ROMA
- E' la settima meraviglia di Spalletti. Una Roma
"capolavoro" (proprio come l'aveva
definita il tecnico toscano alla vigilia)
travolge 4-1 la Fiorentina e si prende il terzo
posto solitario staccando di tre
punti proprio i viola e portandosi
momentaneamente a -2 dal Napoli e a -5 dalla
Juve capolista. Il settimo successo
consecutivo è un'autentica lezione di
calcio impartita dal tecnico di Certaldo a Paulo
Sousa sotto gli occhi del presidente Pallotta in
tribuna. La Fiorentina non ha saputo
reagire di fronte alla potenza d'urto dei
giallorossi, illuminati da un tridente offensivo
che fa paura: Salah, El Shaarawy e Perotti, i
loro gol hanno schiantato i viola che, sconfitti
dopo 7 risultati utili consecutivi, escono con
le ossa rotte dal confronto Champions
dell'Olimpico.
DZEKO
OUT - Nella Roma Spalletti conferma
le indiscrezioni della vigilia e lascia fuori
Dzeko puntando così sul tridente
'veloce' con Salah, Perotti ed El
Shaarawy. In difesa Florenzi preferito a Maicon
sulla corsia di destra. Nella Fiorentina Sousa
opta per il 3-4-2-1 con Bernardeschi e Alonso
sulle fasce. Fuori Tello, dentro Ilicic
posizionato con Borja Valero alle spalle di
Kalinic. A sorpresa c'è Tino Costa titolare che
prende il posto di Badelj in mediana.
ROMA,
TRIS SHOW - L'equilibrio dei primi
minuti viene spezzato da un lampo geniale di
Pjanic: la splendida verticalizzazione del
bosniaco lancia sulla destra Salah, cross al
centro per El Shaarawy che non
ha problemi ad appoggiare in rete. Momento d'oro
per il 'Faraone' che firma il quinto gol in 6
presenze con i giallorossi. Il gol del vantaggio
galvanizza la Roma che continua a spingere e
trova subito il raddoppio: scambio nello stretto
Perotti-Salah con l'egiziano
che calcia da sinistra e, anche grazie alla
deviazione di Astori, beffa Tatarusanu per il
2-0. La squadra di Spalletti è scatenata e
sfiora anche il 3-0: Perotti intercetta un
retropassaggio sbagliato di Astori e, solo
davanti al portiere, angola troppo e coglie il
palo. La Fiorentina prova a reagire ma lo deve
fare senza Borja Valero, costretto a uscire per
infortunio: al suo posto entra Tello. La
sfortuna colpisce ancora i viola che perdono
anche Vecino, ko per un guaio muscolare e
sostituito da Badelj. La Roma vola sulle ali
dell'entusiasmo e trova il tris al 37': grande
spunto sulla sinistra di El Shaarawy che salta
secco Gonzalo Rodriguez e appoggia al centro per
Perotti che infila Tatarusanu
con un piatto sinistro da centro area.
ACCORCIA
ILICIC, POKER SALAH - La Fiorentina
sembra ormai rassegnata alla sconfitta ma
proprio allo scadere del primo tempo arriva
l'episodio che riapre la partita: è decisivo lo
spunto sulla destra di Tello il quale, steso da
Digne, regala un rigore insperato ai viola. Sono
inutili le proteste dei giallorossi, l'arbitro
Irrati indica il dischetto. Dagli undici metri
va Ilicic che non sbaglia e
supera Szczesny. Nella ripresa la Roma continua
a spingere con il trio d'attacco veloce che
mette in grande difficoltà la retroguardia
viola. Il dominio della squadra di Spalletti è
evidente e il gol del poker
è solo la naturale conseguenza di una
prestazione superlartiva dei giallorossi: a
firmarlo è ancora Salah che,
lanciato in area da Pjanic, fredda Tatarusanu
con un tunnel preciso.
ENTRA
TOTTI - Il gol dell'egiziano (terzo
gol da ex alla Fiorentina dopo la perla
dell'andata) taglia le gambe ai viola che non
riescono più a pungere. Da qui in poi è pura
accademia per la squadra di Spalletti. Alla
festa partecipa anche Totti
che al 76' prende il posto di El Shaarawy e
riceve gli applausi dell'Olimpico che lo
incoraggia subito con il classico coro "C'è solo
un capitano". Il numero 10, 594ª presenza in
serie A per lui, regala una paio di tocchi
spettacolari che esaltano il pubblico
giallorosso e una splendida punzione
a giro che coglie il palo. Nel finale
c'è spazio anche per Dzeko che prende il posto
di Salah (standing ovation per lui) a
cinque minuti dalla fine. La Roma controlla
senza problemi la partita e porta a casa un successo
che profuma di Champions. Un
successo, il settimo consecutivo, per una Roma
che non vuole più fermarsi.