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Come si vede da seduti dal parterre della Tribuna Tevere, fila 1, posto 1d |
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poca
gente allo stadio per la nuova roma di di benedetto. stadio silenzioso
per tutta la partita. le cose sul campo non vanno meglio ma ormai si è
capito che questa è una stagione maledetta. come ogni domenica sto
in nord...la sud non si sente praticamente mai, ma si vede che la parte
bassa prova in tutte le maniere a sostenere la squadra. grande impegno
anche nella parte bassa della nord dove vengono accese anche due torce...nel
secondo tempo mentre la roma crolla sul campo gli ultras della nord tirano
fuori l'orgoglio e cantano ancora più forte. la partita finisce
tra i fischi con lo stadio per metà vuoto prima ancora del fischio
finale. da segnalare i cori contro i catanesi appoggiati dai palermitani.
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I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA |
ROMA
- La Roma bagna il passaggio di proprietà con una brutta sconfitta
interna che segna l'addio alle speranze di Champions. La formazione inedita
di Montella non paga, incapace di concretizzare e punita nella ripresa
dalle ripartenze del Palermo. Inutili gli ingressi nel secondo tempo di
Vucinic e Borriello: qualche buona parata di Sirigu e la mira non eccelsa
- clamoroso il gol divorato dal montenegrino - frustrano le ambizioni europee
dei giallorossi. Menez questa volta s'impegna ma produce fumo, Totti nella
ripresa scompare, Pizarro sbaglia qualche pallone di troppo, la difesa
improvvisata paga la velocità degli attaccanti rosanero. Cambiato
l'assetto societario, bisognerà ora rimettere pesantemente mano
a un organico che mostra la corda. Festeggia invece il Palermo, che vince
fuori casa dopo quattro ko consecutivi senza aver mai segnato. Nei posticipi
serali il Milan stende facilmente la Sampdoria e l'Inter cade a sorpresa
a Parma, salutando probabilmente le residue speranze di scudetto.
Primo tempo. Dopo due minuti Pinilla a terra in area su ostruzione di Burdisso, l'arbitro fa proseguire. Al 5' punizione sulla destra dell'area palermitana: doppio miracolo di Sirigu, che para la botta di Riise da fuori e poi la ribattuta di Menez da vicino. All'11' Rosi scivola in area, palla a Menez, ancora una grande parata di Sirigu. Al 18' rigore per la Roma per una sciocca trattenuta di Bacinovic su Menez. Totti trasforma e segna il suo gol numero 204. Al 29' Hernandez sfiora il pari con una botta da fuori a lato di un niente. Al 41' rigore inesistente per il Palermo: Pinilla tenta la rovesciata appoggiandosi a Burdisso e finisce a terra. Trasforma lo stesso Pinilla. Secondo tempo. Al 47' De Rossi spara dal limite, fuori di poco. Un minuto dopo Totti lancia Menez, che si presenta solo davanti a Sirigu ma tira sull'esterno della rete. Al 56' Vucinic in campo per Rosi. Al 59' gran tiro di Riise, parato. Un minuto dopo Menez parte sulla destra e serve Vucinic a sinistra, il montenegrino manca clamorosamente il gol spedendo di piatto destro alle stelle da pochi passi. Al 71' Borriello per Menez. La Roma preme, senza sbocchi, e all'83' Hernandez su contropiede porta il Palermo in vantaggio: da Pastore a Pinilla che parte sulla destra e serve Hernandez solo a centro area, tocco dell'uruguayano e rete. All'86' rigore non concesso alla Roma per fallo di mano in area. All'89' Hernandez segna il 3-1, sfuggendo a Riise e infilando Doni che si esibisce in un goffo tentativo di parata. Il tempo di ripartire e Vucinic accorcia le distanze con un gran destro dal limite. Al 93' Doni si riscatta con una bella parata su Pastore. L'Olimpico fischia. (Corriere dello Sport - L. Ferrajolo) Bel modo di presentarsi agli americani. Bel modo di buttare via 25 milioni e una poltrona in Champions. Bel modo di illudere i tifosi, per poi mollarli sul più bello. Una Roma più scellerata di questa non si vedeva da tempo. Perchè in giro ci sono pure squadre scarse, ma una cosa è non farcela, altra autodistruggersi. Non se la prenda il Palermo, che ha vinto con merito, ma questa volta ha fatto tutto la Roma. Nel bene e nel male, anzi quasi esclusivamente nel male, sino alle sconcezze di Menez e Vucinic, che si sono divorati gol facilissimi. Il Palermo veniva da quattro ko in trasferta e, se vogliamo, per un bel po' si è capito anche perchè. Squadra un po' fragilina, anche se a tratti elegante, con una difesa che sbanda quasi quanto quella della Roma. Ma dopo essere stato graziato più volte dai romanisti, ha infilato due contropiede perfetti e così è tornato finalmente a vincere, illuminato non tanto da un Pastore molle ed evanescente, quanto da un Pinilla strepitoso, che si è guadagnato un rigore ( inesistente) e poi ha regalato due assist perfetti ad Hernandez. PRESUNTI CAMPIONI - Per la Roma questa sconfitta, la seconda di fila all'Olimpico, è di una gravità inaudita, ma forse può aiutare a chiarire le idee agli americani. Non tutti i mali vengono per nuocere, è arrivato davvero il momento di cambiare faccia alla squadra e di mandare via presunti campioni, che se non giocano si lamentano ma quando vanno in campo, nei momenti decisivi falliscono miseramente. E forse aiuterà anche a capire che per ricostruire questa squadra ci vuole un tecnico non solo bravo ma con una solida esperienza. Montella ha presentato una squadra un po' strana, perchè ha preferito lasciare Cassetti sull'out, sostituendo Juan con Loria. Già la difesa romanista è quello che è, ma di fronte al tridente palermitano, la coppia centrale Burdisso-Loria è parsa subito inadeguata. Inoltre come esterno alto ha preferito Rosi ad uno stuolo di centrocampisti rimasti in panchina, obbligando Taddei a giocare sull'out sinistro. E' parsa una Roma un po' scombinata, raccolta alla meglio attorno al talento di Totti. Eppure nel primo tempo qualcosa di buono lo ha fatto. Già dopo sei minuti avrebbe dovuto segnare, perchè su un bolide di Riise da limite, Sirigu ha deviato alla meglio, mettendo il pallone sui piedi di Menez: il francese ha aperto la sua serataccia fallendo il facile tap in, che ha scaricato addosso a Sirigu. Al 19' però Bacinovic ha strattonato Menez smarcato in area da Totti e il modesto Romeo ha indicato il dischetto. Forse Menez ha accentuato la caduta, ma la strattonata di Bacinovic è parsa evidente e Totti dal dischetto ha fatto il suo, firmando il gol numero 204, ad un passo da Baggio. SUPER PINILLA - Il Palermo non ha avuto una reazione rabbiosa, ha continuato a giochicchiare, ma al 43' ha pareggiato un po' casualmente con un rigore inesistente. Su un cross da sinistra, Pinilla ha cercato la conclusione in acrobazia, Buridsso, alle spalle, non l'ha nemmeno sfiorato, ma Romeo ha fischiato il rigore, che Pinilla ha trasformato alla grande. Nella ripresa, il suicidio collettivo dei romanisti. Dopo tre minuti, De Rossi ha fiondato una buona palla gol sull'esterno, ma qualche secondo dopo Menez si è superato: su lancio in profondità di Totti, si è presentato davanti a Sirigu, ma ha sparato sui tabelloni. Montella a questo punto ha inserito Vucinic al posto di Rosi, la squadra ha preso il sopravvento sul Palermo, ha alzato un po' il ritmo, ha dato l'impressione di poter vincere la partita. Ma al 15' Vucinic ha superato ogni immaginazione. Contropiede finalmente efficace, Menez è partito indisturbato sul centrodestra e una volta in area ha appoggiato il pallone a Vucinic, che solo, con la porta spalancata, da tre metri è riuscito ad alzare sulla traversa. In tanti anni non avevamo visto qualcosa di simile. VITTORIA IN 6 MINUTI - L'errore del montenegrino, imperdonabile, ha cambiato la partita, perchè il Palermo ha preso fiato, Pinilla ha incominciato a terrorizzare Burdisso e Loria, la Roma ha accusato il colpo. Borriello è entrato al posto del fumoso Menez, la squadra si è scoperta ancora di più e in sei minuti Pinilla ha costruito la vittoria, con due contropiede molto simili , conclusi da un Hernandez implacabile. Al 39 Pinilla, tenuto in gioco da Loria, ha affondato sulla destra e una volta davanti a Doni, ha appoggiato al compagno, che al contrario di Vucinic, non ha sbagliato la facile deviazione in rete. Ancora più bello il gol del 3-1. Sempre lui, Pinilla, ha fatto il vuoto, poi ha cercato Hernandez che questa volta, ha incrociato con un diagonale bello quanto beffardo per un Doni per niente reattivo. Il gol di Vucinic, inutile, al 47' è arrivato tra i fischi ed ha avuto solo l'effetto di far inviperire ancora di più i romanisti. Il Palermo ha giocatori di talento davanti, ma si trascina ancora molti problemi. La Roma è quella che vediamo dall'inizio dell'anno: inaffidabile, aggrappata al talento di Totti, piena di giocatori presuntuosi, fenomeni solo a parole. Se Di Benedetto e company l'hanno vista via satellite, avranno capito facilmente che ormai va cambiata dalla testa ai piedi. (Corriere dello Sport - R.Maida) Boston, abbiamo un problema. Anzi, molti problemi. Prima di tutto, salvo miracoli, mancheranno i soldi della Champions League. E poi questa Roma non è da aggiustare. E' da ricostruire pezzo per pezzo. Ieri, come ai tempi dei gladiatori, l'Olimpico ha additato i primi colpevoli di una stagione tremenda: Vucinic e Menez. Contestati e fischiati, non tanto e non solo per gli errori sotto porta quanto per un atteggiamento freddo e svogliato. Ma il distacco tra i tifosi e la squadra è generalizzato. DiBenedetto and friends si dovranno impegnare a fondo per guadagnare fiducia, seguito, stima. INDIFFERENZA - Per ora, di vagamente americano, c'è solo la dedica scelta dallo speaker dell'Olimpico per il gol del migliore: «The king of Rome is not dead» , il re di Roma non è morto. Che poi è una citazione molto popolare tra gli internauti romanisti, perché estratta da una telecronaca anglofona del derby che aveva raccontato al mondo la rinascita di Francesco Totti. Per il resto, a parte qualche bandiera statunitense che striava qua e là le tribune semivuote dello stadio e uno striscione minuscolo di benvenuto, lo zio Tom e i suoi ambiziosi soci non sono mai stati tirati in ballo dal tifo giallorosso. Erano convitati di pietra: in molti pensavano a loro ma non hanno avuto la voglia, o la forza, di invocarli. E' stato, almeno in apparenza, un sabato di campionato come tanti altri, nonostante la svolta arrivata dagli Usa un grappolo di ore prima dell'inizio della partita contro il Palermo. BENEDIZIONE? - La gente, curiosa ma anche un po' scettica dopo lustri di indiscrezioni disattese, ha risposto evidentemente all'appello di Montella, che aveva chiesto ai giocatori e di conseguenza all'ambiente di pensare soltanto al presente e alla corsa a un posto in Champions, da ieri diventato lontanissimo. E nella normalità di un pomeriggio primaverile anche lo sviluppo della partita ha seguito regole già sperimentate. Rosella Sensi era in tribuna d'Onore con il marito Marco Staffoli a cantare l'inno, stavolta da tifosa e basta se consideriamo il 15 aprile 2011 come la data dello storico addio della famiglia alla proprietà della Roma. Il pubblico ha incitato la squadra a non fermarsi dopo il blitz di Udine. E quando ha segnato Totti, ha celebrato in coro la perla numero 204. Ma quando Menez, lanciato a rete al millimetro e al millesimo ancora da Totti, ha sbagliato la centesima palla della sua serata, ha improvvisato un concerto di fischi. E quando Vucinic ha spedito in curva una promessa di gol, ha provato un esercizio collettivo di mani nei capelli. Tutto già visto insomma, aspettando l'uomo che garantisce speranze: quel DiBenedetto che i romanisti non hanno ancora benedetto. DISASTRO - Eppure di lui, e più in generale di novità positive che addolciscano i risultati di questi giorni, la Roma ha un bisogno esagerato. L'attualità parla di un sesto posto a rischio per un possibile sorpasso della Juventus. David Pizarro, unico rappresentante dello spogliatoio a esternare il proprio malumore, è furibondo per questa sconfitta: « Abbiamo fatto diventare fenomeni quelli del Palermo, che fenomeni non sono. Non è bello perdere in questo modo contro un avversario in difficoltà. Dobbiamo prenderci tutti le nostre responsabilità. Quest'anno avevamo una rosa importante, avremmo dovuto lottare per obiettivi importanti, invece siamo stati deludenti. Vedremo cosa succederà più avanti» . Non lo dice, Pizarro, però lo sa: sarà epurazione. |