III Giornata
MILAN/
ROMA 2-1

Milano, Stadio Meazza
venerdì 31 agosto 2018
ore 20.30

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Tabellino partita:
MILAN(4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Musacchio, Caldara, Rodriguez (dal 31’ s.t. Laxalt); Kessie, Biglia, Bonaventura (dal 39’ s.t. Cutrone); Suso, Higuain, Calhanoglu (dal 36’ s.t. Castillejo). (Reina, A. Donnarumma, Abate, Caldara, Simic, Bertolacci, Mauri, Bakayoko, Borini). All. Gattuso.

ROMA (3-4-1-2): Olsen; Fazio, Manolas, Marcano (dal 1’ s.t. El Shaarawy); Karsdorp (dal 32’ s.t. Santon), De Rossi, Nzonzi, Kolarov; Pastore (dal 23’ s.t. Cristante); Dzeko, Schick. (Fuzato, Greco, Jesus, Zaniolo, Lu. Pellegrini, Lo. Pellegrini, Coric, Kluivert, Under). All. Di Francesco.

RETI: 40' Kessie, 59' Fazio, 95' Cutrone
ARBITRO: Guida (Carbone-Passeri; Chiffi). Var: Mazzoleni-Del Giovane.
NOTE – Spettatori 57.789, incasso 2.065.092,58 euro. Ammoniti: Cristante e De Rossi per gioco scorretto. Recupero: 0’ p.t.; 6’ s.t



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Milan-Roma 2-1: Cutrone decide in extremis
La squadra di Gattuso batte la Roma a San Siro con un gol dell'attaccante al 95'. Nel primo tempo Kessie aveva sbloccato il match, poi pareggiato ad inizio ripresa da Fazio. Due reti annullate (una per parte) dal Var


 Simone Zizzari

venerdì 31 agosto 2018 22:06

MILANO - Tre gol, altri due annullati dal Var (uno per parte), occasioni ed orrori difensivi. Il Milan si prende i tre punti in extremis battendo la Roma per 2-1. A tradire i giallorossi è stato proprio lui, Nzonzi, con un sanguinoso errore all'ultimo respiro che ha spianato la strada al successo del Diavolo nell'ultimo secondo di recupero. Con Higuain e Dzeko a secco, a prendersi la scena sono stati Kessie e, soprattutto Cutrone. Inutile per i giallorossi il momentaneo pareggio realizzato da Fazio. Dopo un primo tempo dominato dai padroni di casa, nella ripresa è venuta fuori la Roma, decisamente più a suo agio con la difesa a quattro rispetto alla formazione iniziale con il trio Fazio-Manolas-Marcano. Più che a discutere di moduli, dalle parti di Trigoria sarebbe il caso di riflettere sui motivi per i quali vengono regalati i primi 45 minuti agli avversari. Era accaduto con l'Atalanta, stesso spettacolo stasera a San Siro con l'aggravante di quell'infortunio finale che ha condannato alla sconfitta De Rossi e compagni.

LE FORMAZIONI - Gattuso tiene ancora fuori Caldara e schiera la stessa formazione messa in campo al San Paolo con la sola eccezione di Calhanoglu (squalificato alla prima) al posto di Borini. Di Francesco sperimenta nella difficile serata meneghina la difesa a tre (Manolas, Fazio, Marcano), Karsdorp (al posto dell'infortunato Florenzi) e Nzonzi dal primo minuto con Pastore trequartista alle spalle di Schick e Dzeko.

PRIMO TEMPO - Sotto una pioggia battente il Milan gioca meglio, è più aggressivo e mette in difficoltà la Roma - in campo con la maglia gialla - fin dai primi minuti. Il possesso palla targato Gattuso apre spazi sugli esterni che Kolarov da una parte e Karsdorp dall'altra non riescono a tamponare. Suso, Calabria e Calhanoglu ringraziano e si conquistano un primo tempo da leoni. A forza di parlare di moduli non si guarda il vero problema della Roma attuale, ovvero la tigna. Manca la corsa, manca l'atteggiamento feroce, mancano gli schemi: la manovra di De Rossi e compagni appare troppo molle e compassata per spaventare la retroguardia del Milan che non trema praticamente mai. Pastore gioca da trequartista ma non illumina, penalizzato dalla serata no dei suoi compagni. De Rossi e Nzonzi fanno argine ma sono troppo lenti per dare brio alle potenziali ripartenze. Dalle parti di Dzeko e Schick non arrivano palloni giocabili mentre in area giallorossa si suona tutto un altro spartito. Nella prima mezz'ora Olsen viene chiamato in causa tre volte con Higuain, Suso e Calhanoglu mentre al 15' è Calabria a tirare in curva una palla calciata da ottima posizione su imbeccata di Suso. Il Milan è più vivo e rapido e merita il vantaggio che arriva al 40' su un regalo della retroguardia romanista. Bonaventura innesca sulla sinistra Rodriguez che si beve Fazio e mette in area un cross teso e rasoterra sul quale Olsen non esce: Kessie ringrazia e, dopo aver anticipato Marcano, infila il più comodo dei tap-in vincenti. Milan avanti con merito all'intervallo. Nella confusa Roma vista a San Siro tornano i fantasmi della prima frazione giocata quattro giorni fa con l'Atalanta.

RIPRESA - Nella ripresa Di Francesco torna alla difesa a quattro con El Shaarawy al posto di Marcano. La Roma sembra trarne beneficio e infatti - grazie anche ad un Milan meno aggressivo - sfiora il pareggio in un paio di circostanze con Dzeko. La spinta capitolina viene premiata al 59' quando Fazio indovina l'angolo giusto con un tiro di collo destro sul secondo palo a seguito di una mischia in area rossonera e una corta respinta di Calabria. L'1-1 ridà energia al Milan che dopo tre minuti ritrova il vantaggio con Higuain, lanciato in profondità da Bonaventura. Il Pipita è bravo a superare Olsen e ad insaccare ma il Var segnala un fuorigioco millimetrico che strozza in gola l'urlo di gioia di San Siro. I rossoneri non si abbattono e continuano a spingere costruendo due buone occasioni prima con Calhanoglu e poi con Calabria, entrambe neutralizzate da Olsen. Di Francesco al 68' toglie il rivedibile ed evanescente Pastore per inserire l'ex Cristante. Fuori anche l'esausto Karsdorp per Santon. Gattuso risponde con Laxalt per Rodriguez. Le squadre si allungano notevolmente, ne beneficia lo spettacolo. Al 79' la Roma segna un gol con Nzonzi a seguito di un calcio d'angolo ma anche in questo caso il Var annulla per un doppio controllo di braccio (involontario ma movimento molto scomposto). Negli ultimi dieci minuti Gattuso si gioca le carte Castillejo e Cutrone e proprio il baby bomber rossonero regala i tre punti al Diavolo nell'ultimo minuto di recupero. Clamoroso errore di Nzonzi che regala la palla agli avversari, Higuain serve in verticale Cutrone (tenuto in gioco da De Rossi) che batte Olsen con un perfetto rasoterra. La Roma cade così all'ultimo istante per un incredibile errore del centrocampista appena arrivato dal Siviglia. Gattuso può esultare, per Di Francesco c'è tanto su cui riflettere.


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