Avevo temuto per l'Away in questo
avvio di stagione, invece finalmente si può tornare
al seguito della nostra amata Roma anche lontano
dall'Olimpico. Partenza in macchina verso l'ora di
pranzo e arrivo tranquillo a Genova nel primo
pomeriggio. Dopo un caffè e qualche chiacchiera
siamo fra i primi ad avvicinarci sotto all'ingresso
ospiti, che viene blindato e parecchi tifosi
arrivano a bordo di navette. Quasi verso le 7 si
decidono a farci entrare, mandando i possessori
della Privilege nella parte superiore del settore e
quelli dell'Away nella inferiore. I commenti al
riguardo sono stati di gradimento con qualche parola
poco carina - giustamente - verso coloro che erano
stati mandati di sopra. Qualche simpatico battibecco
con i doriani presenti nella vicina Gradinata Nord
(viene particolarmente bersagliato un "ciccione").
Il settore si riempie piano piano. Tutto sommato un
buon numero, d'accordo che arrivavamo da quattro
vittorie consecutive di cui l'ultima nel derby, ma
il turno infrasettimanale per la maggior parte delle
persone non è l'ideale per andare in trasferta. I
gruppi della Nord e della Sud arrivano poco prima
dell'inizio della partita e la parte inferiore del
settore tira fuori prepotentemente la voce in un
primo tempo povero di emozioni. Nel secondo tempo il
tifo cresce sempre di più dopo il goal di Benatia
(ROMA ROMA ROMA in trasferta è sempre da brividi)
fino all'urlo liberatorio al goal di Gervinho, che a
pochissimi minuti dalla fine significa vittoria.
Quinta di fila. Roma prima. Emozioni uniche.
Emozioni che ci è stato impedito di provare a
Livorno e Parma, ma che vogliamo ancora provare.
Perché nel momento in cui le proviamo, ci rendiamo
conto che nonostante tutto - in particolare
ultimamente le continue chiusure di settori per
motivi allucinanti - siamo ancora innamorati questo
sport.
VIVA LA PAZZA GIOIA DI ESSERE
ROMANISTI.
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I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
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Corrieredellosport.it
Serie A, comanda la Roma: colpo
in casa della Samp
Benatia-Gervinho, trascinata da
Totti la squadra giallorossa è prima da sola in
testa alla classifica: non era mai accaduto prima
nella storia che la squadra capitolina infilasse il
filotto di cinque vittorie consecutive dall'inizio
del campionato. Maicon ko nel primo tempo, Garcia
espulso nella ripresa: poi entra il numero 10 e la
partita si trasforma
GENOVA - Una
rivoluzione scuote il campionato. E chi, se non un
francese, poteva comandarla. La Roma di Rudi
Garcia vince anche a Genova, 2-0 alla Samp, e
continua la corsa in testa alla Serie A, ma
stavolta volando da sola in vetta. Una fuga
arrivata grazie ad un filotto mai infilato prima
nella storia del club giallorosso, cinque vittorie
consecutive dall'inizio del torneo: erano anni che
la squadra capitolina non respirava un'aria di
primato così alta, tutta in solitaria.
ATTACCO CON BORRIELLO-MARQUINHO -
A Genova, smaltiti i postumi della vittoria nel
derby, Garcia rivoluziona il reparto offensivo:
Gervinho, unica conferma, con Borriello punto di
riferimento centrale e Marquinho a sinistra. Totti e
Florenzi a tirare il fiato almeno inizialmente, per
il resto confermato il blocco-stracittadina. Anche
Delio Rossi cambia volto alla Samp, ancora a caccia
della prima vittoria: addio alla difesa a tre, fuori
Palombo, spazio al 4-4-2 con Sansone in attacco
spalla di Gabbiadini. È di Strootman il primo tiro
in porta del match, un sinistro sballato al sesto
minuto. De Rossi agisce da incontrista, occupandosi
spesso in prima battuta degli attaccanti avversari,
ma trova anche lo spazio per concludere al quarto
d'ora: il tiro però non ha miglior fortuna del
compagno di reparto. La Samp, finora rinunciataria,
riesce a creare un'azione in velocità e reclama
anche un penalty con Sansone, a contatto con Benatia
in area: la paura sveglia i giallorossi che iniziano
ad assediare la porta avversaria: De Rossi tenta il
tiro a giro, Gervinho prova lo spunto, Marquinho e
Maicon la conclusione. Samp sporadica: fallo su
Gabbiadini alla mezz'ora, sinistro dello stesso
attaccante bloccato da De Sanctis.
MAICON KO - È l'inizio di un momento difficile per i
giallorossi che al 34' perdono Maicon: il brasiliano
si ferma da solo, problema muscolare. Garcia sposta
Balzaretti a destra e inserisce Dodò. Pochi istanti
dopo Borriello, pressato a centrocampo, si inventa
un retropassaggio suicida che diventa un lancio per
Gabbiadini: l'attaccante è solo davanti a De Sanctis
ma l'ex Napoli ipnotizza l'avversario e riesce a
mettere in angolo. Il ko dell'esterno brasiliano
sembra buttare giù psicologicamente i giallorossi
che esauriscono la loro spinta fino all'intervallo,
con il primo tempo che continua a essere stregato:
mai in gol finora in questa stagione, la squadra di
Garcia. Ma anche il Napoli non scappa, è
clamorosamente sul pari col Sassuolo.
ESPULSO GARCIA. DENTRO TOTTI - Si scaldano Florenzi
e, soprattutto, Totti. Gervinho rientra carico,
Krsticic si becca il giallo per fermarlo. Roma in
forcing, Marquinho viene fermato fallosamente al
limite dell'area doriana ma non viene fischiato il
fallo. Anzi, Garcia protesta e viene espulso da
Calvarese. Il tecnico va in tribuna ma appena seduto
fa avvertire telefonicamente il vice: è il momento
del Capitano, è il momento della Roma.
CAVALCATA BENATIA, SIGILLO GERVINHO - L'ingresso di
Totti (con Marquinho a uscire borbottando) è un
elisir per i giallorossi, nonostante l'espulsione
del tecnico la squadra torna a credere con forza al
risultato pieno e di forza passa in vantaggio. E
come nel derby, a far esplodere di gioia il mondo
romanista è un difensore: stavolta tocca a Benatia
aprire le danze, inventandosi una cavalcata superba
che da centrocampo lo vede volare verso la porta
avversaria, scambiare con Strootman, resistere a un
fallo che lo stende in piena area e infilare Da
Costa di sinistro dopo aver scartato due avversari
come un bomber di professione. È il gol che
catapulta la Roma in vetta al campionato, da sola e
a punteggio pieno. Un sogno. Che però per avverarsi
ha bisogno ancora di 25 interminabili minuti:
Benatia toglie dalla testa di Sansone l'1-1 alla
mezz'ora, un salvatggio che vale un altro gol. E
quando il marocchino va a terra, da solo, l'ansia
della panchina giallorossa è palpabile: ma stavolta
sono solo crampi. Il timore del pari-beffa quasi
congela i giallorossi che arretrano visibilmente,
lasciando spazio ai tentativi blucerchiati. Barillà,
neoentrato chiede un rigore, in cambio si becca un
giallo ma il fischio di Calvarese ferma il
contropiede giallorosso. Forcing doriano, assalti
senza un uomo e una giocata decisivi. Mentre la Roma
ha Totti, ha la sua bandiera a cui affidarsi quando
il vento soffia forte, ha il suo capitano che si
invola a guidare, gestire e rifinire il contropiede
che il numero 10 giallorosso mette sui piedi di
Gervinho, per il 2-0 definitivo e il primo gol
dell'ivoriano con la sua nuova maglia. È la fine, si
aspetta solo l'ufficialità dal San Paolo: il
Sassuolo ferma sull'1-1 il Napoli, e la Roma vola,
trascinata da Totti. Prima, in un modo mai accaduto
prima. Ci voleva proprio una rivoluzione, serviva
proprio un tecnico francese.
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