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domenica, 23 settembre 2012 ore 15.00 invia una e-mail per i resoconti |
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Eccomi
Lorenzo , come ti ho preannunciato su FB ti mando il resoconto della trasferta di cagliari Prima di iniziare a scrivere premetto una cosa: Sono una delle tante voci della Sud che tutte le domeniche incitano la Roma. Non faccio parte di nessun gruppo ma della maggioranza della curva (i cosiddetti cani sciolti), non ho idoli e canto solo per la maglia. Non ho tessera e nemmeno il carnet. Odio il calcio moderno e non credo che possa mai esistere uno stadio privo di cori , bandiere, striscioni , fumogeni e passione (in realtà quelli che vedete non esistono ..... li state sognando). Venerdì sera finisco di lavorare e mi precipito a ciampino. Il volo per Cagliari parte alle 20:10 Ho deciso 3 settimane fa di andare a Cagliari anche se c'era la possibilità di giocare a porte chiuse (diventata poi certezza prima di partire). Comunque mi sarei fatto un bel weekend in compagnia della mia donna (che è sarda) e avrei seguito la gara da fuori lo stadio. Ogni volta che vado a cagliari la mia ragazza mi presenta ai suoi amici come uno della Sud Romana e allora tutti che mi chiedono del mito della Sud. Tutte le altre persone mi individuano comunque grazie a un paio di tatuaggi inequivocabili che mi porto dietro con orgoglio e che non faccio nulla per nascondere quando il tempo lo permette. C'è grande rispetto per noi tra la gente che frequenta lo stadio e anche un po' di invidia. Il sabato lo passo in giro per la cittadina e mi capita di scambiare 4 chiacchiere con un ragazzo che frequenta la curva del cagliari da parecchi tempo. Mi ha raccontato la sua frustrazione e quella della sua gente dovuta alla storia dello stadio. Mi ha raccontato della partite "casalinghe" fatte a Trieste e di tante altre cose che non sto qui ad elencare. Per un attimo mi sono chiesto cosa avremmo fatto noi nella loro situazione .....poi me lo sono immaginato !!! Nel pomeriggio inoltrato faccio una capatina allo stadio Is Arenas per vadere qual'è la situazione. Effettivamente devo dire che sembra un cantiere aperto (come vedrai dalle foto). Vedo uno Stewart, mi avvicino e gli dico se per caso si sta valutando di giocare a porte aperte. A questo punto mi fa una domanda che non mi aspetto: "dove risiedi ? " . Gli dico di essere Romano e lui: "allora non si può entrare". E io gli dico : "Perchè scusa se ti dicevo che risiedo fuori la regione Lazio ?" E lui: "non si può entrare e basta, è vietato". Intuisco che qualcosa sta per succedere. Torno al centro di Cagliari, cambiata veloce e mi preparo per la serata che inizia con un aperitivo su uno degli Hotel piu belli di Cagliari. Li trovo una sorpresa. E' l'hotel dove alloggia la Roma. Mi imbatto in Stekelemburg che stava andando a cena. Lo fermo lo saluto e gli do un messaggio da portare ai suoi compagni: "anche se nun ce fanno vede la partita, la Sud è sempre al tuo fianco. Daje Roma daje". Lui ringrazia e se ne va. Poi arriva Zeman. Lo fermo, lo saluto e me ce faccio na foto. Lui sente l'accento Romano e se ne compiace. Intanto il mio cellulare squillava. I miei amici da Roma (che rosicavano perchè avrebbero voluto essere li con me) mi informavano della possibilità di giocare a porte aperte su richiesta del presidente del Cagliari. Vado subito su internet e leggo il comunicato di Cellino che invece invitava i tifosi ad andare comunque allo stadio anche se la partita è a porte chiuse. Risultato: la partita non si gioca affatto e la Roma chiede lo 0 a 3 a tavolino (preferivo perde 4 a 0 sul campo che vincere dietro a un tavolo. Quello è da juventini). Domenica pomeriggio vado comunque allo stadio. Mi immaginavo di trovare qualche centinaia di tifosi inferociti, invece ho trovato solo tanta polizia e qualche televisione locale. I cagliaritani hanno preferito ignorare la situazione. Di Romani nemmeno l'ombra. Neppure i soliti club (che tra l'altro non sono di Roma). Sarò stato l'unico ? Pittoresca la scena di un poliziotto che mi sente parlare , si avvicina e mi dice : "dai che probabilmente ti rimborsano" . Io gli rispondo: "la Roma è na pazzia che nun se rimborsa. Pure se nun gioca sempre forza Roma rimane". Lui sorride , io me ne vado e continuo il mio soggiorno cagliaritano fino a lunedì mattina, per poi rientrare a Roma. Per sempre Forza Roma Per sempre NO alla tessera il Lupo |
I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA |
IL MESSAGGERO CAGLIARI - Non si gioca. La decisione è arrivata all’una di notte, dopo un vertice straordinario durato oltre due ore, ed è stata presa dalla Prefettura: Cagliari-Roma è stata rinviata a data da destinarsi(mercoledì 3 ottobre è la prima libera) per motivi di ordine pubblico. Lo stadio di Quartu Sant’Elena non è agibile. A creare il clima di tensione è stato proprio il club rossoblù che ha deciso di andare allo scontro con il prefetto Giovanni Balsamo. Il presidente Massimo Cellino, attualmente a Miami, nel tardo pomeriggio si affidato a un comunicato per contestare la scelta di far giocare la gara con i giallorossi a porte chiuse, invitando i tifosi a recarsi allo stadio comunale di Is Arenas. «E’ sicuro», si legge nella nota. Per le autorità locali, invece, è ancora un cantiere. Troppo rischioso farlo frequentare ai tifosi. Nel comunicato della Prefettura è chiaro il riferimento a Cellino: «Tale decisione si è resa necessaria per l’urgente e grave necessità di prevenire ogni forma di turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica conseguente alle reazioni emotive, irrazionali e inconsulte ingenerate dall’invito formulato dal presidente del Cag63liari calcio». Porte aperte: la posizione intransigente della società sarda fa saltare l’incontro di oggi pomeriggio. La forzatura di chiamare a Quartu Sant’Elena, comune a sette chilometri dal centro di Cagliari, circa tremila abbonati e altri duemila tifosi che hanno acquistato il biglietto per la partita contro la Roma di Zeman, diventa fatale. Nei telegiornali regionali sono state mandate in onda le telefonate di chi si è informato, nella giornata di ieri, sulla possibilità di avere il rimborso del tagliando. Dalla sede del club rossoblù è stato consigliato ai tifosi di non avviare la procedura perché la situazione a breve sarebbe stata risolata. In che modo lo si è scoperto a fine pomeriggio. Con il comunicato voluto da Cellino. Il testo, firmato dallo stesso presidente e divulgato a meno di 24 ore dall’inizio dell’incontro, non agevola certo il compito di chi deve garantire la sicurezza dentro e fuori lo stadio di Is Arenas. «La Società Cagliari Calcio, rappresentata dal Presidente Massimo Cellino, i tesserati e tutti coloro che lavorano per essa, visto il perdurare della situazione che porta a non vedere più un futuro per via delle difficoltà burocratiche ed il disinteresse collettivo delle istituzioni, invita e chiede a tutti i suoi tifosi, titolari di biglietto e abbonamento, di recarsi allo stadio per assistere alla partita Cagliari-Roma nel rispetto dell’ordine e della civiltà. La Società Cagliari Calcio e i suoi ingegneri reputano infatti la struttura agibile e sicura. Questo atto, assolutamente pacifico, spinto dal dolore e dalla frustrazione, per difendere il diritto di esistere. Viceversa è giusto prenderne atto». La commissione provinciale di vigilanza, però, insiste. L’impianto, 16.200 posti a sedere, è ritenuto non idoneo, anche per le perplessità del Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) circa le condizioni di sicurezza all’esterno dello stadio. Le due squadre, ad esempio, avrebbero dovuto spogliarsi, e con i giocatori anche i sei arbitri, a trenta metri di distanza dal recinto di gioco nel palazzetto dello sport di via Beethoven (sono state appena cambiate le panche che erano troppo piccole, essendo usato solo per basket, danza sportiva e pallavolo). Ecco motivato il parere di «non conformità» dato dalla commissione e accettato dalla Lega calcio. Non è insomma cambiato niente da Cagliari-Atalanta (2 settembre), anche quella giocata a porte chiuse, nonostante i lavori fatti in questa settimana per rendere agibile il parcheggio e l’accesso in tribuna. Ieri sera nuova riunione in Prefettura, iniziata alle 23 e con la Roma preoccupata perché tenuta all’oscuro fino a a tarda notte (il rinvio è stato notificato al dg Baldini alle ore 1,30), dopo il no ufficiale alla presenza dei tifosi arrivato nel pomeriggio e dopo la replica per iscritto del presidente Cellino. Il prefetto Giovanni Balsamo ha preso malissimo l’iniziativa del Cagliari e ha deciso di non far giocare la partita. La Lega calcio ha provato, restando in contatto con la Prefettura di Cagliari, a convincere Cellino a fare marcia indietro, magari con un altro comunicato. Niente da fare. La Federcalcio, infuriata, sta pensando di deferire Cellino. «Non è mai bello giocare a porte chiuse perché il calcio si fa per la gente» ammette Zeman, contrario alla chiusura al pubblico. Mai, però, avrebbe pensato che la situazione degenerasse. |