Resoconto
Orgullo Vikingo - modus vivendi Madrid:
Llego el día del partido, nuestros chicos habían llegado
el lunes y habían pasado grandes momentos con
Romanistas, tres horas antes del partido fueron a la
zona del estadio donde se había llamado a la afición
madridista, allí se encontraron con otros miembros de
grupos amigos del nuestro con los que compartimos grada,
también se encontraron con un grupo de unos 30
aficionados de Madrid1902, USParacuellos y Castizos
(todos antigua gente de Ultras Sur) y estos comenzaron a
cantar insultando la los chicos de mi grupo y cantando
canciones a favor de la Lazio, aquí se ve su valentia en
las calles de Roma cuando son 30 vs 3 muestran su
"valentia", en Madrid saben donde estamos y no aparecen,
llegó la hora del partido y también la sorpresa para mis
chicos y los otros grupos que estan a favor se US, estos
30 miembros consiguen entrar al estadio (estos no podían
entrar por que el Madrid no les vende entradas) y
ponerse en la primera fila con sus banderas, hicieron
fuerza y consiguieron controlar la animación durante los
90 minutos, de los 1500 madridistas de la grada
visitante solo unos 200 podrían ser tifosis, el resto
gente normal que va a ver un partido que seguían las
canciones de estos 30 miembros de Ultras Sur
Paracuellos, Madrid1902, y Castizos. Desde mi grupo y yo
en particular queremos decir que nosotros nunca hemos
cantado en contra de la Roma, ni lo haremos, la gente
que nos conoce sabe que hay gente que admira a la Roma y
su afición, tenemos grandes amigos romanistas con los
que hemos compartido grandes momentos y nos entristece
que la imagen que se vea sea esta. Queremos recordar que
Ultras Sur no es el RMCF ni todos los madridistas
animamos a la Lazio, gracias por leer estas palabras que
con tanto dolor me ha tocado escribir. En Madrid por
nuestra parte sois bien recibidos, siempre orgullosos de
beber con romanistas
FORZA ROMA
HALA MADRID
PUTA BARSA
LAZIO MERDA
*
Venne il giorno della
partita, i nostri ragazzi sono arrivati il lunedi e
hanno passato bei momenti con romanisti. Tre ore prima
della gara arrivarono nella zona riservata alla
tifoseria madridista e li incontrarono membri di altri
gruppi con i quali condividiamo la presenza nella grada
de animacion, ma trovarono anche circa 30 membri di
Madrid1902, US Paracuellos e Grupo Castizos (tutta gente
vecchie degli ultras sur) che cominciarono ad insultare
i ragazzi del nostro gruppo e cantando canzoni per la
Lazio. Qui si vede il loro valore, a Roma dove sono 30
contro 3.... mostrano il loro "valore", a Madrid sanno
dove siamo e non vengono. Venne l'ora della partita e
anche la sorpresa di vedere questi 30 che trovano
biglietti per entrare (loro non possono entrare perche'
il Madrid non gli vende biglietti) e mettersi in prima
fila con le loro bandiere facendosi forza e controllando
il tifo per 90 minuti. Dei 1500 madridisti del settore
ospiti solo 200 possono essere considerati tifosi il
resto è gente normale che va semplicemente a vedere una
grande partita, e seguono i cori lanciati da quei 30
membri di Ultras Sur Paracuellos, Madrid1902, y
Castizos. Da parte del mio gruppo vogliamo dire che noi
mai abbiamo cantato contro la Roma, ne lo faremo, la
gente che ci conosce lo sa, e sa che tra di noi ci sono
persone che ammirano la Roma e la sua tifoseria, abbiamo
grandi amici romanisti e con loro abbiamo condiviso
grandi momenti e ci intristisce che l'immagine che da la
tifoseria è questa. Vogliamo ricordare che Ultras sur
non è il RMCF e che non tutti i madridisti tifano la
lazio. Grazie per leggere queste parole che con molto
dolore mi è toccato scrivere. Da parte nostra siete
sempre benvenuti a Madrid e saremo sempre orgogliosi di
bere insieme ai romanisti.
FORZA ROMA
HALA MADRID
PUTA BARSA
LAZIO MERDA
e-mail
sullo
spettacolo
sconcertante
di Roma/Real
Madrid:
"Ciao Lorenzo
ho sempre
seguito il tuo
sito e dopo
quello a cui
ho assistito
ieri in
occasione di
Roma-Real in
curva Sud e
fuori lo
stadio ho
avvertito la
necessità di
scriverti.
Premetto che
non mettevo
piede in Sud
da circa due
anni ma
essendoci
stato abbonato
per circa 4-5
anni (ed altri
6 passati in
Nord) posso
permettermi di
non
autoclassificarmi
come un tifoso
occasionale.
Per farla
breve ieri
avrei
preferito
rimanere a
casa piuttosto
che vedere la
mia curva
ridotta così.
Sapevo della
mancanza dei
gruppi e del
coordinamento
della
tifoseria
organizzata ma
non avrei
immaginato che
metà dei
presenti
assistessero
alla partita
seduti (!!!),
che 1/5 ma
forse anche
1/4 non
fossero di
nazionalità
italiana, che
sventolassero
più bandiere
in tribuna
Tevere, che
partissero i
cori dai
distinti, che
ci fosse un
numeroso
gruppo di
tifosi ospiti
al suo
interno, che
le uniche
torce accese
fossero quelle
delle
fotocamere dei
cellulari.
Ad un certo
punto ho
sperato che la
partita
finisse al più
presto per
andarmene. No,
non potevo
pensare di
trovarmi in
Curva Sud!
Per non
parlare dei
prezzi
esorbitanti e
delle comiche
per entrare,
ci sono ben
3-4 barriere
di
prefiltraggio
è pazzesco!
Uno che arriva
un'ora e mezza
prima
dell'inizio
non può stare
tranquillo di
godersi il
prepartita, e
poi si
lamentano che
gli stadi
italiani sono
vuoti!
Mi sembra
evidente a
questo punto
che il piano
elaborato dai
berretti
blu (insieme
con la Società
yankee
collusa) di
allontanare e
demoralizzare
la tifoseria
organizzata
stia avendo
effetti per
così dire
collaterali.
Un saluto
sincero a te e
alla vera
Curva Sud che
ritorni come
una volta.
Non molliamo !
Simone '86
Un questionario preparato da
Alvise, nipote di "Bibbitone" (calciatore della Roma
1927-1933) che invito tutti a fare e che verrà
recapitato a chi di dovere:
sconcertan"Ciao Lorenzo
sono il nipote di Bibbitone (Attilio Mattei), ti
scrivo ogni tanto, quando le cose (ahimé) si fanno
difficili per alcune tradizioni giallorosse.
La partita con il Real è stato il culmine della
protesta perché ci ha fatto vedere di cosa è fatto lo
stadio del futuro: parvenu che passano con
disinvoltura dal curling alla Champions League,
conoscendo a malapena la regola del fuorigioco.
E' chiaro che una protesta così ferma, che ha
conseguenze su tutto lo stadio, arriverà alla vittoria
per ragioni economiche. Mancando l'ambiente goliardico
e vivace della Curva Sud, molti, anche negli altri
settori, vanno allo stadio malvolentieri, e già col
Palermo conteremo i 15000 presenti muti, e tanti
saluti alla "nuova generazione di tifosi".
Ma quello che più mi spaventa è un certo grado di
faciloneria con cui si affrontano studi statistici che
dovrebbero essere seri, soprattutto per una società
che vuole fare marketing a buon livello, abbandonando
lo zoccolo duro dei tifosi per rivolgersi ad una nuova
categoria (che in Italia non esiste, essendo questo il
paese calcisticamente evoluto con maggior differenza
tra gli stipendi dell'upper class e quelli della
middle-lower class).
Allora ho perso una mezzora per scrivere un form
google da proporre, se vorrai, anche con qualche
modifica opportuna, a tutti i tifosi della Roma che
vorranno farlo. Renderemo noti i risultati a tutti, e
magari qualcuno ne trarrà preziose informazioni,
inclusi noi tifosi che talvolta poco sappiamo di chi
abbiamo accanto.
Questo è il link
https://docs.google.com/forms/d/1Weg49dKN98m_F3B1h3sXl2a8BWDv2J3HmCRBVK41qys/viewform
Ciao e Forza Roma
Alvise".
Un bell'articolo tratto dal blog
di Sebastiano Caputo, un (quasi) occasionale allo
stadio:
"Vado allo stadio una decina di volte l’anno anche
perché in Italia telecronaca (Sky) e giornalismo
sportivo (Tiki Taka, Rivista Undici, Sky Club) narrano
l’epica del calcio in modo esemplare. Così l’altra
sera, mi sono ritrovato in Tribuna Tevere con mio
padre e un panino con salsiccia, maionese e peperoni,
a vedere la partita di Champions League Roma contro
Real Madrid. C’erano i grandi campioni del pallone
moderno, Cristiano Ronaldo, Jesé, James Rodriguez,
c’erano i fuoriclasse, Perotti e Modric, c’era
intelligenza tattica, c’era il palleggio a centro
campo, ci sono state tante occasioni da gol da una
parte e dall’altra.
Eppure nonostante i quasi 70mila spettatori presenti
all’Olimpico mancava qualcosa. Mi volto verso la parte
sinistra degli spalti: la storica curva Sud vista e
rivista dal vivo nei derby capitolini non c’era più.
Così nei novanta minuti di gioco è mancato il calore
umano dello stadio, gli stornelli romani, i cori, gli
sfottò, gli striscioni, i colori. Un senso di angoscia
e di malessere per un “occasionale” come me,
figuriamoci per chi il calcio lo vive come fosse una
messa.
Tornato a casa mi sono informato meglio sulle ragioni
della protesta, non essendo io, un conoscitore
dell’universo “ultras”. In primis c’è la
militarizzazione dello stadio, con aumento dei
prefiltraggi, dei controlli e soprattutto con
l’ingresso nel settore delle forze dell’ordine, da
sempre rimaste fuori se non in borghese ed ora in
presidio stabile sulle scalinate. E poi c’è la
divisione letterale dell’intera curva in due parti da
3mila700 posti a sedere. In poche parole: la Sud come
l’avevamo vista per decenni forse non la vedremo più a
meno che il prefetto di Roma non cambi idea.
“Gli stadi italiani devono diventare luoghi di
civiltà” dicono a gran voce i sacerdoti del calcio
moderno, il più delle volte, guardando all’estero.
Eppure c’è chi in Europa sta molto peggio di noi, come
la Francia, terra dei Lumi, della Ragione e della
Libertà. Agli ottavi di finale di Champions League la
squadra di casa, il Paris Saint-Germain, sta vincendo
per 1 a 0 contro il Chelsea che prova in tutti i modi
a trovare un gol che fuori casa vale doppio. Calcio
d’angolo di Wiliam, spizza di testa Diego Costa e il
centrocampista Obi Mikel arrivato da dietro la butta
dentro. Ad un certo punto, nel settore dei tifosi
della squadra londinese in festa, si avvicinano alcuni
agenti della polizia francese che brandiscono
bombolette di gas lacrimogeno sparandoglielo addosso (qui
il video). Vietato esultare. Se in Italia il
tifoso viene considerato un becero teppista in Francia
subisce il trattamento del terrorista. Se questa è
civiltà allora meglio i capi ultras tatuati dalla
testa ai piedi a cavallo sulle ringhiere che per
novanta minuti non guardano mai la partita per
coordinare cori e coreografie. Loro almeno, a
differenza dei burocrati, conservano un minimo di
umanità".
Un pensiero di Massimo che
condivido al 100%:
"IN ITALIA, E SOPRATTUTTO A ROMA, NEGLI STADI NON SI
FA PIU' ORDINE PUBBLICO: SI PREFERISCE VIETARE,
CHIUDERE, REPRIMERE. IN QUESTO MODO LE FORZE
DELL'ORDINE NON SONO PIU' PREPARATE A FRONTEGGIARE
ANCHE LE PIU' ELEMENTARI CRITICITA', CREANDO PROBLEMI
DOVE PRIMA NON CE N'ERANO.
17/02/2016: ROMA – REAL MADRID . 55.000 SPETTATORI
solo 8 anni fa, nel 2008, la stessa partita fece
registrare 63.000 spettatori. Nel 2001 in quel
drammatico 11/09, si andò ben oltre i 70.000.
Partiamo quindi da questo dato: 55.000 spettatori, non
più di 12 anni fa, la Roma li faceva domenicalmente
per partite tutt’altro che di cartello, senza che si
registrasse alcuna situazione problematica, alcuna
ressa, né file esagerate (al massimo qualche
incidente, generalmente di poco conto, con la polizia
nel tentativo di scontro con la tifoseria avversaria).
Nel prepartita di Roma Real Madrid, in una partita
senza ultras, senza tensioni e senza possibilità di
scontri, specialmente ai varchi di prefiltraggio di
curva nord, distinti nord e tevere, si sono registrate
file lunghissime testimoniate da foto e racconti
facilmente reperibili sul web: numerosissimi tifosi e
spettatori sono stati costretti ad entrare a partita
iniziata, restando per molto tempo ammassati fuori dai
cancelli del prefiltraggio, come confermato dal dott.
Massucci nel suo intervento a retesport. Area che lui
ha identificato come “bonificata e messa in
sicurezza”. Area alla quale può però accedere chiunque
senza subire perquisizioni (quindi facile preda di un
pazzo, di un terrorista isolato, che potrebbe sparare
sulla folla o peggio farsi esplodere).
Come cittadino sono preoccupato dalla negligenza
mostrata nella gestione dell’ordine pubblico di un
evento assolutamente non straordinario nei numeri,
soprattutto se rapportato ad eventi che fino a pochi
anni fa richiamavano almeno 10/15000 spettatori in
più, e con ben altre tensioni attorno.
E' vero, l'allarme-terrorismo ha cambiato gli scenari,
reso necessari (o ha rappresentato un'ottima scusa?)
per controlli più minuziosi, ma è pur vero che a
Barcellona - Roma, in una partita con 80.000
spettatori, pochi giorni dopo gli attentati di Parigi,
con tutto il controllo parecchio minuzioso l'afflusso
degli spettatori è stato regolare e con tempi di
attesa brevi in tutti i settori, compreso il settore
ospiti. Nonostante i maldestri tentativi di rendere
più fruibile lo stadio Olimpico, per le famiglie e i
tifosi “medi”, si è finito col rendere ancora più
difficile e pericoloso l’accesso proprio per queste
categorie. Senza contare gli interventi repressivi ai
danni della tifoseria più passionale, mascherati come
interventi di “safety” (cit.).
Qui risiede il nocciolo del problema: negli stadi
italiani, con Roma a far da capofila, non si fa più
“ordine pubblico”, nel senso più peculiare del
termine. Vietare, non significa fare ordine pubblico.
Ordine pubblico significa saper gestire la normalità
ed essere pronti ad affrontare e risolvere con
prontezza le situazioni di criticità straordinarie. E
in Italia, “vietare”, “chiudere”, “inibire”,
“reprimere” sono divenuti la stella polare che guida
la gestione degli eventi calcistici.
Vietare trasferte. Chiudere settori. Inibire accessi.
Reprimere la passione, anche quella più sana.
Questo ha fatto sì che in tema di stadio, soprattutto
a Roma, le istituzioni siano impreparate a gestire non
le emegenze, ma qualsiasi evento che ecceda la triste
normalità degli ormai canonici 30.000 spettatori (e a
volte neppure quelli). Basti pensare solo ad alcuni
episodi della storia recente del calcio a Roma :
la tragedia accaduta prima della finale di coppa
Italia del 3 Maggio 2014 (morte di Ciro Esposito),
quando sicuramente le falle nella pianificazione del
servizio d’ordine hanno provocato numerose criticità
(contatti tra tifosi di Napoli e Fiorentina, tifosi
napoletani che sfilano in corteo davanti ad un punto
caldo come il Ciak Village, errori nei percorsi di
alcuni pullman che si sono trovati in mezzo al settore
avversario) culminate con lo scontro, ancora non
chiarito nella dinamica, che ha portato alla morte del
tifoso napoletano.
Enormi problemi si sono verificati anche nella
amichevole di presentazione della Roma per la stagione
2015/2016, con migliaia di persone accalcate nella
calura estiva, per un evento che ha richiamato non più
di 45/50.000 spettatori. E più in generale, lungaggini
e file interminabili si sono registrate ogni volta che
una partita all'Olimpico ha fatto registrare più di
35.000 spettatori.
la pessima gestione dei 5000 tifosi del Feyenoord nel
centro di Roma che hanno danneggiato, tra le altre
cose, la fontana della Barcaccia e che ha rischiato di
provocare un incidente diplomatico tra Italia e
Olanda.
A volte si è trattata di pura e semplice
disorganizzazione, altre di episodi di violenza che
hanno trovato terreno fertile tra le pieghe di una
gestione dell'ordine pubblico fallimentare, che non è
stata in grado di arginare, evitare, prevenire eventi
che potevano essere facilmente previsti attraverso un
buon lavoro di intelligence, di pianificazione e di
ordine pubblico "sul campo"
Le forze dell’ordine romane, allo stadio, sono
talmente disabituate a fronteggiare le criticità,
talmente abituate a vietare e reprimere "a
prescindere", che hanno completamente disimparato a
fronteggiare anche la normalità, ottenendo come unico
risultato quello di creare problemi ove prima non ce
n’erano, come nel caso dei "famigerati" 55.000 di Roma
Real Madrid. Desolante, addirittura ridicolo - di
contro - lo spettacolo che domenicalmente viene
offerto in un Olimpico deserto persino al derby, con
istituzioni e forze dell'ordine a far bella mostra di
se e dei propri muscoli, con centinaia di agenti in
tenuta antisommossa, dispiegati ovunque, a far da
corollario ad un Foro Italico triste e silente.
Mutuando quanto scritto da Antonio Padellaro su "Il
Fatto Quotidiano" del 19/02, le istituzioni e le forze
dell'ordine hanno pensato bene "la domenica di creare
l'ordine senza il pubblico, mentre contro il Real
Madrid c'era il pubblico ma non c'era l'ordine".
CIAO".
Alessio da Cagliari:
"CIAO LORENZO,
ieri sera sono stato allo Stadio, io vengo da
Cagliari, e ho fatto veramente una pazzia, sono
partito alle 6 del mattino e sono andato via la
mattina, senza hotel senza niente, solo per la Roma.
Sono restato sicuramente estasiato dallo spettacolo
che offre l'ambiente romano, i canti di tutto lo
stadio durante il riscaldamento, i FORZA ROMA che
spingevano i ragazzi in avanti. Ma ieri m'è rimasto
l'amaro in bocca. In realtà era la seconda volta che
andavo allo stadio, la prima è stata un paio di anni
fa, Roma Catania, in CURVA SUD. La seconda volta che
andavo allo stadio, ma la prima che vedevo la Roma,
perchè sinceramente a me la prima volta in Curva di
vedere la partita non me ne fregava un cazzo! Stavo li
in mezzo, cantavo a squarciagola, col mio accento
sardo mi sentivo anche un pò a disagio (i primi 2
minuti), urlavo e seguivo i cori, esultavo quando
segnavamo, ma il ricordo che mi è rimasto di una
umilissima ROMA CATANIA è sicuramente più bello e più
emozionante di una blasonata ROMA REAL MADRID, che
oddio, è stata emozionante come partita, ma in Sud è
tutta n'altra cosa... ... Per la terza volta, spero di
tornare a far parte di quei fantastici ragazzi. Scusa
il disturbo, forza roma e forza curva sud!".
Un articolo tratto da
Sportpeople:
"Ho messo piede per la prima volta in curva sud che
ero bambino, eravamo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80.
In questo trentennio abbondante ho visto di tutto. Da
momenti in cui mi sono vergognato di stare in quello
spazio a momenti di gioia ed esaltazione collettiva.
Ricordo amichevoli con poche centinaia di spettatori.
Partite ad orari impossibili. Incontri di coppa Italia
in pieno inverno in cui era presente solo la curva. Ma
quel che ho visto ieri mi mancava. È stata una
esperienza surreale.
Procediamo per gradi. Da abbonato e scioperante attivo
non avevo preso il biglietto fino a pochi giorni prima
della partita, quando una persona a me cara mi ha
chiesto di portarla a vedere la partita. Dopo vari
sabotaggi (“non so se si trovano i biglietti sai è una
partita importante”) alla fine prendo 2 “Curva sud”
perché “almeno vado al mio posto e magari trovo
qualcuno che conosco”.
Che fosse una partita diversa dalle altre lo
immaginavo. Del resto attraverso il prezzo dei
biglietti a dir poco esagerato, la società aveva
deciso di puntare su un diverso tipo di spettatori:
quello da evento. E la risposta c’è stata. Quasi 60
mila presenti per un incasso oltre i 3,5 milioni.
Arrivato come sempre abbondantemente prima, noto
subito un flusso diverso dal solito, tanto che i
consueti chioschi ritrovo degli ultras romanisti sono
di nuovo pieni di gente, per la felicità dei
commercianti della zona. Tifosi spagnoli, turisti
stranieri, turisti italiani, migliaia di persone che
si accalcano ai cancelli dove come sempre
l’organizzazione dà il peggio di sé con pochi tornelli
aperti per il flusso che ci si aspettava, costringendo
migliaia di spettatori poco abituati alle scomodità
dello stadio Olimpico a una fila interminabile, tra
lamentele e urla.
Entro una buona mezzora prima, facendo poca fila (sì,
l’ho saltata ok?) e la prima scena che noto al
tornello e la massiccia presenza di ragazzi e ragazze
stranieri in fila col passaporto in mano. Comitive di
giovanotti portati da qualche tour operator romano
(vorrei anche sapere a quale prezzo), accenti inglesi
o tedeschi, una famiglia con le maglie della Bosnia
(visti i bosniaci che giocano con noi) e un’altra
singolare con padre maglietta del Chelsea e figlio con
quella del Real, che a detta loro “siamo tifosi del
bel calcio europeo”. E vieni in curva sud? Mah. E
all’interno ovviamente le scene sono le stesse.
Nel mio blocco di curva saremo sì e no 4/5 tra i
soliti occupanti di quello spazio, il resto non
pervenuto. Compresi alcuni che in campionato
continuano ad entrare. Lo stadio è pieno come non mai
e le luci dei telefonini che riprendono il
riscaldamento, come l’entrata in campo, fanno da
“coreografia”. E quando dall’impianto dello stadio
parte “Campo Testaccio” a cantarla in curva non siamo
molti, anzi. Scena piuttosto comica, ma del resto se
non ci sono i romanisti non è che si possa fare
altrimenti. Magari la prossima volta sarebbe il caso
di mandare una canzone pop, di quelle che passano le
radio commerciarli, almeno la risposta sarà più
massiccia da parte degli spettatori.
Lo stadio è rumoroso perché è pieno. Partecipa ma non
tifa. Non è un pubblico da tifo. Escluso “Forza Roma
olè” portato per non più di 30” non si registrano
altri cori. E i momenti più partecipati sono stati
quei battimani ritmati che in vita mia ho sentito a
volte guardando delle partite di tennis.
Faceva strano guardarsi intorno e non riconoscere
nessuno, sentirsi quasi ospiti a casa propria, tanto
quanto faceva strano vedere la vetrata fino a pochi
mesi fa occupata dai Fedayn, piena di normali tifosi o
spettatori. Non c’erano bandiere quasi in nessuna
parte dello stadio ma molte sciarpe, tra cui quelle
odiose divise a metà tra Roma e Real Madrid che
vendono alle bancarelle prima di questi match
importanti. E la partita scivola così, nonostante sia
anche bella e con una bella Roma, tra momenti di
moscio pathos e silenzi impossibili, in questo
ambiente surreale, inedito, che sicuramente sarà
piaciuto a questore e prefetto, perché disagi a parte
per gli spettatori (ma questo pare non sia un problema
per nessuno) non credo ci siano stati momenti di
tensione per l’ordine pubblico, nonostante in diversi
settori (diversi da quello ospite) ci fossero tifosi
spagnoli disseminati un po’ ovunque. Alla faccia dei
piani straordinari di emergenza etc etc etc.
Esco piuttosto imbarazzato per quel che ho visto e
l’unica nota positiva riguarda la grossa presenza di
bambini, portati dai propri genitori a vedere “i
fenomeni” che però non sono i nostri ma quelli in
maglia (ieri) azzurra, o qualsiasi colore fosse quello
di ieri che non ho la tabella dei Pantone sottomano.
La retorica del calcio moderno, dello stadio moderno e
del futuro non so quanto sia comunque applicabile come
discorso. Non perché nella testa di qualcuno non
frulli quest’idea ma semplicemente perché “quel”
pubblico di ieri sera non è un pubblico da stadio. Non
c’è al momento il rischio di una “arsenalizzazione”
del tifoso, cioè la sostituzione del tifoso con lo
spettatore/consumatore, come avviene in molti stadi
inglesi soprattutto tra i top-team londinesi. Non c’è
questo rischio al momento perché nella Roma non ci
sono quei calciatori che fanno parlare di sé anche
fuori dal calcio giocato. Non c’è questo rischio anche
perché lo stadio è scomodo e in esso la partita è
semplicemente inguardabile. Almeno al momento.
Ora sta alla società AS Roma scegliere il da farsi.
Scegliere se continuare sulla strada della
trasformazione del tifoso da appassionato a
consumatore, privo di quella identità calcistica
fondata sull’appartenenza, o fermarsi in tempo e
cercare di tornare a coccolare o a rapportarsi con
quei tifosi, ultras e non, che sono la vera ossatura
di una società calcistica al di là di quanto spendono
ai Roma Store. Perché dopo, nonostante oggi il
CorSport scriva “quella curva sud è uno spettacolo”,
la verità è che da domenica sera (Roma-Palermo)
torneranno a sedersi sugli spalti non più di 20/25
mila spettatori, media molto più bassa dei 30/35 mila
spettatori degli ultimi anni. Mr Pallotta a voi la
scelta, ma occhio che questa non è la NFL.
P.S.: massimo rispetto a chi, dalla curva nord, ha
lanciato sulla pista di atletica uno splendido
fumogeno giallo che ha dato un po’ di colore. Peccato
solo sia costato, a chi ha attentato all’omologato
grigiore, un daspo (http://www.retesport.it/news/2016/02/18/daspo-roma-real-madrid)".
|
I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
|
corrieredellosport
Roma-Real
Madrid 0-2: Ronaldo-Jesé, ma i giallorossi
protestano
La
squadra di Spalletti è coraggiosa, ha le sue
occasioni, ma gli spagnoli sono spietati.
Proteste per due rigori non fischiati, uno
su El Shaarawy l'altro su Florenzi
ROMA - Sarà
dura confermare la tradizione delle italiane che
eliminano il Real. Stavolta
gli spagnoli si prendono una bella fetta di
qualificazione vincendo 2-0 all’Olimpico.
Fa festa Zidane, al suo
debutto da allenatore in Champions.
Spalletti si ferma sul più
bello dopo quattro vittorie consecutive in
campionato, ma la sua Roma gli
ha dato in buona parte le risposte che voleva. I
giallorossi se la sono giocata, e hanno anche
sprecato parecchie occasioni per pareggiare. Il
Real in questo momento è una squadra di un’altra
categoria nonostante Spalletti abbia detto che
le possibilità di passare sono 50 e 50 per dare
coraggio ai suoi. La Roma esce con una
sconfitta ma tra gli applausi del pubblico.
L’ultima volta in Champions League
all’Olimpico aveva conquistato la qualificazione
agli ottavi, ma era uscita tra un mare di fischi
per lo spettacolo mostrato nello 0-0 con il
Bate. Qualcosa sta cambiando.
TORNA LA SUD -
Torna la Curva Sud, anche se
non sono i gruppi e gli abbonati, è comunque un
bel vedere. L’Olimpico così quest’anno non si
era mai visto: 55 mila spettatori: qualche
spazio vuoto solo in Monte Mario. Affollata
anche la tribuna Vip: c’è Conte, e c’è anche
Ranieri, dall’alto del suo primo posto in
Premier con il Leicester.
DZEKO OUT, C’E’
PEROTTI - Spalletti rinuncia
all’attacco pesante e si schiera a specchio del
Real con il 4-3-3. Al centro dell’attacco c’è Perotti
affiancato da El Shaarawy
e Salah. De Rossi
non è ancora al meglio e va in panchina con Totti.
A centrocampo c’è Vainqueur con
Pjanic e Nainggolan.
Nel Real James Rodriguez
stringe i denti e va a formare il tridente con Cristiano
Ronaldo e Benzema.
A centrocampo Modric, Kroos
e Isco.
UNA BUONA ROMA -
E’ sicuramente un’altra Roma rispetto a quella
vista in Champions a Barcellona e poi in casa
con il Bate, nel deludente zero a zero che è
valso la qualificazioni. I giallorossi
affrontano in Real senza spavalderia, ma anche
senza paura. La squadra di Zidane concede molti
spazzi in cui Salah va a nozze. L’egiziano
dimostra di aver recuperato in fretta
dall’infortunio muscolare subito con il Carpi.
Sono le sue accelerazioni, a volte proprio coast
to coast, a mettere paura al Real nella prima
frazione di gioco. Peccato che sbagli quasi
sempre l’ultimo tocco.
EL SHAARAWY
PERICOLOSO - Anche Perotti ed El
Shaarawy sono molto attivi. L’argentino va in
pressing come un forsennato sulla difesa del
Real. Il Faraone entra in area nel finale di
primo tempo velocissimo in contropiede e viene
fermato in scivolata da un provvidenziale
intervento di Varane.
CR7 FRANCOBOLLATO -
Florenzi, con la fascia da capitano al braccio,
si francobolla a Ronaldo e non lo lascia
respirare, tanto che CR7 va a cercare fortuna al
centro o dall’altra parte del campo, ma non
trova grandi spazi. In un duello perso con
Florenzi sposta la palla con la mano da terra e
meriterebbe il giallo. Intanto i tifosi della
Roma lo fanno arrabbiare cantando “Messi,
Messi!”.
MARCELO, CHE GIOCATA!
- Il Real alza la pressione e chiude
la Roma nella sua metà campo per un po’ ma i
giallorossi riescono a chiudersi bene. II
pericolo maggiore per Szczesny arriva con una
grandissima giocata di Marcelo al 34’: sinistro
al volo su assist delizioso di Ronaldo che esce
di pochissimo.
RONALDO GOL -
Nella ripresa è subito la Roma a mettere paura:
El Shaarawy si invola ancora verso la porta dopo
un controllo delizioso su lancio di Florenzi al
55’ ma viene anticipato di un soffio da Navas in
uscita.
Due minuti dopo però si
sveglia Ronaldo e fa male: il portoghese lanciato
da Marcelo si libera di Florenzi con un dribbling
a rientrare e batte Szczesny con un tiro
precisissimo. Dodicesimo gol in sette partite, per
il capocannoniere della Champions. La Roma perde
un po’ di sicurezza dopo aver subito il gol, come
se si riaffacciasse qualche fantasma. Ma l’effetto
dura poco e per fortuna il Real non ne approfitta.
VAINQUEUR SFIORA IL
PARI - Al 63’ Spalletti si gioca la
carta Dzeko al posto di El Shaarawy. I
giallorossi riprendono a giocare bene: Salah ci
prova con un altro paio di scatti che mandano in
affanno la difesa del Real. Al 72’ Vainqueur
sfiora il gol con un bolide da fuori sfruttando
una bella sponda di Dzeko. Un minuto dopo
Ronaldo si divora il raddoppio di testa tutto
solo nell’area piccola. Florenzi viene spesso
lasciato uno contro uno con CR7 e va in
sofferenza. Spalletti corre ai ripari inserendo
De Rossi al posto di Vainqueur e spostando
Rudiger dalle parti di Ronaldo. Al 75’ Carvajal
entra duro su Florenzi in area, per l’arbitro è
tutto regolare.
RADDOPPIO REAL -
Con Totti già pronto a entrare a bordo campo la
Roma subisce il gol del raddoppio, lo segna Jesé
che si beve Digne e fulmina Szczesny con un
diagonale. Negli ultimi cinque minuti c’è spazio
per Totti al posto di Florenzi. Risultato
pesante, ribaltare il risultato al Bernabeu è
un’impresa (quasi) impossibile. Ma la Roma non
si è consegnata al Real. Su queste basi
Spalletti può continuare a ricostruire la sua
squadra.
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