita: «Dopo aver riaperto il campionato - ha detto in settimana il dg Marino - ora vogliamo richiuderlo». Gli effetti della sbornia della vittoria sull'Inter, che ha indirettamente garantito un'iniezione d'entusiasmo anche alla Roma, non sono ancora esauriti. Attualmente il Napoli è undicesimo, ma ha davanti a sé tre-quattro squadre a portata di sorpasso e conquistare la prima metà della classifica sarebbe importantissimo per le ambizioni di Reja e per la perentorietà con cui il presidente De Laurentiis affronterà il prossimo mercato. In casa, gli azzurri hanno conquistato sette delle nove vittorie di questo campionato, lasciando il bottino pieno solo a Cagliari, Genoa e Empoli, tre squadre di terza fascia. Ma la Roma, ovviamente, deve solo temere se stessa. Il rischio è che la smisurata soddisfazione di Madrid possa aver tolto qualche motivazione ai calciatori, ma è anche vero che la condizione generale sembra ormai ottimale e che la maturità tattica raggiunta non sembra consentire sottovalutazioni di sorta. Per non sbagliare, Spalletti sembra orientato a non cambiare la formazione che ha schiantato il Real Madrid, magari inserendo semplicemente Vucinic al posto di Mancini, per non disperdere il patrimonio di potenzialità del montenegrino, mai così brillante. L'altro dubbio riguarda il ruolo di trequartista centrale, dove Perrotta sembra favorito su Pizarro. Così come sembrano sicuri della conferma Cicinho e Aquilani, due tra i migliori in campo nell'esaltante mercoledì di Champions. Del turn over, per ora, non si avverte il bisogno. Il prossimo impegno agonistico è sabato all'Olimpico col Milan. L'impegno morale di oggi è rimettere l'Inter nel mirino. (Daniele Lo Monaco, Il Romanista) |
NAPOLI
- La Roma reduce dal successo sul Real Madrid vince
al San Paolo per 2-0
conquistando tre punti fondamentali che le
consentono di rimanere a -6
dall'Inter e di tenere vivo il campionato. Il Napoli
che aveva battuto
l'Inter appena una settimana fa ce la mette tutta ma
nel primo tempo non
riesce a impensierire Totti e compagni e poi nella
ripresa manca forse
di lucidità. I giallorossi trovano il gol con
Perrotta dopo appena
80 secondi e poi giocano a memoria confermando il
loro momento di grande
condizione. Ma come al solito non riescono a
concretizzare le tante occasioni
che creano e il secondo gol arriva solo nella
ripresa su un rigore, molto
dubbio, calciato da Totti.
I 60mila del San Paolo spingono il Napoli, ma la Roma dimostra di saper anche difendere. De Rossi è una diga davanti alla difesa, Juan (in campo nonostante una condizione non ottimale) e Mexes attenti, Panucci e Cicinho (a sinistra per il ko di Tonetto) controllano e spingono. Poi il solito Aquilani, grande dinamismo, piedi buone e idee sempre valide, le incursioni di un instancabile Perrotta e la qualità di Taddei e Vucinic (preferito a Mancini) al servizio di Totti, oggi alla gara numero 500 in giallorosso, festeggiata con un assist e un gol su rigore. Il Napoli di Reja risponde con il solito 3-5-2, nessuna sorpresa nell'11 iniziale con Zalayeta e Lavezzi coppia d'attacco. Il primo tempo è tutto di marca giallorossa. Dopo il gol di Perrotta (bravo Totti a sfruttare l'errore di Contini e a servire l'assist) la Roma crea altre cinque palle-gol con micidiali ripartenze: bravissimo Gianello su Perrotta e Totti, errori di mira nelle altre occasioni. Il Napoli si fa vedere soltanto con un destro di Mannini nel finale di tempo, troppo poco per una squadra che sognava di ripetere le imprese realizzate con Juventus e Inter. La ripresa ha lo stesso copione del primo tempo e al 4' la Roma raddoppia: il rigore che Saccani concede per la trattenuta di Mannini su Cicinho è piuttosto dubbio. Sicuro dal dischetto Totti che firma il 2-0. Invece di deprimersi, il Napoli si carica, mentre la Roma dà l'impressione di cominciare ad accusare la stanchezza. Reja inserisce Calaiò, crescono Domizzi, Hamisk e Lavezzi, soprattutto quest'ultimo che prova a trascinare i suoi riuscendoci anche. Ma la Roma si difende bene ed è bravo Doni a dire no a due conclusioni ravvicinate di Domizzi (poi ammonito per un gol con la mano). C'è spazio per altri due grandi interventi di Gianello su Vucinic e Perrotta: finisce 2-0 per la Roma che resta in corsa per lo scudetto. Al Napoli "ammazzagrandi" non riesce il tris, ma il San Paolo è comunque soddisfatto: solo applausi per gli azzurri. |