GIANFRANCO
Quando fu composta la griglia di questa edizione della
Coppa mi dissi: speriamo ci capiti il Qarabag, non me
lo voglio perdere!
Detto fatto. Appena usciti gli accoppiamenti cerco la
soluzione per il volo che mi consenta di legare la
gioia per questa trasfertona agli impegni di lavoro,
così alla fine riesco a trovare un volo della speranza
Roma-Mosca-Baku andata e ritorno ad un prezzo simile a
chi ha optato per la "comoda" via che passava da
Istambul.
Parto martedì pomeriggio e tra fuso orario e scalo a
Mosca arrivo a Baku alle 4 di mattina di mercoledì. Il
tassista che mi porta in città inizia subito a
sottolinearmi l'importanza della partita non tanto per
i pochi tifosi del Qarabaq ma proprio per l'intera
Nazione Azera. Attraversiamo la città col suo misto di
modernità stile Dubai, sprazzi di vecchie edilizie
sovietiche ed antiche vestigia e mi concedo qualche
ora di riposo in un B&B non proprio a 5 stelle.
Passo la giornata visitando la città vecchia e
concedendomi una promenade davanti al Mar Caspio poi,
finalmente, verso le 17,00 prendo la metro ed arrivo
allo stadio olimpico. Avviatomi nel vialone che
conduce ad uno dei tre ingressi principali dell'area
dell'impianto, dopo che il primo prefiltraggio,
passato mostrando semplicemente il biglietto, era
avvenuto appena fuori della metro, consto che tutta
l'area è interdetta ad ogni tipo di automezzo
estraneo.... non proprio come avviene da noi.
Alle 18,00 vengono aperti i cancelli e l'effettuazione
dei controlli avviene sotto dei tendoni posti subito
dopo i varchi dove gli stewart "leggevano" il
biglietto con uno scanner portatile. Lo stile dei
controlli era quello aeroportuale ma svolti con molta
tranquillità.
Intanto inizia a piovere ed un vento sferzante mi
insegue nel mezzo giro dello stadio che devo fare per
giungere al nostro settore. Lo stadio non ha alcuna
divisione, i tre anelli sono tutti collegati tra loro
sia da scale, scale mobili ed ascensori. Il mio pasto
frugale l'ho infatti consumato al bar della tribuna
alla nostra sinistra passando vari settori senza alcun
problema.
L'impianto è molto simile a prima vista
all'olimpico di Atene, con la caratteristica
dell'involucro esterno simile allo stadio di
Monaco.
Il vento gelido comunque si incunea con violenza nel
nostro settore dove, trasportata dal vento arriva
anche una buona dose di pioggia.
Lo stadio si riempie quasi completamente. I pochi
tifosi organizzati del Qarabag, due gruppetti di un
centinaio di ragazzi ognuno, sono sistemati, uno
proprio sotto di noi, l'altro di fronte nell'altra
curva a specchio con la nostra posizione. Entrambi i
gruppi hanno un tamburo e tifano in piedi per tutta la
partita. Il resto dello stadio, come anticipato dal
mio tassista, si presenta con la bandiera Azera al
seguito come se giocasse la nazionale.
Il nostro manipolo - formato da poche decine di unità
più alcuni simpatizzanti di varie etnie di zona
- si completa praticamente all'ingresso delle
squadre complice il traffico impazzito intorno allo
stadio.
Speaker esaltato, musichetta di rito e si parte. I
nostri primi cori si devono sentire bene viste lo
bordate di fischi che li seguono. Impressionante il
ruggito dello stadio ogni volta che i locali
riconquistavano il pallone. L'uno due iniziale
raffredda un po' gli animi ma poi il loro gol fa
letteralmente esplodere il catino. Vedendo i loro
volti pieni di gioia non nascondo che un po' sono
stato contento di aver assistito al loro primo storico
gol in coppa dei campioni... sono un vecchio
romantico.
Tornando al nostro settore, incuranti della lieve
inferiorità numerica abbiamo continuato imperterriti a
tifare con una buona dose di goliardia. Una nota sul
servizio d'ordine, affidato, si fa per dire, ad un
manipolo di agenti non proprio dall'aspetto marziale
ed a giovanissimi stewart - probabilmente studenti
diciottenni con anonimo fratino - che di fatto, alcuni
armati della ormai famosa bandiera Azera, pensavano
più a tifare il Quarabag che ad altro.
Ciò ha permesso frequenti "sconfinamenti" da parte di
alcuni tifosi del gruppo sottostante che, saliti nel
nostro settore, volevano semplicemente farsi una foto
con noi e le nostre sciarpe.... i più sgamati di
noi pensavano si trattasse di un cavallo di troia, di
una ricognizione per fiutare l'aria, ma, per una volta
niente di tutto ciò e tutto è filato liscio.
Triplice fischio, doccia sotto la pioggia battente per
tornare alla metro e pure questa è andata.
Bello.
Bello ma qualcosa non riesco a mandarlo giù. Io
capisco la voglia di sfruttare l'occasione della
trasferta per fare turismo, di fatto lo faccio anch'io
ma perchè, e ribadisco perchè, poi allo stadio queste
comitive "organizzate" non dico che non facciano il
maracanà, ma almeno non si stringono un po' a chi
prova un po' a far sentire la propria voce?
Addirittura, fisicamente sedendosi qualche metro più
in la? E non si tratta di età, io ormai con le mie
quasi 57 primavere non ero certo il più "datato" del
gruppetto di "ultras".... mah....
Per finire, a queste persone vorrei raccontare
la storia di Medhi.
Medhi è iraniano, di un villaggio non lontano da
Teheran. Lo incontro a fine partita, sotto la pioggia
camminando verso la metro. Ci vede, ci chiede una foto
insieme. In inglese mi parla della sua passione per la
Roma nata vedendo in TV da bambino una amichevole del
1998 tra Roma ed Iran giocata all'olimpico e vinta per
7-1 dai nostri. Da allora è diventato tifoso della
Roma. Con le difficoltà che potete immaginare la segue
su internet e finalmente è potuto venire a vederla
guidando, dal suo villaggio in Iran, per circa 800 km
fino a Baku, su strade che non sono certo le highway
californiane. Ci scambiamo il numero di telefono e
poco dopo mi manda con whatsapp la sua foto con la
maglia di Totti. D'ora in poi, ad ogni partita a cui
sarò presente, manderò una foto del nostro tifo a
Medhi, tifoso Iraniano, che più di altri meriterebbe
un posto in Curva Sud!
MARCO
Ciao Lorenzo, per me e altri due valorosi amici la
trasferta di Baku ha inizio martedi con il volo delle
10.50 da Fiumicino, scalo a Istanbul, e arrivo nella
capitale azera in serata. Sul volo siamo almeno una
ventina di romanisti. Dopo essere passati per
l'albergo ci andiamo a fare un giro e ci ritroviamo
con gli altri ragazzi del volo in un locale del centro
dove ci rilassiamo e dimentichiamo le fatiche del
viaggio. Il giorno seguente decidiamo, in mattinata,
di recarci fuori lo stadio Tofiq Bahramov dove di
solito gioca le partite il Qarabag nel campionato e
nelle coppe. Lo stadio da 30 mila posti da fuori è
davvero ben fatto. Riusciamo facilmente ad entrare
nell'impianto, visto i pochi controlli, e arriviamo
dalle tribune fino al campo da gioco. Dopo un po' la
nostra presenza viene notata e siamo cacciati via.
Andiamo quindi nell'albergo della Roma e mentre ci
beviamo qualcosa aspettiamo che la squadra parti per
lo stadio Olimpico di baku. Dopo aver salutato e
caricato il mister e la squadra è l'ora di andare allo
stadio finalmente anche per noi. Prendiamo un taxi ma
rimaniamo impantanati nel traffico a causa dell'enorme
afflusso di gente che l'evento della partita ha
richiamato, si dice infatti che ci sia il tutto
esaurito ed inoltre ha iniziato a piovere! Scendiamo
quindi dal taxi e facciamo una fermata di metro che ci
porta al di fuori dello stadio che si trova, tutto
illuminato di blu, a poche centinaia di metri da noi.
La prima del Qarabag in Champions fa si che anche a
piedi siamo rallentati dal gran numero di persone
presenti in zona. In molti hanno bandiere della
Turchia e dell'Azerbaijan, tutti entusiasti per la
partita. Probabilmente molti di loro neanche conoscono
i nomi dei calciatori del Qarabag, questa partita per
il popolo azero è come se fosse una partita della
nazionale ed anche e una vetrina importante per il
regime al governo. Dopo aver camminato per molto
riusciamo a fatica ad individuare il settore ospiti
anche a causa del fatto che qui quasi nessuno parla
inglese. Entriamo a 10 minuti dall'inizio e ci
posizioniamo vicino ai gruppi all'ultimo anello.
Saremmo un centinaio nel settore con qualche tifoso
locale tra di noi incuriosito dal nostro modo di fare
il tifo. Sotto di noi al primo anello si trova il loro
unico gruppo ultras, se così possiamo chiamarlo,
composto al massimo da 50 individui e tengono il loro
striscione in mano. Con i tamburi riescono anche delle
volte a coinvolgere gran parte dello stadio,
addirittura anche gli steward partecipano ai cori e ai
battimani per la loro squadra. Da parte nostra il tifo
c'è nonostante il numero esiguo di presenze che questo
tipo di trasferte permette. Bellissimo il coro
lanciato " datece er gas..datece er gas..daje azeri
datece er gas...". Loro cercano di insultarci con dei
fuck Roma e lazio lazio e noi ricambiamo con gesti
poco amichevoli e qualcuno anche con degli sputi. La
partita per fortuna è andata bene in altri tempi
questa si pareggiava o peggio, quindi bene così. Il
deflusso dallo stadio è tranquillo, loro non
pervenuti. Prendiamo il bus e poi taxi e siamo in
albergo purtroppo la serata piovosa non permette
nottate di gloria, ci rifaremo il giorno seguente.
Venerdì notte finalmente torniamo nella città più
bella del mondo. Domenica tutti a Milano!
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I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA
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Qarabag-Roma 1-2: Manolas e Dzeko
stendono gli azeri
Le reti del greco e del
bosniaco mettono in discesa un match che poi si
fa più complicato. Pedro Henrique accorcia e nel
finale Ndlovu sfiora il pari
BAKU
(Azerbaigian) - Senza grossi squilli e con una
piccola dose di autolesionismo, la Roma vince 2-1
a Baku in casa del Qarabag e ottiene la sua prima
vittoria stagionale in Champions League. La
squadra di Di Francesco segna con Manolas e Dzeko
due reti in quindici minuti, poi ha il demerito di
non chiuderla mai dopo il gol di Pedro Henrique
che riapre i giochi al 28'. Al 90' i giallorossi
rischiano di prendere il gol del pari, quando
Ndlovu sfiora il palo con un colpo di testa. Alla
fine, però, la Roma porta a casa i tre punti,
fondamentali per le speranze di qualificazioni
agli ottavi.
LE SCELTE -
Turno di riposo per Strootman e Florenzi
(inizialmente in panchina), mentre in campo Di
Francesco schiera Pellegrini e Bruno Peres. Al
centro anche Gonalons, affiancato da Nainggolan.
In attacco Defrel con Dzeko ed El Shaarawy.
MANO-GOL - Si
mette subito bene per la Roma, nonostante la
tenacia messa in campo dal Qarabag, che corre,
pressa, ma dimostra notevoli limiti difensivi e
tecnici. Al 7' i giallorossi la sbloccano. Sehic
respinge male un corner di Kolarov, Pellegrini la
rimette in mezzo forte e tesa e Manolas si tuffa
prima degli altri per la deviazione vincente.
SENTENZA DZEKO
- Il raddoppio arriva al quarto d'ora. El Shaarawy
serve Dzeko, che stoppa la palla di petto e se la
mette sul destro: botta secca sotto la traversa da
posizione defilata e il 2-0 è servito. Per il
bosniaco si tratta del settimo gol in 7 partite
stagionali.
GONALONS, CHE
ERRORE - La Roma sfiora anche il tris con Gonalons
(colpo di testa sugli sviluppi di un corner), ma è
proprio il francese a combinarla grossa al 29'.
L'ex Lione si fa soffiare palla sulla trequarti da
Ndlovu, che serve Pedro Henrique. Il brasiliano la
stoppa di sinistro e batte Alisson di destro per
l'1-2 del Qarabag.
GOL MANGIATI -
Il gol dà fiducia agli azeri, ma le occasioni
migliori capitano alla Roma. Ci prova prima Dzeko,
di testa. Poi Kolarov, su punizione dai 20 metri.
Infine Defrel. Il protagonista principale, però, è
sempre Sehic, che tiene in vita i suoi. E quando
il portiere non interviene, ci pensano il bosniaco
e il francese a non pungere su un invitante cross
dalla sinistra del serbo.
DENTRO
FLORENZI - Ci si aspetta una Roma più brillante
nella ripresa, ma non è così. Per 25 minuti i
giallorossi non pungono in maniera decisiva e la
partita resta in bilico. Florenzi prende il posto
di un deludente Defrel (58') e va a mettersi al
posto del francese nel trio d'attacco.
L'occasione
migliore ce l'ha Bruno Peres, che impegna
Sehic con un bel destro dopo assist di Dzeko. Di
Francesco toglie pure Gonalons, per far spazio a
De Rossi e nel finale Pellegrini per Strootman.
BRIVIDO NDLOVU
- Al 90' arriva l'unico, vero, brivido per la
porta di Alisson, quando Ndlovu - di testa -
sfiora il palo alla destra di Alisson. Per i
giallorossi arrivano i tre punti: unica nota
positiva della trasferta azera.
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