Arrivo alla Stazione Termini alle 22,mi
metto sul binario e noto che non ci sta nessuna
guardia a controllare,nemmeno il tempo di dirlo e
dopo pochi istanti arriva uno spiegamento notevole
di blu. Pian piano vedo arrivare amici,facce
note,rapidi saluti e veniamo subito sgamati da un
agente in borghese,di essere tifosi,quindi ci manda
all'inizio del binario per fare il biglietto del
treno(33 euro),qui inizia una serie interminabile di
giri,escamotage vari e altre mille invettive per
riuscire a evitare di pagare. I piu' scaltri e
fortunati riescono a imbucarsi sul treno,io le tento
tutte,ma stavolta la sorte mi e' avversa. Appena il
treno lascia la stazione,incontro un mio amico che
anche lui era rimasto a terra e iniziamo a guardare
quale altri treni disponibili ci siano per scendere
al Sud. Prendiamo quindi un Espresso per Lecce delle
23:30,sappiamo che dovremo dare il meglio di noi per
evitare controllori vari. Partiamo e fino a
Frosinone tutto ok,poi arriva un controllore e con
modi arroganti e l'aria da superiore ci dice che ci
avrebbe fatto scendere alla fermata successiva,cioe'
Cassino;sapendo che dopo questo treno ne partiva un
altro da Roma alle 23:58 che faceva la linea
identica,una volta giunti nella citta' della celebre
Abbazia, scendiamo non prima che il controllore ci
apostrofi addirittura con offese piene di
volgarita', prontamente rispedite al mittente!
Aspettiamo venti minuti l'Intercity seguente e
appena arriva saliamo. Dobbiamo farci una sola
fermata fino a Caserta, poi da li il treno prende la
direzione prima per il Sannio e poi per la
Puglia,percio' scendiamo a Caserta. Aspettiamo due
ore un Intercity che viene da Milano,quando arriva
ci montiamo e anche se abbastanza insonnoliti ci
mettiamo in corridoio con occhi vigili,dal nulla
arriva un controllore che ci lascia di sale,con
tranquillita' ci intima che ci fara' scendere alla
prossima,difatti ad Agropoli siamo giu' dal
treno,vediamo gli orari e aspettiamo un'oretta
l'Intercity che viene da Torino,una volta saliti
finalmente non scendiamo piu' fino a Reggio Calabria
Centrale dove arriviamo a 12:10. Da li ci
incamminiamo per il viale alberato che porta allo
stadio,ancora non c'e' nessun prefiltraggio,quindi
arriviamo in dieci minuti davanti al settore ospiti.
Aspettiamo un po' e poi decidiamo di provare a
entrare,avendo due biglietti non strappati di un
paio d'anni fa. Gli stewards reggini chiudono un
occhio e siamo dentro. Notiamo subito che i servizi
igienici sono privi di acqua,sia per gli
scarichi,che per i lavandini(cosa che non era cosi'
fino allo scorso anno).Vediamo un chioschetto che
vende acqua e bibite e parlando con una ragazza
romanista di RC,veniamo a sapere che il presidente
della Reggina L. Foti e' divenuto il proprietario
dello stadio,pare che visto che ha dovuto mettere di
tasca sua i soldi per il restyling dei tornelli,ora
non sia disposto a sborsare altri soldi per mettere
l'acqua potabile nei sanitari,cosa gravissima
secondo me,non dovrebbe esser a norma il Granillo
senza acqua potabile;ma allo Stato evidentemente non
importa nulla,viviamo nel paese del pressapochismo e
dell'apparenza! I reggini non hanno sfigurato,hanno
tifato costantemente fino al nostro
raddoppio,qualche vuoto di persone nelle parti
superiori della loro curva. Buona presenza da parte
nostra,sul piano del tifo,piu' che discreto il
nostro sostegno nel primo tempo,molto acceso il tifo
nella ripresa,grazie anche al risultato
favorevole;finalmente a fine gara qualche giocatore
si e' degnato di salutare il settore e fare qualche
passo verso di noi. Aspettiamo circa quarantacinque
minuti,poi usciamo,non prendendo gli autobus per la
stazione ma andando a piedi per poterci muovere
tranquillamente quando arriviamo alla stazione. Dopo
un'ora di ritardo,arriva l'Intercity per Torino,tra
vari sgattaiolamenti siamo circa trenta persone ad
aver evitato i vari controlli, risparmiando 40 euro,
ci districhiamo per tutto il treno e partiamo,una
volta giunti a Lamezia Terme altri intoppi;con i
passeggeri che salivano che volevano i posti e la
capotreno alquanto impreparata a gestire la
situazione,alla fine con un po' di buon senso ci
stringiamo negli scompartimenti e dopo venti minuti
ripartiamo crollando dal sonno dopo qualche
chiacchiera. Giungiamo a Roma Ostiense alle 05:10
stanchi e provati da un viaggio cosi' lungo e
massacrante. MIRKO |
I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
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GAZZETTA.IT
REGGIO CALABRIA, 16 settembre 2007 - Un
colpo di fioretto di Juan e il sigillo di Francesco
Totti ammutoliscono la Reggina e il Granillo sull'orlo
di una crisi di nervi e lanciano la Roma verso la
prima fuga in campionato. I giallorossi confermano di
avere più cinismo che gioco nella testa, lasciandosi
sorprendere nel primo tempo dai calabresi, ma venendo
fuori nella ripresa, in cui gli amaranto, dopo il gol
di Juan, fanno i conti con Rocchi che espelle Valdez
per un fallo da tergo su Perrotta.
NIENTE TURNOVER - La Dinamo Kiev, che
mercoledì sarà all'Olimpico per la prima di Champions,
non condiziona le scelte di Luciano Spalletti. Il
turnover riguarda solo Panucci, affetto da problemi
alla schiena. Un meritato riposo dopo la prova di
carattere di Kiev con la maglia azzurra. In difesa
Cassetti si sposta a destra per lasciare il posto
centrale a Juan. Perrotta ritrova il suo posto sulla
linea mediana, protetta da De Rossi e Aquilani.
Ficcadenti non si adatta allo schema giallorosso;
rischia e insiste sul 4-3-3, con Amoruso, Tullberg e
Vigiani nel tridente.
AMARANTO DA APPLAUSI - Reggina
spregiudicata, ma con metodo. Eccezion fatta per il
guizzo di Totti dopo una manciata di secondi, con
palla persa del capitano, gli amaranto mettono in
mostra tutte le idee di Ficcadenti chiudendo gli spazi
e sfruttando una maggiore freschezza nel contropiede.
Troppo lenta la Roma per fare del male, e incapace,
soprattutto, di creare la superiorità numerica negli
ultimi 25 metri. Un primo tempo tenuto in vita più per
l'impegno dei calabresi che offrono tante soluzioni di
gioco, soprattutto sulla fascia sinistra dove
Halfredsson duetta con Amoruso da cui parte il tiro
più pericoloso: respinto da Doni, ma non sfruttato da
Tullberg. Non brillano le stelle della Roma che si
limita a tirare dalla distanza con imprecisione e poca
convinzione. Meglio la Reggina, insomma, che nelle
poche azioni offensive deve fare i conti con lo
straordinario senso della posizione di Juan, che non
ne lascia passare una. Tutto rimandato alla ripresa,
dove i giallorossi si presentano in campo con Curci al
posto di Doni, toccato duro da Tullberg nei minuti
finale dei primi 45 minuti.
JUAN DA SBALLO - Ed è sicuramente un'altra
Roma: più pimpante e con il baricentro più avanzato,
quanto basta per schiacciare gli amaranto che
soccombono al 5'. Calcio piazzato e gol di Juan.
Qualcosa di travolgente, perché il difensore sbuca da
dove non te lo aspetti e con un colpo tra tacco e
interno del destro infila Campagnolo. Colpo di classe,
roba da marpioni. E gol che spegne la luce alla
Reggina. La squadra di Ficcadenti va in bambola e
Valdez perde anche la testa meritandosi il rosso per
un colpo violento su Perrotta. Inevitabile la mossa di
Ficcadenti che toglie un attaccante, Tullberg, per
Stadsgaard, un difensore. Tognozzi rileva invece
Hallfredsson, tra i migliori della Reggina, ma senza
per questo dare un senso alla partita, perché a
giocare è solo la Roma. Incredibile la sequenza degli
errori giallorossi sottoporta: prima con Perrotta, poi
con Giuly, mentre Totti insiste con un cucchiaio che
non vuole entrare.
TOTTI CI METTE LA FIRMA - Juan lascia il
posto a Cicinho, meritandosi gli applausi dei tifosi
giallorossi; cambio ineccepibile, con la Dinamo che
incombe. La Reggina fa quel che può, ma in inferiorità
numerica e con tanto blasone come avversario fatica il
doppio. Ma non manca il coraggio agli amaranto che ci
provano con Amoruso, ma perdono la testa per un
presunto rigore non concesso per un intervento di
Mexes su Ceravolo, entrato al posto di Vigiani e
ammonito per simulazione. Decisione, quella del
contestatissimo Rocchi, che fa il pari con l'entrata
dubbia su Giuly sul fronte opposto. Il Granillo
insorge, ma viene ammutolito da Totti che si guadagna
la pagnotta con un gol nell'angolino. La firma
d'autore della Roma che schizza sola al comando.
Gaetano De Stefano |