Quarti di finale di ritorno (andata 1-0)
ROMA - FEYENOORD 4-1 (d.t.s.)
Roma, Stadio Olimpico
giovedì, 20 aprile 2023

ore 21.00

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Tifo Roma:
Oggi non si può parlare solo della Curva Sud, che è il cuore pulsante del tifo giallorosso, ma di tutto lo stadio, davvero commovente. Migliaia di bandiere ovunque, la Nord che tifava a rilancio della Sud. Insomma, spettacolare.
i se
Tabellino partita:
ROMA (3-4-2-1): 
Rui Patricio; Mancini, Smalling (78' Celik), Llorente (71' Ibanez); Zalewski (71' Dybala), Cristante, Matic, Spinazzola; Pellegrini, Wijnaldum (20' El Shaarawy, 106' Kumbulla ); Belotti (71' Abraham). A disposizione: Boer, Svilar, Ibanez, Kumbulla, Bove, Camara, Dybala, Tahirovic, El Shaarawy, Abraham, Volpato. Allenatore: Mourinho.

FEYENOORD (4-3-3): Bijlow; Geertruida, Tauner (106' Dilrosun), Hancko, Hartman (106' Lopez); Wieffer (106' ), Szymanksi (90' Pedersen), Kokcu; Jahanbakhsh (74' Danilo), Gimenez, Idrissi (64' Paixao). A disposizione: Ballaude, Dilrosun, Kasanwirjo, Marciano, Milambo, Pedersen, Rasmussen, Taabouni, Wellenreuther. Allenatore: Slot.

Arbitro: Taylor. Assistenti: Beswick-Nunn. IV uomo: Jones. Var: Attwell. Avar: Kavanagh.

Marcatori: Spinazzola 55' (R), Paixao 80' (F), Dybala 90' (R), El Shaarawy 100' (R), Pellegrini 108' (R)

Ammoniti: Hartman (F), Wieffer (F), Gimenez (F), Llorente (R), Dybala (R), Abraham (R)

Spettatori: 66.742, temperatura 14 gradi, cielo sereno

Tifo Ospiti:
Assenti per le politiche idiote di Sindaco e forze dell'ordine.






FOTOTIFO










































FOTO DALLA
T. TEVERE

































FOTO DALLA T. MONTE MARIO



























































































I TERRIBILI TIFOSI OLANDESI DI CUI IL
PREFETTO E IL SINDACO
HANNO PAURA















VIDEOTIFO
 
In cerca
Forza Roma Forza Lupi
Mai sola mai
Roma Roma Roma
Giallorossa e unica
Fino al fischio finale
Giallorossa è unica, dalla Monte Mario
Forza Roma, Roma Campione (Completo dalla Monte Mario)
La Roma sì il Feye no (dalla Monte Mario)
Secondi finali (dalla Monte Mario)
Venditore gadgets
Giallorossa è unica, dalla Monte Mario # 2
Giallorossa è unica, dalla Monte Mario # 3
Giallorossa è unica, dalla Monte Mario # 4
Giallorossa è unica, dalla Monte Mario # 55
Forza Roma la Roma alè alè
L'atmosfera fuori dall'Olimpico
Inno prima dei supplementari dal parterre Monte Mario
Dai distinti nord
Voglio solo star con te (dall'esterno)
Inno in sottofondo
Inno dagli spalti
Inno
Mourinho: La Roma sì il Feye no


Camminerò insieme a te
Forza Roma olé
Sarà capitato anche a voi
A.S.Roma io di giorno e notte
La Sud non ti lascerà mai sola
Alé, forza Roma alé


FOTOCALCIO

Foti
















     




























IL CAPITANO DELLA ROMA
E' IL CAPITANO DELLA ROMA
*
GLI ALTRI NON SONO UN CAZZO.



VIDEOCALCIO

Mancini uber alles
Mourinho dice all'allenatore del Feyenoord di andare a vedere il Napoli
Mancini Ciao ciao!"
Spinazzola Dybala El Shaarawy
Pellegrini Il servizio



     

LUCA
Buongiorno Lorenzo, che bello scrivere il mio primo resoconto dopo una serata del genere! Innanzitutto complimenti per il sito, che scoprii una decina di anni fa, quando ero poco più che un ragazzino e che oggi spero di arricchire con un piccolo e personale tassello di romanismo vissuto. Ecco “vissuto” non è un termine casuale in questo racconto, perchè il ricordo della serata di ieri resta avvinghiato alla mia pelle e pervade tutto ciò che questo sentimento rappresenta per me. L’autobus si ferma a Piazza Mancini, attraverso Ponte Duca d’Aosta e l’atmosfera è quella a cui tutti da un anno e mezzo siamo abituati, cioè un tripudio di fumogeni, bandiere e cori. Il fatto che ciò sia diventato la normalità ci deve rendere orgogliosi ed è merito del prezioso contributo dei ragazzi dei Distinti, che vorrei ringraziare, perchè il salto di qualità che c’è stato negli ultimi tempi è anche merito loro e della passione spontanea che ci mettono. Manca ancora un’ora e mezza al fischio d’inizio e per non farmi mancare nulla decido di aspettare il pullman della squadra, che come disse Daniele in quel Roma-Liverpool di qualche anno fa, viene letteralmente “fatto galleggiare” tra la folla. Si vedono i flash dei telefoni dei giocatori all’interno e ciò ha contribuito a fomentare se possibile ancora di più non solo loro ma anche noi. “Siamo uno spettacolo”, penso tra me e me, mentre torno indietro, costeggiando le piscine del Coni, in direzione dei prefiltraggi. Premetto che non sono abbonato, negli anni ho girato insieme a papà ( che non era romanista, ma ho fatto diventare tale !) un po’ tutti i settori dello stadio, ultimamente andando da solo sono riuscito spesso a trovare posto in Sud Centrale, ma stasera mi devo “accontentare” dei Distinti Nord Est. L’atmosfera ai tornelli, almeno nel nostro settore, è molto tranquilla, perquisizioni e controllo biglietti veloci, che permettono di gestire alla grande l’afflusso e dopo poco essere tutti sugli spalti. Nessuno rispetterà il posto assegnato e tutto il settore guarderà la partita in piedi. I cori prepartita sono potenti, si percepisce la nostra voglia di scrivere un’altra pagina di storia europea tutti insieme. Sullo stadio c’è ben poco da dire, le partite europee degli ultimi anni le ho vissute praticamente tutte e stasera il nostro livello è stato altissimo. È lo stadio che tutti sognavamo da bambini. Che sognavo io quando aprivo le pagine più vecchie del sito. Che sognava la ‘vecchia guardia’ chiedendosi se avrebbe vissuto di nuovo emozioni simili. Per entrare nel dettaglio, il gruppo 3t1s organizzerà in maniera eccellente il tifo nei settori nord dello stadio. La quantità di pirotecnica accesa da loro e da altri gruppetti in Nord è davvero notevole, l’effetto è a dir poco stupendo quando durante l’inno anche gli altri settori partecipano ad una fumogenata spontanea vecchio stile. Per ciò che riguarda la Sud è impossibile sentire i cori, dato che i nostri partono in maniera indipendente e vengono cantati da tutti, ma ci accorgiamo ovviamente che anche di là tutti stanno partecipando, i battimani hanno un effetto visivo incantevole. I miei complimenti vanno anche al settore Parterre Centrale e Sud, tanta pirotecnica anche lì e partecipazione ai cori encomiabile. Per ciò che riguarda la partita è stata un’altalena di emozioni, erano ancora in tanti che nel tempo intercorso tra il pareggio olandese e il nostro nuovo vantaggio credevano potessimo farcela, vorrei abbracciarli uno per uno. E mi maledico se ho pensato in quei minuti anche solo un millisecondo che non potessimo farcela, con uno stadio del genere e una squadra dal cuore grande come la sua gente (perchè se dovessi descrivere un romanista ad un bambino gli direi “una persona dal cuore grande”). Anche il signore che aspetta ai piedi delle scale di ingresso e mi confessa che non ha il coraggio di guardare il secondo tempo supplementare, avrei voluto abbracciare forte. 4-1, olandesi di nuovo a casa. Parte ‘Grazie Roma’ e ti ringrazio davvero Roma mia. Fino alla Vittoria.




NICCOLO'
Ciao Lorenzo, ti scrivo quasi a caldo il mio ricordo di ieri sera. Già da un’oretta prima dell’inizio della partita si percepiva un clima alla Roma/Bodo. Bandiere e bandierine ovunque, a migliaia. Io, come in campionato, sto in Tevere lato nord e quello che ho visto credo non abbia precedenti. Non solo la Nord riprendeva costantemente i cori della Sud ma tutta la Tevere, anche la parte alta, partecipava ai battimani, ai cori lunghi e a quelli brevi. Ieri l’intero Stadio Olimpico ha trascinato la Roma alla vittoria anche perché a differenza di Bodo e Leicester la partita è stata calcisticamente drammatica ed era certamente più difficile rimanerci dentro a livello di tifo, soprattutto per chi non risiede in Sud. Annotazioni sparse:
- Si è creato un movimento spontaneo nella Nord bassa fatto di ragazzi molto giovani che coinvolge tutto il settore (la parte alta, ovviamente, aveva già il suo riferimento) così come i Distinti Sud lato Tevere ormai sono da considerarsi una parte della Sud grazie all’impegno incredibile dei ragazzi in basso che ‘costringono’ tutto il settore a seguire in piedi la partita creando un colpo d’occhio di grande impatto.
- Ormai da due anni la Roma ha 60.000 tifosi da stadio. Non si può più parlare di seguito occasionale essendo diventato, appunto, abituale. E il clima di ieri lo testimonia. Non era da grande evento, era un clima avvelenato.
- Al pareggio olandese sono crollato, così come gran parte dello stadio. Ci sono stati un paio di minuti di silenzio spettrale che esprimevano una delusione inspiegabile, lacerante. Siamo umani anche noi.
- La Tevere è il crocevia della tifoseria giallorossa. Ci sono ultras di lunga data che si sono ‘ritirati’ lì, signori e signore anziane che da lì seguono la Roma da una vita, famiglie, romanisti che vengono da ogni parte del mondo. E ieri tutti, tutti eravamo una cosa sola.
- Se nel 2023 dopo Tdt, barriere, l’addio di Totti e De Rossi che sono stati emotivamente pesanti, un decennio di una presidenza non proprio amata (eufemismo) ci ritroviamo ad avere uno stadio così, uno stadio che non ha nulla da invidiare a scenari sudamericani beh, che dire. È una cosa non scontata che dobbiamo sottolineare e di cui dobbiamo vantarci. Grazie a tutti, Forza Roma.
Ps un desiderio del tutto personale. Verso la fine avrei desiderato più ‘se i tuoi colori sventolo’, un coro che coinvolge ogni singolo tifoso dello stadio.
Daje Roma.



MARCO

Arriviamo alla sera della partita dopo giorni di chiacchiericcio rispetto al pericolo olandesi. La narrazione sensazionalista del pericolo imminente è troppo remunerativa per non esser cavalcata dai media nostrani. Gli ultras del Feyenoord si sono infine rivelati per quello che sono, tanta immagine e poca sostanza. I numerosi discorsi sull'ordine pubblico vengono superati in quantità solo da quelli sul piano calcistico. Dobbiamo rimontare una sconfitta per uno a zero, e a quanto pare, ci crediamo tutti, lo stadio è pieno. Ci credo senz'altro io, che penso a Roma-Barcellona di qualche anno fa e penso che la rimonta è possibile. Il mister fomenta l'ambiente chiedendo 60mila giocatori, i tifosi spargono la voce di portare tutti una bandiera... Arrivo in zona stadio e il clima caldo è palpabile, ho fretta di entrare per non perdere nulla dello spettacolo che sarà. Supero i controlli e mi ritrovo in uno stadio colmo di colore e passione. Col passare dei minuti aumentano le persone e le bandiere, mai sola mai e le altre canzoni attivano tutta la tifoseria e danno il termometro di quanto sia carico l'ambiente. Divertente rivisitazione anticlericale dell'inno dell'Europa League e poi il nostro inno, è uno spettacolo. Per questa partita essendo la trasferta vietata agli ospiti è stato aperto anche il distinto nord lato Monte Mario, lo stadio è un tripudio di bandiere, un'immagine incredibile, qualcosa di paragonabile all'Olimpico il giorno dello scudetto del 2001. Allo sventolio diffuso e alla fitta sciarpata, si somma la pirotecnia, anch'essa diffusa in diversi settori dello stadio. Una quantita di torce, fumogeni (e qualche bombone) che non si apprezzava davvero da tanto tempo. Solo questo inizio, mi ha emozionato. I cori partono anch'essi alla grande, dalla sud come dalla nord, a volte si riesce perfino a coordinarsi e a cantare insieme. Fino al 55° quando Spinazzola ci porta in vantaggio, è un'esplosione di gioia che spinge ancora di più il tifo, ma non dura. I traguardi più belli sono quelli sofferti e all 80° minuto il Feyenoord pareggia le marcature stravolgendo i nostri sogni. Considerando il risultato dell'andata ora siamo 2 a 1 per loro, ci serve un gol per pareggiare e due per vincere, ora è tutto più difficile. Eppure ci credo. C'è qualche minuto di silenzio dopo la rete subita, poi il tifo riparte, prima piano, poi sempre più forte. Sono 9 minuti quelli che intercorrono tra la rete subita e il gol di Dybala, che ci riporta in carreggiata. Nuova esultanza, ancora più sentita della precedente. Ci siamo, siamo ai supplementari. Nel breve intervallo al termine dei due tempi regolari, i giocatori si caricano, i tifosi pure, e tendono di nuovo le sciarpe, sventolano le bandiere, per intonare nuovamente Roma Roma Roma, un momento incredibile. Il gol che ci riporta in vantaggio è una diretta conseguenza di tutto questo calore. Uno sconosciuto mi abbraccia fortissimo, mio fratello mi scuote, pacche sulle spalle... così stiamo per passare, ma mancano ancora alcuni minuti. Ci penserà Pellegrini a sigillare il risultato, per l'ennesima esultanza, esplosa, interrotta e poi confermata dal Var. Grazie Roma... Siamo in semifinale, grazie ai giocatori che hanno rimontato la sconfitta dell'andata, grazie ai tifosi che non hanno guardato la partita ma hanno partecipato attivamente trasmettendo la carica a chi era in campo, grazie a una presidenza che ha lavorato per agevolare questo spettacolo e non per distruggerlo, grazie a un mister che ha compreso l'ambiente in cui si trova. Chi normalmente va allo stadio per la partita, oggi ha potuto apprezzare il tifo. Chi normalmente va allo stadio per il tifo, oggi ha potuto apprezzare il calcio. E in entrambi gli aspetti, le cose vanno bene. Ci eravamo abituati a pensare che le cose potessero cambiare solo in peggio, e invece no. Avevamo ragione, più è buia la notte, più è vicina l'alba... È arrivata, la nostra alba



I VOSTRI RESOCONTI....
....E QUELLI DELLA STAMPA 







Dybala






































ARTICOLO DI TONINO CAGNUCCI:
Roma-Feyenoord è stata una partita da Roma, ma non per quello che si dice solitamente quando si scrive che è stata una partita da Roma (lo stadio pieno, l’inno, le bandiere, il profumo Anni 80 con l’odore buonissimo dei fumogeni e quello di Roma a primavera di sera che credo definisca il nostro dna, il cuore in pancia, l’inno un’altra volta, i supplementari, la Joya, la gioia al 120’, quel giallorosso che vedi pure quando chiudi gli occhi ritornato a casa e riesci a decantare quello strano irrinunciabile mix di adrenalina, stanchezza e di tempo sospeso che hai per mezza notte quando vince la Roma).
Roma-Feyenoord è stata un’altra cosa perché ci costringeva a parametrarci con un bel pezzo di noi e buona parte della nostra storia: recente, recentissima, passata e lontanissima.
Roma-Feyenoord era un obbligo già dal sorteggio: ci toccano loro, la squadra che abbiamo battuto nel nostro giorno di gioia, per un trofeo atteso 14 anni, per una coppa attesa 61 anni, per una notte europea che abbiamo dentro da troppo tempo, da “quel tempo” (in fila al botteghino dal 1984 per rigiocare un’emozione cronometrabile con l’eternità di un Capitano più 55 secondi). Roma-Feyenoord ai quarti era per forza un toc toc sulla spalla che ti diceva: ce l’ho con te, non puoi far finta di niente, questi hanno pure eliminato la Lazio, costringendola a vivere quel cortocircuito di giocare la Conference.
E’ stato come rivivere, col rischio di ridefinirla, almeno un po’, Tirana. Rigiocare contro quella squadra significava per forza confrontarsi con quella notte, fare i conti con noi, i nostri festeggiamenti, quella canzoncina “La Roma sì e il Feye no” che era già un simbolo e un mezz’inno; gli adesivi appiccicati sulle Smart e un po’ ovunque, le scritte sui muri, i manifesti con la coppa e quell’espressione che sembra pronunciata da Dio: “Roma Campione”. Oddio, fosse andata male forse è vero che l'avremmo cantata comunque, che un quarto di finale non vale come una coppa vinta che resta per sempre: forse non è tanto quello che avremmo perso, piuttosto quello che avremmo guadagnato vincendo.
Si sa, si dice, vincere è difficile, ma confermarsi molto di più. Ecco per noi il Feyenoord un'altra volta aveva questa funzione e questo senso: un cimento, un esame, la maturità stavolta presa prima.
Roma-Feyenoord è stato come rubare un po' di tempo al tempo che fa appassire le cose, o che le fa dimenticare, o che le svilisce soprattutto se ti hanno fatto emozionare. E’ successo il contrario: abbiamo aggiunto tempo al tempo, una semifinale di Europa League a una Conference League. L’inno ai supplementari dopo l’inno a inizio partita.
Giovedì notte ci siamo sentiti più campioni, più forti, più noi. È come se avessimo difeso quella notte di Tirana anche nei suoi piccoli risvolti, nel cestino preparato al ragazzino per la prima mensa a scuola, come proprio a dire non v'azzardate nemmeno col pensiero, manco pe’ sbajo a dì o a fa qualcosa su Tirana. E’ roba nostra. Quello che ogni romanista dovrebbe fare con la Roma sempre: guai a toccarla, guai a svilirla, guai a dire su di Lei le stesse cose che blaterano quelli che La odiano. In palio l'altra notte c'era un po' del nostro amor proprio e un bel po' della nostra capacità di crescere. Uno stadio così folle per quanto innamorato eppure mai così maturo, presente, vincente. La rivoluzione punk che fa decreti legge. Credo che per questo abbiamo vinto ed evitato la nottata di lacrime e preghiere da “grazie lo stesso”, da “ma che ne sapete voi”, da “quando vince sei di tutti, quando perdi sei solo mia” eccetera, e proprio all'89 che è un bel vaffanculo allo stantio e vuoto vizio mainagioistico, proprio per dire questa notte è ancora nostra, ma non quella prima degli esami, piuttosto quella dell’esame superato a Tirana. Non più la notte che ci fa male, ma quella in cui un padre va in giro di notte a festeggiare col figlio sul motorino... Splendori. Quello che scrisse Luca Di Bartolomei dopo la vittoria della Conference League: “E’ un 30 di maggio chiaramente diverso: come padre, come famiglia, come romanisti. La prima grande differenza è che oggi non ci sono lacrime. Le mie le ho versate tutte in motorino, il 25 sera con te Andrea, amore mio. Voglio che tu lo sappia, che resti scritto da qualche parte, come l’incisione su una coppa. E voglio che tu possa leggerlo sempre. Vedermi piangere ha prodotto nel tuo sguardo quello stesso imbarazzo che ho provato mille volte anche io. E attraversare la città mentre mi abbracciavi è stato qualcosa di difficilmente spiegabile (…) Ci dovete altri vessilli, ragazzi, ce li meritiamo: io, ma soprattutto i milioni di Agostino che in silenzio vivono di amore per voi”. Questo c’era in palio a Roma-Feyenoord: un altro giro sul motorino.




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