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corrieredellosport.it
Porto-Roma 3-1: non basta un super De
Rossi
I giallorossi escono agli ottavi dopo una partita
incredibile: padroni di casa avanti con Soares,
pareggio di De Rossi su rigore. Nella ripresa Marega
porta il match all'extra time. A decidere la
qualificazione è un penalty realizzato da Telles.
Bufera sull'arbitro Cakir che decide di non giudica da
rigore uno sgambetto di Marega su Schick all'ultimo
istante
Simone Zizzari
mercoledì 6 marzo 2019 23:46
ROMA - Va fuori la Roma. Ma lo fa con onore e un
carico infinito di rimpianti per un rigore incredibile
non visto dall'arbitro Cakir (coadiuvato dal Var)
all'ultimo istante di un match infinito. Il Porto
passa ai quarti battendo per 3-1 i giallorossi. Per
sbattere fuori dalla Champions questa Roma, però, sono
serviti i tempi supplementari e un direttore di gara
pessimo e senza il necessario carattere per valutare
obiettivamente gli episodi decisivi accaduti nel
secondo tempo dell'extra time. Alla squadra di Di
Francesco non è bastato un cuore enorme per arginare
un grande Porto che, trascinato da un extraterrestre
di nome Marega, non ha rubato nulla. A segnare la
sfida sono stati l'infortunio del capitano e
trascinatore De Rossi (autore dell'unico gol romanista
della serata) alla fine del primo tempo, l'ingenuità
di Florenzi nell'occasione del rigore decisivo
assegnato al Porto e le due clamorose occasioni da gol
non concretizzate da Dzeko ai titoli di coda
dell'appassionante match del Do Dragao.
LE SCELTE - Di Francesco rivoluziona la Roma
schierando una difesa a tre inedita per la stagione
con Juan Jesus e Marcano titolari per la prima volta
insieme accanto al recuperato Manolas. In avanti
Zaniolo e Perotti in appoggio a Dzeko con El Shaarawy
sorprendentemente fuori. Fazio addirittura in tribuna
per un problema fisico.
ROMA, CHE SOFFERENZA! - Che potesse essere una gara
difficile lo si sapeva fin dal triplice fischio
dell'andata. Il problema è che la Roma del primo tempo
ha fatto di tutto per complicarsi ancora di più del
previsto la vita. La scelta di Di Francesco di
affidarsi ad una inedita difesa a tre ha schiacciato
ancora di più la squadra che nei primi venti minuti ha
pensato solo a difendere lo striminzito vantaggio
dell'andata. Un tesoretto di un gol difficile da
gestire nell'inferno del Do Dragao. Il Porto, infatti,
schiaccia un'avversaria troppo remissiva nella propria
metà campo gestendo il possesso palla e creando più
volte pericoli dalle parti di Olsen. A dettar legge
sono Otavio e Corona, con il secondo autentico incubo
per Karsdorp, incapace di arginarne l'energia e lo
spunto sulla sinistra. L'unico a salvarsi nel pessimo
inizio romanista è De Rossi, argine ultimo (e sempre
lucido) degli assalti lusitani. Al fianco del capitano
troppo lento ed impacciato N'Zonzi, troppo solo e
confusionario Zaniolo che sull'esterno non riesce a
rendere al meglio. Dzeko lotta ma nel primo tempo di
palloni giocabili ne riceve zero. Nei primi 25 minuti
Corona (due volte) e Telles sprecano due buone
occasioni per un vantaggio che sarebbe meritato. I
giallorossi si vedono solo su palle inattive ma i
centimetri in più non vengono sfruttati a dovere per
spaventare l'inoperoso Casillas. Il forcing lusitano,
diretto con la solita lucidità da Herrera e Danilo,
porta i suoi frutti al 26'. Incredibile l'errore di
Manolas che perde palla a centrocampo su pressing di
Marega, l'attaccante serve Telles, si sovrappone,
riprende il pallone e lo mette al centro dove Soares
sotto misura realizza il più facile delle marcature.
E' il vantaggio dei Dragones ed è in assoluto il punto
più basso della partita romanista. Da questo momento
in poi, infatti, gli uomini di Di Francesco si
scuotono e riescono finalmente tirare fuori la testa
dalla sabbia. A prendere per mano la squadra è il
solito De Rossi che al 37' dà il via all'azione che
porterà al pareggio. Il capitano recupera palla a
centrocampo, avanza con autorità, regge al ritorno di
Danilo e allarga sulla sinistra dove Perotti è bravo a
farsi stendere in area da Militao. Per l'arbitro è
rigore. De Rossi si presenta sul dischetto e ha la
freddezza di spiazzare Casillas per un pari che regala
ossigeno ad una squadra in grande difficoltà. La gioia
romanista dura poco perché la sfortuna si affaccia
proprio in chiusura di tempo: De Rossi crolla a terra
a centrocampo toccandosi il polpaccio e chiedendo il
cambio. E' una botta psicologica incredibile per la
squadra. Al suo posto entra Pellegrini.
RIPRESA - La Roma priva del suo capitano si approccia
al secondo tempo con lo stesso mood apatico della
prima frazione. Inevitabile, dunque, ricominciare a
soffrire. Marega è una belva e, alla faccia
dell'infortunio che lo avrebbe dovuto tenere fuori per
entrambi i match degli ottavi, gioca una partita a
tutto campo di rara efficacia. E' proprio l'attaccante
del Porto a cambiare gli equilibri del match ad inizio
ripresa. Prima sfiora il gol con un diagonale che
Olsen riesce a deviare in angolo, poi infila il 2-1 su
un cross perfetto di Corona. Nella circostanza è
ancora Karsdorp a perdersi l'esterno messicano. Di
Francesco comprende che l'olandese non ce la fa più e
lo sostituisce con Florenzi al 55' nel tentativo di
arginare la furia lusitana sulla sinistra. Il nuovo
vantaggio del Porto placa gli ardori dei padroni di
casa e permette alla Roma di rifiatare. Conceicao
toglie l'esausto Corona per inserire Brahimi mentre Di
Francesco risponde con Cristante al posto di Marcano:
la Roma passa al 4-2-3-1. Dzeko al 68' trova
finalmente lo spazio per una conclusione dal limite
con palla a lato. Nove minuti dopo è Brahimi a
sprecare una grande chance su un errore clamoroso di
posizione di Juan Jesus. La partita vive di fiammate.
La più grande occasione della ripresa ce l'ha però
Perotti all'82' su un regalo di Pepe che gli serve sul
destro un pallone d'oro dal limite: la conclusione
dell'attaccante è pessima e il pallone termina
abbondantemente a lato. E' l'ultimo brivido di un
match che proseguirà ai supplementari.
SUPPLEMENTARI - La storia infinita di questo match
comincia con Hernani al posto di Otavio e una chance
clamorosa per Marega che su cross di Telles gira
benissimo ma senza riuscire ad inquadrare la porta. La
difficile serata romanista si complica ancora di più
quando Pellegrini alza bandiera bianca per un problema
al flessore al 96'. Al suo posto Di Francesco
inserisce Schick a destra nei tre davanti e Zaniolo
scalato centrale sulla trequarti. La stanchezza prende
il sopravvento e inesorabilmente la lucidità lascia
spazio all'istinto. La Roma ne ha di più e proprio nel
finale si costruisce con Dzeko due occasioni
clamorose, entrambe fallite dal bosniaco. La seconda,
in particolare, viene salvata sulla linea da Pepe in
scivolata. Al 115' arriva però la beffa più atroce per
la Roma: su un tiro cross di Maxi Pereira Florenzi
tira leggermente la maglia di Fernando. L'arbitro,
richiamata dal Var, va a vedere il monitor e poi
assegna il rigore. Sul dischetto va Telles che spiazza
Olsen per il gol qualificazione. Al 121' arriva
l'ultimo brivido del match con l'arbitro Cakir che non
considera da rigore un intervento da rigore di Marega
su Schick. Al triplice fischio a festeggiare è il
Porto. La Roma saluta la Champions con un carico
infinito di amarezza e di rimpianti.
Pallotta: «Roma
derubata, sono stufo di questa merda»
Il patron giallorosso inferocito per gli episodi
contro il Porto: «Su Schick atterrato in area, non ho
più parole»
giovedì 7 marzo 2019 01:27
ROMA - James Pallotta ha deciso di parlare, anzi,
tuonare dopo l'eliminazione della Roma contro il
Porto, ma soprattutto la decisione dell'arbitro di non
andare a guardare al monitor il fallo in area di
rigore su Schick (guarda la fotosequenza). Il
presidente della Roma, già deferito lo scorso maggio
per le parole sull'arbitraggio della semifinale contro
il Liverpool, ci è andato giù pesante contro l'Uefa:
«Lo scorso anno abbiamo richiesto il VAR in UCL perché
ci avevano rovinato la semifinale e questa sera,
nonostante ci fosse, siamo stati derubati. Schick è
stato atterrato in area, il VAR lo dimostra, e non
viene fatto niente. Sono stufo di questa merda. Non ho
più parole!».
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