ROMA - La corsa della Roma, che si era fermata a Bergamo, riparte da Genova, dove la Juve perde e consente alla squadra di Spalletti di tornare a -4 insieme al Milan. Specializzata nel complicarsi la vita, riesce però a trasformare la partita già segnata con il Pescara (2-0 dopo 10' grazie ad una doppietta di Dzeko, capocannoniere del campionato con 12 gol) in una roulette russa confermando il solito rilassamento mentale che già gli è costato parecchi punti in classifica. Spalletti può essere soddisfatto di alcuni numeri importanti (miglior attacco della serie A con 33 reti e settima vittoria su sette all'Olimpico), ma la Roma non è ancora quella squadra perfetta che il tecnico vorrebbe. Poteva essere la serata di Gerson, ad esempio, in campo 70', ma il giovane brasiliano continua a lasciare perplessi, alternando buone giocate a momenti di assenza.
DZEKO SCATENATO - La mossa di inserirlo titolare al posto di De Rossi sorprende inizialmente tutti, come l'indisponibilità di Paredes a causa di una distorsione alla caviglia. Rispetto alla formazione che ha perso con l'Atalanta una settimana fa, il tecnico toscano cambia anche in difesa. Fuori l'infortunato Manolas e dentro Emerson Palmieri, con lo spostamento di Rudiger in mezzo al fianco di Fazio. Tutti confermati invece in avanti: il trio di trequartisti (Salah, Nainggolan e Perotti) e Dzeko centravanti. Una formazione tutta straniera con il bosniaco e l'argentino, protagonisti del 4-1 al Viktoria Plzen di giovedì, che hanno voglia di divertirsi e in appena 10' stendono il Pescara. Al 7' Perotti mette al centro dalla destra e Dzeko anticipa in area Biraghi battendo Bizzarri. Passano tre minuti ed arriva quasi un gol in fotocopia. Questa volta il cross dell'argentino è da sinistra, con il tocco preciso del centravanti che festeggia la doppietta.
FINALE DA BRIVIDO - E il Pescara che fa? Niente, o quasi. Entrata in campo con un approccio troppo molle e sfortunata per l'infortunio immediato di Bahebeck (al 5' è sostituito da Caprari), la squadra di Oddo è disordinata e non riesce a proporsi in attacco con convinzione, a parte un paio di inserimenti interessanti di Benali. La Roma controlla con facilità, ma Spalletti in panchina urla temendo il solito calo di concentrazione. Che infatti arriva in avvio di ripresa. Oddo inserisce un altro ex romanista, Verre, al posto di Vetturini e la partita cambia. Szczesny è bravissimo a respingere i tiri di Pepe e proprio di Verre, ma al 15' non può fare niente sul preciso diagonale di Memushaj. Spalletti sorride amaramente e cambia. Dentro De Rossi (400 partite con la maglia della Roma) e fuori Nainggolan. La sostituzione dà più equilibrio alla Roma, che torna ad attaccare e al 25' trova il terzo gol con Perotti. L'argentino si guadagna un rigore (fallo di Crescenzi) e lo trasforma. Entra anche Totti (al posto di Gerson), ma non è ancora finita perché il gol di Caprari regala un ultimo quarto d'ora di tensione e paure. Il fischio di finale di Irrati è come una liberazione, Spalletti però non è contento. Nei prossimi 20 giorni, contro Lazio, Milan e Juventus, servirà una Roma diversa.