ROMA -
Cade anche il limite estremo del mondo
conosciuto al calcio italiano, cade anche
l'ultima barriera che la storia aveva posto
davanti alla Roma di Garcia, ancora una volta
vincente. È la 'Decima', è il simbolo della
rivoluzione giallorossa che non può chiamarsi
fino in fondo tale se non la modifica, la
storia, se non la cambia, se non la rinnova
con colori diversi. Trenta punti su trenta, un
orizzonte che mai nessuno aveva raggiunto: una
realtà che stasera si fonde nell'epica, un
confine oltrepassato sfidando ogni paragone e
superato grazie a Borriello, eroe per una
notte trionfale grazie al gol che abbatte il
Chievo e che fa continuare la corsa a folle
velocità dei giallorossi in testa al
campionato.
TESTACODA
DA NON SOTTOVALUTARE - All'Olimpico c'è
grande attesa, la Juve e il Napoli sono col
fiato sul collo e non si può sbagliare.
Garcia come annunciato fa turnover, Dodò e
Marquinho in campo. Nel 3-5-2 di Sannino c'è
Dainelli al centro della difesa ma non c'è
Thereau, ultimo giustiziere dei giallorossi
nella stagione precedente. Prima contro
ultima, la squadra con la difesa più forte
in Europa contro quella che ha segnato meno
in trasferta, undici uomini contro un mondo
giallorosso: sulla carta non c'è partita. Ma
non c'era neanche nell'ultimo testacoda di
Serie A, Napoli-Sassuolo. Si parte con
Borriello, Marquinho e Strootman: di testa e
di piede, la Roma inizia a cercare il gol.
Funziona alla meraviglia il centrocampo di
Garcia, anche perché il mandato tattico dei
veronesi è chiarissimo: spazio concesso fino
alla trequarti, poi barricate. E vista la
diga gialla a difesa di Puggioni, continuano
a piovere le conclusioni dalla distanza:
Torosidis da destra, Strootman dal centro,
Marquinho da sinistra ma l'equilibrio non si
rompe. Tra un tiro e l'altro il Chievo
costruisce la sua unica grande occasione:
Sardo per Rigoni dal limite, finta di tiro e
verticalizzazione per un Paloschi
liberissimo in area, stop tanto facile
quanto sbagliato e occasione che sfuma.
Gialli per Sardo e Castan (salterà il
Torino), sul fallo del brasiliano Paloschi
va in gol a gioco fermo e in fuorigioco.
Senza il genio di Totti la Roma cerca spazio
con le ondate sulle fasce di Dodò e
Torosidis che però si infrangono davanti al
muro ospite eretto ai venti metri. Quando
poi compare qualche incrinatura per qualche
iniziativa personale si passa alle maniere
forti: non punite quando Ljajic viene steso
al limite dell'area, col giallo per Dainelli
quando Borriello viene falciato. Ma anche i
calci piazzati in questo primo tempo vanno a
riempire la casella dei tiri non vincenti,
intervallo a reti inviolate. E c'è chi parla
già di troppi gufi, nella sera di Halloween.
BORRIELLO! L'ARIETE SFONDA IL MURO E LANCIA NELLA STORIA- Si riparte, Ljajic prova subito lo spunto. Pjanic giù duro su Hetemaj: giallo anche per il bosniaco. Il Chievo continua a chiudersi e a lanciare lungo, passano i minuti e sale il nervosismo, le stoccate di Pjanic e De Rossi si infrangono sul muro di gomma del Chievo. Garcia smuove le acque: dentro prima Florenzi per l'ultima mezz'ora, poi Balzaretti per Dodò, iniezione di energia sui lati. E ancora una volta La mossa del tecnico francese si rivela semplice quanto vincente, perché al 23' è proprio Florenzi, più attaccante di Marquinho, che controlla in area e serve il pallone giusto a Borriello: Dainelli bruciato sul tempo e di rapina, furbizia e di testa arriva il primo gol stagionale del centravanti giramondo, mai troppo amato in giallorosso e che con questa maglia non andava a segno dal 2011. Il boato dell'Olimpico è inenarrabile, è il gol che alimenta un sogno tanto silente quanto coltivato. Volano gialli, Pellissier e Rigoni, mentre Garcia inserisce anche il talismano di Udine, Bradley. Il neoentrato Acosty prova a creare qualcosa per gli ospiti ma ormai il piano tattico del Chievo è troppo usurato per essere modificato in corsa, la capolista ha buon gioco a controllare senza problemi e ad andarsene ancora una volta, ancora in fuga, ancora vincendo: dove nessuna squadra italiana si era mai spinta prima.
BORRIELLO! L'ARIETE SFONDA IL MURO E LANCIA NELLA STORIA- Si riparte, Ljajic prova subito lo spunto. Pjanic giù duro su Hetemaj: giallo anche per il bosniaco. Il Chievo continua a chiudersi e a lanciare lungo, passano i minuti e sale il nervosismo, le stoccate di Pjanic e De Rossi si infrangono sul muro di gomma del Chievo. Garcia smuove le acque: dentro prima Florenzi per l'ultima mezz'ora, poi Balzaretti per Dodò, iniezione di energia sui lati. E ancora una volta La mossa del tecnico francese si rivela semplice quanto vincente, perché al 23' è proprio Florenzi, più attaccante di Marquinho, che controlla in area e serve il pallone giusto a Borriello: Dainelli bruciato sul tempo e di rapina, furbizia e di testa arriva il primo gol stagionale del centravanti giramondo, mai troppo amato in giallorosso e che con questa maglia non andava a segno dal 2011. Il boato dell'Olimpico è inenarrabile, è il gol che alimenta un sogno tanto silente quanto coltivato. Volano gialli, Pellissier e Rigoni, mentre Garcia inserisce anche il talismano di Udine, Bradley. Il neoentrato Acosty prova a creare qualcosa per gli ospiti ma ormai il piano tattico del Chievo è troppo usurato per essere modificato in corsa, la capolista ha buon gioco a controllare senza problemi e ad andarsene ancora una volta, ancora in fuga, ancora vincendo: dove nessuna squadra italiana si era mai spinta prima.