HARRISON - Roma, è nata una stella. La notizia meravigliosa che arriva dagli Stati Uniti non è la vittoria pazza e gratificante sul Tottenham ma l’esordio di Cengiz Under, il giovane turco che rappresenta la principale scommessa del direttore sportivo Monchi. Al di là del gol, segno di lucidità e opportunismo, Cengiz è stato una minaccia costante per gli avversari, ha rischiato giocate interessanti e ha offerto un apprezzabile contributo anche in fase difensiva. E a proposito di giovani: va rimarcata la zampata di Marco Tumminello, classe ‘98, che a tempo scaduto si è fiondato sul pallone della vittoria.
L’INIZIO - Nel complesso Di Francesco può essere molto soddisfatto dei progressi della squadra, perché il black-out finale è essenzialmente dovuto alla ruota di cambi che in partite vere non sarebbero mai avvenuti. Inizialmente ha cambiato per sei undicesimi la formazione che aveva pareggiato con il Psg, confermando le indicazioni arrivate dagli allenamenti di Boston: subito in campo i nuovi acquisti Defrel e Kolarov e spazio a Gerson, unico ‘97 della Roma in campo (prima di Cengiz) di fronte ai tre esemplari del Tottenham di Pochettino (Walker-Peters, Carter-Vickers e Onomah). In tribuna invece, di fianco al presidente Pallotta, non poteva mancare Franco Baldini, ex dirigente e ora consulente di tutti e due i club.
RAZZO - Si è intuito dalla prima azione che sarebbe stata una Roma più propositiva e aggressiva rispetto all’amichevole con il Psg. Defrel è partito forte, per poi spegnersi gradatamente, e ha avuto un’ottima occasione di testa (6': fuori) dopo una rapida combinazione alla...Di Francesco tra De Rossi e Perotti. E lo stesso Dzeko, lanciato da un buonissimo Bruno Peres, è stato poco lucido nella scelta finale perdendo l’attimo davanti a Vorm. Ecco la Roma verticale che piace al tecnico. Poi la svolta: l’inserimento di Nainggolan, apparso già in forma campionato o quasi, è stato premiato dal fallo di mano del giovane Carter-Vickers, anello debole della difesa a tre del Tottenham. Rigore, che il chirurgo Perotti ha inciso con la consueta precisione. Per almeno 20 minuti è stata una Roma bella e corta, attenta nel pressing e nei ripiegamenti sotto palla. Nella seconda metà del primo tempo è invece uscito il Tottenham che dopo una traversa di Trippier è stato trascinato da Harry Kane: bravo è stato Alisson a parargli un tiro angolato (37').
GIRANDOLA - Nella ripresa Di Francesco ha dato spazio all’altra novità, Cengiz Under, oltre ad aggiungere due titolari come Strootman e Manolas, rinunciando a Gerson (non male) e Juan Jesus. Il baby turco è andato dopo pochi secondi dritto in meta su un rilancio di Fazio: il tiro potente dopo una cosa sfrenata di trenta metri è però finito fuori misura. Peccato perché a seguire il Tottenham, rinforzato dal talento di Eriksen e passato al 4-4-2, ha ripreso in mano le redini del gioco, reclamando a ragione un rigore per un contatto tra Kane e Fazio. Kane l’ha presa male e ha cominciato ad alzare l’agonismo, litigando prima con Manolas e poi con Strootman davanti a un arbitro chiaramente inadeguato. Niente di che ma sufficiente a far salire la temperatura della Redbull Arena riempita da tanti tifosi del Tottenham. Al resto ha pensato Dele Alli che si è improvvisamente svegliato dal torpore. Comunque la Roma ha retto e, come le grandi squadre sanno fare, ha sfruttato il momento propizio per colpire in contropiede: una volata di Strootman si è conclusa con un cross respinto male da Alderweireld, che ha concesso il facile sinistro del 2-0 a Cengiz. Negli ultimi minuti, con Castan terzino sinistro in evidente imbarazzo e Moreno poco concentrato, la Roma si è concessa al Tottenham: e così prima Winks e poi Janssen hanno fatto 2-2. Ma a Strootman non andava bene. Altra percussione e altro cross, stavolta per il più giovane di tutti: Tumminello, che non si è fatto pregare per segnare in scivolata il gol del 3-2.