Targa celebrativa regalata alla Roma dalla Roma di Paterson, New York. |
La Roma a San Francisco |
27 marzo 1967, la Roma ritorna dagli U.S.A. |
23 marzo 1967 S. Francisco, Kezar Stadium Roma-Flamengo 2-1 Vai alla pagina di Roma/Flamengo |
26 marzo 1967 ore 15,00
New York City, Downing Stadium Roma-Flamengo 1-1 Vai alla pagina di Roma/Flamengo |
Il 20 marzo la Roma, che il giorno precedente
ha ottenuto un pareggio prezioso contro l’Inter
capolista, decolla per New York approfittando di una
pausa del campionato che riprenderà il 2 aprile. La serie A si è appena fermata per permettere alla Nazionale di disputare un’amichevole (contro il Portogallo) e una gara del girone eliminatorio per il campionato europeo (contro Cipro). La Roma vola invece negli Stati Uniti, con scalo ad Amsterdam, per contendere al Flamengo, al meglio di due gare, l’assegnazione di un trofeo organizzato dal promoter Enzo Magnozzi. La delegazione giallorossa è capitanata dal tecnico Pugliese (esperienza tutt’altro che agevole per lui che, per usare un eufemismo, “non amava gli aerei”, tanto da aver lasciato a Masetti il compito di guidare la squadra nel tour australiano). Il tecnico era coadiuvato dall’intramontabile Vincenzo Biancone, dall’avvocato Picchioni, dal massaggiatore Roberto Minaccioni e dal medico sociale Catello Di Martino. Il “roster” con cui l’AS Roma affronta questa prima, storica trasvolata è il seguente: “Barison, Carpanesi, Carpenetti, Colausig, Enzo, Ginulfi, Losi, Ossola, Peirò, Pellizzaro, Pizzaballa, Schutz, Sensibile, Sirena, Tamborini”. Dello sbarco a San Francisco è stato possibile reperire poche notizie, fatta eccezione per una bella telefoto, datata 22 marzo 1967, che mostra Peirò, Pizzaballa e Barison, in divisa sociale all’interno del Kazar Stadium, l’impianto dove si sarebbe disputato il match. La data è quella del 25 marzo. Le due squadre scendono in campo alle 20:30, vale a dire le 5:30 del mattino in Italia. A dare il calcio d’inizio, davanti a 10.000 spettatori, è il senatore George Moscone. La Roma si mette subito in luce, soprattutto grazie ad un “Peirò che sguscia da ogni parte che si fa trovare in ogni posizione. I mediani del Flamengo sono frastornati dai rapidi spostamenti dello spagnolo e di Carpenetti mentre Tamborini e Schutz si fanno notare per le furiose sgroppate, fino all’area avversaria”. La cronaca del Messaggero, a cui fanno riferimento le nostre citazioni, parla anche di una Roma “meglio organizzata, più pratica e soprattutto padrona del centrocampo”. Per vedere i lupi passare in vantaggio occorre però attendere sino al 38’, quando Peirò scambia con Schutz e dopo essersi coordinato segna con un tiro angolato su cui vanamente si distende Ivan. Nella ripresa il Flamengo tenta la reazione e il forcing iniziale dei brasiliani è subito premiato. Al 2’ della ripresa c’è infatti un fallo sulla tre quarti in favore di Daniel. Il tiro di Walter, forse leggermente deviato, viene visto da Ginulfi all’ultimo momento e finisce in rete. Tutto da rifare dunque, per una Roma un po’ stanca che al 10’ perde anche capitan Losi per uno stiramento. I “nostri” non si arrendono però e al 25’ Pellizzaro, ricevuta la palla da Enzo, fugge verso la linea laterale e si porta quasi all’altezza della bandierina, da dove fa partire una parabola che spiove in area: Barison sovrasta il suo marcatore e riesce a toccare con la fronte spedendo la palla nell’angolo opposto da quello difeso da Ivan. Non c’è neanche il tempo di godere delle bellezze di San Francisco che la Roma è già in viaggio verso New York, dove il 26 marzo concederà la rivincita al Flamengo. Su New York per il momento non nevica più e gli spalatori sono riusciti a liberare il Downing Stadium alla Randall’s Island, nell’East River, dalla neve che l’invadeva sino a poche ore prima. Come previsto, alle ore 15:00 del 26 marzo i giallorossi sono pronti a giocare davanti a 8000 persone. “Il gioco – scrive la nostra fonte d’epoca – anche nella partita della rivincita, nonostante il particolare impegno dei brasiliani, ha confermato la superiorità dei giallorossi”. Una superiorità che porta al gol di Enzo, ma che è mal digerita dai calciatori del Flamengo che iniziano ad innalzare di molto il tasso agonistico del match. Non è un caso che a 8’ dal termine scoppi “quasi una rissa” tra i giocatori delle due squadre. A rimetterci sarà Enzo, espulso dall’arbitro Chippendale. Con un’autentica beffa il pareggio ospite, di Derci, arriverà praticamente a tempo scaduto, non mutando però l’assegnazione del trofeo alla squadra capitolina. Nel primo pomeriggio del 27 marzo la comitiva romanista è già rimpatriata appena sbarcata si precipita all’Olimpico per assistere a Italia-Portogallo (iniziata alle ore 15:00). Lo sciogliete le righe è pressoché inesistente, Pugliese dichiara: “Abbiamo soprattutto bisogno di dormire e recuperare tante ore di sonno perdute”, tuttavia nel pomeriggio del 28 lo stesso tecnico si presenta alle Tre Fontane, all’epoca centro di allenamento della prima squadra per seguire Barison, Colausig, Tamborini, Schutz, Olivieri e Ginulfi in un leggero lavoro ginnico atletico. Lo stesso capitan Losi, sebbene reduce dall’infortunio di San Francisco volle essere accanto ai suoi compagni. L’ultima immagine di questo tour che ci piace ricordare è quella di Vincenzo Biancone, ritratto all’aeroporto mentre imbraccia “l’artistico trofeo” vinto dalla Roma negli USA. (Massimo Izzi) |
Intervista a Giuseppe Tamborini
Cosa ricorda di quel viaggio? Di San Francisco e New York
le due città toccate dal tour cosa ricorda? |