Ri-eccoci qui. La prima in casa
post chiusure covid è un'amichevole alla vigilia
di ferragosto.
Ovviamente l'astinenza da
Stadio era enorme ed è stata la prima spinta ad
andare ma ero anche curioso di vedere che aria
tirasse con le nuove norme. Sotto l'aspetto
pratico le differenze non sono state enormi: sono
arrivato all'obelisco intorno alle 20.15, circa
tre/quattro minuti di fila per arrivare al primo
pre-filtraggio (che è stato sdoppiato: prima
controllo green pass e documento, poi controllo
biglietto e documento) alle barriere all’inizio
del viale della palla; sicuramente con 12.500
spettatori ci si poteva aspettare un deflusso più
veloce ma ho fatto file molto più lunghe in
occasioni passate. Passati i controlli prima
perquisizione delle forze dell’ordine: molto
blanda, sempre se confrontata con le stagioni
passate.
Al tornello passo il biglietto
elettronico (maledicendo l’impossibilità di poter
acquistare un biglietto cartaceo) e passo alla
seconda identificazione. Mi controllano il
biglietto ma non il green pass. In sintesi stesso
tipo di controllo di “prima”. La seconda
perquisizione la salto perché il celerino mi fa
cenno di passare. Stasera sono in Tevere, quindi
non posso testimoniare della situazione in Sud.
All’interno la situazione è
quella che mi aspettavo: poca gente
(considerazione ovvia, visto che il totale degli
spettatori sarà 12.500) e atmosfera tranquilla.
Alcuni con la mascherina e altri senza (più o meno
come succede per le strade) e distanziamento
sociale praticato in maniera parziale. Certo, non
posso sapere se tutti quelli vicini siano o meno
congiunti ma la direi che molti ignorano la norma.
Guardo in Sud e vedo che la maggior parte dei
tifosi sono vicini fra loro, per scelta
ovviamente, visto che la curva è mezza vuota.
I tifosi ospiti sono sistemati
nella metà della Curva Nord verso la Monte Mario e
sono almeno 2500 (per non parlare dei moltissimi
che sono in Tevere mischiati a noi o spostati
verso il lato Nord della tribuna). Sembra di
vedere un settore ospiti pre-Covid: molti petti
nudi e zero distanziamento, un discreto movimento
per tutta la partita anche se i cori sono stati un
po’ discontinui. Nel corso della partita hanno
esposto diversi striscioni (curiosamente la
maggior parte era in italiano) e verso la fine
hanno fatto partire anche una fumogenata.
In sintesi: mi rattrista vedere
lo stadio mezzo vuoto ma lo preferisco al vederlo
vuoto in televisione.
MARCO Il
rientro allo stadio - dopo lo stop forzato dovuto alla
pandemia – porta la curva ad interrogarsi su quale sia
la cosa giusta da fare. Per l’ingresso allo stadio
oltre al biglietto è necessario il certificato verde o
un tampone negativo e la capienza è ridotta. Ci si
divide tra chi è favorevole a rientrare in curva e chi
è contrario. Non volendo entrare nel merito di quella
che per me è ancora una riflessione aperta ho fatto il
biglietto in Monte Mario. L’unica cosa di cui sono
convinto è che bisognerebbe prendere una decisione
univoca e marciare tutti nella stessa direzione, al
contrario andare ognuno per la sua strada rischia di
frammentare l’ambiente ancora di più. Il biglietto
costa 35 euro, poco per la Monte Mario, decido così di
scoprire questo settore in cui mai prima avevo messo
piede.
Arrivo in zona stadio in anticipo e decido di
percorrere a piedi la strada che divide stazione
Flaminio dall’Olimpico, lungo il percorso vedo diversi
tifosi del Raja, agghindati con sciarpe e bandiere
sulle spalle. Si radunano nei pressi di Ponte della
Musica ed organizzano un piccolo corteo, altri
affluiscono da tutte le direzioni… Fossimo stati più
presenti avremmo riportato a casa diversi souvenir...
così non è stato ed i marocchini hanno circolato
indisturbati intorno allo stadio.
Al primo filtraggio per la Monte Mario, dopo i varchi,
c’è una sorta di gazebo a fisarmonica (simile a quelli
che vengono montati in campo per l’ingresso dei
giocatori) con montata una telecamera che riprende in
viso ogni persona che entra. Alla super sorveglianza
tecnologica fanno da contraltare le perquisizioni
fisiche… inesistenti (almeno nel mio caso). Prendo
posto e assisto alla presentazione della squadra. Se
la nuova presidenza sta dimostrando discontinuità
rispetto alla proprietà Pallotta rispetto a tutta una
serie di temi per noi importanti (vedremo a tal
proposito se verrà rispettata la promessa di mettere
il vecchio stemma sulla seconda maglia) è invece in
perfetta continuità con lo stile megalomane americano.
Musica da film d’azione, macchine spara fumo, giochi
di luce… (più tardi, musichetta rock dopo ogni gol...)
troviamo ancora tutte quelle cazzate che rendono
l’evento più simile ad una partita di football
americano che non ad una partita di calcio. Non si
tratta solo di rifiutare novità che non ci
appartengono, si tratta di destrutturare il pensiero
che sta dietro a tutto ciò, ovvero l’idea del tifoso
passivo, a cui è richiesto solo di applaudire o fare
video ad uno spettacolo prodotto dallo stadio. Io
invece non voglio essere un osservatore, voglio essere
protagonista, con cori, battimani, bandiere,
striscioni… siamo noi a fare tifo, siamo noi a dare
spettacolo.
Dentro i tifosi del Raja sono stati posizionati in
curva nord, altri singoli sono sparsi per lo stadio,
in Tevere come in Monte Mario e considerando la data,
i km che separano Roma da Casablanca (anche se parte
della tifoseria è composta da marocchini residenti in
Italia) e considerando che è solo un amichevole, sono
numerosi. Hanno ultras al seguito, espongono un paio
di striscioni dei gruppi uno con scritto “ovunque
comunque”. La tifoseria marocchina infatti, si rifà al
modello ultras italiano, più volte intoneranno il coro
“curva sud” ed esporranno due striscioni in italiano
di cui però mi sfugge il senso... al 32° “come al
solito” e al 65° “effetto cobra”, pochi minuti dopo
“bande d’ingrats! Encaissez vos cheques et dégagez”
che (non conosco il francese) dovrebbe significare
qualcosa del tipo “banda d’ingrati! Incassate i vostri
assegni e andatevene” contro i giocatori che
minacciavano uno sciopero contro il mancato pagamento
degli stipendi. Espongono anche diverse bandiere della
Palestina (due sul muretto piccolo vicino al distinto
nord lato Monte Mario, una più grande in Nord in basso
a destra) la tifoseria infatti è vicina alla causa del
popolo palestinese. Il clima tra loro è particolare,
noto fin dall’inizio movimento nella parte bassa del
loro settore e ad certo punto scoppia una rissa in
quella zona.
Durante l’intervallo entrano in campo la Roma under 17
e la squadra femminile, entrambe vincitrici dei
rispettivi campionati, fanno un giro di campo che
finisce con un alzata di coppe sotto la Sud, bel
momento.
Si rientra in campo e rinizia il tifo, loro risentono
della pausa e del risultato in campo, noi ripartiamo
subito bene con “quando l’inno si alzerà”. Al 78° i
marocchini partono con una torciata davvero
significativa. Sul fronte giallorosso il tifo è buono,
soprattutto dal punto di vista canoro, ci facciamo
sentire ed un paio di cori escono davvero potenti (ad
es. Forza Roma, Roma campione). I Boys espongono uno
striscione “Ciao Roberto Scotto”.
Avevo molte preoccupazioni per questo rientro dopo due
anni di stop, invece siamo andati bene azzarderei
dicendo, come se la sud fosse piena. Cori continui e
tenuti anche a lungo, c’era voglia di stadio!