Quarti di finale
di ritorno (andata 1-0)
ROMA - FEYENOORD 4-1
(d.t.s.) Roma, Stadio Olimpico
giovedì, 20 aprile 2023 ore 21.00 invia una e-mail per i resoconti
Tifo Roma:
Oggi non si può parlare solo della Curva Sud, che
è il cuore pulsante del tifo giallorosso, ma di
tutto lo stadio, davvero commovente. Migliaia di
bandiere ovunque, la Nord che tifava a rilancio
della Sud. Insomma, spettacolare.
i se
LUCA
Buongiorno Lorenzo, che bello scrivere il mio
primo resoconto dopo una serata del genere!
Innanzitutto complimenti per il sito, che scoprii
una decina di anni fa, quando ero poco più che un
ragazzino e che oggi spero di arricchire con un
piccolo e personale tassello di romanismo vissuto.
Ecco “vissuto” non è un termine casuale in questo
racconto, perchè il ricordo della serata di ieri
resta avvinghiato alla mia pelle e pervade tutto
ciò che questo sentimento rappresenta per me.
L’autobus si ferma a Piazza Mancini, attraverso
Ponte Duca d’Aosta e l’atmosfera è quella a cui
tutti da un anno e mezzo siamo abituati, cioè un
tripudio di fumogeni, bandiere e cori. Il fatto
che ciò sia diventato la normalità ci deve rendere
orgogliosi ed è merito del
prezioso contributo dei ragazzi dei Distinti,
che vorrei ringraziare, perchè il salto di qualità
che c’è stato negli ultimi tempi è anche merito
loro e della passione spontanea che ci mettono.
Manca ancora un’ora e mezza al fischio d’inizio e
per non farmi mancare nulla decido di aspettare il
pullman della squadra, che come disse Daniele in
quel Roma-Liverpool di qualche anno fa, viene
letteralmente “fatto galleggiare” tra la folla. Si
vedono i flash dei telefoni dei giocatori
all’interno e ciò ha contribuito a fomentare se
possibile ancora di più non solo loro ma anche
noi. “Siamo uno spettacolo”, penso tra me e me,
mentre torno indietro, costeggiando le piscine del
Coni, in direzione dei prefiltraggi. Premetto che
non sono abbonato, negli anni ho girato insieme a
papà ( che non era romanista, ma ho fatto
diventare tale !) un po’ tutti i settori dello
stadio, ultimamente andando da solo sono riuscito
spesso a trovare posto in Sud Centrale, ma stasera
mi devo “accontentare” dei Distinti Nord Est.
L’atmosfera ai tornelli, almeno nel nostro
settore, è molto tranquilla, perquisizioni e
controllo biglietti veloci, che permettono di
gestire alla grande l’afflusso e dopo poco essere
tutti sugli spalti. Nessuno rispetterà il posto
assegnato e tutto il settore guarderà la partita
in piedi. I cori prepartita sono potenti, si
percepisce la nostra voglia di scrivere un’altra
pagina di storia europea tutti insieme. Sullo
stadio c’è ben poco da dire, le partite europee
degli ultimi anni le ho vissute praticamente tutte
e stasera il nostro livello è stato altissimo. È
lo stadio che tutti sognavamo da bambini. Che
sognavo io quando aprivo le pagine più vecchie del
sito. Che sognava la ‘vecchia guardia’ chiedendosi
se avrebbe vissuto di nuovo emozioni simili. Per
entrare nel dettaglio, il
gruppo 3t1s organizzerà in maniera eccellente il
tifo nei settori nord dello stadio. La
quantità di pirotecnica accesa da loro e da altri
gruppetti in Nord è davvero notevole, l’effetto è
a dir poco stupendo quando durante l’inno anche
gli altri settori partecipano ad una fumogenata spontanea
vecchio stile. Per ciò che riguarda la Sud è
impossibile sentire i cori, dato che i nostri
partono in maniera indipendente e vengono cantati
da tutti, ma ci accorgiamo ovviamente che anche di
là tutti stanno partecipando, i battimani hanno un
effetto visivo incantevole. I miei complimenti
vanno anche al settore
Parterre Centrale e Sud, tanta
pirotecnica anche lì e partecipazione ai cori
encomiabile. Per ciò che riguarda la partita è
stata un’altalena di emozioni, erano ancora in
tanti che nel tempo intercorso tra il pareggio
olandese e il nostro nuovo vantaggio credevano
potessimo farcela, vorrei abbracciarli uno per
uno. E mi maledico se ho pensato in quei minuti
anche solo un millisecondo che non potessimo
farcela, con uno stadio del genere e una squadra
dal cuore grande come la sua gente (perchè se
dovessi descrivere un romanista ad un bambino gli
direi “una persona dal cuore grande”). Anche il
signore che aspetta ai piedi delle scale di
ingresso e mi confessa che non ha il coraggio di
guardare il secondo tempo supplementare, avrei
voluto abbracciare forte. 4-1, olandesi di nuovo a
casa. Parte ‘Grazie Roma’ e ti ringrazio davvero
Roma mia. Fino alla Vittoria.
NICCOLO'
Ciao Lorenzo, ti scrivo quasi a caldo il mio
ricordo di ieri sera. Già da un’oretta prima
dell’inizio della partita si percepiva un clima
alla Roma/Bodo. Bandiere e bandierine ovunque, a
migliaia. Io, come in campionato, sto in Tevere
lato nord e quello che ho
visto credo non abbia precedenti. Non
solo la Nord riprendeva costantemente i cori della
Sud ma tutta la Tevere, anche la parte alta,
partecipava ai battimani, ai cori lunghi e a
quelli brevi. Ieri l’intero Stadio Olimpico ha
trascinato la Roma alla vittoria anche perché a
differenza di Bodo e Leicester la partita è stata
calcisticamente drammatica ed era certamente più
difficile rimanerci dentro a livello di tifo,
soprattutto per chi non risiede in Sud.
Annotazioni sparse:
- Si è creato un movimento
spontaneo nella Nord bassa fatto di ragazzi
molto giovani che coinvolge tutto il settore
(la parte alta, ovviamente, aveva già il suo
riferimento) così come i
Distinti Sud lato Tevere ormai sono da
considerarsi una parte della Sud grazie
all’impegno incredibile dei ragazzi in basso che
‘costringono’ tutto il settore a seguire in piedi
la partita creando un colpo d’occhio di grande
impatto.
- Ormai da due anni la Roma ha 60.000 tifosi da
stadio. Non si può più parlare di seguito
occasionale essendo diventato, appunto, abituale.
E il clima di ieri lo testimonia. Non era da
grande evento, era un clima avvelenato.
- Al pareggio olandese sono crollato, così come
gran parte dello stadio. Ci sono stati un paio di
minuti di silenzio
spettrale che esprimevano una delusione
inspiegabile, lacerante. Siamo umani anche noi.
- La Tevere è il crocevia
della tifoseria giallorossa. Ci sono
ultras di lunga data che si sono ‘ritirati’ lì,
signori e signore anziane che da lì seguono la
Roma da una vita, famiglie, romanisti che vengono
da ogni parte del mondo. E ieri tutti, tutti
eravamo una cosa sola.
- Se nel 2023 dopo Tdt, barriere, l’addio di Totti
e De Rossi che sono stati emotivamente pesanti, un
decennio di una presidenza non proprio amata
(eufemismo) ci ritroviamo ad avere uno stadio
così, uno stadio che non ha nulla da invidiare a
scenari sudamericani beh, che dire. È una cosa non
scontata che dobbiamo sottolineare e di cui
dobbiamo vantarci. Grazie a tutti, Forza Roma.
Ps un desiderio del tutto personale. Verso la fine
avrei desiderato più ‘se i tuoi colori sventolo’,
un coro che coinvolge ogni singolo tifoso dello
stadio.
Daje Roma.
MARCO
Arriviamo alla sera della partita
dopo giorni di chiacchiericcio rispetto al
pericolo olandesi. La narrazione sensazionalista
del pericolo imminente è troppo remunerativa per
non esser cavalcata dai media nostrani. Gli ultras
del Feyenoord si sono infine rivelati per quello
che sono, tanta immagine e poca sostanza. I
numerosi discorsi sull'ordine pubblico vengono
superati in quantità solo da quelli sul piano
calcistico. Dobbiamo rimontare una sconfitta per
uno a zero, e a quanto pare, ci crediamo tutti, lo
stadio è pieno. Ci credo senz'altro io, che penso
a Roma-Barcellona di qualche anno fa e penso che
la rimonta è possibile. Il mister fomenta
l'ambiente chiedendo 60mila giocatori, i tifosi
spargono la voce di portare tutti una bandiera...
Arrivo in zona stadio e il clima caldo è
palpabile, ho fretta di entrare per non perdere
nulla dello spettacolo che sarà. Supero i
controlli e mi ritrovo in uno stadio colmo di
colore e passione. Col passare dei minuti
aumentano le persone e le bandiere, mai sola mai e
le altre canzoni attivano tutta la tifoseria e
danno il termometro di quanto sia carico
l'ambiente. Divertente rivisitazione anticlericale
dell'inno dell'Europa League e poi il nostro inno,
è uno spettacolo. Per questa partita essendo la
trasferta vietata agli ospiti è stato aperto anche
il distinto nord lato Monte Mario, lo stadio è un
tripudio di bandiere, un'immagine incredibile,
qualcosa di paragonabile all'Olimpico il giorno
dello scudetto del 2001. Allo sventolio diffuso e
alla fitta sciarpata, si somma la pirotecnia,
anch'essa diffusa in diversi settori dello stadio.
Una quantita di torce, fumogeni (e qualche
bombone) che non si apprezzava davvero da tanto
tempo. Solo questo inizio, mi ha emozionato. I
cori partono anch'essi alla grande, dalla sud come
dalla nord, a volte si riesce perfino a
coordinarsi e a cantare insieme. Fino al 55°
quando Spinazzola ci porta in vantaggio, è
un'esplosione di gioia che spinge ancora di più il
tifo, ma non dura. I traguardi più belli sono
quelli sofferti e all 80° minuto il Feyenoord
pareggia le marcature stravolgendo i nostri sogni.
Considerando il risultato dell'andata ora siamo 2
a 1 per loro, ci serve un gol per pareggiare e due
per vincere, ora è tutto più difficile. Eppure ci
credo. C'è qualche minuto di silenzio dopo la rete
subita, poi il tifo riparte, prima piano, poi
sempre più forte. Sono 9 minuti quelli che
intercorrono tra la rete subita e il gol di
Dybala, che ci riporta in carreggiata. Nuova
esultanza, ancora più sentita della precedente. Ci
siamo, siamo ai supplementari. Nel breve
intervallo al termine dei due tempi regolari, i
giocatori si caricano, i tifosi pure, e tendono di
nuovo le sciarpe, sventolano le bandiere, per
intonare nuovamente Roma Roma Roma, un momento
incredibile. Il gol che ci riporta in vantaggio è
una diretta conseguenza di tutto questo calore.
Uno sconosciuto mi abbraccia fortissimo, mio
fratello mi scuote, pacche sulle spalle... così
stiamo per passare, ma mancano ancora alcuni
minuti. Ci penserà Pellegrini a sigillare il
risultato, per l'ennesima esultanza, esplosa,
interrotta e poi confermata dal Var. Grazie
Roma... Siamo in semifinale, grazie ai giocatori
che hanno rimontato la sconfitta dell'andata,
grazie ai tifosi che non hanno guardato la partita
ma hanno partecipato attivamente trasmettendo la
carica a chi era in campo, grazie a una presidenza
che ha lavorato per agevolare questo spettacolo e
non per distruggerlo, grazie a un mister che ha
compreso l'ambiente in cui si trova. Chi
normalmente va allo stadio per la partita, oggi ha
potuto apprezzare il tifo. Chi normalmente va allo
stadio per il tifo, oggi ha potuto apprezzare il
calcio. E in entrambi gli aspetti, le cose vanno
bene. Ci eravamo abituati a pensare che le cose
potessero cambiare solo in peggio, e invece no.
Avevamo ragione, più è buia la notte, più è vicina
l'alba... È arrivata, la nostra alba
I VOSTRI RESOCONTI.... ....E QUELLI DELLA STAMPA
Dybala
ARTICOLO DI TONINO CAGNUCCI:
Roma-Feyenoord
è stata una partita da Roma, ma non per
quello che si dice solitamente quando si
scrive che è stata una partita da Roma
(lo stadio pieno, l’inno, le bandiere,
il profumo Anni 80 con l’odore
buonissimo dei fumogeni e quello di Roma
a primavera di sera che credo definisca
il nostro dna, il cuore in pancia,
l’inno un’altra volta, i supplementari,
la Joya, la gioia al 120’, quel
giallorosso che vedi pure quando chiudi
gli occhi ritornato a casa e riesci a
decantare quello strano
irrinunciabile mix di adrenalina,
stanchezza e di tempo sospeso che hai
per mezza notte quando vince la Roma).
Roma-Feyenoord
è stata un’altra cosa perché ci
costringeva a parametrarci con un bel
pezzo di noi e buona parte della nostra
storia: recente, recentissima, passata e
lontanissima.
Roma-Feyenoord
era un obbligo già dal sorteggio: ci
toccano loro, la squadra che abbiamo
battuto nel nostro giorno di gioia, per
un trofeo atteso 14 anni, per una coppa
attesa 61 anni, per una notte europea
che abbiamo dentro da troppo tempo, da
“quel tempo” (in fila al botteghino dal
1984 per rigiocare un’emozione
cronometrabile con l’eternità di un
Capitano più 55 secondi). Roma-Feyenoord
ai quarti era per forza un toc toc sulla
spalla che ti diceva: ce l’ho con te,
non puoi far finta di niente, questi
hanno pure eliminato la Lazio,
costringendola a vivere quel
cortocircuito di giocare la Conference.
E’
stato come rivivere, col rischio di
ridefinirla, almeno un po’, Tirana.
Rigiocare contro quella squadra
significava per forza confrontarsi con
quella notte, fare i conti con noi, i
nostri festeggiamenti, quella canzoncina
“La Roma sì e il Feye no” che era già un
simbolo e un mezz’inno; gli adesivi
appiccicati sulle Smart e un po’
ovunque, le scritte sui muri, i
manifesti con la coppa e
quell’espressione che sembra pronunciata
da Dio: “Roma Campione”. Oddio, fosse
andata male forse è vero che l'avremmo
cantata comunque, che un quarto di
finale non vale come una coppa vinta che
resta per sempre: forse non è tanto
quello che avremmo perso, piuttosto
quello che avremmo guadagnato vincendo.
Si
sa, si dice, vincere è difficile, ma
confermarsi molto di più. Ecco per noi
il Feyenoord un'altra volta aveva questa
funzione e questo senso: un cimento, un
esame, la maturità stavolta presa prima.
Roma-Feyenoord
è stato come rubare un po' di tempo al
tempo che fa appassire le cose, o che le
fa dimenticare, o che le svilisce
soprattutto se ti hanno fatto
emozionare. E’ successo il contrario:
abbiamo aggiunto tempo al tempo, una
semifinale di Europa League a una
Conference League. L’inno ai
supplementari dopo l’inno a inizio
partita.
Giovedì
notte ci siamo sentiti più campioni, più
forti, più noi. È come se avessimo
difeso quella notte di Tirana anche nei
suoi piccoli risvolti, nel cestino
preparato al ragazzino per la prima
mensa a scuola, come proprio a dire non
v'azzardate nemmeno col pensiero, manco
pe’ sbajo a dì o a fa qualcosa su
Tirana. E’ roba nostra. Quello che ogni
romanista dovrebbe fare con la Roma
sempre: guai a toccarla, guai a
svilirla, guai a dire su di Lei le
stesse cose che blaterano quelli che La
odiano. In palio l'altra notte c'era un
po' del nostro amor proprio e un bel po'
della nostra capacità di crescere. Uno
stadio così folle per quanto innamorato
eppure mai così maturo, presente,
vincente. La rivoluzione punk che fa
decreti legge. Credo che per questo
abbiamo vinto ed evitato la nottata di
lacrime e preghiere da “grazie lo
stesso”, da “ma che ne sapete voi”, da
“quando vince sei di tutti, quando perdi
sei solo mia” eccetera, e proprio all'89
che è un bel vaffanculo allo stantio e
vuoto vizio mainagioistico, proprio per
dire questa notte è ancora nostra, ma
non quella prima degli esami, piuttosto
quella dell’esame superato a Tirana. Non
più la notte che ci fa male, ma quella
in cui un padre va in giro di notte a
festeggiare col figlio sul motorino...
Splendori. Quello che scrisse Luca Di
Bartolomei dopo la vittoria della
Conference League: “E’ un 30 di maggio
chiaramente diverso: come padre, come
famiglia, come romanisti. La prima
grande differenza è che oggi non ci sono
lacrime. Le mie le ho versate tutte in
motorino, il 25 sera con te Andrea,
amore mio. Voglio che tu lo sappia, che
resti scritto da qualche parte, come
l’incisione su una coppa. E voglio che
tu possa leggerlo sempre. Vedermi
piangere ha prodotto nel tuo sguardo
quello stesso imbarazzo che ho provato
mille volte anche io. E attraversare la
città mentre mi abbracciavi è stato
qualcosa di difficilmente spiegabile (…)
Ci dovete altri vessilli, ragazzi, ce li
meritiamo: io, ma soprattutto i milioni
di Agostino che in silenzio vivono di
amore per voi”. Questo c’era in palio a
Roma-Feyenoord: un altro giro sul
motorino.