Ottavi di finale, andata
ROMA - REAL MADRID 0-2
Roma, Stadio Olimpico,
mercoledì, 17 febbraio 2016

ore 20.45

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Tifo Roma:
Dopo file indecenti (mai visto una fila che prende metà dello Stadio dei Marmi per entrare in Curva Nord), all'interno lo stadio è abbastanza pieno, anche se la Sud non è strapiena e sta seduta, senza alcun tipo di colore che non sia la sciarpata su Roma Roma Roma. Il tifo non c'è, salvo il classico "forza Roma alè" che periodicamente vien fuori.
Migliaia di cellulari che spuntano ovunque.
Tifosi del Real Madrid anche in Curva Nord.
E' il tifo 2.0, che Dio me ne scampi.
i se
Tabellino partita:
Roma (4-3-1-2):  Szczesny; Florenzi (86′ Totti), Manolas, Rüdiger, Digne; Pjanic, Vainqueur (77′ De Rossi), Nainggolan; Perotti; Salah, El Shaarawy (64′ Dzeko)
A disp,: De Sanctis, Maicon, Zukanovic, Iago Falque.
All.: Spalletti

Real Madrid (4-3-3): Keylor Navas; Carvajal, Varane, Sergio Ramos, Marcelo; Modric, Kroos, Isco (64′ Kovacic); James Rodriguez (82′ Jesé), Benzema, Cristiano Ronaldo (89′ Casemiro).
A disp.: Kiko Casilla, Nacho, Danilo, Lucas Vazquez.
All.: Zidane

Arbitro: Pavel Kralovec. Assistenti: Roman Slysko e Martin Wilczek
Addizionali 1 e 2: Petr Ardeleanu e Michal Patak. IV Uomo: Tomas Mokrusch.
Marcatori: 57′ Ronaldo, 86′ Jesè
NOTE Ammoniti 62′ Varane (R), 85′ Ramos (R) Spettatori: 55.612

Tifo Ospiti:
Sono almeno 1500, non ci sono gruppi ultras ma fanno il loro tifo intervallandolo a cori in perfetto italiano per la Lazio e contro la Roma.
Diciamo che tifano per il 60% per il real e il 40% della Lazio, anche se i tifosi più caldi della Roma stanno a casa.






FOTOTIFO

Match Program

























Piazzale Curva Nord ore 20.25













Altre siti che pubblicano foto di ogni partita in casa:
http://www.lamiaroma.org
http://www.laroma.net


VIDEOTIFO
 
  L'ambiente con la partita in corso
 


Inizio Partita Forza Roma Alé Ambiente
Coro Accennato Forza Roma Alé dopo lo 0-1 Fine Partita

FOTOCALCIO
 














VIDEOCALCIO

  Il servizio
 


     

Resoconto Orgullo Vikingo - modus vivendi Madrid:
Llego el día del partido, nuestros chicos habían llegado el lunes y habían pasado grandes momentos con Romanistas, tres horas antes del partido fueron a la zona del estadio donde se había llamado a la afición madridista, allí se encontraron con otros miembros de grupos amigos del nuestro con los que compartimos grada, también se encontraron con un grupo de unos 30 aficionados de Madrid1902, USParacuellos y Castizos (todos antigua gente de Ultras Sur) y estos comenzaron a cantar insultando la los chicos de mi grupo y cantando canciones a favor de la Lazio, aquí se ve su valentia en las calles de Roma cuando son 30 vs 3 muestran su "valentia", en Madrid saben donde estamos y no aparecen, llegó la hora del partido y también la sorpresa para mis chicos y los otros grupos que estan a favor se US, estos 30 miembros consiguen entrar al estadio (estos no podían entrar por que el Madrid no les vende entradas) y ponerse en la primera fila con sus banderas, hicieron fuerza y consiguieron controlar la animación durante los 90 minutos, de los 1500 madridistas de la grada visitante solo unos 200 podrían ser tifosis, el resto gente normal que va a ver un partido que seguían las canciones de estos 30 miembros de Ultras Sur Paracuellos, Madrid1902, y Castizos. Desde mi grupo y yo en particular queremos decir que nosotros nunca hemos cantado en contra de la Roma, ni lo haremos, la gente que nos conoce sabe que hay gente que admira a la Roma y su afición, tenemos grandes amigos romanistas con los que hemos compartido grandes momentos y nos entristece que la imagen que se vea sea esta. Queremos recordar que Ultras Sur no es el RMCF ni todos los madridistas animamos a la Lazio, gracias por leer estas palabras que con tanto dolor me ha tocado escribir. En Madrid por nuestra parte sois bien recibidos, siempre orgullosos de beber con romanistas
FORZA ROMA
HALA MADRID
PUTA BARSA
LAZIO MERDA
*
Venne il giorno della partita, i nostri ragazzi sono arrivati il lunedi e hanno passato bei momenti con romanisti. Tre ore prima della gara arrivarono nella zona riservata alla tifoseria madridista e li incontrarono membri di altri gruppi con i quali condividiamo la presenza nella grada de animacion, ma trovarono anche circa 30 membri di Madrid1902, US Paracuellos e Grupo Castizos (tutta gente vecchie degli ultras sur) che cominciarono ad insultare i ragazzi del nostro gruppo e cantando canzoni per la Lazio. Qui si vede il loro valore, a Roma dove sono 30 contro 3.... mostrano il loro "valore", a Madrid sanno dove siamo e non vengono. Venne l'ora della partita e anche la sorpresa di vedere questi 30 che trovano biglietti per entrare (loro non possono entrare perche' il Madrid non gli vende biglietti) e mettersi in prima fila con le loro bandiere facendosi forza e controllando il tifo per 90 minuti. Dei 1500 madridisti del settore ospiti solo 200 possono essere considerati tifosi il resto è gente normale che va semplicemente a vedere una grande partita, e seguono i cori lanciati da quei 30 membri di Ultras Sur Paracuellos, Madrid1902, y Castizos. Da parte del mio gruppo vogliamo dire che noi mai abbiamo cantato contro la Roma, ne lo faremo, la gente che ci conosce lo sa, e sa che tra di noi ci sono persone che ammirano la Roma e la sua tifoseria, abbiamo grandi amici romanisti e con loro abbiamo condiviso grandi momenti e ci intristisce che l'immagine che da la tifoseria è questa. Vogliamo ricordare che Ultras sur non è il RMCF e che non tutti i madridisti tifano la lazio. Grazie per leggere queste parole che con molto dolore mi è toccato scrivere. Da parte nostra siete sempre benvenuti a Madrid e saremo sempre orgogliosi di bere insieme ai romanisti.
FORZA ROMA
HALA MADRID
PUTA BARSA
LAZIO MERDA


e-mail sullo spettacolo sconcertante di Roma/Real Madrid:
"Ciao Lorenzo ho sempre seguito il tuo sito e dopo quello a cui ho assistito ieri in occasione di Roma-Real in curva Sud e fuori lo stadio ho avvertito la necessità di scriverti. Premetto che non mettevo piede in Sud da circa due anni ma essendoci stato abbonato per circa 4-5 anni (ed altri 6 passati in Nord) posso permettermi di non autoclassificarmi come un tifoso occasionale. Per farla breve ieri avrei preferito rimanere a casa piuttosto che vedere la mia curva ridotta così. Sapevo della mancanza dei gruppi e del coordinamento della tifoseria organizzata ma non avrei immaginato che metà dei presenti assistessero alla partita seduti (!!!), che 1/5 ma forse anche 1/4 non fossero di nazionalità italiana, che sventolassero più bandiere in tribuna Tevere, che partissero i cori dai distinti, che ci fosse un numeroso gruppo di tifosi ospiti al suo interno, che le uniche torce accese fossero quelle delle fotocamere dei cellulari.
Ad un certo punto ho sperato che la partita finisse al più presto per andarmene. No, non potevo pensare di trovarmi in Curva Sud!
Per non parlare dei prezzi esorbitanti e delle comiche per entrare, ci sono ben 3-4 barriere di prefiltraggio è pazzesco! Uno che arriva un'ora e mezza prima dell'inizio non può stare tranquillo di godersi il prepartita, e poi si lamentano che gli stadi italiani sono vuoti!
Mi sembra evidente a questo punto che il piano elaborato dai berretti  blu (insieme con la Società yankee collusa) di allontanare e demoralizzare la tifoseria organizzata stia avendo effetti per così dire collaterali.
Un saluto sincero a te e alla vera Curva Sud che ritorni come una volta.
Non molliamo !
Simone '86

Un questionario preparato da Alvise, nipote di "Bibbitone" (calciatore della Roma 1927-1933) che invito tutti a fare e che verrà recapitato a chi di dovere:
sconcertan"Ciao Lorenzo
sono il nipote di Bibbitone (Attilio Mattei), ti scrivo ogni tanto, quando le cose (ahimé) si fanno difficili per alcune tradizioni giallorosse.
La partita con il Real è stato il culmine della protesta perché ci ha fatto vedere di cosa è fatto lo stadio del futuro: parvenu che passano con disinvoltura dal curling alla Champions League, conoscendo a malapena la regola del fuorigioco.
E' chiaro che una protesta così ferma, che ha conseguenze su tutto lo stadio, arriverà alla vittoria per ragioni economiche. Mancando l'ambiente goliardico e vivace della Curva Sud, molti, anche negli altri settori, vanno allo stadio malvolentieri, e già col Palermo conteremo i 15000 presenti muti, e tanti saluti alla "nuova generazione di tifosi".
Ma quello che più mi spaventa è un certo grado di faciloneria con cui si affrontano studi statistici che dovrebbero essere seri, soprattutto per una società che vuole fare marketing a buon livello, abbandonando lo zoccolo duro dei tifosi per rivolgersi ad una nuova categoria (che in Italia non esiste, essendo questo il paese calcisticamente evoluto con maggior differenza tra gli stipendi dell'upper class e quelli della middle-lower class).
Allora ho perso una mezzora per scrivere un form google da proporre, se vorrai, anche con qualche modifica opportuna, a tutti i tifosi della Roma che vorranno farlo. Renderemo noti i risultati a tutti, e magari qualcuno ne trarrà preziose informazioni, inclusi noi tifosi che talvolta poco sappiamo di chi abbiamo accanto.
Questo è il link
https://docs.google.com/forms/d/1Weg49dKN98m_F3B1h3sXl2a8BWDv2J3HmCRBVK41qys/viewform
Ciao e Forza Roma
Alvise".

Un bell'articolo tratto dal blog di Sebastiano Caputo, un (quasi) occasionale allo stadio:
"Vado allo stadio una decina di volte l’anno anche perché in Italia telecronaca (Sky) e giornalismo sportivo (Tiki Taka, Rivista Undici, Sky Club) narrano l’epica del calcio in modo esemplare. Così l’altra sera, mi sono ritrovato in Tribuna Tevere con mio padre e un panino con salsiccia, maionese e peperoni, a vedere la partita di Champions League Roma contro Real Madrid. C’erano i grandi campioni del pallone moderno, Cristiano Ronaldo, Jesé, James Rodriguez, c’erano i fuoriclasse, Perotti e Modric, c’era intelligenza tattica, c’era il palleggio a centro campo, ci sono state tante occasioni da gol da una parte e dall’altra.

Eppure nonostante i quasi 70mila spettatori presenti all’Olimpico mancava qualcosa. Mi volto verso la parte sinistra degli spalti: la storica curva Sud vista e rivista dal vivo nei derby capitolini non c’era più. Così nei novanta minuti di gioco è mancato il calore umano dello stadio, gli stornelli romani, i cori, gli sfottò, gli striscioni, i colori. Un senso di angoscia e di malessere per un “occasionale” come me, figuriamoci per chi il calcio lo vive come fosse una messa.

Tornato a casa mi sono informato meglio sulle ragioni della protesta, non essendo io, un conoscitore dell’universo “ultras”. In primis c’è la militarizzazione dello stadio, con aumento dei prefiltraggi, dei controlli e soprattutto con l’ingresso nel settore delle forze dell’ordine, da sempre rimaste fuori se non in borghese ed ora in presidio stabile sulle scalinate. E poi c’è la divisione letterale dell’intera curva in due parti da 3mila700 posti a sedere. In poche parole: la Sud come l’avevamo vista per decenni forse non la vedremo più a meno che il prefetto di Roma non cambi idea.

“Gli stadi italiani devono diventare luoghi di civiltà” dicono a gran voce i sacerdoti del calcio moderno, il più delle volte, guardando all’estero. Eppure c’è chi in Europa sta molto peggio di noi, come la Francia, terra dei Lumi, della Ragione e della Libertà. Agli ottavi di finale di Champions League la squadra di casa, il Paris Saint-Germain, sta vincendo per 1 a 0 contro il Chelsea che prova in tutti i modi a trovare un gol che fuori casa vale doppio. Calcio d’angolo di Wiliam, spizza di testa Diego Costa e il centrocampista Obi Mikel arrivato da dietro la butta dentro. Ad un certo punto, nel settore dei tifosi della squadra londinese in festa, si avvicinano alcuni agenti della polizia francese che brandiscono bombolette di gas lacrimogeno sparandoglielo addosso (qui il video). Vietato esultare. Se in Italia il tifoso viene considerato un becero teppista in Francia subisce il trattamento del terrorista. Se questa è civiltà allora meglio i capi ultras tatuati dalla testa ai piedi a cavallo sulle ringhiere che per novanta minuti non guardano mai la partita per coordinare cori e coreografie. Loro almeno, a differenza dei burocrati, conservano un minimo di umanità".

Un pensiero  di Massimo che condivido al 100%:
"IN ITALIA, E SOPRATTUTTO A ROMA, NEGLI STADI NON SI FA PIU' ORDINE PUBBLICO: SI PREFERISCE VIETARE, CHIUDERE, REPRIMERE. IN QUESTO MODO LE FORZE DELL'ORDINE NON SONO PIU' PREPARATE A FRONTEGGIARE ANCHE LE PIU' ELEMENTARI CRITICITA', CREANDO PROBLEMI DOVE PRIMA NON CE N'ERANO.

17/02/2016: ROMA – REAL MADRID . 55.000 SPETTATORI

solo 8 anni fa, nel 2008, la stessa partita fece registrare 63.000 spettatori. Nel 2001 in quel drammatico 11/09, si andò ben oltre i 70.000.

Partiamo quindi da questo dato: 55.000 spettatori, non più di 12 anni fa, la Roma li faceva domenicalmente per partite tutt’altro che di cartello, senza che si registrasse alcuna situazione problematica, alcuna ressa, né file esagerate (al massimo qualche incidente, generalmente di poco conto, con la polizia nel tentativo di scontro con la tifoseria avversaria).

Nel prepartita di Roma Real Madrid, in una partita senza ultras, senza tensioni e senza possibilità di scontri, specialmente ai varchi di prefiltraggio di curva nord, distinti nord e tevere, si sono registrate file lunghissime testimoniate da foto e racconti facilmente reperibili sul web: numerosissimi tifosi e spettatori sono stati costretti ad entrare a partita iniziata, restando per molto tempo ammassati fuori dai cancelli del prefiltraggio, come confermato dal dott. Massucci nel suo intervento a retesport. Area che lui ha identificato come “bonificata e messa in sicurezza”. Area alla quale può però accedere chiunque senza subire perquisizioni (quindi facile preda di un pazzo, di un terrorista isolato, che potrebbe sparare sulla folla o peggio farsi esplodere).

Come cittadino sono preoccupato dalla negligenza mostrata nella gestione dell’ordine pubblico di un evento assolutamente non straordinario nei numeri, soprattutto se rapportato ad eventi che fino a pochi anni fa richiamavano almeno 10/15000 spettatori in più, e con ben altre tensioni attorno.

E' vero, l'allarme-terrorismo ha cambiato gli scenari, reso necessari (o ha rappresentato un'ottima scusa?) per controlli più minuziosi, ma è pur vero che a Barcellona - Roma, in una partita con 80.000 spettatori, pochi giorni dopo gli attentati di Parigi, con tutto il controllo parecchio minuzioso l'afflusso degli spettatori è stato regolare e con tempi di attesa brevi in tutti i settori, compreso il settore ospiti. Nonostante i maldestri tentativi di rendere più fruibile lo stadio Olimpico, per le famiglie e i tifosi “medi”, si è finito col rendere ancora più difficile e pericoloso l’accesso proprio per queste categorie. Senza contare gli interventi repressivi ai danni della tifoseria più passionale, mascherati come interventi di “safety” (cit.).

Qui risiede il nocciolo del problema: negli stadi italiani, con Roma a far da capofila, non si fa più “ordine pubblico”, nel senso più peculiare del termine. Vietare, non significa fare ordine pubblico. Ordine pubblico significa saper gestire la normalità ed essere pronti ad affrontare e risolvere con prontezza le situazioni di criticità straordinarie. E in Italia, “vietare”, “chiudere”, “inibire”, “reprimere” sono divenuti la stella polare che guida la gestione degli eventi calcistici.

Vietare trasferte. Chiudere settori. Inibire accessi. Reprimere la passione, anche quella più sana.

Questo ha fatto sì che in tema di stadio, soprattutto a Roma, le istituzioni siano impreparate a gestire non le emegenze, ma qualsiasi evento che ecceda la triste normalità degli ormai canonici 30.000 spettatori (e a volte neppure quelli). Basti pensare solo ad alcuni episodi della storia recente del calcio a Roma :

la tragedia accaduta prima della finale di coppa Italia del 3 Maggio 2014 (morte di Ciro Esposito), quando sicuramente le falle nella pianificazione del servizio d’ordine hanno provocato numerose criticità (contatti tra tifosi di Napoli e Fiorentina, tifosi napoletani che sfilano in corteo davanti ad un punto caldo come il Ciak Village, errori nei percorsi di alcuni pullman che si sono trovati in mezzo al settore avversario) culminate con lo scontro, ancora non chiarito nella dinamica, che ha portato alla morte del tifoso napoletano.
Enormi problemi si sono verificati anche nella amichevole di presentazione della Roma per la stagione 2015/2016, con migliaia di persone accalcate nella calura estiva, per un evento che ha richiamato non più di 45/50.000 spettatori. E più in generale, lungaggini e file interminabili si sono registrate ogni volta che una partita all'Olimpico ha fatto registrare più di 35.000 spettatori.
la pessima gestione dei 5000 tifosi del Feyenoord nel centro di Roma che hanno danneggiato, tra le altre cose, la fontana della Barcaccia e che ha rischiato di provocare un incidente diplomatico tra Italia e Olanda.
A volte si è trattata di pura e semplice disorganizzazione, altre di episodi di violenza che hanno trovato terreno fertile tra le pieghe di una gestione dell'ordine pubblico fallimentare, che non è stata in grado di arginare, evitare, prevenire eventi che potevano essere facilmente previsti attraverso un buon lavoro di intelligence, di pianificazione e di ordine pubblico "sul campo"
Le forze dell’ordine romane, allo stadio, sono talmente disabituate a fronteggiare le criticità, talmente abituate a vietare e reprimere "a prescindere", che hanno completamente disimparato a fronteggiare anche la normalità, ottenendo come unico risultato quello di creare problemi ove prima non ce n’erano, come nel caso dei "famigerati" 55.000 di Roma Real Madrid. Desolante, addirittura ridicolo - di contro - lo spettacolo che domenicalmente viene offerto in un Olimpico deserto persino al derby, con istituzioni e forze dell'ordine a far bella mostra di se e dei propri muscoli, con centinaia di agenti in tenuta antisommossa, dispiegati ovunque, a far da corollario ad un Foro Italico triste e silente.

Mutuando quanto scritto da Antonio Padellaro su "Il Fatto Quotidiano" del 19/02, le istituzioni e le forze dell'ordine hanno pensato bene "la domenica di creare l'ordine senza il pubblico, mentre contro il Real Madrid c'era il pubblico ma non c'era l'ordine".
CIAO".

Alessio da Cagliari:
"CIAO LORENZO,
ieri sera sono stato allo Stadio, io vengo da Cagliari, e ho fatto veramente una pazzia, sono partito alle 6 del mattino e sono andato via la mattina, senza hotel senza niente, solo per la Roma. Sono restato sicuramente estasiato dallo spettacolo che offre l'ambiente romano, i canti di tutto lo stadio durante il riscaldamento, i FORZA ROMA che spingevano i ragazzi in avanti. Ma ieri m'è rimasto l'amaro in bocca. In realtà era la seconda volta che andavo allo stadio, la prima è stata un paio di anni fa, Roma Catania, in CURVA SUD. La seconda volta che andavo allo stadio, ma la prima che vedevo la Roma, perchè sinceramente a me la prima volta in Curva di vedere la partita non me ne fregava un cazzo! Stavo li in mezzo, cantavo a squarciagola, col mio accento sardo mi sentivo anche un pò a disagio (i primi 2 minuti), urlavo e seguivo i cori, esultavo quando segnavamo, ma il ricordo che mi è rimasto di una umilissima ROMA CATANIA è sicuramente più bello e più emozionante di una blasonata ROMA REAL MADRID, che oddio, è stata emozionante come partita, ma in Sud è tutta n'altra cosa... ... Per la terza volta, spero di tornare a far parte di quei fantastici ragazzi. Scusa il disturbo, forza roma e forza curva sud!".

Un articolo tratto da Sportpeople:
"Ho messo piede per la prima volta in curva sud che ero bambino, eravamo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. In questo trentennio abbondante ho visto di tutto. Da momenti in cui mi sono vergognato di stare in quello spazio a momenti di gioia ed esaltazione collettiva. Ricordo amichevoli con poche centinaia di spettatori. Partite ad orari impossibili. Incontri di coppa Italia in pieno inverno in cui era presente solo la curva. Ma quel che ho visto ieri mi mancava. È stata una esperienza surreale.

Procediamo per gradi. Da abbonato e scioperante attivo non avevo preso il biglietto fino a pochi giorni prima della partita, quando una persona a me cara mi ha chiesto di portarla a vedere la partita. Dopo vari sabotaggi (“non so se si trovano i biglietti sai è una partita importante”) alla fine prendo 2 “Curva sud” perché “almeno vado al mio posto e magari trovo qualcuno che conosco”.

Che fosse una partita diversa dalle altre lo immaginavo. Del resto attraverso il prezzo dei biglietti a dir poco esagerato, la società aveva deciso di puntare su un diverso tipo di spettatori: quello da evento. E la risposta c’è stata. Quasi 60 mila presenti per un incasso oltre i 3,5 milioni.

Arrivato come sempre abbondantemente prima, noto subito un flusso diverso dal solito, tanto che i consueti chioschi ritrovo degli ultras romanisti sono di nuovo pieni di gente, per la felicità dei commercianti della zona. Tifosi spagnoli, turisti stranieri, turisti italiani, migliaia di persone che si accalcano ai cancelli dove come sempre l’organizzazione dà il peggio di sé con pochi tornelli aperti per il flusso che ci si aspettava, costringendo migliaia di spettatori poco abituati alle scomodità dello stadio Olimpico a una fila interminabile, tra lamentele e urla.

Entro una buona mezzora prima, facendo poca fila (sì, l’ho saltata ok?) e la prima scena che noto al tornello e la massiccia presenza di ragazzi e ragazze stranieri in fila col passaporto in mano. Comitive di giovanotti portati da qualche tour operator romano (vorrei anche sapere a quale prezzo), accenti inglesi o tedeschi, una famiglia con le maglie della Bosnia (visti i bosniaci che giocano con noi) e un’altra singolare con padre maglietta del Chelsea e figlio con quella del Real, che a detta loro “siamo tifosi del bel calcio europeo”. E vieni in curva sud? Mah. E all’interno ovviamente le scene sono le stesse.

Nel mio blocco di curva saremo sì e no 4/5 tra i soliti occupanti di quello spazio, il resto non pervenuto. Compresi alcuni che in campionato continuano ad entrare. Lo stadio è pieno come non mai e le luci dei telefonini che riprendono il riscaldamento, come l’entrata in campo, fanno da “coreografia”. E quando dall’impianto dello stadio parte “Campo Testaccio” a cantarla in curva non siamo molti, anzi. Scena piuttosto comica, ma del resto se non ci sono i romanisti non è che si possa fare altrimenti. Magari la prossima volta sarebbe il caso di mandare una canzone pop, di quelle che passano le radio commerciarli, almeno la risposta sarà più massiccia da parte degli spettatori.

Lo stadio è rumoroso perché è pieno. Partecipa ma non tifa. Non è un pubblico da tifo. Escluso “Forza Roma olè” portato per non più di 30” non si registrano altri cori. E i momenti più partecipati sono stati quei battimani ritmati che in vita mia ho sentito a volte guardando delle partite di tennis.

Faceva strano guardarsi intorno e non riconoscere nessuno, sentirsi quasi ospiti a casa propria, tanto quanto faceva strano vedere la vetrata fino a pochi mesi fa occupata dai Fedayn, piena di normali tifosi o spettatori. Non c’erano bandiere quasi in nessuna parte dello stadio ma molte sciarpe, tra cui quelle odiose divise a metà tra Roma e Real Madrid che vendono alle bancarelle prima di questi match importanti. E la partita scivola così, nonostante sia anche bella e con una bella Roma, tra momenti di moscio pathos e silenzi impossibili, in questo ambiente surreale, inedito, che sicuramente sarà piaciuto a questore e prefetto, perché disagi a parte per gli spettatori (ma questo pare non sia un problema per nessuno) non credo ci siano stati momenti di tensione per l’ordine pubblico, nonostante in diversi settori (diversi da quello ospite) ci fossero tifosi spagnoli disseminati un po’ ovunque. Alla faccia dei piani straordinari di emergenza etc etc etc.

Esco piuttosto imbarazzato per quel che ho visto e l’unica nota positiva riguarda la grossa presenza di bambini, portati dai propri genitori a vedere “i fenomeni” che però non sono i nostri ma quelli in maglia (ieri) azzurra, o qualsiasi colore fosse quello di ieri che non ho la tabella dei Pantone sottomano.

La retorica del calcio moderno, dello stadio moderno e del futuro non so quanto sia comunque applicabile come discorso. Non perché nella testa di qualcuno non frulli quest’idea ma semplicemente perché “quel” pubblico di ieri sera non è un pubblico da stadio. Non c’è al momento il rischio di una “arsenalizzazione” del tifoso, cioè la sostituzione del tifoso con lo spettatore/consumatore, come avviene in molti stadi inglesi soprattutto tra i top-team londinesi. Non c’è questo rischio al momento perché nella Roma non ci sono quei calciatori che fanno parlare di sé anche fuori dal calcio giocato. Non c’è questo rischio anche perché lo stadio è scomodo e in esso la partita è semplicemente inguardabile. Almeno al momento.

Ora sta alla società AS Roma scegliere il da farsi. Scegliere se continuare sulla strada della trasformazione del tifoso da appassionato a consumatore, privo di quella identità calcistica fondata sull’appartenenza, o fermarsi in tempo e cercare di tornare a coccolare o a rapportarsi con quei tifosi, ultras e non, che sono la vera ossatura di una società calcistica al di là di quanto spendono ai Roma Store. Perché dopo, nonostante oggi il CorSport scriva “quella curva sud è uno spettacolo”, la verità è che da domenica sera (Roma-Palermo) torneranno a sedersi sugli spalti non più di 20/25 mila spettatori, media molto più bassa dei 30/35 mila spettatori degli ultimi anni. Mr Pallotta a voi la scelta, ma occhio che questa non è la NFL.

P.S.: massimo rispetto a chi, dalla curva nord, ha lanciato sulla pista di atletica uno splendido fumogeno giallo che ha dato un po’ di colore. Peccato solo sia costato, a chi ha attentato all’omologato grigiore, un daspo (http://www.retesport.it/news/2016/02/18/daspo-roma-real-madrid)".


I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
















corrieredellosport

Roma-Real Madrid 0-2: Ronaldo-Jesé, ma i giallorossi protestano

La squadra di Spalletti è coraggiosa, ha le sue occasioni, ma gli spagnoli sono spietati. Proteste per due rigori non fischiati, uno su El Shaarawy l'altro su Florenzi

di Valerio Minutiello

mercoledì 17 febbraio 2016 22:33

ROMA - Sarà dura confermare la tradizione delle italiane che eliminano il Real. Stavolta gli spagnoli si prendono una bella fetta di qualificazione vincendo 2-0 all’Olimpico. Fa festa Zidane, al suo debutto da allenatore in Champions. Spalletti si ferma sul più bello dopo quattro vittorie consecutive in campionato, ma la sua Roma gli ha dato in buona parte le risposte che voleva. I giallorossi se la sono giocata, e hanno anche sprecato parecchie occasioni per pareggiare. Il Real in questo momento è una squadra di un’altra categoria nonostante Spalletti abbia detto che le possibilità di passare sono 50 e 50 per dare coraggio ai suoi. La Roma esce con una sconfitta ma tra gli applausi del pubblico. L’ultima volta in Champions League all’Olimpico aveva conquistato la qualificazione agli ottavi, ma era uscita tra un mare di fischi per lo spettacolo mostrato nello 0-0 con il Bate. Qualcosa sta cambiando.

TORNA LA SUD - Torna la Curva Sud, anche se non sono i gruppi e gli abbonati, è comunque un bel vedere. L’Olimpico così quest’anno non si era mai visto: 55 mila spettatori: qualche spazio vuoto solo in Monte Mario. Affollata anche la tribuna Vip: c’è Conte, e c’è anche Ranieri, dall’alto del suo primo posto in Premier con il Leicester.

DZEKO OUT, C’E’ PEROTTI - Spalletti rinuncia all’attacco pesante e si schiera a specchio del Real con il 4-3-3. Al centro dell’attacco c’è Perotti affiancato da El Shaarawy e Salah. De Rossi non è ancora al meglio e va in panchina con Totti. A centrocampo c’è Vainqueur con Pjanic e Nainggolan. Nel Real James Rodriguez stringe i denti e va a formare il tridente con Cristiano Ronaldo e Benzema. A centrocampo Modric, Kroos e Isco.

UNA BUONA ROMA - E’ sicuramente un’altra Roma rispetto a quella vista in Champions a Barcellona e poi in casa con il Bate, nel deludente zero a zero che è valso la qualificazioni. I giallorossi affrontano in Real senza spavalderia, ma anche senza paura. La squadra di Zidane concede molti spazzi in cui Salah va a nozze. L’egiziano dimostra di aver recuperato in fretta dall’infortunio muscolare subito con il Carpi. Sono le sue accelerazioni, a volte proprio coast to coast, a mettere paura al Real nella prima frazione di gioco. Peccato che sbagli quasi sempre l’ultimo tocco.

EL SHAARAWY PERICOLOSO - Anche Perotti ed El Shaarawy sono molto attivi. L’argentino va in pressing come un forsennato sulla difesa del Real. Il Faraone entra in area nel finale di primo tempo velocissimo in contropiede e viene fermato in scivolata da un provvidenziale intervento di Varane. 

CR7 FRANCOBOLLATO - Florenzi, con la fascia da capitano al braccio, si francobolla a Ronaldo e non lo lascia respirare, tanto che CR7 va a cercare fortuna al centro o dall’altra parte del campo, ma non trova grandi spazi. In un duello perso con Florenzi sposta la palla con la mano da terra e meriterebbe il giallo. Intanto i tifosi della Roma lo fanno arrabbiare cantando “Messi, Messi!”.

MARCELO, CHE GIOCATA! - Il Real alza la pressione e chiude la Roma nella sua metà campo per un po’ ma i giallorossi riescono a chiudersi bene. II pericolo maggiore per Szczesny arriva con una grandissima giocata di Marcelo al 34’: sinistro al volo su assist delizioso di Ronaldo che esce di pochissimo.

RONALDO GOL - Nella ripresa è subito la Roma a mettere paura: El Shaarawy si invola ancora verso la porta dopo un controllo delizioso su lancio di Florenzi al 55’ ma viene anticipato di un soffio da Navas in uscita.

Due minuti dopo però si sveglia Ronaldo e fa male: il portoghese lanciato da Marcelo si libera di Florenzi con un dribbling a rientrare e batte Szczesny con un tiro precisissimo. Dodicesimo gol in sette partite, per il capocannoniere della Champions. La Roma perde un po’ di sicurezza dopo aver subito il gol, come se si riaffacciasse qualche fantasma. Ma l’effetto dura poco e per fortuna il Real non ne approfitta.

VAINQUEUR SFIORA IL PARI - Al 63’ Spalletti si gioca la carta Dzeko al posto di El Shaarawy. I giallorossi riprendono a giocare bene: Salah ci prova con un altro paio di scatti che mandano in affanno la difesa del Real. Al 72’ Vainqueur sfiora il gol con un bolide da fuori sfruttando una bella sponda di Dzeko. Un minuto dopo Ronaldo si divora il raddoppio di testa tutto solo nell’area piccola. Florenzi viene spesso lasciato uno contro uno con CR7 e va in sofferenza. Spalletti corre ai ripari inserendo De Rossi al posto di Vainqueur e spostando Rudiger dalle parti di Ronaldo. Al 75’ Carvajal entra duro su Florenzi in area, per l’arbitro è tutto regolare. 

RADDOPPIO REAL - Con Totti già pronto a entrare a bordo campo la Roma subisce il gol del raddoppio, lo segna Jesé che si beve Digne e fulmina Szczesny con un diagonale. Negli ultimi cinque minuti c’è spazio per Totti al posto di Florenzi. Risultato pesante, ribaltare il risultato al Bernabeu è un’impresa (quasi) impossibile. Ma la Roma non si è consegnata al Real. Su queste basi Spalletti può continuare a ricostruire la sua squadra.





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