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Arrivo a Lecce attorno alle 10,30 e trovo una giornata ventosa e non di certo accogliente dal punto di vista meteorologico. Il tempo di degustare qualche specialità locale e di visitare la città, molto carina, e quando sono le 13,30 mi avvio verso lo stadio. Nessuno sa se esista o meno una linea di autobus che collega il centro con l'impianto sportivo (4km circa) così alla fine devo optare, forzatamente, per la mia personale forza motrice, vale a dire gambe e piedi! La camminata si rivela più scomoda del previsto a causa di due fattori poco trascurabili: pioggia a vento e strada che dopo i primi 2km si fa dissestata, senza marciapiedi ed a scorrimento veloce con conseguente rischio di investimento mortale! Una volta raggiunto il 'Via del Mare' mi faccio indicare da uno steward il settore riportato sul mio biglietto (Tribuna Est Superiore) ed ovviamente per arrivarci sono costretto a percorrere un altro pezzettino di strada pieno di pozzanghere e senza marciapiedi. Ah, l'Italia! Questo stupendo paese dagli stadi a cinque stelle! Supero il primo prefiltraggio venendo controllato sulla fiducia ('Nello zaino hai bottiglie?', 'No', 'Ah ok, vai!) mentre a pochi metri da me noto un signore che, molto indispettito, discute con uno steward che non vuol fargli entrare l'ombrello nonostante in altri varchi questi ultimi entrino senza problemi. Una volta superato il tornello (con un altro 'controllo sulla fiducia') sono dentro. Alle 14,30 lo stadio è ancora vuoto anche se probabilmente molte persone, causa pioggia, hanno aspettato le 15 per prendere posizione sulle gradinate. Ne approfitto per un giro nell'antistadio e noto come gli stewards in servizio presso la Curva Nord (a pochi metri dal mio settore) siano davvero petulanti ed usino modi polizieschi per controllare i tifosi in entrata. Inoltre per entrare in Tribuna bisogna superare un ulteriore controllo del biglietto. Insomma tanta diligenza e tanto rigore in apparenza ed ai fatti avrei anche potuto avere un lanciarazzi nello zaino ed entrare tranquillamente. E' l'Italia! Alle 15 circa 15.000 spettatori affollano gli spalti e la Curva degli Ultrà Lecce si fa sentire compatta ed abbastanza colorata. Zero striscioni ed in generale pochissimi striscioni in tutto lo stadio. Spicca un lunghissimo 'AFRIKA SBALLATA' presente in una semi-deserta Curva Sud (i prezzi bassi hanno fatto si che molti acquistassero le tribune reperibili da 8€ in su). Indicativo il commento di una signora che rivolta alla figlioletta le dice 'Ecco, oggi questi non sono in sciopero, hanno capito che devono tifare!'. E' quel 'devono' che mi fa amaramente sorridere. Soprattutto per una curva, come quella leccese, colpita continuamente dalla repressione. I romanisti presenti nel settore ospiti saranno un'ottantina circa, sicuramente in maggioranza non residenti nel Lazio e non tesserati. Nonostante il buon tifo della curva di casa devo dire che in generale l'ambiente era tutt'altro che bollente, sicuramente la grandezza dello stadio e la conformazione dispersiva dello stesso non aiutano il rumore del pubblico a compattarsi. In campo osservo forse alla partita più scandalosa e vomitevole della Roma degli ultimi 10 anni, roba da far impallidire persino chi, come me, era presente ad 'Old Trafford' nella famosa serata del 7-1. L'ennesima secchiata di merda sui nostri colori in questa stagione, la prima sconfitta a Lecce della storia giallorossa è un altro triste record stabilito da questa squadra. Il pubblico di casa ringrazia e festeggia l'insperata vittoria seppur con rammarico per la contemporanea vittoria della Fiorentina a Milano. Molti i cori contro la presidenza Semeraro e qualche coro contro Roma nel finale. Tuttavia ambiente tutt'altro che ostile nei nostri confronti. Passo gli ultimi 10' sotto una pioggia battente diventando praticamente una spugna umana e facendomi ancor più il sangue amaro per i due gol realizzati dagli indegni grazie all'anticipata entrata negli spogliatoi da parte del Lecce. Al fischio finale mi preparo ad un'altra bella camminata sotto il diluvio e con la rabbia in corpo mi avvio verso la stazione. Dopo quasi un'ora la raggiungo e prendo il primo treno utile per Brindisi da dove con l'aereo torno a Roma in serata. In una situazione di normalità avrei potuto sfogare la delusione cantando per la mia città e per i miei colori ma anche questa volta chi di dovere ha interdetto a liberi cittadini di assistere ad uno spettacolo pubblico come dovrebbe essere il calcio. Sperando che un giorno si possa tornare a sostenere i propri colori anche oltre il Raccordo Anulare chiudo ricordando a millantatori mediatici e fenomeni da baraccone che non sanno usare la propria testa che chi tifa Roma non perde mai e soprattutto mette quest'ultima davanti a tutto. Anche ai propri interessi! NO ALL'ARTICOLO 9! Caro Lorenzo ti racconto cosa mi è
successo sabato scorso a Lecce, una avventura parecchio
ridicola che rispecchia ancora una
volta l'inutilità e l'inefficenza delle restrizioni
che a noi liberi cittadini prima di tutto, e poi
tifosi di calcio, ci impongono ministri totalmente
incompetenti. Insieme alla mia ragazza (residente in
Puglia) arrivo in treno alle 14 a Lecce
e in venti minuti raggiungiamo lo stadio
con i mezzi. Ci mettiamo subito in fila
per comprare i biglietti con un pò di
tensione: non ho la tessera del tifoso e vivo a
Roma, quindi teoricamente non potrei comprare
il biglietto della partita perchè sono un potenziale
pericolosissimo residente nel Lazio non fidelizzato! Un
pericolo pubblico! Diamo i nostri documenti al
tizio della biglietteria che subito ce li
restituisce avendo visto la mia pericolosa provenienza..
Gli faccio notare che sto insieme alla mia
ragazza residente in Puglia e che avevamo
semplicemente l'intenzione di andare a vedere una
partita di calcio, non vedo come avrei potuto creare da
solo del pericolo! Ci spedisce (ancora mi
chiedo il motivo) da una tizia addetta agli
accrediti per la stampa che, parecchio spiazzata, ci
suggerisce di andare a parlare con gli steward.
Chiediamo a uno steward che ci illumina con un "andate
nel settore ospiti e chiedete lì".. e qui arriva il
bello! Andiamo da un ragazzetto di massimo 16 anni che
con la sua esperienza ci dice che l' unico modo per
entrare era di provare a comprare un
biglietto di qualsiasi altro settore
dello stadio e che poi c' avrebbero fatto entrare
anche senza tessera del tifoso perchè stavano facendo
entrare tutti i tifosi della Roma! Quindi
teoricamente anche gli ultras del Lecce o comunque
qualsiasi tifoso leccese poteva entrare nel settore
ospiti! Bastava dichiarare di essere un tifoso della
Roma! Riferiamo tutto ciò al tizio della biglietteria
che inizialmente si rifiuta di farmi il biglietto,
insisteva che senza tessera non potevo entrare, poi alla
fine cede e ci fa i biglietti della curva sud (5 euro,
mentre i tesserati il settore ospiti l hanno pagato 25,
questi sono i regolamenti di Maroni), con un
compromesso però: " se ti fermano i poliziotti digli che
il biglietto l'hai trovato per terra e che non hai
documenti appresso, altrimenti mi fanno la multa!"..
Lascio a voi i commenti. Alla fine entriamo nel settore
ospiti con la gioa di averlo messo proprio lì a
Maroni e compagnia bella per la seconda volta dopo
Bari-Roma dell' anno scorso. Nel settore modernissimo
(nei seggiolini anni 20 cresce l erba) ci
sono alcune famiglie, semplici tifosi e qualche
romanista residente in Puglia.. Zero tifo
e zero colore e molta tristezza di trasferte di
altri tempi. No alla tessera del tifoso!
Mattia |
I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA |
IL
MESSAGGERO LECCE - Roma irriconoscibile, umiliata a Lecce. Nella gara che poteva lanciarla nella corsa Champions non entra mai in partita va sotto di 4 gol, poi negli ultimi minuti segna con Bojan e Lamela. ma la figuraccia resta: finisce 4-2. L'immagine dell'ennesima disfatta (dodicesimo koin campionato) è Luis Enrique, che in panchina assiste muto alla partita. I gol di Muriel e Di Michele nel primo tempo, e ancora di Muriel e Di Michele (rigore) nella ripresa. Roma senz'anima, in difficoltà e lenta, che non mai riuscita a trovare sbocchi offensivi. Una vera umiliazione per quasi tutta la gara. Negli ultimi, inutili, minuti Bojan ha segnato su azione, Lamela con una punizione capolavoro quando però il Lecce era ormai sazio. Per la squadra giallorossa una Pasqua amarissima e su Luis Enrique tornano i dubbi: giusto riconfermarlo sulla panchina il prossimo anno? Lui intanto senza mezzi termini dice: «La colpa è mia, mi prendo le responsabilità. Dimettermi? Non mi passa neanche per la testa». Ci va giù duro Franco Baldini: «Questa è una squadra bambina, senza voglia e carattere non vai da nessuna parte. Giocatori sopravvalutati? Tecnicamente no, caratterialmente forse sì». La partita azione per azione. Calcio d'inizio al Lecce. 9° contropiede di Muriel, che sfrutta una palla persa dalla Roma a centrocampo ma si allunga troppo la palla. Poco prima Gago aveva sbagliato un appoggio da cui era nato un altro contropiede. 21° contropiede del Lecce, palla in profondità per Muriel, difesa della Roma piazzata male, Heinze tiene in gioco il giocatore che salta Stek e mette in rete. Lecce in vantaggio. Il Lecce continua a spingere e cerca di ripartire in velocità, la Roma continua a fare gioco ma non alza il ritmo e non trova spazi, anche a causa di troppi passaggi imprecisi. Ogni volta che il Lecce avanza è pericoloso. 36° Luis Enrique si agita: la Roma fa poco movimento e il ritmo è basso. Il tecnico chiede due passaggi e velocità per non dare riferimenti. Bojan tira da lontano e Benassi è bravissimo ad arrivare alla deviazione. Roma vicina al pari. Ma sul contropiede la Roma rischia ancora. 43° Il Lecce raddoppia: tiro deviato, Giacomazzi abile a servire l'accorrente Di Michele che con una sforbiciata mette la palla dietro le spalle di Stek: 2-0. La panchina del Lecce, con Cosmi in testa, si catapulta in campo per esultare. Sulla sua panchina Luis Enrique è sconsolato. Roma irricnoscibile. Secondo tempo. Si riparte con lo stesso copione. Muriel inarrestabile salta sull'out destro Heinze e De Rossi, si accentra e da fuori area fa partire una gran botta dalla distanza, battuto Stek: 3-0 al 4°. Per la Roma si fa durissima: lenta, irriconoscibile nella manovra e poco aggressiva nell'atteggiamento. Luis Enrique sembra aver capito la giornata no e se ne sta in panchina in silenzio e molto contrariato. 10° calcio di rigore per il Lecce. Fallo di Heinze su Muriel. Di Michele gol: 4-0. Una umiliazione mai vista per i giallorossi. Luis Enrique muto in panchina. 15° Benassi esce su Osvaldo, Marquinho sulla ribattuta tira a lato. 30° il ritmo della partita scende. Cosmi toglie Muriel, il Lecce è sazio. La Roma prova a sfondare senza troppa convinzione: Heinze di testa, palla alta. Roma senz'anima, lo specchio della rassegnazione di Luis Enrique. 38° Marquinho triangola al limite con Osvaldo e tenta il sinistro: palla che sfiora il palo alla sinistra di Benassi. 43° la Roma accorcia con Bojan, che intercetta una respinta al limite dell'area e batte al volo: 4-1. 44° punizione capolavoro di Lamela: 4-2. La Roma si è svegliata tardi. |