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IL MESSAGGERO
ROMA (18 febbraio) - La Roma è più forte
del Panathinaikos, ma è stata la presunzione di
sentirsi tale a punirla. La squadra di Ranieri perde
la lunga imbattibilità in Grecia in una partita
brutta e noiosa nonostante i 5 gol ma che avrebbe
potuto vincere tranquillamente dopo essere passata
in vantaggio con la prodezza di Vucinic. Invece
stavolta i giallorossi hanno pensato di potersi
portare a casa la partita con poca fatica, la
concentrazione è calata e nel finale, quando si
erano di nuovo portati in vantaggio dopo essere
stati raggiunti dal Panathinaikos, si sono fatti
superare subendo 2 gol in 5 minuti. Una lezione
meritata perché, a parte il 3-2 di Cissé, le altre
reti dei greci sono state totalmente casuali e
dovute alla mancanza di attenzione degli uomini di
Ranieri. Chi passa il turno affronterà la vincente
fra Standard Liegi e Salisburgo.
Primo tempo. Settantamila spettatori
spingono i greci che dopo 2 minuti sfiorano il gol
con un tiro dal limite violentissimo: bravo e
fortunato Julio Sergio ad intercettarlo.
Panathinaikos molto aggressivo, la Roma fatica a
prendere le contromisure. Partita confusa, senza
azioni lineari o conclusioni a rete. La Roma ci
arriva per la prima volta al 13' quando Riise,
pescato solo a sinistra, preferisce la violenza
alla precisione e colpisce il palo. I tiri in
porta latitano: al 27' in evidenza ancora Julio
Sergio su una conclusione da lontano, ma molto
insidiosa, di Ninis. Un minuto dopo capolavoro
balistico di Vucinic: raccoglie il pallone al
limite, prende la mira e il tiro a rientrare
finisce all'incrocio dei pali. Gol da fuoriclasse.
Al 37' la Roma perde uno dei suoi pilastri: Julio
Sergio si infortuna da solo alla coscia ed esce
zoppicando. Entra Doni. Il Panathinaikos ha
chiaramente avvertito il contraccolpo dello
svantaggio e la Roma controlla con più facilità.
Grande pericolo per i giallorossi al 43': Cissé si
trova il pallone sulla testa ad un metro da Doni e
sbaglia. Il primo tempo si chiude così.
Secondo tempo. Ripresa senza novità per
la Roma. Una bella finta di Vucinic smarca Motta,
il difensore entra in area ma pecca di egoismo e
si fa ribattere il tiro invece di passare il
pallone a Vucinic e Baptista smarcati davanti alla
porta. Occasione sciupata. Il Panathinaikos è meno
veemente. La Roma fraseggia a centrocampo, i greci
si perdono in cento passaggi corti prima di
affondare e la partita non decolla. Tra l'altro
l'apporto di Julio Baptista è scarso. Il pareggio
dei greci, abbastanza casuale, al 21'. Lo segna
Salpingidis, appena entrato: corner, Cissé serve
di testa il compagno che, lasciato solo, mette
dentro da un metro. Ranieri cambia, entra Menez al
posto di Vucinic. Altro cambio alla mezz'ora:
Cerci per Taddei. Menez si fa vedere con un tiro
in porta, parato, uno dei pochi dell'intera
partita. La Roma dà nettamente l'impressione di
volersi accontentare eppure trova il rigore con
Cerci. Il più fresco in campo prova l'affondo e
viene messo giù in area da due avversari. De Rossi
si avvicina al dischetto, ma lascia a Pizarro ed è
2-1. Il vantaggio dura pochissimo: pareggio greco
fotocopia del primo gol. Anche stavolta lo
realizza di testa l'uomo appena entrato,
Hristodoulopoulos, solo a poca distanza da Doni.
Incredibile ma vero: ancora una manciata di
secondi e greci in vantaggio, sempre di tesa, con
Cissè. Stavolta è una conclusione perentoria in
anticipo su Burdisso e così la Roma riassapora la
sconfitta dopo 20 risultati utili consecutivi e
quasi 4 mesi: 28 ottobre scorso contro l'Udinese.
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