SHAKHTARDONETSK /ROMA 3-0
Donetsk, Donbass Arena
martedì, 8 marzo 2011
ore 20.45

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Tabellino partita:
Shakhtar Donetsk - Roma 3-0 (1-0) 
SHAKHTAR (4-2-3-1): Pyatov, Srna, Chygrynskiy, Rakitskiy, Rat, Hubschman, Mkhitaryan (22' st Texeira), Douglas Costa (14' st Eduardo), Jadson, Willian, Luiz Adriano (30' st Moreno). (12 Khudzhamov, 19 Gai, 15 Stepanenko, 32 Ishchenko). All.: Lucescu. 
ROMA (4-2-3-1): Doni, N.Burdisso, Mexes, Juan, Riise, De Rossi, Pizarro, Taddei (1' st Rosi), Perrotta (40' st Caprari), Vucinic (20' st Brighi), Borriello. (1 Lobont, 3 Castellini, 23 Greco, 10 Totti). All.: Montella. 
Arbitro: Webb (Ing). 
Note. Reti: nel pt 18' Hubschman; nel st 13' Willian, 42' Eduardo. Angoli: 7-4 per lo Shakhtar. Recupero: 5' e 3'. Ammoniti: Mexes, Mkhitaryan, Perrotta e Riise per gioco falloso; Srna per proteste; Pizarro per comportamento non regolamentare. Espulsi: al 41' pt Mexes per doppia ammonizione. Spettatori: 50.000.

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C'ERO PURE IO!
     


Ciao Lorenzo, 
mentre in molti sono impegnati a festeggiare la vittoria nel derby io vado un pò in controtendenza inviandoti il racconto di Shakhtar Donetsk-Roma. Per varie motivazioni ho fatto rientro nella capitale solamente sabato ma con una sola idea in testa: anche un'eventuale vittoria contro i formellesi non avrebbe scalfito la rabbia e la nausea verso queste signorine indegne di indossare la nostra gloriosa maglia. E così è!
Parto da Fiumicino, destinazione Kiev, domenica 6 marzo con altri 2 amici,presenti anche un'altra decina di Romanisti alla volta dell'Ucraina. Il volo Lufthansa, con scalo a Francoforte, arriva nella capitale ucraina alle 13 circa. Il tempo di ritirare il bagaglio e trovare i pullmini che fanno la spola tra la città e l'aeroporto ed in circa un'ora siamo alla stazione centrale. Compriamo subito i biglietti per il treno del giorno dopo Kiev-Donetsk e ce ne andiamo in ostello.
Il giorno successivo la partenza è fissata alle 19,42. Prendiamo posto nel nostro vagone, uno scompartimento unico di terza classe con tanti letti senza divisorio: un pò come essere in una grande famiglia, evidentemente è tipicamente ucraino! Dopo aver fatto conoscenza con alcuni passeggeri ed aver constatato la presenza di molti tifosi dello Shakhtar sul treno facciamo i nostri letti e ci addormentiamo risvegliandoci nei pressi di Donetsk, dove arriviamo per le 10,53. Non senza qualche problema di orientamento troviamo l'appartamento che abbiamo affittato e dopo aver posato i bagagli facciamo un giro della città: a dir poco orribile! Nulla a che vedere con Kiev. Sin dal mattino in molti girano per le strade con sciarpe arancio-nere al collo, a quanto sappiamo un buon numero di persone hanno raggiunto la città dall'intero paese in occasione della partita.
Un paio d'ore prima del match ci avviamo verso lo stadio, poco distante dal nostro appartamento. Nel tragitto un personaggio improbabile tenta di fermare uno di noi esibendo un tesserino con scritto "Milizia" (la polizia ucraina) ma il ragazzo viene prontamente trascinato via da me con tanto di offesa al poliziotto provetto che ovviamente si dilegua velocemente. Dopo questo siparietto raggiungiamo la "Donbass Arena" già assediata di tifosi, facciamo un giro allo negozio ufficiale ed entriamo nel nostro settore. I controlli sono rigidi ed i nostri zaini vengono riposti in cassette di sicurezza simil guardaroba. Li riprenderemo all'uscita. All'interno nulla da dire sull'impianto, molto bello ed accogliente. Un pò meno gli stewards che, forse credendosi inglesi, rompono il cazzo a chiunque provi ad accendere una sigaretta.
La partita inizia ed anche noi cominciamo a cantare nel freddo glaciale. Siamo circa 250 penso, molti dei quali provenienti da fuori Italia, tuttavia il nucleo della Sud e della Nord è presente con le proprie pezze. Gli INDEGNI/INFAMI ci onorano con l'ennesima prova scandalosa ed il nostro tifo cala quasi subito per spegnersi completamente nel secondo tempo lasciando spazio agli ovvi cori di contestazione. La partita l'abbiamo vista tutto quindi non mi soffermo neanche a commentarla sotto l'aspetto tecnico (anche perchè c'è ben poco da commentare). Dico solo che è uno schifo vedere queste signorine isteriche gettare fango sui nostri colori. Gente che si fa espellere una partita si e l'altra pure, gente che litiga per battere un rigore come si faceva all'oratorio, gente che pensa bene di prendere a calci e gomitate gli avversari in Eurovisione, portieri che guardano inesorabilmente ogni volta il pallone insaccarsi senza muovere un dito e sopra a tutto ciò una società ASSENTE! A me non frega un cazzo che questi senza palle vanno a vincere il derby contro l'SS Tagliente e non sprecherò di certo tempo ad applaudirli ed acclamarli. Quanto visto a Donetsk è stata solo l'ultima delle tante umiliazioni subite quest'anno, il simbolo di un non rispetto latente nei confronti dei tifosi. Gente che ha preso 3-4 giorni di ferie spendendo una cifra importante per raggiungere una località più vicina all'Asia che all'Europa, ricompensata da questo scempio! IL DERBY VINTO ME LO SBATTO AL CAZZO! Per quanto mi riguarda rimanete (fatta eccezione per un paio di giocatori) degli INFAMI, INDEGNI di indossare quei colori e coperti da una società che oltre ad essere assente ed a guardare solamente ai propri interessi continua a coprire tutti i vostri puerili capricci! Sto contando i giorni che ci separano dalla fine del campionato, dopodichè spero si dia una bella ripulita a Trigoria. 
Il mesto ritorno verso la nostra provvisoria abitazione è tranquillo e per dimenticare la batosta affoghiamo il dispiacere nella vodka. Fieri di aver onorato i nostri colori anche in questa lontana trasferta e sempre più consapevoli di essere davvero l'ultima ruota del carro.
Francesco

I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
MESSAGGERO
DONETSK - La Roma torna a casa sconfitta per 3-0 e fuori dalla Champions. Non era partita male. Poi il gol a freddo, il rigore sbagliato e l'epulsione di Mexes le hanno tagliato le gambe. Qualificazione compromessa all'Olimpico. Lo Shakhtar è una squadra di altissimo livello e si qualifica per la prima volta ai quarti di Champions. 

Tre schiaffi alla Roma, e la squadra di Montella è la prima italiana che saluta la Champions, in una serata per metà paradossale e per l'altra da incubo. Perchè i giallorossi, costretti a risalire la china dopo il ko all'Olimpico, in casa dello Shaktar hanno giocato, sbagliato, sprecato, e poi si sono lasciati sopraffare dal nervosismo e dalle ingenuità, come il secondo fallo che è costato il rosso a Mexes. A conti fatti, la Roma scende, lo Shakthar prosegue la corsa. Come non le era mai riuscito nei sei tentativi precedenti, la squadra oggi allenata da Mircea Lucescu non solo ha raggiunto gli ottavi di Champions, ma ora approda ai quarti con uno squillante 3-0. 

Una qualificazione che i 50.000 della Donbass Arena salutano per quello che è: un'impresa storica dei loro beniamini, recenti invitati al tavolo del calcio che conta. Per di più centrata contro un avversario che, all'atto del sorteggio, qui era stato visto come un ostacolo quasi insormontabile. Ed invece, nel doppio confronto, si è rivelato un gigante dai piedi d'argilla, stasera gelato dai -10 della primavera ucraina e piuttosto nervoso. E che Montella priva di Totti, preferendogli Borriello. Una scelta che si rivelerà poco felice. 

I primi 45 minuti la Roma non li gioca nemmeno troppo male. Ma tutti gli episodi le sono sfavorevoli. Incassato il gol di Hubschman al 18' (tacco su cross di Willian), ai giallorossi è girato tutto storto. Dal rigore fallito da Borriello al 28' (parata di Pyatov, ma il primo rigorista non era Pizarro?), al rosso per Mexes che al 41' lascia la Roma in 10 per aver placcato Luiz Adriano. E qualche minuto prima il francese era stato graziato per uno sgambetto da dietro, sfuggito all'arbitro, sempre sull'attaccante brasiliano, abbastanza grave da giustificare il rosso diretto. Per non parlare della gomitata a freddo che De Rossi nel finale ha rifilato a Srna. Da prova tv. Rivelerà poi Lucescu, con ammirevole onestà, che il suo capitano se l'era cercato deridendo l'Italia dopo lo svantaggio giallorosso. Dato che non giustifica la caccia all'uomo di cui da quel momento il croato è stato fatto oggetto. Dopo De Rossi, prima Borriello con un'entrata a gamba tesa che poteva costare cara a Srna (anche qui Webb non ha visto, eppure era il vivo dell'azione), poi Riise con una scivolata dura che è costata il giallo. Nel frattempo, la Roma aveva creato e sprecato. Ancora Borriello (46') sciupa un bel cross di Taddei, appoggiando al portiere di testa un pallone innocuo. La ripresa non è andata meglio. 

Costretta a passare al 4-4-1, la Roma ha arrancato alla ricerca almeno del pari, ma si è esposta alle folate dei brasiliani che trovavano praterie davanti a loro ad ogni ripartenza. Intanto sul fronte giallorosso saliva il nervosisno, evidenziato dal fallaccio da rosso di Borriello su Srna. Le reti di Willian (13', bel lob ad aggirare Doni) e di Eduardo (42') sono state le ciliegine sulla torta di una serata perfetta per lo Shakhtar. Ma già il 2-3 incassato all'Olimpico lo scorso 16 febbraio era suonato come un sonoro schiaffo in faccia alle certezze giallorosse. In panchina c'era Claudio Ranieri, agli ultimi giorni da tecnico della Roma. Poi il cambio e l'arrivo di Vincenzo Montella, ex compagno di spogliatoio per molti giocatori in campo a Donetsk. Una mossa che, se ha ridato vigore in campionato, nulla ha potuto in Europa. Troppi i danni dell'andata, troppe quelle tre reti incassate in 13 minuti su altrettanti contropiede, una delle specialità dello Shakhtar e delle sue velocissime punte brasiliane. Un copione che si è ripetuto. Del resto ci sarà un perchè se i Pitmen si sono sempre qualificati nelle sei occasioni in cui hanno vinto la gara di andata in trasferta. Ci sarà una spiegazione se questa squadra sul proprio terreno non perde da 54 partite e da 36 non subisce reti. 

La Roma ha fatto quel che ha potuto con le forze che ha in questo momento, confuso in campo e fuori, con la transizione che sta vivendo nella proprietà ed alcuni giocatori chiave ancora 'convalescentì dopo il cambio in panchina. Peccato per quei 6-7 milioni che avrebbe portato in dote il passaggio del turno, in un momento in cui anche perdere pochi euro è un lusso. Almeno, però, il calendario propone subito un'occasione di riscatto. Alle porte c'è il derby. La Lazio è quarta, appena cinque punti più sù. Gia domenica la Roma spera di riprendere il cammino verso la prossima sfida in Champions. 

L'analisi di Montella. «Ho chiesto ai ragazzi continuità e crescita al di là della posta. Sono molto contento. finché siamo rimasti in 11 abbiamo creato tante occasoni e giocato con idee. Anche una bella velocità di manovra e siamo arrivati a tirare in porta molte volte. In campo internazionale non puoi concedere un uomo e quindi l'espulsione di Mexes ha pesato sul risultato. Non voglio parlare degli arbitri. Giocare in dieci contro una squadra molto tecnica è difficile. La Roma sul piano dell'organizzazione difensiva mi è piaciuta».

«Borriello? Io designo sempre il rigorista prima della partita e avevo scelto Pizarro. Poi Marco ha chiesto a Pizarro di tirare». Le provocazioni di Srna: «A questi livelli bisogna saper gestire anche l'emotività e le provocazioni. Il derby? Sono contento della prova della squadra. Sono arrabbiato per altri episodi che non mi sono piaciuti, come prendere ammonizioni che si possono evitare. Usciamo a testa alta. Abbiamo solo subito il loro contropiede e se mettiamo da parte gli episodi la squadra è crescita. Nel derby alla squadra chiedo solo di restare calma».

I miglioramenti nel dopo Ranieri? Montella aggiunge: «La squadra perdeva fiducia e convinzione. Ora è più compatta, più corta, è migliorata nella qualità del gioco. Questa sconfitta non deve demoralizzare perché siamo sulla strada giusta». 


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