Roma-Manchester City 6-7 dopo i rigori: magie Pjanic e Ljajic, Dzeko in panchina
Giallorossi sconfitti dagli inglesi solo dal dischetto a Melbourne: nei 90 minuti finisce 2-2 con due capolavori del bosniaco e del serbo che rimediano alle reti di Sterling e Iheanacho. Ai rigori decisivi gli errori di Doumbia e Keita
Se ne è
stato seduto ancora tutta la partita. Anche
questa volta, che era la sua partita, quella che
lo vedeva diviso tra passato, presente e futuro.
Ed invece Edin Dzeko a Melbourne non ha giocato,
se poi sbarcherà a Roma o no lo si vedrà in
questi giorni. Intanto il suo City ha superato
la Roma ai rigori per 7-6 (decisivi gli errori
di Doumbia e Keita), dopo che i tempi
regolamentari si erano chiusi sul 2-2 (Sterling
e Iheanacho per gli inglesi, Pjanic e Ljajic per
i giallorossi). La Roma chiude con tre punti, il
City sale a 2 e il Real Madrid resta a uno. Sarà
decisivo per la vittoria del torneo la sfida di
venerdì tra inglesi e spagnoli.
TRA GOL, MILIONI E
MAGIE — Garcia opta per un
centrocampo di fantasia, con Pjanic e Uçan
insieme dal via, rilanciando anche quello che
doveva essere il tridente delle meraviglie della
scorsa stagione (Iturbe-Totti-Gervinho).
Pellegrini invece tiene a riposo Dzeko e come
terminale offensivo lancia Sterling, al suo
esordio con la maglia dei Citizens. E proprio
l’ex Liverpool (pagato 68 milioni di euro)
infiamma il primo tempo con gol, spunti e
giocate. Al 3’ fa già secco De Sanctis di piatto
su invenzione di Iheanacho (con Romagnoli che
sbaglia il fuorigioco), poi due contatti dubbi
in area prima con Manolas e poi con Florenzi
(quest’ultimo sembra rigore netto), infine tante
iniziative ad intermittenza. Insomma, un esordio
con i fiocchi, a cui ha fatto da contraltare la
magia da 25 metri di Pjanic (8’) con cui la Roma
ha rimesso subito le cose a posto. In realtà,
però, la partita l’ha fatta quasi sempre il
City, con la Roma che fatica a costruire gioco e
allora preferisce compattarsi e provare a
colpire con le ripartenze. Così le uniche
fiammate giallorosse arrivano nel finale di
tempo, quando un salvataggio di Mangala “scippa”
il 2-1 a Gervinho e un colpo di testa di De
Rossi mette i brividi a Caballero.
ERRORI E RIGORI
— Nella ripresa la Roma cambia tutto, un po’
come il City. E dopo una prima fiammata di
Ljajic, sono proprio gli inglesi a passare di
nuovo al 5’ con Iheanacho, che sfrutta un
erroraccio di Cole a liberarlo da solo davanti a
De Sanctis. Quattro minuti dopo è proprio il
numero uno giallorosso a superarsi su Marcos
Lopes da posizione ravvicinata. È il momento
peggiore per la Roma, con il City che sembra
poter strabordare da un momento all’altro. E
invece la squadra di Garcia stringe i denti,
resiste, si riorganizza e passata la paura,
comincia a rialzare la testa ed a riequilibrare
la partita. Iago Falque si fa notare per un paio
di giocate, Nainggolan regala la solita energia
in mezzo al campo, Ljajic risolve la pratica al
42’ con una punizione a giro che fredda Hart. Si
va ai rigori: dopo l’errore di Kolarov, la Roma
ha il match point con Doumbia che però spreca
tutto con la solita presunzione facendosi parare
il cucchiaio. Decisivo allora l’errore finale di
Keita. Vince il City ai rigori, la Roma si
prepara a sbarcare in Indonesia.