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Loria |
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I tifosi della Roma di Palermo aggrediti |
Da "Il Romanista"
«Qualcuno m’ha chiesto se ero scemo, dopo aver saputo che ero andato al “Massimino”. La verità è che, siccome non mi faccio mancare mai niente e di trasferte non me ne perdo una da tempo immemorabile, non potevo non esserci anche stavolta». Parla così Giancarlo Di Veglia, oggi tranquillo pensionato dopo una vita come dirigente di banca, e che da vero stakanovista del tifo, il suo viaggio per vedere la Roma – unico rappresentante dell’Utr, di cui è consigliere - se l’è fatto, puntuale, ancora una volta. «Quello che m’ha dato fastidio – racconta all’indomani – è stata la mancanza assoluta di stimoli e soprattutto di orgoglio. Qualcosa che ti fa dire che bisogna davvero ricominciare da zero». Proviamo allora a raccontarla, questa trasferta. «Credo che si aspettassero molta più gente al seguito della squadra. Basti dire che sull’aereo che mi ha portato a Catania c’ero solo io in qualità di tifoso romanista. E credo che dal volo atteso più o meno alla stessa ora, intorno a mezzogiorno, ne siano scesi non più di tre o quattro. E dire che avevano previsto i soliti autobus, quelli pubblici, per portarci fino allo stadio, senza contare lo spiegamento di forze di polizia che ci attendeva all’aeroporto di Fontanarossa. Io ho addirittura preso un taxi e sono andato per conto mio. Prima a mangiare, in un ristorante del centro, e poi allo stadio». In tv, il settore ospiti non è sembrato così nutrito. «Ho visto la partita dalla tribuna - per intenderci, la nostra “Monte Mario” -dove saremo stati non più di quattro o cinque, perché, anche se “mimetizzati”, l’esperienza mi fa riconoscere quei fedelissimi che, come me, non mancano mai. Del resto, non è consigliabile, a Catania, andarein altri settori. Se non in quello ospiti, dove, a occhio, i nostri tifosi non credo che arrivassero a una decina. Anche se avevano comunque con loro un paio di striscioni e diverse bandiere». Quanto all’ostilità nei confronti dei colori giallorossi, è sembrata meno forte che in altre occasioni. «Ho fatte tutte le trasferte a Catania – continua Giancarlo - da quando la squadra siciliana è tornata in A, nel 2006. E so che cosa ha voluto dire andarci nel più assoluto anonimato, a meno di essere nel settore ospiti, a partire da quel 7-0 all’Olimpico. Ho vissuto gli anni della vera caccia al romanista, quando – a fine partita – era preferibile allontanarsi subito dallo stadio. Domenica, invece, sono rimasto una mezz’ora all’esterno senza troppi problemi. Mi è sembrato che, al di là della voglia di battere la Roma, che pure c’era, come sempre, stavolta avessero più come obiettivo il record dei punti. Di sicuro, se questo era alla base delle motivazioni del Catania, quelle della Roma sarebbero dovute essere dieci volte più forti. Ed è questo che ha deluso. Perché puoi vincere o perdere, ma dipende da come lo fai. Cori contro la Roma? Quelli sono sempre gli stessi, una costante di tutta la partita, e finiscono con lo stesso appellativo, “m…..”, che riserviamo a chi sappiamo. Così come i fischi a Doni e, soprattutto, quelli a Francesco Totti. Ma, ormai, siamo abituati». Provo a immaginare, tra i nostri tifosi, il gelo alla fine. «Sì, anche se ciò che ha fatto più male è che i giocatori non siano andati a ringraziare, e soprattutto a scusarsi con quei pochi che erano scesi fin laggiù. Perché se anche erano in dieci, ma forse proprio per questo, dopo una prestazione del genere, avrebbero meritato più rispetto ». |
I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA E quindi biglietti per i tesserati, ma solo se «nati e/o residenti ne Lazio». Con un’avvertenza sorprendente: avete al massimo quaranta posti. Chi l’ha letta, ancora oggi non ci crede. Ma tanto è una questione di lana caprina: fino a ieri erano stati venduti circa trenta biglietti. Trenta. Senza lode. Chissà come avranno commentato al Viminale l’ultima trasferta stagionale della Roma. Chi conosce bene gli uomini dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, sa che dirigenti in gamba come il segretario Roberto Massucci mal digeriscono le storture del sistema. Ecco, quello che è successo per CataniaRoma è stato proprio questo. Un nonsense. Un blackout. Un cortocircuito. Andate su osservatorio sport.interno.it, sezione tessera del tifoso, andate al punto 3 dei vantaggi che si hanno ad essere titolari della carta. Si legge: «Esenta dalle specifiche restrizioni che potrebbero essere imposte per motivi di ordine pubblico per le partite sia in casa che in trasferta. Questo vale per tutte le partite giocate in Italia». Mentre in un’altra parte del sito, il Viminale sottolinea: «La tessera è valida in tutti gi stadi senza distinzione tra campionati nazionali». Avrebbero dovuto aggiungere: tutti, tranne il Massimino. Per Catania Roma non basta infatti esserne in possesso. Se siete titolari della tessera del tifoso della Roma, l’As Roma Club Privilege, ma avete la sfortuna di vivere – che so – a Palermo, non avete potuto comprare i biglietti del settore ospiti. E il bello è che il prefetto di Catania, Giovanni Finazzo, in cuor suo avrebbe voluto che la trasferta fosse aperta. «Catania-Roma – ha detto qualche giorno fa a Sky – è una partita che resta a rischio. Il provvedimento con cui ho disposto le limitazioni, lo devo confessare, non è stato preso molto volentieri, perché l’ideale sarebbe stata la presenza di entrambe le tifoserie, ma i precedenti, i propositi di vendetta e di reazione della tifoseria catanese che aveva subito violenze e accoltellamenti a Roma, non potevano che fare adottare questo provvedimento del divieto della presenza dei tifosi romanisti qui a Catania». Così tanto è stato il dispiacere, che più tardi il Prefetto ha disposto un ulteriore irrigidimento della determinazione del Casms, il Comitato di analisi sulle manifestazioni sportive del Viminale. I biglietti? Ai romanisti tesserati, ma solo se nati o residenti a Roma e dintorni. Passiamo alle notizie liete. Da martedì per gli abbonati della passata stagione, e da mercoledì per tutti indistintamente, saranno in vendita i biglietti di Roma-Samp. Alla modica cifra di 15 euro, 13 per i tesserati, vi viene offerta la possibilità di assistere a uno spettacolo unico: la Samp in Serie B. Roba da pazzi. Anzi, da Pazzini. Cocchiara continua: “Erano in dieci o quindici. Uno, in motorino ha investito l’amico mio. Gli altri hanno cominciato a picchiarlo. Urlavano: ‘Levati la maglia!’. Qualcuno aveva in mano bottiglie di birra. Io mi sono preso due pugni nello zigomo. La mia fidanzata è scappata, come le avevo chiesto in caso di problemi, per chiamare la polizia. Una scena bestiale. Si sono calmati solo quando il mio amico, pesto e dolorante, si è tolto la maglia e l’ha consegnata. Allora sono andati via”. Cocchiara è arrabbiato: “Faremo denuncia. Forse le telecamere hanno beccato qualcuno. Ringrazio la polizia che ci ha aiutato e soccorso. Ringrazio i veri tifosi rossazzurri che sono accorsi e ci hanno confortato. Purtroppo, a Catania ci sono sempre i soliti dieci imbecilli violenti. Peccato, perché oscurano la reputazione di una tifoseria e di una città”. |
ROMA - La Roma incerottata e spompata
perde 2-1 sul campo del Catania e saluta la
Champions League, complice la vittoria dell'Udinese
a Verona sul Chievo dopo quella larga della Lazio
sul Genoa. Giallorossi in vantaggio con Loria ma con
troppi uomini in condizioni precarie, e a cambi
tutti effettuati, si arrende nel finale a un Catania
già salvo ma grintosissimo e con il dente da tempo
avvelenato contro i giallorossi, tanto da agguantare
la vittoria al 95'. La Roma ha perso dopo pochi
minuti Juan per infortunio, poi nella ripresa
Montella è stato costretto a cambiare subito
Borriello, che non si reggeva in piedi, con
l'evanescente Vucinic. Se si aggiungono i guai
fisici di Cassetti, con i catanesi liberi di
spadroneggiare sulla fascia, l'inconsistenza di
Simplicio e le non buone condizioni di Pizarro,
entrato al posto di Greco, si ha come risultato una
squadra molle, sempre in affanno e mai capace di
portare seri pericoli alla porta avversaria. E ora,
persa la Champions, il rischio, se non la quasi
certezza, è di finire al sesto posto (dando
ovviamente per scontata la vittoria o almeno il
pareggio con la fresca retrocessa Sampdoria), che
vale sì l'Europa League, ma costringe ai preliminari
di fine luglio. Da affrontare con una squadra tutta
da rifondare.
La partita. Dopo tre minuti Juan chiede il cambio per problemi muscolari. Entra Loria. Al 9' palo del Catania con Maxi Lopez, poi Doni blocca la ribattuta di Bergessio. Al 13' è proprio il nuovo entrato Loria a segnare di testa sfruttando un calcio di punizione di Totti. Al 29' fuori Spolli, entra Terlizzi. Al 30' azione in velocità del Catania, palla al centro e Ledesma liberissimo tira, scheggiando la traversa. Al 32' Borriello libero in area riceve palla ma perde il tempo e tira sul portiere da posizione defilata. Al 45' Taddei sanguina dopo uno scontro di testa con Ledesma e rientra in campo con una vistosa fasciatura. Al 46' miracolo di Doni che ribatte un tiro ravvicinatissimo di Terlizzi. Protesta il Catania per un fallo, nella stessa azione, di Burdisso su Bergessio, l'arbitro fa proseguire. Si riprende e Vucinic rileva Borriello. Al 60' Pizarro al posto di Greco, dopo immotivate proteste catanesi per un intervento di Burdisso di testa a livello del terreno. Al 66' Simeone fa uscire Terlizzi, molto irritato con l'allenatore, per Lodi. Il Catania preme alla ricerca del pareggio, Roma in affanno. Al 76' Doni non trattiene un tiro di Ricchiuti, Maxi Lopez fallisce la ribattuta in porta. Un minuto dopo Bergessio incorna un ottimo assist di Lodi e pareggia. All'83' Riise sbaglia in attacco, il Catania riparte, palla a Gomez che spara fuori. I siciliani cercano con insistenza la vittoria. CInque minuti di recupero. Vucinic mette in difficoltà Doni con un retropassaggio di testa, il portiere resta a terra dopo uno scontro con Bergessio. Al 49' calcio di punizione per la Roma, anche Doni in area, è proprio lui a colpire di testa sull'assist di Rosi, Andujar para. Al 95' il Catania riparte, Gomez sulla sinistra infila nell'angolino e firma il fallimento della stagione giallorossa. |