XXXIII giornata
ROMA - PALERMO 2-3
Roma, Stadio Olimpico,
sabato, 16 aprile 2011
ore 18.00

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Tifo Roma:
Devo dire che oggi il tifo è stato sottotono. Grande impegno nella parte centrale bassa della Sud, apatia totale del resto.
Stadio più vuoto del solito, ambiente pessimo, qualche bandiera americana qua e là, a ricordare il passaggio di proprietà della Roma.
Tabellino partita:
Roma (4-2-3-1): Doni, Cassetti, Burdisso, Loria, Riise, Pizarro, De Rossi, Rosi (56' Vucinic), Menez (71' Borriello), Taddei, Totti. All: Montella
Palermo (4-3-2-1): Sirigu, Cassani, Goian, Bovo, Balzaretti, Migliaccio, Bacinovic (62' Acquah), Nocerino, Hernandez (91' Kurtic), Pastore, Pinilla. All: Delio Rossi
Arbitro: Romeo di Verona
Reti: 19' Totti (rig), 42' Pinilla (rig), 83' e 90' Hernandez, 91' Vucinic.
Angoli: 7-4 per la Roma
Recupero: 1' e 4'
Ammoniti: Bacinovic, Rosi, N. Burdisso, Goian per gioco scorretto
Spettatori: 34.123
(15.234 paganti+18.889 abbonati)
Tifo Ospiti:
Per la partita, i siciliani non avevano limitazioni e quindi tutti nel settore ospiti, in 120 circa.
Nessun stendardo, solo un drappo rosanero con la "A", offrono un tifo discontinuo e raramente li si sente. Gli ultras erano pochi.
Voto: 5,5

FOTOTIFO

Come si vede da seduti dal parterre della Tribuna Tevere, fila 1, posto 1d
Rosy, durante il coro contro di lei della parte bassa della Nord
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Il rigore di Totti....1-0
Partita finita da tempo
Altre siti che pubblicano foto di ogni partita in casa:
http://www.lamiaroma.it
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Totti
Vucinic
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C'ERO PURE IO!
 
 

poca gente allo stadio per la nuova roma di di benedetto. stadio silenzioso per tutta la partita. le cose sul campo non vanno meglio ma ormai si è capito che questa è una stagione maledetta. come ogni domenica sto in nord...la sud non si sente praticamente mai, ma si vede che la parte bassa prova in tutte le maniere a sostenere la squadra. grande impegno anche nella parte bassa della nord dove vengono accese anche due torce...nel secondo tempo mentre la roma crolla sul campo gli ultras della nord tirano fuori l'orgoglio e cantano ancora più forte. la partita finisce tra i fischi con lo stadio per metà vuoto prima ancora del fischio finale. da segnalare i cori contro i catanesi appoggiati dai palermitani. 
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I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA 
ROMA - La Roma bagna il passaggio di proprietà con una brutta sconfitta interna che segna l'addio alle speranze di Champions. La formazione inedita di Montella non paga, incapace di concretizzare e punita nella ripresa dalle ripartenze del Palermo. Inutili gli ingressi nel secondo tempo di Vucinic e Borriello: qualche buona parata di Sirigu e la mira non eccelsa - clamoroso il gol divorato dal montenegrino - frustrano le ambizioni europee dei giallorossi. Menez questa volta s'impegna ma produce fumo, Totti nella ripresa scompare, Pizarro sbaglia qualche pallone di troppo, la difesa improvvisata paga la velocità degli attaccanti rosanero. Cambiato l'assetto societario, bisognerà ora rimettere pesantemente mano a un organico che mostra la corda. Festeggia invece il Palermo, che vince fuori casa dopo quattro ko consecutivi senza aver mai segnato. Nei posticipi serali il Milan stende facilmente la Sampdoria e l'Inter cade a sorpresa a Parma, salutando probabilmente le residue speranze di scudetto.

Primo tempo. Dopo due minuti Pinilla a terra in area su ostruzione di Burdisso, l'arbitro fa proseguire. Al 5' punizione sulla destra dell'area palermitana: doppio miracolo di Sirigu, che para la botta di Riise da fuori e poi la ribattuta di Menez da vicino. All'11' Rosi scivola in area, palla a Menez, ancora una grande parata di Sirigu. Al 18' rigore per la Roma per una sciocca trattenuta di Bacinovic su Menez. Totti trasforma e segna il suo gol numero 204. Al 29' Hernandez sfiora il pari con una botta da fuori a lato di un niente. Al 41' rigore inesistente per il Palermo: Pinilla tenta la rovesciata appoggiandosi a Burdisso e finisce a terra. Trasforma lo stesso Pinilla.

Secondo tempo. Al 47' De Rossi spara dal limite, fuori di poco. Un minuto dopo Totti lancia Menez, che si presenta solo davanti a Sirigu ma tira sull'esterno della rete. Al 56' Vucinic in campo per Rosi. Al 59' gran tiro di Riise, parato. Un minuto dopo Menez parte sulla destra e serve Vucinic a sinistra, il montenegrino manca clamorosamente il gol spedendo di piatto destro alle stelle da pochi passi. Al 71' Borriello per Menez. La Roma preme, senza sbocchi, e all'83' Hernandez su contropiede porta il Palermo in vantaggio: da Pastore a Pinilla che parte sulla destra e serve Hernandez solo a centro area, tocco dell'uruguayano e rete. All'86' rigore non concesso alla Roma per fallo di mano in area. All'89' Hernandez segna il 3-1, sfuggendo a Riise e infilando Doni che si esibisce in un goffo tentativo di parata. Il tempo di ripartire e Vucinic accorcia le distanze con un gran destro dal limite. Al 93' Doni si riscatta con una bella parata su Pastore. L'Olimpico fischia.



(Corriere dello Sport - L. Ferrajolo) Bel modo di presentar­si agli americani. Bel modo di buttare via 25 milioni e una pol­trona in Champions. Bel modo di illudere i tifosi, per poi mol­larli sul più bello. Una Roma più scellerata di questa non si vedeva da tempo. Perchè in gi­ro ci sono pure squadre scarse, ma una cosa è non farcela, altra autodistruggersi. Non se la prenda il Palermo, che ha vin­to con merito, ma questa volta ha fatto tutto la Roma. Nel bene e nel male, anzi quasi esclusi­vamente nel male, sino alle sconcezze di Menez e Vucinic, che si sono divorati gol facilis­simi.

Il Palermo veniva da quattro ko in trasferta e, se vogliamo, per un bel po' si è capito anche per­chè. Squadra un po' fragilina, anche se a tratti elegante, con una difesa che sbanda quasi quanto quella della Roma. Ma dopo essere stato graziato più volte dai romanisti, ha infilato due contropiede perfetti e così è tornato finalmente a vincere, illuminato non tanto da un Pa­store molle ed evanescente, quanto da un Pinilla strepitoso, che si è guadagnato un rigore ( inesistente) e poi ha regalato due assist perfetti ad Hernan­dez.

PRESUNTI CAMPIONI - Per la Ro­ma questa sconfitta, la seconda di fila all'Olimpico, è di una gravità inaudita, ma forse può aiutare a chiarire le idee agli americani. Non tutti i mali ven­gono per nuocere, è arrivato davvero il momento di cambia­re faccia alla squadra e di man­dare via presunti campioni, che se non giocano si lamentano ma quando vanno in campo, nei momenti decisivi falliscono mi­seramente. E forse aiuterà an­che a capire che per ricostruire questa squadra ci vuole un tec­nico non solo bravo ma con una solida esperienza.

Montella ha presentato una squadra un po' strana, perchè ha preferito lasciare Cassetti sull'out, sostituendo Juan con Loria. Già la difesa romanista è quello che è, ma di fronte al tri­dente palermitano, la coppia centrale Burdisso-Loria è parsa subito inadeguata. Inoltre come esterno alto ha preferito Rosi ad uno stuolo di centrocampisti rimasti in panchina, obbligan­do Taddei a giocare sull'out si­nistro. E' parsa una Roma un po' scombinata, raccolta alla meglio attorno al talento di Tot­ti. Eppure nel primo tempo qualcosa di buono lo ha fatto. Già dopo sei minuti avrebbe dovuto segnare, perchè su un bolide di Riise da limite, Sirigu ha deviato alla meglio, metten­do il pallone sui piedi di Menez: il francese ha aperto la sua se­rataccia fallendo il facile tap in, che ha scaricato addosso a Siri­gu. Al 19' però Bacinovic ha strattonato Menez smarcato in area da Totti e il modesto Ro­meo ha indicato il dischetto. Forse Menez ha accentuato la caduta, ma la strattonata di Ba­cinovic è parsa evidente e Tot­ti dal dischetto ha fatto il suo, firmando il gol numero 204, ad un passo da Baggio.

SUPER PINILLA - Il Palermo non ha avuto una reazione rabbio­sa, ha continuato a giochicchia­re, ma al 43' ha pareggiato un po' casualmente con un rigore inesistente. Su un cross da sini­stra, Pinilla ha cercato la con­clusione in acrobazia, Burids­so, alle spalle, non l'ha nemme­no sfiorato, ma Romeo ha fi­schiato il rigore, che Pinilla ha trasformato alla grande.

Nella ripresa, il suicidio col­lettivo dei romanisti. Dopo tre minuti, De Rossi ha fiondato una buona palla gol sull'ester­no, ma qualche secondo dopo Menez si è superato: su lancio in profondità di Totti, si è pre­sentato davanti a Sirigu, ma ha sparato sui tabelloni. Montella a questo punto ha inserito Vuci­nic al posto di Rosi, la squadra ha preso il sopravvento sul Pa­lermo, ha alzato un po' il ritmo, ha dato l'impressione di poter vincere la partita. Ma al 15' Vu­cinic ha superato ogni immagi­nazione. Contropiede finalmen­te efficace, Menez è partito in­disturbato sul centrodestra e una volta in area ha appoggiato il pallone a Vucinic, che solo, con la porta spalancata, da tre metri è riuscito ad alzare sulla traversa. In tanti anni non ave­vamo visto qualcosa di simile.

VITTORIA IN 6 MINUTI - L'errore del montenegrino, imperdona­bile, ha cambiato la partita, perchè il Palermo ha preso fia­to, Pinilla ha incominciato a terrorizzare Burdisso e Loria, la Roma ha accusato il colpo. Borriello è entrato al posto del fumoso Menez, la squadra si è scoperta ancora di più e in sei minuti Pinilla ha costruito la vittoria, con due contropiede molto simili , conclusi da un Hernandez implacabile. Al 39 Pinilla, tenuto in gioco da Lo­ria, ha affondato sulla destra e una volta davanti a Doni, ha ap­poggiato al compagno, che al contrario di Vucinic, non ha sbagliato la facile deviazione in rete. Ancora più bello il gol del 3-1. Sempre lui, Pinilla, ha fat­to il vuoto, poi ha cercato Her­nandez che questa volta, ha in­crociato con un diagonale bello quanto beffardo per un Doni per niente reattivo. Il gol di Vu­cinic, inutile, al 47' è arrivato tra i fischi ed ha avuto solo l'ef­fetto di far inviperire ancora di più i romanisti.

Il Palermo ha giocatori di ta­lento davanti, ma si trascina ancora molti problemi. La Ro­ma è quella che vediamo dal­l'inizio dell'anno: inaffidabile, aggrappata al talento di Totti, piena di giocatori presuntuosi, fenomeni solo a parole. Se Di Benedetto e company l'hanno vista via satellite, avranno ca­pito facilmente che ormai va cambiata dalla testa ai piedi.



(Corriere dello Sport - R.Maida) Boston, abbiamo un problema. Anzi, molti problemi. Prima di tutto, sal­vo miracoli, mancheranno i soldi della Champions League. E poi questa Roma non è da aggiustare. E' da ricostruire pezzo per pezzo. Ieri, come ai tempi dei gladiatori, l'Olimpico ha additato i primi colpevoli di una stagione tremenda: Vu­cinic e Menez. Contestati e fischiati, non tanto e non solo per gli errori sotto porta quanto per un atteggiamento freddo e svogliato. Ma il distacco tra i tifosi e la squadra è generalizzato. DiBenedetto and friends si dovranno impegnare a fon­do per guadagnare fiducia, seguito, sti­ma.

INDIFFERENZA - Per ora, di vagamente americano, c'è solo la dedica scelta dallo speaker dell'Olimpico per il gol del mi­gliore: «The king of Rome is not dead» , il re di Roma non è morto. Che poi è una citazione molto popolare tra gli internau­ti romanisti, perché estratta da una tele­cronaca anglofona del derby che aveva raccontato al mondo la rinascita di Fran­cesco Totti. Per il resto, a parte qualche bandiera statunitense che striava qua e là le tribune semivuote dello stadio e uno striscione minuscolo di benvenuto, lo zio Tom e i suoi ambiziosi soci non sono mai stati tirati in ballo dal tifo giallorosso. Erano convitati di pietra: in molti pensa­vano a loro ma non hanno avuto la vo­glia, o la forza, di invocarli. E' stato, al­meno in apparenza, un sabato di campio­nato come tanti altri, nonostante la svol­ta arrivata dagli Usa un grappolo di ore prima dell'inizio della partita contro il Palermo.

BENEDIZIONE? - La gente, curiosa ma an­che un po' scettica dopo lustri di indiscre­zioni disattese, ha risposto evidentemen­te all'appello di Montella, che aveva chie­sto ai giocatori e di conseguenza all'am­biente di pensare soltanto al presente e alla corsa a un posto in Champions, da ieri diventato lontanissimo. E nella nor­malità di un pomeriggio primaverile an­che lo sviluppo della partita ha seguito regole già sperimentate. Rosella Sensi era in tribuna d'Onore con il marito Mar­co Staffoli a cantare l'inno, stavolta da ti­fosa e basta se consideriamo il 15 aprile 2011 come la data dello storico addio del­la famiglia alla proprietà della Roma. Il pubblico ha incitato la squadra a non fer­marsi dopo il blitz di Udine. E quando ha segnato Totti, ha celebrato in coro la per­la numero 204. Ma quando Menez, lan­ciato a rete al millimetro e al millesimo ancora da Totti, ha sbagliato la centesi­ma palla della sua serata, ha improvvisa­to un concerto di fischi. E quando Vuci­nic ha spedito in curva una promessa di gol, ha provato un esercizio collettivo di mani nei capelli. Tutto già visto insom­ma, aspettando l'uomo che garantisce speranze: quel DiBenedetto che i roma­nisti non hanno ancora benedetto.

DISASTRO - Eppure di lui, e più in genera­le di novità positive che addolciscano i risultati di questi giorni, la Roma ha un bisogno esagerato. L'attualità parla di un sesto posto a rischio per un possibile sor­passo della Juventus. David Pizarro, uni­co rappresentante dello spogliatoio a esternare il proprio malumore, è furi­bondo per questa sconfitta: « Abbiamo fatto diventare fenomeni quelli del Pa­lermo, che fenomeni non sono. Non è bel­lo perdere in questo modo contro un av­versario in difficoltà. Dobbiamo prender­ci tutti le nostre responsabilità. Quest'an­no avevamo una rosa importante, avrem­mo dovuto lottare per obiettivi importan­ti, invece siamo stati deludenti. Vedremo cosa succederà più avanti» . Non lo dice, Pizarro, però lo sa: sarà epurazione.


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