ROMA - La Roma si prende il derby da Champions, riaggancia il Milan al secondo posto e resta in scia della Juventus, a -4. Strootman e Nainggolan assestano i colpi del ko nel secondo tempo, sfruttando due regali di Wallace - preferito a de Vrij - e Marchetti. Per la Lazio continua il tabù del derby: dopo quello famoso del 26 maggio 2013 in finale di Coppa Italia, non ne ha più vinto uno. L'ultimo era costato la panchina a Pioli e l'inizio dell'avventura per Simone Inzaghi. Questo è il quarto consecutivo vinto dalla Roma (in tutto sono 5 vinti e 2 pareggiati nelle ultime 7), che giocava in trasferta, non solo sulla carta.
Tutto lo stadio, con parecchi spazi vuoti, era della Lazio: la Nord era piena, mentre la Sud è rimasta vuota anche stavolta. I tifosi romanisti hanno deciso di continuare la loro protesta contro le barriere: alla fine erano solo 9mila presenti sugli spalti, sui circa 30 mila dell'Olimpico. La Lazio parte all'attacco ed è padrona del campo, ma solo nei primi 20 minuti. La Roma, ridisegnata da Spalletti con la difesa a tre, fa molta fatica all'inizio ma riesce a resistere ed esce fuori alla distanza prendendosi il derby con quelle qualità che spesso le sono mancate: grinta, forza fisica, voglia di combattere su ogni pallone, e cinismo. In poche parole, quella capacità di vincere ogni tanto le partite senza giocare benissimo, spesso invocata dall'allenatore della Roma, è venuta fuori proprio nella sfida più sentita nella Capitale.LAZIO, PARTENZA A RAZZO - Prima del fischio d'inizio anche all'Olimpico le due squadre si abbracciano a centrocampo per osservare un minuto di silenzio in onore della Chapecoense. Inzaghi conferma il 4-3-3, ma lascia fuori a sorpresa De Vrij che ancora non è al meglio, affidandosi a Wallace con Radu: chissà se tornando indietro rifarebbe la stessa scelta visto l'errore del brasiliano che ha spianato la strada alla Roma. Spalletti invece decide di cambiare modulo, soprattutto per sopperire all'assenza di Salah: 3-4-2-1, con Dzeko unica punta e Nainggolan-Perotti nella veste di trequartisti.
Una scelta che all'inizio non funziona. La Roma non trova le misure in campo, e subisce l'iniziativa della Lazio che parte con grande intensità. I primi 20 minuti sono tutti della squadra di Inzaghi, che però non riesce quasi mai a impensierire Szczesny. La Roma si difende con qualche affanno, poi prende le misure e comincia ad affacciarsi dalle parti di Marchetti, senza riuscire mai a impegnarlo.PERES DA RIGORE? BANTI INDECISO - L'unica vera "emozione" arriva al 29', quando Peres cade al limite dell'area toccato da Biglia: Banti molto indeciso, indica prima il dischetto del rigore, poi la punizione dal limite dopo essersi confrontato via auricolare con Calvarese. Il contatto era molto lieve, ma sulla linea e quindi all'interno dell'area. Alla fine probabilmente è stata scelta una via di mezzo, per non scontentare nessuno. Il primo tempo scivola via così, nell'ultimo quarto d'ora le squadre abbassano notevolmente il ritmo.
LAZIO, CHE REGALI - Anche nella ripresa il derby stenta a decollare. Le squadre stanno più attente a non scoprirsi. La Roma riesce a mettere due palloni sulla testa di Dzeko, ma il bosniaco non è in grande giornata: la prima conclusione è debole, la seconda addosso a Marchetti a due passi dalla porta. Al 64' la Roma passa in vantaggio grazie a un regalo di Wallace: il difensore si fa rubare in maniera clamorosa un pallone da Strootman al limite, e l'olandese supera Marchetti in uscita con un bel tocco sotto. Il vantaggio della Roma rompe l'equilibrio e accresce il nervosismo: al termine dell'esultanza si accende una rissa dopo un diverbio tra Cataldi in panchina e Strootman, che gli lancia un po' d'acqua. Banti espelle il laziale e ammonisce il romanista. La Lazio prova a reagire, ma è troppo nervosa e perde lucidità. Al 77' in contropiede Nainggolan raddoppia con un tiro da fuori non irresistibile, su cui Marchetti si fa trovare impreparato.
Il gol chiude praticamente il match: la squadra di Inzaghi si getta in avanti con orgoglio, ma sente che la partita ormai sta scivolando di mano. Szczesny non deve compiere nemmeno una parata. Alla fine la Roma festeggia e continua a sognare lo scudetto. La Lazio invece si ferma sul più bello e viene agganciata dal Napoli al quarto posto. Adesso Inzaghi deve essere bravo a far ripartire subito la sua squadra.